Pagina 1 di 2 1 2 UltimaUltima
Risultati da 1 a 15 di 22

Discussione: "Ignorante"....cioé, "Ateo"?

  1. #1

    "Ignorante"....cioé, "Ateo"?

    Premessa: coppola coi sonagli lasciata in guardaroba. Assenza di "giullaraggine" garantita. Polemica, sarcasmo, ironia: idem

    Per me, a oggi, la domanda sull’origine dell’Universo resta sospesa in un punto di elegante tensione: chi o cosa ha originato il vuoto primordiale? Detto altrimenti: da dove proviene ciò che ha preceduto la materia, le forze fondamentali e persino il tempo stesso? La fisica quantistica, per quanto avanzata, non ha ancora raggiunto il confine di quella che potremmo chiamare ontogenesi(oggi i paroloni sono in saldo) cosmica. Al massimo descrive ciò che avviene dopo l’istante di Planck (10^-43 secondi), ma ciò che sta prima, se “prima” ha senso, rimane un orizzonte teorico più che un dato empirico.

    Similmente, la domanda sull’origine della vita resta tuttora aperta. Come è avvenuto il passaggio dal non-vivente al vivente? Come si è costituito il primo procariote? Le ipotesi sono molteplici: chimiche (Miller-Urey), ambientali (bocche idrotermali), informazionali (RNA world), e negli ultimi anni si affacciano proposte bioquantistiche, come quelle di Giuseppe Vitiello, Roger Penrose, Paul Davieso o Jim Al-Khalili che postulano un ruolo attivo della coerenza quantistica nei processi prebiotici. Ma si tratta, ancora una volta, di ipotesi, non di teorie. Eleganti, ispirate, ma prive di una verifica conclusiva. Di falsificazione definitiva.

    In questo scenario, la comunità scientifica è tutt’altro che omogenea. Alcuni scienziati e filosofi della scienza ipotizzano la presenza di un principio ordinatore o di una razionalità creatrice: una forma di intelligenza o coerenza che precede l’universo osservabile, non nel senso religioso del termine, ma in quello strutturale. Fabiola Gianotti, direttrice del CERN, in una recente intervista dichiarava: “L’universo è troppo armonico per essere frutto del caso. La bellezza delle equazioni può avere un significato che va oltre la nostra comprensione attuale.” Un’affermazione che non implica un Dio, ma nemmeno lo esclude. E sull'argomento, non dice né di più, né di meno. Sempre.

    Dall’altro lato, scienziati come Steven Weinberg, Richard Dawkins o Lawrence Krauss insistono sull’autosufficienza dell’universo fisico e sulla completa eliminazione di ogni residuo “metafisico”. Weinberg scrive: “Più l’universo ci appare comprensibile, più ci appare privo di scopo.” Dawkins definisce la religione “un virus mentale” e considera l’ipotesi di Dio un’illusione evolutiva. Krauss, infine, nel suo "A Universe from Nothing", propone un modello secondo cui l’universo può emergere dal “nulla quantistico”. "un nulla" che é tuttaltro che nulla. Piuttosto "un vuoto" strapieno di "energia/e"

    Ora, dentro questo spazio di tensione, mi colloco: monellaccio giullare, ingegnere e lettore di fiosofi . Uno che sa che i modelli hanno limiti, sfruculeia (=titilla timorosamente) sistemi complessi, apprezza la logica ma si nutre di dubbi. Questo giullare non afferma di sapere, né si nasconde dietro formule evasive: si dichiara ignorante, nel senso più serio e socratico del termine. E si chiede se debba essere definito ateo
    La risposta dipende, innanzitutto, da cosa si intenda con "ateo". Se con ateo si intende colui che nega esplicitamente l’esistenza di ogni divinità, intelligenza, principio ordinatore o mente cosmica, allora no: il giullare non è ateo. Non nega, ma sospende. Riconosce che ci sono domande alle quali la scienza non ha risposto ancora e forse non risponderà mai, e proprio per questo non si pronuncia dogmaticamente né in un senso né nell’altro.

    Alcuni, tuttavia, intendono l’ateismo in senso più ampio: chi non crede, anche se non nega. In tal caso, il giullare potrebbe apparire come un “ateo pratico”. Ma questa classificazione risulta imprecisa. Perché lil giullare non si definisce in base a ciò in cui non crede, ma in base all’atteggiamento epistemico (parolone domenicale detto. check): sospensivo, critico, radicalmente metodico.

    A questo punto, è necessario chiarire una distinzione cruciale: il concetto di razionalità creatrice non coincide, né implica, un’adesione religiosa. Troppe volte, nel dibattito pubblico, si sovrappongono impropriamente questi due piani. Una cosa è ipotizzare che l’universo manifesti un ordine sottostante, una struttura non arbitraria, forse una logica intrinseca. Un’altra è aderire a un sistema dottrinale, con rituali, dogmi, morale prescrittiva e una teologia narrativa.

    Il giullare lo sa bene.
    Sa che Einstein, ad esempio, parlava di una “religiosità cosmica” fondata sull’ammirazione per l’armonia dell’universo, ma rifiutava esplicitamente ogni religione storica: “Credo nel Dio di Spinoza, che si rivela nell’ordine armonioso di ciò che esiste, non in un Dio che si occupa del destino degli uomini.” e diceva peste e corna della cristiano-giudaesimo.
    Spinoza stesso, nel Trattato teologico-politico, difende una visione panteistica: Dio è la Natura, non un ente separato e giudicante.
    Similmente, il filosofo Alfred North Whitehead propose un’idea di divinità come processo, come polo attrattivo di organizzazione, non come monarca sovrano.
    Carlo Rovelli, fisico e pensatore, pur dichiarandosi non credente, insiste sulla bellezza delle leggi fisiche e sulla relazionalità come principio fondante della realtà. Tutte visioni che lasciano spazio a una razionalità cosmica, ma non religiosa in senso tradizionale.

    In questa chiave, il giullare (esplodendo in un delirio di grandezza del proprio IO magniloquente) si avvicina alla figura di Socrate, che nel Teeteto si presenta come “ostetrico dell’anima”: uno che sa solo di non sapere, e proprio per questo aiuta gli altri a partorire idee.
    Il giullare, tra le equazioni di Maxwell, i limiti di Gödel e l’indeterminazione di Heisenberg, sa che ogni teoria è iscritta in un sistema di limiti: logici, matematici, linguistici.
    Il principio di indeterminazione sancisce non solo un limite tecnico alla misurazione, ma una vera soglia ontologica: non tutto ciò che esiste è determinabile.
    E lo stesso Stephen Hawking, pur apertamente ateo, ammetteva che una teoria del tutto non risolverebbe comunque il problema di fondo: perché c’è qualcosa invece di nulla? Una domanda che, già in Leibniz, segnava il confine ultimo della ragione metafisica
    .
    Alla luce di tutto ciò, il giullare non si ritiene/definisce ateo. Non per residuo fideistico, ma per diligenza intellettuale. Egli non rifiuta la possibilità di una mente cosmica, ma neppure la invoca come tappabuchi epistemico(insisto con i paroloni in saldo domenicale e checido' e checido'). Non cade nella fallacia della spiegazione totale, ma coltiva un’ignoranza attiva, che non la smette di interrogare ed interrogarsi.
    Si potrebbe dire che è un devoto dell’incertezza. Non venera un Dio, ma il dubbio e la domanda: rifiuta le scorciatoie: tanto quelle della fede imposta quanto quelle del rifiuto assoluto.
    E proprio perché è abituato a progettare sistemi, a cercare coerenze, a scoprire difetti strutturali, si sforza di non scambiare mai un modello per la realtà. Che ci riesca, altro discorso.
    In un mondo sempre più polarizzato tra teismo dogmatico e scientismo radicale, il giullare cerca una terza via. Come nelle domande a risposte obbligate. Posizione intellettuale, forse addirittura etica, sospensiva, che non pretende risposte definitive, ma nemmeno rinuncia alla domanda.

    In questo senso, egli non è né credente né ateo. È un ignorante metodologico, un ricercatore che non si accontenta, ma neppure si illude..
    Uno umile non davanti a un nome, ma davanti all'equazione irrisolta
    Che cerca la soluzione, evitando le scappatoie più facili. Quelle usate da tutti. O quasi.

    Si....."vassapé"....esattamente.

  2. #2
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    23,240
    beh, come debunker delle risposte obbligate dovresti osservare come il sistema che citi sia costruito su una dicotomia del genere; si capisce, ché sei allievo dei salesiani, in pieno trappolone

    se in questo sistema introduci un dio che si è ritratto - non giudica ex-post, non è responsabile della natura, non interviene nelle faccende umane come soggetto terzo - cosa ti resta ?

    restano modelli stabili di comportamento, che stabili sono se ne fai una teoria funzionale, e non di forma;
    visto il vassapesimo sulle cosmonie varie, si può benissimo osservare l'eventuale presenza di costanti comportamentali, e spiegarle, o confutarle;

    per "funzionale" intendo che assolve a funzioni, in cui le forme possono cambiare;

    se uno dicesse che il suo dio è quello che ha lasciato nelle coscienza delle persone quelle costanti, e poi se n'è andato, il sistema delle confutazioni dovrebbe completamente cambiare registro;

    per la cronaca, questa roba neo-platonica non la invento io ora, ma è la sostanza della teologia riformata;
    non è una setta, ma il modello delle società che hanno informato il mondo occidentale negli ultimi 4 secoli.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #3
    Opinionista L'avatar di Adalberto
    Data Registrazione
    13/02/25
    Messaggi
    233
    Si potrebbe parafrasare dicendo che il Vassape’ di cui si può parlare non è l’inesprimbile Vassape’ del pensiero e/o del sentimento che lo concepisce?

    Leggevo che la teoria dei quanti ha compiuto un secolo in questi giorni e Parisi nell’intervista su Repubblica segnala l’ampio ventaglio di riflessioni divergenti cui sono giunti i 9 premi Nobel che si stanno riunendo a Trieste per la celebrazione della teoria di Heisenberg.
    Come dire, se non ci sono arrivati loro…

    Io misero conosco solo la teoria di “quanto” sono ignorante che non solo mi impedisce di definirmi ateo o agnostico ma mi ha anche fatto passare il desiderio e/o l’importanza di dare una definizione fragile ad un quesito sull ‘esistenza o meno di un nonso, perché misterioso trovo che sia il senso del sacro e di conseguenza delle divinità.

    Pur con un centesimo (scarso) delle tue conoscenze trovo corrispondenze nel tuo approccio alla questione divina, che non val la pena ridurre ad un solo rappresentante, essendo quest’ultimo comparso solo recentemente nella mente dei (per-così-dire) sapiens.
    Parlare solo di uno gli si dà troppa importanza.

    Per concludere un pensiero sgangherato, ma ispirato da questo tramonto dietro al monte bianco e dal bicchiere ormai privato del nettare dei vigneti eroici qui vicini, vorrei solo esprimere la bellezza del vivere incerto e l’incoscienza di apprezzare non tanto la soluzione ai problemi quanto il tortuoso percorso che si compie nell’affrontarli.
    Hic..hic..

    Cia’ che ti mando anche una foto, limpida e chiara, delle nubi del mio pensiero
    IMG_8860.jpg
    Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
    ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
    (Fosco Maraini)

  4. #4
    Opinionista L'avatar di Adalberto
    Data Registrazione
    13/02/25
    Messaggi
    233
    Si potrebbe parafrasare dicendo che il Vassape’ di cui si può parlare non è l’inesprimbile Vassape’ del pensiero e/o del sentimento che lo concepisce?

    Leggevo che la teoria dei quanti ha compiuto un secolo in questi giorni e Parisi nell’intervista su Repubblica segnala l’ampio ventaglio di riflessioni divergenti cui sono giunti i 9 premi Nobel che si stanno riunendo a Trieste per la celebrazione della teoria di Heisenberg.
    Come dire, se non ci sono arrivati loro…

    Io misero conosco solo la teoria di “quanto” sono ignorante che non solo mi impedisce di definirmi ateo o agnostico ma mi ha anche fatto passare il desiderio e/o l’importanza di dare una definizione fragile ad un quesito sull ‘esistenza o meno di un nonso, perché misterioso trovo che sia il senso del sacro e di conseguenza delle divinità.

    Pur con un centesimo (scarso) delle tue conoscenze trovo corrispondenze nel tuo approccio alla questione divina, che non val la pena ridurre ad un solo rappresentante, essendo quest’ultimo comparso solo recentemente nella mente dei (per-così-dire) sapiens.
    Parlare solo di uno gli si dà troppa importanza.

    Per concludere un pensiero sgangherato, ma ispirato da questo tramonto dietro al monte bianco e dal bicchiere ormai privato del nettare dei vigneti eroici qui vicini, vorrei solo esprimere la bellezza del vivere incerto e l’incoscienza di apprezzare non tanto la soluzione ai problemi quanto il tortuoso percorso che si compie nell’affrontarli.
    Hic..hic..

    Cia’ che ti mando anche una foto, limpida e chiara, delle nubi del mio pensiero
    IMG_8860.jpg
    Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
    ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
    (Fosco Maraini)

  5. #5
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    65,210
    Proviene tutto da Dio: anche il vuoto primordiale antecedente ciò che noi chiamiamo "Tempo".

    Non esistono gli atei integrali, almeno non nell'accezione che utilizziamo comunemente...

    Non possiamo far entrare nella nostra mente finita, tutto l'Infinito di Dio.....
    amate i vostri nemici

  6. #6
    Opinionista L'avatar di Vega
    Data Registrazione
    04/05/05
    Messaggi
    16,795
    Alcuni scienziati e filosofi della scienza ipotizzano la presenza di un principio ordinatore o di una razionalità creatrice: una forma di intelligenza o coerenza che precede l’universo osservabile, non nel senso religioso del termine, ma in quello strutturale
    Potremmo, credo, lo stesso fare la domanda su come e perché esiste a monte questo principio ordinatore e se potrebbe esserci qualcos'altro a monte del principio ordinatore, mente cosmica ecc...
    E' la stessa domanda sull'origine della materia, visto il dubbio sull'esistenza della materia, viene chiamata in causa una divinità, un creatore ma potremmo sempre spalmare il problema anche sul come e perché possa esistere un'entità del genere.
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  7. #7
    Opinionista L'avatar di Adalberto
    Data Registrazione
    13/02/25
    Messaggi
    233
    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Potremmo, credo, lo stesso fare la domanda su come e perché esiste a monte questo principio ordinatore e se potrebbe esserci qualcos'altro a monte del principio ordinatore, mente cosmica ecc...
    E' la stessa domanda sull'origine della materia, visto il dubbio sull'esistenza della materia, viene chiamata in causa una divinità, un creatore ma potremmo sempre spalmare il problema anche sul come e perché possa esistere un'entità del genere.
    E se il primo principio ordinatore risiedesse nel nostro stesso linguaggio, primo mediatore fra la nostra mente e ciò che ci circonda?
    Un mediatore polisemico, che quindi ci fa pasticciare fra i diversi significati attribuiti a ciascuna parola, che sistematizza i nostri pensieri secondo ordinamenti simbolici e circolari (preferiti dalle nostre ataviche emotività ) o razionali e lineari del nostro pensiero più recente.

  8. #8
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    23,240
    Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
    E se il primo principio ordinatore risiedesse nel nostro stesso linguaggio, primo mediatore fra la nostra mente e ciò che ci circonda?
    Un mediatore polisemico, che quindi ci fa pasticciare fra i diversi significati attribuiti a ciascuna parola, che sistematizza i nostri pensieri secondo ordinamenti simbolici e circolari (preferiti dalle nostre ataviche emotività ) o razionali e lineari del nostro pensiero più recente.
    ecco, questo mi sembra restringere il campo di osservazione entro limiti più praticabili e utili.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
    Opinionista L'avatar di Vega
    Data Registrazione
    04/05/05
    Messaggi
    16,795
    Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
    E se il primo principio ordinatore risiedesse nel nostro stesso linguaggio, primo mediatore fra la nostra mente e ciò che ci circonda?
    Un mediatore polisemico, che quindi ci fa pasticciare fra i diversi significati attribuiti a ciascuna parola, che sistematizza i nostri pensieri secondo ordinamenti simbolici e circolari (preferiti dalle nostre ataviche emotività ) o razionali e lineari del nostro pensiero più recente.
    In che relazione dovremmo mettere questo con le attuali scoperte di fisica e dell'universo e le domande/ipotesi del post iniziale?
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  10. #10
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    65,210
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ecco, questo mi sembra restringere il campo di osservazione entro limiti più praticabili e utili.
    Si Axe, ma come mai soltanto l'Uomo si pone tali quesiti? La Vita, la Morte, l'Aldilà....
    Perché abbiamo solo noi il senso della Giustizia, del Bene e del Male, del vero e del falso? Di cosa o di Chi siamo impronta? Quale retaggio ancestrale ha spinto il topic starter ad aprire un argomento simile?
    amate i vostri nemici

  11. #11
    Opinionista L'avatar di Adalberto
    Data Registrazione
    13/02/25
    Messaggi
    233
    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    In che relazione dovremmo mettere questo con le attuali scoperte di fisica e dell'universo e le domande/ipotesi del post iniziale?
    Sì, avete ragione, scusate, ma vi scrivevo dall’ufficio complicazione affari semplici, o quasi. Provo a rimediare, dilungandomi un po’.

    Se parliamo razionalmente di origine, andiamo a cercarla attraverso una serie di cause che, per quanto si ramifichino, hanno pur sempre un andamento lineare, un percorso volto a spiegare passo dopo passo quello che non si conosce. Si tracciano dei percorsi e non si sa mai bene dove portino, ma si procede allinenadosi ai passi precedentemente compiuti. Anche il tempo è lineare.
    Se parliamo fideisticamente di origine, quest’ultima è come dire…il flash rivelatore iniziale. Lo stato emotivo che fa collassare il cuore e accettare la fonte, l’origine, le fondamenta di un pensiero religioso, mistico.
    In questo secondo caso non si cercano le cause (percepite emotivamente) ma si spiegano razionalmente le conseguenze anche per dare solidità al pensiero, ma anche al potere che vive in simbiosi.
    Avendo ottenuto la rivelazione dell’origine, con le ritualità conseguenti per risanarsi si cerca simbolicamente di rivivere il momento sacro dell’incontro con la divinità (sia in ambiente monoteistico che politeistico) oppure con la forza primordiale, con il Mana nelle variegate socierà definite animistiche.
    In questo ambito anche il tempo è circolare perché in un eterno ritorno si vuole sempre rivivere il salvifico incontro con il diversamente altro da sé. E’ lì che risiede la vera realtà. Per loro.

    In entrambi i casi parliamo di origine: nel primo caso si parte dalla realtà conosciuta per cercata tramite prove ed errori, agttraverso un percorso verificabile rocesso verificato di cause ed effetti ecc.
    Nel secondo caso l’origine è rivelata subito.
    Non mi sembra che si parli della stessa cosa.

    Le realtà che ne conseguono, come esperienze di vita, sono totalmente diverse. Oggigiorno si sovrappongono in parte nella nostra quotidianità moderna , ma loro alterità risultano più chiara se compariamo la nostra esperienza di vita occidentale con quella degli indigeni delle Trobriand del secolo scorso, totalmente immersa in un mondo magico religioso che ci è impossibile vivere e capire fino in fondo, perché abbiamo tools cognitivi incompatibili.
    Forse qualcosa del genere la vive oggigiorno chi è immerso in una totale religiosità mistica, di comunità, non so..
    Ma a questo punto, se posso accettare che si tratti di due realtà, intese come modalità di esperienza umana, perché mai , mi domando, io mi debba anche sforzare per definirmi, per distinguermi da una realtà altra, che non vivo e che talvolta (se non spesso) me la trovo pure intorno con modalità invadente ?
    Perché devo scervellarmi (come ho fatto in passato ) per capire se io sono ateo, agnostico, senza dio o che cavolo d’altro? Perché mai devo definire una identità per differenziami da una esperienza di vita altrui che posso anche vagamente intuire, ma della quale faccio a meno con piacere da oltre mezzo secolo?
    Ricordando vagamente una correlazione di Kerenyi fra la produzione musicale e la produzione di miti , io che non sono musicista (perché stonato, ignorante , incapace ecc. tutto vero) non vivo dentro l’esperienza musicale, mi domando da caprone qual sono… che me ne fotte di definirmi non-musicista?
    Io mi fermo qui.

    Poi, certo, il Vassapismo dice molto di più, molto meglio e c’è sempre da imparare a leggerlo.
    Ultima modifica di Adalberto; 03-06-2025 alle 15:58
    Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
    ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
    (Fosco Maraini)

  12. #12
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    23,240
    Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
    Ricordando vagamente una correlazione di Kerenyi fra la produzione musicale e la produzione di miti , io che non sono musicista (perché stonato, ignorante , incapace ecc. tutto vero) non vivo dentro l’esperienza musicale, mi domando da caprone qual sono… che me ne fotte di definirmi non-musicista?
    Io mi fermo qui.

    Poi, certo, il Vassapismo dice molto di più, molto meglio e c’è sempre da imparare a leggerlo.
    buffo, perché in effetti siamo tutti musicisti naturali; anche pittori, architetti...
    poi arriva la scuola, e ci frega

    potevo trasformare questo post in un bivacco per manipoli di citazioni di "Dell'inizio", Cacciari;

    ma siccome mi sono fermato a pag 18 o poco più, evito
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #13
    Opinionista L'avatar di Adalberto
    Data Registrazione
    13/02/25
    Messaggi
    233

    Unhappy

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    buffo, perché in effetti siamo tutti musicisti naturali; anche pittori, architetti...
    poi arriva la scuola, e ci frega
    Mi dispiace contraddirti, io no.
    Non perché suonavo male la chitarra al punto da confondere chi mi faceva da maestro, nè perché latravo con l’armonica.
    Non c’entra il fatto che ho buttato via dei bei soldi a studiare la batteria senza alcun beneficio o perché con lo scacciapensieri mi sono pure tagliato la lingua.
    E' impossibile per me fare il musicista, perché sono io ad essere... un po' suonato!

    PS
    sono off topic, mi banno da solo.
    Ultima modifica di Adalberto; 03-06-2025 alle 22:18
    Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
    ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
    (Fosco Maraini)

  14. #14
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
    Data Registrazione
    17/07/06
    Località
    Empoli
    Messaggi
    65,210
    Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
    Sì, avete ragione, scusate, ma vi scrivevo dall’ufficio complicazione affari semplici, o quasi. Provo a rimediare, dilungandomi un po’.

    Se parliamo razionalmente di origine, andiamo a cercarla attraverso una serie di cause che, per quanto si ramifichino, hanno pur sempre un andamento lineare, un percorso volto a spiegare passo dopo passo quello che non si conosce. Si tracciano dei percorsi e non si sa mai bene dove portino, ma si procede allinenadosi ai passi precedentemente compiuti. Anche il tempo è lineare.
    Se parliamo fideisticamente di origine, quest’ultima è come dire…il flash rivelatore iniziale. Lo stato emotivo che fa collassare il cuore e accettare la fonte, l’origine, le fondamenta di un pensiero religioso, mistico.
    In questo secondo caso non si cercano le cause (percepite emotivamente) ma si spiegano razionalmente le conseguenze anche per dare solidità al pensiero, ma anche al potere che vive in simbiosi.
    Avendo ottenuto la rivelazione dell’origine, con le ritualità conseguenti per risanarsi si cerca simbolicamente di rivivere il momento sacro dell’incontro con la divinità (sia in ambiente monoteistico che politeistico) oppure con la forza primordiale, con il Mana nelle variegate socierà definite animistiche.
    In questo ambito anche il tempo è circolare perché in un eterno ritorno si vuole sempre rivivere il salvifico incontro con il diversamente altro da sé. E’ lì che risiede la vera realtà. Per loro.

    In entrambi i casi parliamo di origine: nel primo caso si parte dalla realtà conosciuta per cercata tramite prove ed errori, agttraverso un percorso verificabile rocesso verificato di cause ed effetti ecc.
    Nel secondo caso l’origine è rivelata subito.
    Non mi sembra che si parli della stessa cosa.

    Le realtà che ne conseguono, come esperienze di vita, sono totalmente diverse. Oggigiorno si sovrappongono in parte nella nostra quotidianità moderna , ma loro alterità risultano più chiara se compariamo la nostra esperienza di vita occidentale con quella degli indigeni delle Trobriand del secolo scorso, totalmente immersa in un mondo magico religioso che ci è impossibile vivere e capire fino in fondo, perché abbiamo tools cognitivi incompatibili.
    Forse qualcosa del genere la vive oggigiorno chi è immerso in una totale religiosità mistica, di comunità, non so..
    Ma a questo punto, se posso accettare che si tratti di due realtà, intese come modalità di esperienza umana, perché mai , mi domando, io mi debba anche sforzare per definirmi, per distinguermi da una realtà altra, che non vivo e che talvolta (se non spesso) me la trovo pure intorno con modalità invadente ?
    Perché devo scervellarmi (come ho fatto in passato ) per capire se io sono ateo, agnostico, senza dio o che cavolo d’altro? Perché mai devo definire una identità per differenziami da una esperienza di vita altrui che posso anche vagamente intuire, ma della quale faccio a meno con piacere da oltre mezzo secolo?
    Ricordando vagamente una correlazione di Kerenyi fra la produzione musicale e la produzione di miti , io che non sono musicista (perché stonato, ignorante , incapace ecc. tutto vero) non vivo dentro l’esperienza musicale, mi domando da caprone qual sono… che me ne fotte di definirmi non-musicista?
    Io mi fermo qui.

    Poi, certo, il Vassapismo dice molto di più, molto meglio e c’è sempre da imparare a leggerlo.
    Però ti sei preso la briga di leggere e rispondere. Oltretutto con un excursus letterario notevole: Io in certe sezioni del forum non sono mai entrato: proprio perché non mi interessano....
    Te ci hai tenuto a farci sapere che non ti senti né ateo, né agnostico, né senza Dio. Come mai? Prova a rifletterci seriamente Adalberto
    Non rispondere di pancia.
    amate i vostri nemici

  15. #15
    Opinionista L'avatar di axeUgene
    Data Registrazione
    17/04/10
    Località
    sotto una quercia nana in zona Porta Genova
    Messaggi
    23,240
    Citazione Originariamente Scritto da Adalberto Visualizza Messaggio
    Mi dispiace contraddirti, io no.
    Non perché suonavo male la chitarra al punto da confondere chi mi faceva da maestro, nè perché latravo con l’armonica.
    Non c’entra il fatto che ho buttato via dei bei soldi a studiare la batteria senza alcun beneficio o perché con lo scacciapensieri mi sono pure tagliato la lingua.
    hai solo incontrato maestri che, proprio perché dovevano giustificare quella spesa.- non è colpa loro - ti dovevano costringere a produrre "risultati", e non un tuo piacere;
    sono troppo pigro per sprecare parole allo smartphone, ma sono certo tu abbia più talento e propensione di quanto credi.
    c'� del lardo in Garfagnana

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato