“Adolescence” Serie Tv su Netflix che ha attirato l‘attenzione del pubblico

[Vega]

Non avevo focalizzato che è su Netflix, quindi niente visione.

[Vega]

Prede, praticamente. La de-personalizzazione è il primo passo per l'abuso, la violenza. Lo stesso atteggiamento dei carnivori nei confronti delle altre specie, e quello che provano a smontare i vegani. L'empatia, il riconoscere l'altro, è l'unico antidoto alla violenza.

Capisco cosa probabilmente vuoi intendere, però non si può paragonare esattamente un fatto naturale, la catena alimentare, con un fenomeno come quello del telefilm, che sembra più di tipo ideologico e psicologico. Gli animali non depersonalizzano, non hanno questo concetto, la cognizione. Anche se...qui si potrebbe andare a frugare nella ToM, la Teoria della Mente (Theory of Mind), che sarebbe qualla capacità di capire e di attribuire stati mentali non solo a sè stessi ma anche agli altri e prevedere le azioni, basandosi su emozoni, pensieri, desideri, mettersi nei panni degli altri insomma.

[Malo Perverso]

np sta per?
Ora che ci penso tu mi sa che sei più giovane di me, ma ti fai vedere pochissimo!!!

Guarda, a scanso di equivoci, ovviamente non c'è niente di più lontano da me della mentalità incel.
NP, non persone, così vengono etichettate le donne da questa gente, che appartiene ad una fascia di età che va dalla adolescenza fino ai 30-35 anni, circa.
Chad, np, redpillati/blackpillati,e tutta una terminologia o slang che fa riferimento alla manosphere, tradotto malamente in manosfera, ossia ad un presunto universo maschile a dir poco misogino, violento e anche pericoloso. Una sorta di autoghettizzazione.
Ho avuto modo di conoscere lurkando piattaforme su internet, soprattutto forum (che ometterò di citare), che rasentano la follia a livello di argomenti e tematiche trattate.
In sunto, pura istigazione all'odio di genere.

P.s.
Credo di essere un po' più grandicello di te, ahimè.

[dark lady]

Guarda, a scanso di equivoci, ovviamente non c'è niente di più lontano da me della mentalità incel.
NP, non persone, così vengono etichettate le donne da questa gente, che appartiene ad una fascia di età che va dalla adolescenza fino ai 30-35 anni, circa.
Chad, np, redpillati/blackpillati,e tutta una terminologia o slang che fa riferimento alla manosphere, tradotto malamente in manosfera, ossia ad un presunto universo maschile a dir poco misogino, violento e anche pericoloso. Una sorta di autoghettizzazione.
Ho avuto modo di conoscere lurkando piattaforme su internet, soprattutto forum (che ometterò di citare), che rasentano la follia a livello di argomenti e tematiche trattate.
In sunto, pura istigazione all'odio di genere.

P.s.
Credo di essere un po' più grandicello di te, ahimè.

Quello purtroppo imperversa sui social ormai da tempo. Ultimamente mi sono trovava impelagata in dibattiti estenuanti su queste tematiche, roba che pare di essere tornati al Medioevo, soprattutto considerando che certe cose le leggi da giovani di 20-30 anni. C'è una involuzione.
Il termine np però mi mancava, ho imparato una cosa nuova

PS: Tu dici? A me pareva di ricordare che tu fossi più giovane di me, ma magari ricordo male.

[nahui]

Capisco cosa probabilmente vuoi intendere, però non si può paragonare esattamente un fatto naturale, la catena alimentare, con un fenomeno come quello del telefilm, che sembra più di tipo ideologico e psicologico. Gli animali non depersonalizzano, non hanno questo concetto, la cognizione. Anche se...qui si potrebbe andare a frugare nella ToM, la Teoria della Mente (Theory of Mind), che sarebbe qualla capacità di capire e di attribuire stati mentali non solo a sè stessi ma anche agli altri e prevedere le azioni, basandosi su emozoni, pensieri, desideri, mettersi nei panni degli altri insomma.

Scusa Vega, mi sono espressa male: mi riferivo ai carnivori umani, naturalmente.

[nahui]

Guarda, a scanso di equivoci, ovviamente non c'è niente di più lontano da me della mentalità incel.
NP, non persone, così vengono etichettate le donne da questa gente, che appartiene ad una fascia di età che va dalla adolescenza fino ai 30-35 anni, circa.
Chad, np, redpillati/blackpillati,e tutta una terminologia o slang che fa riferimento alla manosphere, tradotto malamente in manosfera, ossia ad un presunto universo maschile a dir poco misogino, violento e anche pericoloso. Una sorta di autoghettizzazione.
Ho avuto modo di conoscere lurkando piattaforme su internet, soprattutto forum (che ometterò di citare), che rasentano la follia a livello di argomenti e tematiche trattate.
In sunto, pura istigazione all'odio di genere.

P.s.
Credo di essere un po' più grandicello di te, ahimè.

Ma secondo te questo "movimento" nasce in relazione all'emancipazione femminile o ne prescinde ? Insomma, odiano anche la donna sottomessa e che si inquadra nei ruoli tradizionali ?

[Breakthru]

Ma secondo te come si affrontano oggigiorno queste difficoltà?
Anche per intravedere uno spiraglio positivo e non soccombere nel pessimismo della realtà

Meglio di quando ero adolescente io, oggi ci sono supporti psicologici, sportello giovani, i più fortunati hanno lo psicologo a scuola. Io non sono una pessimista, cambiano i modi, i costumi, ma l'essere umano è sempre lo stesso, nel bene e nel male occorre farci i conti.

Quando ero adolescente io andare dallo psicologo voleva dire essere pazzi, te la dovevi cavare da solo, quando te la cavavi

Per la mia esperienza personale, come tutti sarò stata sicuramente una genitrice manchevole per molte cose, ma ho sempre cercato di mantenere il dialogo, di essere la persona che "qualunque cosa accada parliamone, se hai combinato un guaio magari subito mi arrabbio, ma poi ti aiuterò a trovare una soluzione, su questo ci puoi contare, non ti lascio da solo/a"
E penso che sia la cosa più importante

[Adalberto]

Meglio di quando ero adolescente io, oggi ci sono supporti psicologici, sportello giovani, i più fortunati hanno lo psicologo a scuola. Io non sono una pessimista, cambiano i modi, i costumi, ma l'essere umano è sempre lo stesso, nel bene e nel male occorre farci i conti.

Quando ero adolescente io andare dallo psicologo voleva dire essere pazzi, te la dovevi cavare da solo, quando te la cavavi

Per la mia esperienza personale, come tutti sarò stata sicuramente una genitrice manchevole per molte cose ma ho sempre cercato di mantenere il dialogo, di essere la persona che "qualunque cosa accada parliamone, se hai combinato un guaio magari subito mi arrabbio, ma poi ti aiuterò a trovare una soluzione, su questo ci puoi contare, non ti lascio da solo/a"
E penso che sia la cosa più importante

Hai ragione: mantenere la relazione e dialogare è la Ricetta.

[Adalberto]

...Inquietante.

“Voglio una donna!” urlava come un matto Ciccio Ingrassia dall’albero, in Amarcord. Ma viveva il suo disagio da solo. Eppure nella realtà di quegli anni erano in tanti a gridare in silenzio, ma gli isolati fanno danni limitati.

Ora internet li mette in contatto, in particolare i nativi digitali che in fretta fanno gruppo, aderiscono a teorie semplicistiche in cui la RELAZIONE con il mondo femminile non conta. Conta solo il risultato: c’è chi ha tante ragazze e chi no. E a 13 anni il ragazzino non riesce a spiegarsi il perché. Ma ha fretta (non la pazienza del sottoscritto che attese 5 anni in più…).
E’ solo all’inizio dei suoi processi cognitivi autonomi, non parla ma legge in solitudine sul web sentendosi sempre più escluso, debole, ma facendo gruppo con altri incel trasforma la sua debolezza, la sua immaturità in prepotenza, cominciando a credere di essere stato emarginati, dalla società, dal sistema. E’ lui la vittima.
E allora rivendica il diritto al sesso attrraverso un’ideologia semplicistica e infantile, in cui – alla faccia di tanti sforzi decennali per una maturazione sociale e collettiva – il corpo femminile si prende e basta.

Mi vengono in mente i branchi di ragazzi che nella calca del capodanno 2022 di Milano assaltarono impunemente le ragazze in piazza del Duomo. Be’, anche in altre città si pratica quel rito…
Non erano incel, redpill / blackpill o Lms, ma l’ideologia sottostante che promuovono e diffondono è sostanzilmente la stessa: la riscossa di misoginia e patriarcato.

[conogelato]

Qualche giovane iscritto vuol prendere la parola?
Mi piacerebbe tanto leggere il commento di una persona adolescente o comunque di chi è giovane:

Il punto che emerge dalla serie è quello del mistero dell’adolescenza e di come lo si affronta: tutti l’abbiamo vissuta con sorpresa, anche se poi - dimenticandola o osannandola - si tende a rimuoverne la complessità.
Mi piacerebbe anche leggere le opinioni di genitori che possano paragonare la loro adolescenziale con quella dei loro figli, attraverso i punti nodali di quella esperienza , che la serie esprive ovviamente in modalità drammatica .
In realtà io non ho molta voce in capitolo. Avendo evitato di fare figli posso solo riferirmi alla mia stessa adolescenza e quindi esprimo tre rozze impressioni.
Durante l’adolescenza siamo dei dilettanti allo sbaraglio, giovani e adulti.
E’ un’esperienza che necessariamente la persona giovane affronta in solitudine, malgrado le socialità di contorno.
E’ la prima volta che davvero si impara per prove ed errori, perché lì inizia la vita vera. Quello che l’ambiente familiare ha insegnato amostrerà pregi e difetti.

Breaktrhu ha ben delineato gli episodi della serie destando curiosità sui diversi aspetti di ogni episodio che evoca nella nostra stessa vita vecchi episodi, sentimenti e riflessioni.
Nella serie si parla di incel (involontari celibi), di social e di altri fenomeni emersi negli ultimi anni, che non conoscevo perché tipici del mondo dei nativi digitali.
Ma in realtà ho l'impressione che i nodi dell’adolescenza sono sempre gli stessi, anche se si mimetizzano nell’attualità acquisendo nuove forme che si evolvono sempre più in fretta. Non dobbiamo rischiare di cadere nella trappola di giustificare la nostra difficoltà di comprendere i giovani riferendoci solo a questi aspetti della loro attualità.
L’esperienza adolescenziale è sempre quella dell’incontro/scontro con l’altro sesso, con i propri genitori ma anche con il proprio gruppo di giovani, ma prima ancora l'incontro con quel qualcosa d’altro che emerge da noi stessi a quell’età. Un qualcosa che in quei momenti di autotrasformazione non sappiamo decodificare e per questo agiamo d’impulso.
Il fatto è che ché gli strumenti canonici proposti da famiglia/scuola/società non intercettano mai appieno le esigenze dell’adolescente.
Ecco che nell’episodio 3 la bravura del ragazzo attore mi ricorda tanto la capacità di Ed Norton di variare la sua personalità.
Ecco che nell’episodio 4 i genitori sentono la colpa, ma tendono ad autoassolversi non cercando invece di indagare nei loro stessi comportamenti alcune delle cause del malessere del figlio.

Noi li abbiamo avuti, i figli. E tutti e cinque hanno vissuto la loro adolescenza come una partoriente: con attesa, dolore e gioia. Diventare adulti implica sempre queste tre dimensioni. Il dramma grosso che sovrasta la società attuale è constatare come, a trenta quaranta cinquant'anni, molte persone siano rimaste allo stato embrionale. Abbiano cioè avuto le doglie senza partorire niente. Senza che dall'adolescenza siano passate all'età adulta. Eterni bambini e bambine.