A proposito di Builder.ai
C’era una volta l’Intelligenza Artificiale. AI.
Anzi, c’era una volta un’azienda che diceva: “Clicca qui, e una mente digitale ti costruisce ciò che desideri.”
In realtà, dietro quella promessa futurista, c’era solo un Altro Indiano che lavorava a ore, mal pagato, costretto a fingere di essere un robot geniale.
Fine del sogno. Inizio della truffa col sorriso.
Builder.ai, si chiamava. Nome epico, da mitologia contemporanea. Prometteva automazione, efficienza, miracoli.
Ma al posto dell’oracolo digitale, rispondeva Manoj da Bangalore, con il caffè freddo, i nervi tesi e la chat aperta.
Doveva sembrare una macchina. Doveva essere invisibile.
L’intelligenza? Forse. Ma non artificiale. Umana, sfruttata, travestita.
E i clienti? Polli. Convinti di parlare con una divinità meccanica, incantati dalla promessa di un progresso che funziona da solo, si sono affidati con fede.
Nessuno si è chiesto: “Ma chi c’è dietro?”. Perché l’illusione era comoda.
L’idea che il mondo sia diventato semplice con un clic consola l’anima stanca.
Anche se sotto c’è solo un poveraccio che finge di essere un miracolo.
Il meccanismo è vecchio come il mondo: l’industria delle app come la fabbrica dei sogni.
Vendere un bottone che “fa tutto” è l’ultima forma di religione.
E come tutte le religioni, ha il suo prezzo: cieca obbedienza, fiducia a credito, e la comoda accettazione del trucco.
La tecnologia, oggi, non è più un mezzo: è una scusa.
Perché fare fatica, se puoi premere un tasto? Perché imparare, se puoi delegare a un dio elettronico?
Ma il dio, si scopre, era solo un umano. Malpagato.
E allora il giullare che si preoccupava di essere entrato nell’Era dell’IA, dove tutto é automatico, mentre in realtà era nella reinvenzione del centralino del call center-versione deluxe, si siede, scuote la testa, e ride.
Non di Manoj, che lavora in silenzio per mangiare.
Ma di chi ha creduto che l’intelligenza fosse un pulsante. Di chi si è fatto sedurre dal miraggio della macchina perfetta, e non ha voluto vedere le dita umane che la muovevano.
L’intelligenza, non è mai artificiale. È una maschera. Una recita. Il vero miracolo non è la tecnologia: è la capacità di vendere il nulla come se fosse oro.
Builder.ai non è un fallimento. È uno specchio. Ci mostra quanto vogliamo essere presi in giro. Quanto preferiamo la bugia ben confezionata alla verità scomoda.
E quanto siamo disposti a pagare, pur di non pensare.
Altro che Intelligenza Artificiale.
È solo un Altro Indiano
E un Altro Pollo
Io.