Il sostantivo inglese “grooming” è polisemico: può riferirsi alla manipolazione psicologica utilizzata dagli adulti potenziali abusanti per indurre bambini o adolescenti a superare le resistenze emotive e instaurare una relazione intima e/o sessualizzata, ma nell’etologia la parola “grooming" allude alla toelettatura da parte di numerosi mammiferi.
Un termine correlato, allogrooming, indica la toelettatura sociale tra membri della stessa specie. Lo spulciamento, la pulizia del mantello (pelliccia) o della pelle è reciproca. Se individuale si dice “autogrooming”.
L’allogrooming è determinante per il consolidamento dei legami e la riaffermazione delle gerarchie nel gruppo sociale. Il dominante riceve più attenzioni dai dominati.
Il social grooming è un comportamento in cui gli animali sociali (compresi gli esseri umani), puliscono il corpo o l'aspetto dell'altro, ma può funzionare se i gruppi sono esigui.
L’efficienza delle coalizioni dipende dal tempo dedicato a farsi grooming reciprocamente.
Secondo l’antropologo e psicologo evoluzionista britannico Robin Dunbar, esperto del comportamento dei primati, se la coesione dovesse essere mantenuta in grandi gruppi con il solo grooming gli esseri umani dovrebbero passare gran parte del tempo a spulciarsi. Perciò, dice Dunbar, negli umani si è evoluto il linguaggio: per darsi reciprocamente informazioni. La conversazione offre molti vantaggi rispetto allo spulciarsi reciproco: anziché farlo con un solo individuo alla volta ci si può rivolgere simultaneamente a molti.