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Discussione: Sul "Cammino di CampoStilla"

  1. #1

    Sul "Cammino di CampoStilla"

    "Campostilla" : proprio un nome azzeccato : 'na faticaccia e ’na sudata.
    Dark, vestita di ombre lunghe e silenzi che parlavano troppo, avanzava nel sole tiepido di quella mattina incerta.
    “Se cercassi me stessa,” pensava scuotendo pensosa la testa “forse mi sarei già trovata. Ma forse mi cerco qualcun altro, o niente.” e la leonina, tizianesca chioma lanciava bagliori da far girare i girasoli come trottole.
    Il cammino davanti a sé era un mosaico di passi incerti, segnati da pietre dure e terra polverosa, nel nulla desertico..
    Poi, in mezzo a quel nulla, ecco il BarSemovente. Non un bar qualunque: un bar ambulante con ruote di legno vissuto, che sbuffava un po’ come un vecchio treno a vapore, pure lui stanco. Sopra, un cartello scritto a mano, “Da Lucky, Bartender”, invitante, ma forse sfida.
    Dark si avvicinò, e da una finestra sprangata si affacciò un personaggio ieratico, dal sorriso più misterioso di quello della Gioconda, un po' sornione : “Bevanda della casa?” disse, la voce come frinire di cicale a metà notte
    “Dipende,” rispose lei, “cosa serve a chi non sa cosa cerca?”-“Questo è il Campostilla Sour”, : in un
    bicchiere a calice, bordo cosparso di polvere di fatica esistenziale, un mix di paradosso, succo di motivazioni confuse, 6 gocce di ironia amara, ed una spruzzata di lucidirà e desiderio. Il tutto decorato da una fetta di luna tagliata male e una cannuccia piegata in direzione del dubbio. Perfetto per chi cammina senza mappa ma con troppi pensieri.”
    " Se non é una tisana di liquerizia con mayo e olive saclà, va tutto bene. Dia qui.".
    Dark si accomodò su uno sgabello scricchiolante, il peso delle parole non dette e delle domande senza risposta ancora addosso come un mantello bagnato. “Cosa cerca davvero?” le chiese il Bartender, versandole un altro Campostilla Sour, quel cocktail che sapeva di fatica e di dubbi. Lo butto' giù, di colpo, gettando indietro la testa in un turbinio di fiammeggianti chiome...e lo intravide : un’ombra si stagliò all’ingresso del bar. Un Monaco Penitenziale, con la voce dal marcato accento toscano che sembrava un misto di predica e promessa di peccato con gli occhi che tradivano più voglie che contrizioni. “Bella, che te ne pare di fare un po’ di penitenza insieme?” disse, avanzando con passo lento e predatorio, biascicando a bassa voce tra sé e sé "Roscia zorrona, ma quanti si' 'bbona" . Dark lo squadro' con freddezza, ma il monaco non si lasciò scoraggiare. “Figlia mia, la penitenza è la via per la salvezza,” disse con occhi che brillavano di una luce tutt’altro che celestiale. E si mise a parlare di peccati, di redenzioni, di sudori di preghiera. Ma sotto quel parlare, s’intuiva ben altro: il desiderio lubrico mascherato da mistica. E si avvicinava sempre di più, falsamente umile, stropicciandosi le mani, che si immaginavano untuose e oscenamente sudaticce..."Mia cara, parli cosi' bene che ho l'istinto di abbracciarti "...sussurrava parole soavi con labbra fatte più per partorire uova che parole.
    La sgradevole tensione si fece quasi palpabile... Deus ex-machina, ecco apparire Principe Azzurro, elegante e fugace come un’idea improvvisa, vestito di sogni e di parole non dette. “Basta,” disse con un tono che non ammetteva repliche, con voce flautata, ma ferma, Autorevole ed autoritaria. Un gesto imperioso, ed il monaco arretro', a reculoni, biascicando scuse. Ed usci'.
    Il Principe Azzurro guardò Dark con occhi profondi, come se volesse dirle qualcosa che non poteva esprimere. Poi, senza attendere risposta, svanì nell’aria, lasciando dietro di sé solo un lieve profumo di vaniglia, mistero e di domande senza risposta.
    "Ancora uno ?" propose il Bartender. "“Non lo so,” rispose lei, “ma so che non posso fermarmi.”
    Dark riprese il cammino, con il cuore leggermente più leggero, ma la mente più confusa, perché a volte, per trovare se stessi, bisogna prima perdersi nei labirinti più oscuri.
    E Campostilla si staglio' finalmente, seppur ancora lontano, all’orizzonte.
    A bordo strada, seduto su un paracarro, a metà fra sogno e fatica, appare un sorriso tra le ombre. Lo Stregatto uscito dallo Specchio di Alice ? No, il giullare. Forse evocato da qualche divinita cicloalpestre del nordest. Con la solita aria strafottente, da monellaccio suonacampanelliescappa :“Ehi, Lady,....ooops....pardon, SuperBossa, volevo dire...forse la vera fatica non è arrivare, ma capire perché si sia partiti...per non parlare del peso che uno si porta appresso, dentro.”
    Con un inchino misurato, un lampo negli occhi da furbetto saccentuolo quanto maligno, un glub-glub baciando la bottiglia del gin...scomparve tra la polvere del cammino.
    La strada verso Campostilla si faceva sempre più ripida, come una metafora maligna e puntuta piantata nel fianco di chi osa cercare risposte. Dark incede con passo greve, ogni tanto si ferma a guardare dietro, come se temesse che qualcuno la seguisse. Il pensiero correva al Monaco Penitenziale, quell’ombra toscana che continuava a perseguitarla, con un sorriso sudicio sotto la tonsura. E che le ricordava qualcuno. Vassapé chi.
    Ma non poteva permettersi di fermarsi, nemmeno per un attimo. Campostilla era più vicino, ma la fatica del cammino si mescolava a una strana sensazione di leggerezza che non riusciva a spiegare.
    Improvvisamente, il terreno tremò leggermente e , dietro una curva apparve di nuovo il Bar, con uno sbuffo, come se fosse un richiamo. Come se il Bartender, sempre gentilissimo, volesse offrirle un’ultima bevuta prima della salita finale. La porta si aprì e un vento di erba secca e spezie esotiche la invitò ad entrare.
    Dentro, tra le luci tremolanti, il Bartender le porse un bicchiere con un liquido color del tramonto. “Questa è la ‘Fatica Felice’. Una bevanda che non cancella la fatica, ma la trasforma in qualcosa di meno amaro.”
    Mentre sorseggiava, il silenzio fu rotto da un rumore di sonagli stonati: ariecco il giullare , ma 'sta volta senza il suo solito sorriso sornione. “SuperBossa” con voce bassa, grave, stranamente ed irrealmente seria “il pellegrinaggio non è solo un cammino esteriore. È una danza con i tuoi stessi demoni. E il Monaco, beh, è solo uno specchio.”
    Dark, scuotendo desolata la testa (col solito turbinio fiammeggio-tizianesco di chiome), al pensiero che, pur cosi' giovane, fosse ormai cosi' fatto, strafatto ed irrecuperabile, lo guardò con curiosità. “Uno specchio di cosa?”
    “Di ciò che temi di vedere in te stessa,” rispose il giullare. “E del perché quel Principe Azzurro è svanito appena è apparso. Perché a volte la salvezza è solo un’illusione, e la vera sfida è camminare da sola.”. Pronuciate quelle parole che pesavano come pietre di fiume, il giullare comincio' a ridere sgangheratamente, sempre più forte, sempre più forte, per svanire ancora una volta, lasciando dietro di sé l'eco della follia ridanciana e la scia di domande più grandi delle risposte.
    Dark disse tra sé e sé "Vabbé, poraccio ", un'ulteriore scutuliata alla chioma (eccetera vedi sopra) si alzò, rinvigorita dalla ‘Fatica Felice’, e riprese la salita verso Campostilla, certa che là, la fatica e il sudore si sarebbero mescolati alla verità .
    La salita finale era un supplizio e una benedizione insieme. Campostilla si ergeva davanti a loro, austero e sornione come un vecchio monaco che conosce tutti i segreti, compresi quelli che non vorresti mai sapere.
    Dark, stanca ma risoluta, avanzava. E all'inizio della salita finale, la sorpresa : erano là, per sostenerla nello sprint. Le si fece accanto Axe che scandiva con voce calma e forbita: “La fatica è il prezzo dell’evoluzione, e la sudata è la prova tangibile di un cambiamento.”
    Bumble, con un sorriso da sciupafemmine, le offrì un cannolo preso da uno zaino che sembrava non finire mai, mentre Ale distribuiva bicchieri per brindare con un rosso locale dal sapore deciso, degno di festeggiare una conquista di spirito e corpo.
    Arrivati davanti al portone , la compagnia si fermò, il respiro affannoso ma i cuori leggeri. La porta, che sembrava di pietra, era in realtà di legno antico, leggermente socchiusa, come se aspettasse proprio loro.
    Dark fece un passo avanti, sentendo il battito accelerare. Improvvisamente, una luce calda e avvolgente si diffuse all’interno, e una voce dolce ma ferma disse: “Benvenuti, viandanti. Qui si scopre che il vero pellegrinaggio non è un luogo, ma un cammino dentro se stessi.”
    Mentre le luci si affievolivano, Dark pensò che forse, alla fine, era proprio questo che cercava: non un salvatore, non una fine, ma la fatica felice di esistere e camminare insieme. Si sedette, sventolo' le chiome :"Ma chi me l'ha fatto fa', 'sta faticaccia ?Alla fine, ho scoperto che ero sempre lì, nascosta dietro una barretta proteica e una sbronza virtuale."
    Da dietro le quinte, 'na voce sfottente "E ricordatevi, gente: Campostilla è solo una parola, 'na faticaccia, 'na sudata. Ma il segreto è ridere mentre ti strappi le unghie. Che 'vvo 'rdi ? Vassape'"
    Ultima modifica di restodelcarlino; 18-05-2025 alle 15:32

  2. #2
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Bellissimo Rdc! Davvero molto bello!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #3
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  4. #4
    Alle volte leggendo RdC, rimango come preso in un sogno lucido perché tale è la sua cultura (a stento mascherata), il suo modo ironico di farti capire quanto di vero (veramente) c'è in quella sua testa di finto giullare e ottimo scrittore di brevi racconti esilaranti, pieni di consigli arguti e regalati a piene mani, o logico pensiero.
    Un complimento sentito.
    Bravo.
    Ultima modifica di Kanyu; 18-05-2025 alle 17:16
    "Il mio tempo non è ancora venuto; alcuni nascono postumi"

  5. #5
    Sovrana di Bellezza L'avatar di ReginaD'Autunno
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    In un incantevole paese della regione dei trulli
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    Un sentito complimento anche da parte mia!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

    La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)

  6. #6
    Opinionista L'avatar di Ale
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    Molto bello, complimenti per la ricchezza di dettagli ed il significato profondo...

  7. #7
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    ������������ Sempre più rocamboleschi i tuoi racconti, I personaggi, davvero incredibili ������������.

  8. #8
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    764
    😄😄 Sempre più rocamboleschi i tuoi racconti, I personaggi, davvero incredibili 😂😂.

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