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Discussione: "Sincero, per favore”: una formula manipolativa travestita da richiesta etica

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  1. #2
    Senza la pretesa di esporre una "Lectio magistralis" sul tema, qualche "idea operativa spicciola": banalità frutto di buon senso. (Per questo, aggratisse et amore dei )
    Una volta svelata la natura manipolativa della frase “Si sincero/a, per favore”, che si fa? Non sta bene urlare “Manipolatore!”, come un giullare monellaccio e screanzato. O, almeno, non subito. Né scappare. Né mettersi in ginocchio compuntamente e rispondere, chiedendo preventivo perdono. Ma qualcosina, classicissima e banale, si può fare.

    Ecco il "Vedemecum del/la sincero/a interrogato/a"

    1. Smontare e disattivare il "trucchetto retorico"

    Basta una frasetta tipo ( notare il tono sereno e distaccato da milord/milady che prende il thé ):
    “Interessante che tu senta il bisogno di chiedermi sincerità: c’è qualcosa che ti fa pensare che non lo sia già?”
    Con una domanda del genere si sposta l’asse: non più “io mi giustifico”, ma “tu mi spieghi la tua posizione”.
    La forza del meccanismo manipolativo sta nel non dichiararsi tale; quindi basta portarlo alla luce, con tono neutro, perché perda efficacia.
    2. Riportare l’interazione su un piano paritario
    Quando il gioco è gerarchico, bisogna rimettere le pedine sullo stesso piano. E bisogna "metter la pressione".
    Si può usare una formula come:
    “Certo, posso dirti come la penso. Ma solo se anche tu sei disposto ad ascoltare senza aver già deciso, come al solito, cosa sia vero per te.”
    Qui non si nega la richiesta, ma si rilancia l’equilibrio. Non è sfida, è riequilibrio dei ruoli. Chi chiede sincerità diventa co-responsabile dello spazio di verità, non suo sorvegliante.

    3. Non accettare la premessa implicita
    Spesso la trappola è nella presupposizione di colpa. Allora, con tono calmo e gentile, da calma prima della tempesta:
    “Mi sembra che tu stia partendo dal presupposto che io menta. Possiamo chiarire prima questo, se vuoi.
    In questo modo si rimette in discussione la base della conversazione, evitando di legittimare il gioco a carte già distribuite. Si chiede un mazzo di carte nuovo e sigillato

    4. L’arma segreta: l’ironia sottile
    Un pizzico d’ironia permette di destabilizzare e di riprendere il gioco in mano. Il manipolatore aduso (bello, vero? ) a questo genere di trucchetto é spesso privo di senso dell'humour.
    “Solo se tu prometti di credermi anche se dico qualcosa che non ti piace.”
    "Già Pasqua, per la confessione?"
    “Ah, oggi è il turno della sincerità? Bene, allora incominciamo da te.”
    e similari
    Lo scopo é mostrare che il gioco é scoperto. Quindi, inutile.

    In sintesi: davanti a una richiesta di sincerità manipolatoria, basta ricentrare il quadro, e chiedere conto della dinamica prima ancora di entrare nel merito.
    Non partecipare allo spettacolo senza aver scelto il ruolo ed il costume.

    Urlare "Manipolatore"! come un giullaraccio irriverente qualsiasi e gettare pummarole fraciche....perché no, alla finfine?
    Ultima modifica di restodelcarlino; 07-06-2025 alle 15:16

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