Affidate le due lettere ai piccion viaggiatori (si, le cause prime della canversione sulla via del Bagno Pubblico), con la raccomandazione di non darsi a kamasutrismi avicoli durante il viaggio , Axe si stiracchio', soddisfatto del lavoro compiuto e si accinse , per poter lanciare la campagna offerte, a stilare i fondamenti ("pochi sacrifici, tante feste e precetti da bontà a costo zero"). Sgranchi' le dita dei piedi nelle cibatte scalcagnate, si diede della pacché sulle spalle per scaldarsi, mise una fetta di pane stantio a rivitalizzarsi nel tostapane (spento, per mancanza di energia elettrica), penso', ponzo' e stilo' (con la penna d'oca e calamaio):
Precetti Canonici del Vassapé Originario
1. Non costringerti a credere:
Il dubbio è una forma di pietà. La fede cieca è parcheggio abusivo nell’anima altrui.
2. Onora il Forse sopra ogni Certezza.
Ogni affermazione dogmatica deve passare tre volte attraverso il filtro del “ma anche no”.
3. Evita sacrifici inutili, soprattutto se comportano dieta, lavoro, sensi di colpa o sveglie all’alba.
Il dolore non è meritorio se non contiene almeno una battuta intelligente.
4. Celebra feste ogniqualvolta ti venga la voglia. In particolare nei giorni feriali. In allegra e disinibita compagnia
Ogni compleanno dimenticato, ogni salvataggio emotivo, ogni riunione annullata è occasione sacra. E soprattutto, profana.
5. Ama, se ti va. Ma anche no.
Non vi è comandamento più disonesto di quello imposto al cuore.
Il Vassapé tollera l'affetto intermittente e il coinvolgimento tiepido purché espresso con onestà e biscotti.
6. Diffida dei moralisti, soprattutto se sorridono troppo. E se fanno domande a rispostre obbligate. Col saio o tonaca. O senza.
Il giudizio facile è il deodorante del potere.
7. Il bene si misura in costo zero:
Un gesto buono è tale solo se non pretende in cambio né riconoscimento né selfie.
8. Non convertire nessuno.
La salvezza, nel Vassapé, è un effetto collaterale. Mai uno scopo.
9. I bambini, i gatti e i vecchi stanchi hanno sempre ragione. Sulle donne, non mi pronuncio : é notorio.
Non chiedere perché. Non cercare coerenza.
10. Ricorda: anche Dio, se esiste, ogni tanto si sbaglia.
Ed è in quel momento che ci somiglia di più.
“Ludis me. Isti baculi. E boh.” *
Fusa la cera, impresse il sigillo con i ? ?.
E cerco' uno scalpellino per farli incidere in una lastra di travertino.
Tutto era pronto per la raccolta di fondi.
*Nel Vassapé, l’Assurdo è rivelazione, il Forse è salvezza, il "Mi sfotti" é la domanda-risposta all'esistenziale il " ‘Sta Minchia " è glossolalia vernacolare dell’Assoluto che si ritrae, e ride. il Mommsen si risolse che una traduzione aderente doveva suonare come: "me cojioni!" e: "e sti cazzi !"
ove la prima espressione è di stupore per la Rivelazione, mentre la seconda riduce neoplatonicamente l'empito nichilista che sorge dell'apparizione del logo, speculare sentimento per l'imperscrutabile Vassapé