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Discussione: "Etica nella comunicazione": c'é un manipolatore nel forum?

  1. #1

    "Etica nella comunicazione": c'é un manipolatore nel forum?

    Riassuntino per chi non abbia tempo/voglia di leggere
    In sintesi, le "tecniche retoriche" non sono in sé manipolazione: la loro "eticità" dipende dal contesto, dalle intenzioni e dagli effetti. Diventano tossiche quando usate per oscurare, confondere, imporre, mirando a limitare la capacità di giudizio dell’altro senza che se ne accorga, operando nell’ombra della fiducia, sfruttando le vulnerabilità relazionali, cognitive ed emotive.
    Quindi, stateve accuorte...
    Nel post successivo: "Manualetto di istruzioni"





    La Legge Naturale, l'unica, é quella della "sopravvivenza", della stirpe e quindi dell'individuo che la compone. Ne consegue che l'individuo, per "sopravvivere", deve "farsi spazio" con i mezzi che madre natura gli ha dato. L'ommo (e la fimmina pure) hanno avuto intelliggggienza e socialità.
    Per "farsi valere", invece della cornata, del mozzico, dell'artigliata...o della mazza ferrata l'ommo (e la fimmina) intelliggienti usano mezzi meno violenti : l'argomentazione, il dialogo, il ragionamento. Una tecnica/scienza chiamata in tempi remoti "retorica". (Oggi, "comunicazione". In inglisc e non da sola, con un sacco di altri termini, rigorosamente inglisc. Fa "figo" e....soldi)

    La retorica, sin dalle sue origini nell’antichità greca, è stata intesa come l’arte del persuadere mediante il linguaggio.
    Strumento nobile e potente, essa si presenta come una tecnologia del discorso capace di orientare il giudizio e l’azione degli altri senza l’uso della forza, sostituendo alla costrizione la seduzione del logos.
    Ma, allora, la retorica é manipolazione ? O dualmente, la "I]manipolazione[/I] é buona e salutare? Quando e come la retorica, da arte della persuasione legittima, degenera in manipolazione?
    Dove si colloca il crinale fra il sostenere razionalmente un proprio volere e l’indurre l’altro ad aderire capziosamente (bello, vero? ) a una visione che non avrebbe autonomamente scelto?
    Sfoggiamo un po' di ricordi dei Bignami del liceo:

    Nel Gorgia, Platone attribuisce a Socrate una severa critica della retorica, definita come una pratica meramente opinativa, priva di una vera conoscenza del bene. Retori come Gorgia o Isocrate sarebbero, per Socrate, “adulatori dell’anima”, capaci di produrre piacere ma non verità. Tuttavia, già Aristotele risponde a questa accusa distinguendo la ῥητορική come δύναμις τοῦ θεωρεῖν τὸ ἐνδεχόμενον ovvero la retorica come capacità di vedere il possibile in ogni situazione.
    Nella Retorica, Aristotele fonda l’arte oratoria su tre pilastri: logos (argomentazione razionale), ethos (credibilità dell’oratore), pathos (coinvolgimento emotivo del pubblico).
    In questa visione, la retorica non è un inganno, ma una forma di razionalità pratica che tiene conto di tutti gli aspetti, sia ambientali che individuali

    La questione centrale, che distingue un uso legittimo della retorica da un uso tossico, è l’intenzionalità di chi parla o scrive, ed il riconoscimento dell’altro come interlocutore libero. Se la retorica è impiegata per esporre con efficacia le proprie ragioni, cercando l’assenso altrui attraverso un confronto di posizioni, é una tecnica raffinata di argomentazione.
    Al contrario, la manipolazione comincia quando si mira a influenzare il comportamento altrui senza che l’altro possa realmente comprendere o valutare l’insieme degli elementi in gioco. Il manipolatore cerca che l’altro sia spinto ad aderire e stop, magari illudendosi di averlo fatto liberamente.

    La manipolazione, dunque, è una forma degenerata della retorica in cui il discorso diventa uno strumento per aggirare l’autonomia dell’altro. Hannah Arendt, in "Vita activa", distingue tra potere e violenza: il primo è fondato sul consenso, la seconda sull’imposizione.
    La manipolazione tossica è quindi un atto deliberato di controllo relazionale asimmetrico, dove chi manipola non cerca un’adesione consapevole, ma una risposta automatica, quasi condizionata.
    Il problema non sta nell’efficacia retorica in sé, ma nel fatto che essa viene impiegata per ottenere consenso senza trasparenza, limitando la libertà dell’altro.
    In questo senso, la manipolazione è una forma di violenza simbolica, sottile ma pervasiva, che consuma fiducia e senso critico, trasformando il dialogo in strumento di dominio.

    Per questo motivo, un’etica della comunicazione ,fonda la legittimità del discorso sull’argomentazione libera da coercizioni in quanto solo in condizioni di simmetria dialogica e trasparenza è possibile un discorso autenticamente persuasivo e non manipolativo.
    Chi parla deve poter essere contraddetto, e l’altro deve essere messo in condizione di comprendere, valutare, e scegliere consapevolmente.

    Per evitare tali derive, occorre sviluppare una consapevolezza critica del discorso: come ascoltatori, allenarsi a riconoscere le strategie argomentative e le emozioni che veicolano.

    E allora, concretamente?
    Leggere il prossimo post

  2. #2
    Un piccolo Promemoria-prontoimpiego, (tipo Cartina di tornasole comportamentale)?


    Segnali della deriva tossica
    (Elenco indicativo e non esaustivo)

    1)Opacità comunicativa: il manipolatore nasconde informazioni, altera i contesti, semplifica eccessivamente o complica inutilmente per confondere l’interlocutore. :
    - Omissione selettiva: tralasciare dati rilevanti per alterare la percezione della situazione.
    - Ambiguità strategica: usare parole vaghe o polisemiche per evitare impegni o confutazioni.
    - Ridondanza confusiva: sovraccaricare l’altro di dettagli superflui per disorientarlo.
    - Falsificazione soft (In gergo "tecnico" : gaslighting): negare ciò che è evidente per far dubitare la vittima della propria memoria o lucidità.
    - Segretezza giustificata: invocare un “bene superiore” o la “protezione dell’altro” per non dire la verità.

    2)Manipolazione dell’emotività /Strumentalizzazione del pathos: vengono usati sensi di colpa, paura o complicità emotiva per rendere l’altro meno lucido e più incline ad acconsentire.
    - Colpevolizzazione implicita: insinuare che l’altro, se non agisce come richiesto, è ingiusto, egoista, insensibile, immorale.
    - Vittimismo tattico: fingersi feriti o deboli per ottenere indulgenza o concessioni.
    - Allarmismo: evocare scenari catastrofici per spingere a scelte dettate dalla paura.
    - Seduzione strumentale: usare fascino, adulazione, profferte di amicizia o falsa intimità per abbassare le difese.
    - Alternanza calore/freddo (rinforzo intermittente): creare dipendenza emotiva attraverso l’alternanza imprevedibile di approvazione e rifiuto.

    3)Costruzione artificiale dell’immagine (ethos manipolativo)/False credenziali o maschere etiche (ethos simulato): ci si presenta come affidabili, esperti, benevoli, anche quando si agisce per interesse personale o dominio.
    - Autorità simulata: fingersi esperti, citare fonti vaghe, false o fuori luogo, per imporre la propria opinione.
    - Moralismo interessato: rivestire i propri interessi di valori etici o altruistici
    - Uso del gruppo o dell’opinione altrui: far leva su presunte convinzioni plebiscitarie, per indurre conformismo.

    4)Chiusura del dialogo: si crea una struttura retorica che disarma ogni obiezione, magari facendo apparire il dissenso come segno di ignoranza, crudeltà o tradimento./Distorsione della relazione e del dialogo
    - Domande retoriche trappola: costruite per implicare una risposta obbligata e definitiva
    - Capovolgimento di ruoli : accusare l’altro di manipolazione, egoismo, suscettibilità, aggressività, mancanza di rispetto/considerazione, rifiuto di ascolto, menzogna.
    - Escalation strategica: alzare il tono o il livello emotivo del confronto per destabilizzare.
    - Interruzione e deviazione: cambiare tema, ironizzare fuori luogo e contesto, svalutare, evitare di rispondere direttamente, con un si-no



    Compito a casa
    :
    Verificare se nel forum, (hai visto mai ?) ci fosse qualcuno solito adottare questi mezzucci.

    Aiutino : Qualche voce é messa in evidenza.
    Ultima modifica di restodelcarlino; 11-06-2025 alle 10:19 Motivo: ortografia

  3. #3
    Nei forum spesso è molto più importante ottenere ragione nella discussione che produrre contenuti interessanti.
    Al riguardo ha detto tutto Arturo Schopenhauer.
    Schopenhauer infatti dimostrò che la discussione dialettica non porta affatto alla verità ma più spesso ha la meglio chi conosce trucchi e tecniche che lo portano a ottenere ragione, pur non avendola.
    La dimostrazione della giustezza delle tesi di Schopenauer l'abbiamo davanti agli occhi tutte le volte che seguiamo una accesa discussione in un forum: ecco qui alcuni dei "38 stratagemmi" che compongono il trattatello "L'arte di ottenere ragione" del nostro Arturo, e vedi un po' se non è il caso di dargli - appunto - ragione.

    STRATAGEMMA n. 8 - Farlo incazzare
    Suscitare l'ira dell'avversario, perché nell'ira egli non è più in condizione di giudicare rettamente e di percepire il proprio vantaggio. Si provoca la sua ira facendogli apertamente torto, tormentandolo e, in generale, comportandosi in modo sfacciato.

    STRATAGEMMA n. 18 - Usare l'off-topic
    Se ci accorgiamo che l'avversario ha messo mano a un'argomentazione con cui ci batterà, non dobbiamo consentire che arrivi a portarla a termine, ma dobbiamo interrompere, allontanare o sviare per tempo l'andamento della disputa e portarla su altre questioni.

    STRATAGEMMA n.28 - Prendere per il culo
    Questo stratagemma lo si può adoperare principalmente quando persone colte disputano davanti ad ascoltatori incolti. Si avanza una obiezione non valida, di cui però solo un esperto vede l'inconsistenza: ma mentre l'avversario è un esperto, tali non sono gli ascoltatori. Ai loro occhi egli viene dunque battuto, tanto più se la nostra obiezione riesce a portare in una luce ridicola la sua affermazione. A ridere la gente è sempre pronta, e quelli che ridono li si ha dalla propria parte.

    STRATAGEMMA n. 32 - Fascismo e comunismo
    Un modo spiccio per accantonare, o almeno rendere sospetta, una affermazione a noi contraria dell'avversario, è quello di ricondurla a una categoria odiata, anche se la relazione è solo di vaga somiglianza o è tirata per i capelli, per esempio: "Questo è manicheismo, questo è arianesimo; questo è idealismo; questo è panteismo; questo è ateismo; questo è razionalismo; questo è spiritualismo; questo è misticismo; e così via".

    STRATAGEMMA n. 33 - Hai torto anche quando hai ragione
    "Ciò sarà anche vero in teoria; in pratica però è falso". Con questo sofisma si ammettono le ragioni e tuttavia si negano le conseguenze.

    STRATAGEMMA n. 36 - Antani con supercazzola e scappellamento a destra
    Sconcertare, sbigottire l'avversario con sproloqui privi di senso: si può impressionarlo propinandogli con aria seria una scemenza che suona dotta o profonda, di fronte alla quale gli vengono meno vista, udito e pensiero, e spacciarla come la prova più incontestabile della propria tesi.

    ULTIMO STRATAGEMMA - Buttarla in cagnara
    Quando ci si accorge che l'avversario è superiore e si finirà per avere torto, si diventi offensivi, oltraggiosi, grossolani, cioè si passi dall'oggetto della contesa (dato che lì si ha partita persa) al contendente e si attacchi in qualche modo la sua persona.


    (Arthur Schopenhauer, "L'arte di ottenere ragione", Piccola Biblioteca Adelphi 274, Milano, 1992)

  4. #4
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    Resto: due cose: gli stratagemmi, anche in un dibattito, non sono mai negativi, se però il loro uso è accompagnato da un senso etico. Però direi, anche all'utente connesso dal Giappone, che se la retorica non la conosci allora sei "tu" a dare modo di usare la retorica. Il biberon te lo levano quando vai all'asilo e mi rendo conto che chi non ha una balia a supporto possa avere qualche problema anche su un forum. Abbi pazienza, se vuoi c'è il "cucchiaino". Saluti.

  5. #5
    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    Resto: due cose: gli stratagemmi, anche in un dibattito, non sono mai negativi, se però il loro uso è accompagnato da un senso etico. Però direi, anche all'utente connesso dal Giappone, che se la retorica non la conosci allora sei "tu" a dare modo di usare la retorica. Il biberon te lo levano quando vai all'asilo e mi rendo conto che chi non ha una balia a supporto possa avere qualche problema anche su un forum. Abbi pazienza, se vuoi c'è il "cucchiaino". Saluti.
    Numero 36
    Ultima modifica di Kurono Toriga; 11-06-2025 alle 20:40

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Kurono Toriga Visualizza Messaggio
    Numero 36?
    scegli tu il numero.

  7. #7
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    Numero 36
    prendo atto.

  8. #8

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