
Originariamente Scritto da
doxa
Cono con riferimento agli occhi ha scritto:
Caro "confratello", come frate predicatore avresti dovuto aggiungere che Gesù vedendo le “folle” salì sul monte (Sinai ?) si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e fra l’altro disse:
“
La lampada del corpo è l'occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!" (Mt 6, 22 - 23).
Gli occhi non sono soltanto lo specchio dell’anima, come diceva Cartesio. Infatti con le espressioni degli occhi comunico il grado di certezza che attribuisco a ciò che sto dicendo. Se affermo qualcosa alzando un po’ le sopracciglia senza aprire troppo gli occhi comunico la perplessità: “Non sono sicuro di ciò che dico”. È uno sguardo che può essere parafrasato con “forse”. Il lieve aggrottamento delle sopracciglia comunica più sicurezza: “Lo dico seriamente”. Queste osservazioni nascono da esperimenti diretti e dallo studio di molti video.
Gli occhi offrono un sovrappiù di significati ai nostri discorsi. Lo sguardo comunica con quanta forza affermo le cose che sto dicendo. Per esempio, uno studente che all’esame prima di rispondere punta gli occhi verso l’alto comunica un indizio negativo.
Se fisso gli occhi sul mio interlocutore, lo voglio sfidare. Parlando in tono supplichevole, muoverò in alto le sopracciglia: le sopracciglia a tettoia comunicano tristezza.
L’umano per sua natura è comunicativo, e il viso è uno strumento d’espressione.
Gli occhi possono assecondare quel che uno vuole dire, ma possono anche tradirlo rivelando l’inganno delle sue parole.
Possiamo chiedere, ordinare, supplicare, minacciare attraverso uno sguardo che chiamiamo performativo.
p. s. stasera quando incontrerai quella coppia in crisi bisognosa della tua parola salvifica fai attenzione ai loro movimenti oculari.
