Era la riunione plenaria in viste dell'imminente stagione estiva, tenuta nella veranda sfondellata di Axe, dove i tubi del gas parevano opere concettuali e la temperatura interna oscillava tra "livello Cantor" e "criosfera preistorica". Sedevano, sparsi su sgabelli, casse di dischi, sedie rubate nelle occupazioni del ’68 e cuscini sgonfi. Perché non al bar? Perché, come noto, il bardidiscuterepuntoit era in restauro, dopo una "botta-a-muro-di-maradona", lanciata da un tifoso (parte-nopeo o parte-empolese, vassape), scambiata per asteroide. Quindi, tutti là e un bicchiere d’acqua minerale era il massimo che il catering axeugenico potesse proporre.
Dark, con gli occhi cerchiati come un rave in pixel art, aprì la riunione sbattendo una barretta proteica sul tavolo come fosse un decreto ministeriale. "Propongo un brainstorming liquido. O liquefatto. O almeno senza il solito ossimoricismo olistico e ontolosociopolieconomico idraulico di Axe."
Bumble, tirato a lucido come una statuetta napoleonica, intervenne: "Io direi Pantelleria. Ci sono i cannoli, il sole, e la possibilità di parcheggiare superpetroliere in fondo al cuore....e fimmine beddissime, dalle labbra tumide come...."-una gomitata di Efua lo zitti'.
"C’è il rischio di dover parlare con la gente", borbottò poi, sistemando la reflex come fosse un'arma silenziosa. "Io voto per un tour lontano dalle scogliere di Dover, fotografico magari nel bazar pendente del Cairo. Ma da sola, s’intende."
Ale sbuffò: "Io faccio la Translagunare a tappe. Dal Lido a Lignano, con pause in tutte le osterie che servono più spritz che clienti. Chi vuole venire porti i polpacci e l’App per la prenotazione dei letti nelle canoniche."
King-Kong si sporse come un bodhisattva fluviale. "Se andassimo a Varanasi? Pelli scorticate di karma, purificazioni acquatiche, e luce da dipingere con lo scatto."
"E i meteoriti?" protestò Vega, ancora paludata nella tunica rituale con alamari color cocozza damascata, tenendo in mano un modellino del Tunguska come fosse un flacone da profumo. "Le vacanze devono contemplare la possibilità di estinzione, anche solo simbolica. Tipo: Rimini, ma d’agosto."
"Io propongo Lourdes," disse Conogelato da Empoli. "Ma con una deviazione a Norcia. È lì che apparirà la vera fine. Organizzo io. Liturgia alle 4 del mattino, poi processione, poi penitenza.". Dark si levo', come Ultrix, lo fulmino' con lo sguardo e levando la barretta come la bacchetta di Hanry Potter, lo apostrofo', sena virgole, né puntini di sospensione : "Cono, te l'avevo detto e stradetto : niente religione, almeno qui da axe, che tanto,non cade nel trappolone " . E lo banno'. Cono, disparve in una nuvoletta di incenso,
Rachele alzò un sopracciglio, disse: "Siate itineranti nello spirito. Chi ha orecchie, intuisca", e si dissolse tra i tramezzini al tonno.
Adalberto, con la calma di chi ha visto naufragare imperi e buffet, riassunse: "Si percepisce un caos fertile. Ma serve una rotta. Un periplo. Una metafisica del camper."
Ladypojana annuiva, aiutando axe a stendere le canottiere di lino, suggerendo spiagge dorate, all'ombra di pomodori maturi, pronti per l'insalata., mentre Breakthru, che non diceva mai nulla di superfluo, semplicemente alzò un dito e indicò la cartina dell’Europa come se fosse una sentenza della Cassazione.
Doxa, sfogliando un catalogo di soggiorni barocchi a Vienna, suggerì: "Potremmo organizzare una "crociata del bello": ogni giorno un museo, una danza, un vino. E poi... Ninag scrive la sceneggiatura." Ninag sembro' annuire, ma scuotendo la testa riccioluta peggio di Kunakey, si scherni': "No...Scrivere, scrivere, scrivere....ho bisogno di riposo: andro' ad organizzare fiere campestri, mostre del prataiolo danzante, sagre del finferlo ciclista...magari in monopattino eolico".
"Verrei anche io, se permetti. E porterò la tenda, il fornelletto e la dignità", disse Kanyu con una serietà da prologo epico. "Ma non useremo plastica. Solo poesia e umiltà medievale. Inutile dire che sigari, rhum e cioccolata non mancheranno"
Regina d’autunno, in un abito color di mare di Bisceglie al tramonto, recitò sommessamente: "o sarò dove cade la luce obliqua. O in Salento. Dove ho lasciato un verso incompiuto."
Il Bartender , muto come sempre, versava limonata e assenzio nei bicchieri, a seconda delle facce.
E fu così che, tra meteoriti e cicloturismo, sentenze e fotografie, nasi all’insù e sguardi dentro, si stabilì che le vacanze dell’anno sarebbero state: simultanee, sparse, paradossali : prive di senso, ma piene di direzione.
Fine della seduta. Axe accese un vetusto fonografo. Partì un vinile graffiato. Sottofondo: Glenn Gould che ride. Paesaggio : la Torre di Pisa che si appoggia alla cupola del Brunelleschi, mentre Giotto, col campanile qual matita, dipinge le nubi nel cielo.