Il bar é affollato, come da tempo non accadeva: non solo il tavolaccio delle amazzoni/erinni, ma anche, accanto, il separé regale, decorato con violette e roselline di maggio.
Dark si allunga sullo sgabello, sparse le (tizianesche) chiome morbide (riferimento culturale fatto. check), stropicciata ma regale.
"Sapete che vi dico? Dopo oggi, mi sento... non meno stanca, ma stanca meglio. Una stanchezza che ha senso. Come dopo un buon sesso o una litigata utile. Sempre stanchissima, ma oggi non muore nessuno, quindi va bene : sono pronta per l’apocalisse, se Bumble parcheggia la supertanker di caffé corretto rhum, col cargo di cioccolata fondente."
Vega, biologa con vocazione da inquisitrice anticlericale, spiega perché le spore fungine abbiano più attività riproduttiva del 90% degli uomini eterosessuali, ed il il DNA del basilico, più etica di certi vescovi .
Regina d’Autunno guarda fuori, occhi pieni di mare e malinconia.
"C’è quel vento di Puglia che ti scompiglia i pensieri e te li mette in poesia", annuisce, fingendo di essere interessata, mentre annota metafore poetiche su un tovagliolino di batista ricamato :"l’amore è una foglia che cade solo se non glielo impedisci."
"Io le foglie le spazzo via. Sennò mi scivola la dignità." Bauxite ride di gola,con una brioche in mano, e commenta: "Se le spore hanno meno pretese, forse è perché non leggono la Bibbia."
Ladypoiana sorseggia una tisana zen, annuendo in silenzio, ma pronta a lanciare una verità come una scarpa al momento opportuno."O non fanno i corsi prematrimoniali." aggiungendo che “l’anima gemella” è un concetto nato con il marketing.
Ed è lì, a quel momento, che entra lui.
Il Monaco.
Tonaca beige chiaro (lavaggio delicato),occhi pieni di moralismi non richiesti, sguardo da agnello in croce permanente, sorriso forzato da santino plastificato , odore di incenso e vaniglia repressa.
Cammina lento, come in processione, Si avvicina, si ferma proprio davanti a loro.
Incomincia, con voce melliflua, come burro avariato: "Che splendida congrega di… anime smarrite! Care figlie, amiche, sorelle nel Signore... donne sole, tutte senza velo, senza marito, senza un catechismo in mano.. vi siete mai chieste qual sia il vostro posto nella creazione divina?Ma io non giudico, io guido."
Silenzio. Lo fissano. Lui continua.
"Ditemi: volete essere sotto l’autorità del padre o del marito?"
Bauxitelo fissa con la stessa espressione con cui si guarda un protozoo, alza un sopracciglio: "Posso scegliere l’estinzione della specie come guida morale?"
Dark non si gira nemmeno; sorride a denti stretti scuotendo la chioma rosseggiante:
"Mi sa che abbiamo messo il tavolo nella sezione “morale medievale”, eh? E se scelgo il mio gatto castrato? Vale come autorità?"
Vega :«Io preferisco stare sopra, se proprio vogliamo metterla sul fisico."
Il Monaco non si scompone. È il tipo di uomo non cartavelinico che ha imparato a sorridere anche mentre l’eresia gli brucia i piedi.
"Dico solo che una donna devota, pura, riservata, troverà pace. L’altra…"-"Troverà il vibratore ricaricato?"lo interrompe Bauxite, mentre gira il cucchiaino con un sarcasmo rotante.
Il Monaco sorride, finto umile.
"La donna è un miracolo… ma deve restare al suo posto. Il Signore ha voluto la sua sottomissione come garanzia di ordine. Non dimentichiamo: Eva fu creata dalla costola, non dalla testa!"
Bauxite sghignazza come un'eruzione vesuviana."E per forza: Dio sapeva che se partiva dalla testa quella si sarebbe laureata e lo mandava a lavarsi e stendersi le mutande da solo!"
Il Monaco finge di non sentire. Cambia trappola, alzando la voce con tono amichevole ma autoritario:
"Care figlie, l’alternativa è chiara: essere angelo del focolare o spirito disperso nella notte del mondo?"
Ladypoiana: "Il focolare ha fatto il suo tempo. lo lasciamo agli spot del Mulino Bianco. Lo spirito invece viaggia. Senza bisogno ditonaca,né saio"
A quel punto entra Adalberto, cappotto di tweed, barba arguta, mente come biblioteca ambulante. Si avvicina, il Monaco lo vede come alleato e ancora di salvezza: "Adalberto, carissimo amico mio, saggio, aiutami! Non è forse vero che ogni donna dovrebbe affidarsi all’uomo, per ordine e decoro? Meglio l’autorità virile o il caos femmineo?"
Adalberto (sorridendo come il saggio professore che ha già letto non solo il libro, ma tutta la biblioteca):
"Ah, caro Monaco… la vera autorità non comanda, si guadagna. E il caos non è femmineo: è la materia da cui nascono le stelle. La tua domanda è come una scala che porta a un muro. Mi spiace: non ci salgo. Chi ama non guida. Cammina accanto. Se inciampa, si ferma. Se vola, applaude. Ma non impone. Ecco la mia risposta."
Il Monaco, spiazzato, si irrigidisce. Axe, nascosto in un angolo, emerge dal suo silenzio con la lentezza ponderata di chi pesa ogni parola come un diamante mentale, ed il Monaco ne approfitta, interpellandolo:
"Axe! Tu che conosci le profondità dell’anima, non vedi il pericolo?"
Axe, chiaro e sintetico al par suo:
"Il nucleo patriarcale si regge su un modello disfunzionale di ripetizione coatta del trauma dell’autorità, vestita da protezione. Ma il nodo vero è la confusione tra dono e possesso. La psicanalisi lo sa: l’amore vero non chiede. Si lascia essere. L’inconscio patriarcale genera sintomi. Tu , monaco, sei uno di essi. Ma le nuove generazioni stanno passando alla fase analitica terminale. Il tuo tempo è oggetto di transfert e riscrittura.La struttura famigliare tradizionale è un dispositivo semiotico nevrotico basato sull’interiorizzazione repressiva della funzione paterna e sullo scambio simbolico del desiderio materno, che, come ci insegna Lacan, produce l’illusione dell’unità per coprire la mancanza originaria..."
Lo interrompe il passaggio di Ale, Nuraiev del velocipede, corpo elastico e mente ancora più sciolta. Sul manubrio, Ninag, scrittrice alpestre, cappello storto, occhi da poesia d’altura.
Ale: "Oh! C’è il Monaco! Ninag, vai avanti! Vino e fuga poetica!"-Ninag: «Io non parlo con gente che mette il dogma nel cappuccino. Ciao!"
E via, scampanellando in fuga allegorica.
Il Monaco ora pare invocare le forze celesti: "Ma cosa succede in questo luogo di perdizione e irriverenza? Dov’è il rispetto per la Legge di Dio?"
La porta si spalanca. Un gesto di saluto al Bartender, entra Kanyu, passo lento e sguardo profondo. Ha la forza dei giusti e delle ferite non piante.
Il Monaco non perde l'occasione: "Tu, uomo! Tu mi capisci! Meglio soffrire per la fedeltà o godere nella colpa?"
Kanyu, con la fermezza di chi ha vissuto: "Meglio vivere con verità e dare valore a ogni giorno. Se ami, ama. Se soffri, attraversa. Non ci serve scegliere tra gabbia e peccato.
C’è la libertà: ma richiede coraggio. Monaco, nessuno qui vive nell’eccesso. Ma tutti vivono. Ed è questo che ti spaventa. Il coraggio del presente, senza garanzie divine. C'è una cosa che ho imparato: ogni giorno è un'ultima volta possibile. Quindi vivi. Non aspettare il consenso di chi ha paura di vivere."
Il Monaco non demorde...ed insiste:
"Meglio la sottomissione che salva l’anima o l’autonomia che condanna?"
Ladypoiana, calma come una tempesta zen, lo inchioda: "Meglio la libertà che fa paura ai manipolatori."
Il Monaco spara le ultime cartucce:
"La castità è libertà. Non siate schiave del piacere. Il corpo è tempio, non tenda da circo!....che poi la voce si sparge"
Dark ride di gusto, come se sbocconcellasse una barretta proteica:
"Be’, io in tenda ci dormo, ci ballo, ci godo. E nessuno è mai rimasto deluso"
"È proprio questa modernità lasciva che vi corrompe!" insiste il Monaco.
"No, caro," interviene Ladypoiana con tono calmo ma affilato, "è l’ignoranza che confonde la corruzione con la libertà. La modernità semmai ci ha dato gli strumenti per smascherare le prediche fasulle."
Il Monaco non arretra.
"La castità è virtù! L’istinto è peccato! La carne è debole! Sorelle" insiste il Monaco, più manipolatore che mai, "la castità è la via!
Volete essere pure come Maria o dissolute come Maddalena?"
Bauxite: "C’è l’opzione “faccio tutto io e anche meglio”?"
Dark si volta con uno sguardo affilato coma la sua collezione di jagatan e katane
"Parla per te. La mia carne, altro che debole: fa yoga e riesce a fare cose che la tua preghiera non osa nemmeno immaginare."
Vega si avvicina con tono da pugile sorridente:
"Senti, Fra’ Nipotismo, ma tu che ne sai di donne, eh? A parte le statue della Madonna, ne hai mai vista una vera che ti ride in faccia mentre reciti i Proverbi?"
Regina d’Autunno, interviene, con voce lieve:
"Però che tenerezza questo Monaco... sembra un personaggio di carta velina, tutto pieghe e profumo di incenso stantìo. Io non ho nulla contro la fede, sai? Ma tu parli d’amore come se fosse un contratto notarile. Io lo sento nei silenzi, nei gesti piccoli, nei cambi di vento. E non c’è verso in latino che mi dica come amare mi basta qualcuno che mi porti il té al gelsomino con pasticcini e mi ascolti mentre leggo Montale."
Il Monaco ora appare teso. Sente di perdere il terreno. Suda senso di colpa.
"Non capite… state rifiutando il ruolo sacro della donna! Madre, moglie, vergine, martire! Senza questo, siete… vuote!"
Vega sorride feroce:
"Noi siamo piene. Di cultura, affetto, libido, e senso critico. Tu sei pieno… ma solo di frasi fatte."
Un suono di campanelli e paradossi.
"Se Dio ti sentisse, me sa che cambierebbe religione.
Vassapé"
Il Monaco sbianca. Indietreggia.
"Tu… tu sei lo scherno! Il caos! Il servo del maligno! Maledetto! Portatore di sarcasmo! Messo dell’Avversario! Indietro, Satana!
Vade, vade retro ! In nomine patri! Exorciso te, sarcasmus!"
Il Monaco urla come se avesse visto l’anticristo, inizia un esorcismo stonato con acqua del rubinetto, inciampa nel tappeto...e fugge.
Ma con la dignità di un Maestro Giudice. Autorevole, autoritario. (E plagiario, dimenticavo.)