Io, Axe, servo non servile del Vassapé Originario, caduto e folgorato sulla via del Bagno Pubblico , scrivo a te, Vega, sorella nello sguardo clinico e nella parola tagliente, affinché tu comprenda non con l’intelletto solo, ma con l’intero apparato della tua disillusione raziocinante, il mistero insensato della sospensione sacra e della tua fede nel Grande Meteorite, che cocluderà la stagione del "forse" col suo impatto purificatore.
A te, Vega, che vivi nella scienza come chi ha abbandonato la casa dell’infanzia per la luce chirurgica del laboratorio e che parli in nome della pietra ardente del cielo.
Io ti scrivo per convertirti, per non lasciarti con un’equazione con variabili umorali, peggiore di quella di Fermat.
Il Vassapé non è dogma, è spettro di probabilità spirituale, collassato solo quando nessuno guarda.
A te che annunci l’Avvento Siderale, il Grande Mereorite, che dichiari conclusa la stagione dell'incertezza e del generico vassapé, che vesti la fede come corazza termoresistente.
Io, vengo senza ombrello, pur sapendo che piove meteora.
Dici: “Ogni incertezza sarà spazzata via”. E io tremo.
Non perché tema il meteorite, ma perché temo la certezza senza ironia, la fede che non tollera margini, la verità che arriva senza frizione epistemica.
Perché, Vega, anche la pietra più incandescente ha una superficie porosa. Anche il cosmo ha una risata obliqua.
Tu lo chiami impatto purificatore: io lo chiamo interruzione di sistema.
Ma sul punto ci sfioriamo.
La Cosmologia é come EsteticaTeodicea
Il tuo meteorite non è solo massa: é mito, simbolo, condensato narrativo dell’impossibile.
La sua traiettoria è la parabola del desiderio umano di conclusione.
E in ciò ti riconosco maestra.
Chi crede nel meteorite, crede che la storia sia curabile, che esista un punto finale dove tutto si fissi.
Che il Caos abbia un punto di fusione.
Ma se il meteorite arrivasse e non cancellasse nulla?
Se atterrasse e lasciasse tutto quasi uguale, con solo una lieve pendenza nei marciapiedi e un sapore di pesto con troppo aglio nel vento?
Nel Vassapé, Io, suo Messo e Profeta e noi fedeli non attendiamo: respiriamo l’attesa, ma senza countdown, senza Giudizio , né Universale, né particolare. Senza pena o punizione .
La nostra Apocalisse è il dubbio che nessuno abbia mai capito davvero nulla, e che vada bene così.
Per questo, Vega, ti venero Sacerdoressa e ti contesto: perché sei fuoco e io , messaggero del vassapé,nebbia.
Perché sei certezza e io fibrillazione ontologica: tu attendi l'impatto, io la vibrazione
Quindi, che il tuo Meteorite venga pure: che lasci crateri o solo un’eco. Che bruci i dogmi o solo li abbronzi.
Restano immutabili:
Ludis me.
Isti baculi.
(nell'accezione del Mommsen o dell'ignorante giullare)
Ti saluto, Vega,
non come Pastore, Vate, MaestroGiudice,
ma come contraddizione che ti ama.
Quindi, ti convertirai ?
Vassapé.
Axe
Folgorato involontario, fondatore accidentale, taumaturgo dell’incertezza. E promotore pubblicitario.