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arriva la Settimana Santa. Quanti ricordi infantili, mi suscita questo periodo dell’anno! Ricordi prettamente infantili, quando, a metà della settimana, cominciavano le vacanze pasquali, e non si andava a scuola fino alla metà della settimana successiva; non erano lunghe come quelle natalizie, ma erano comunque bellissime. Poi c’erano i riti religiosi che la mia famiglia, essendo cattolica, seguiva scrupolosamente; nel pomeriggio tardo del venerdì santo si andava in chiesa, a visitare i Sepolcri; nello stesso giorno non si mangiava alcun tipo di carne; la sera, poi, si assisteva alla Via Crucis che era trasmessa dalla televisione. Il sabato iniziavano i preparativi per il giorno della Pasqua. Ora che è passato quasi mezzo secolo, mi rendo conto di quanto siano belli questi ricordi, così lontani che mi occorre frugare con insistenza nella memoria per farli riemergere. Pur avendo perduto da decenni la fede, ricordare questi eventi mi procura un benessere indescrivibile, poiché appartengono al periodo più felice della mia esistenza.
MERCOLEDÌ SANTO
di Nicola Moscardelli (1894-1943)
Le ore passano frettolose quasi timorose d'essere riconosciute.
Dietro i cancelli belano gli agnelli come se sapessero d'essere già stati venduti. Il loro belato purifica l'aria. Se il profumo delle margherite avesse una voce sarebbe simile a quella dell'agnello. La giornata passa presto tra sole e nuvolo come di marzo. Se un canto di donna si leva, subito si spegne.
Gli abitanti del paese sono distratti e sui calzoni di tutti i giorni portano la giacca nuova, perché la giornata è metà lavoro e metà festa.
Il tramonto arriva quando meno ci si pensa: rosso come d'estate.
Il belato degli agnelli nella sera che odora come un prato si ode appena appena, come se il sangue del tramonto fosse il loro.
(Da "Le grazie della terra", Carabba, Lanciano 1924
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