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Discussione: Lamento del Monaco

  1. #1

    Lamento del Monaco

    Dal "Breviario del Pianto": Salmo dell’Ottusità n. VII

    Oh, Signore delle sante indignazioni, perché mi hai posto tra costoro?
    Perché mi hai gettato come perla tra i porci, come tonaca tra i giullari, come Kant tra i tifosi dell'Empoli?
    Io, umile servo, povero frate del verbo giusto e del pensiero castigato,
    io che cito la verità anche quando mi lavo i denti,
    io che mastico maionese e liquerizia come pasto sacro dei giusti, che io reinvento in salsa industriale per tenere a bada i desideri carnali,
    perché mai sono divenuto lo zimbello della comunità discuterepuntoitiana ?

    Mi si accusa, si! Mi si accusa di "giudicare".
    Solo perché dico che la donna deve tacere in assemblea, ricamare in silenzio, evitare le boutiques, non "farlo per piacer suo, ma per dar figliuolo al deo". Dopo orazione, beninteso. E benedizione di santamadrechiesa. E confessarsi, diffusamente, a santi sacerdoti e consulenti catechistici per adulti.
    Mi si ridicolizza (Oh, ingiustizia delle ingiustizie! )perché ammonisco chi danza invece di inginocchiarsi,
    chi ama invece di temere,
    chi pensa invece di obbedire.

    E tutto questo sotto lo sguardo glaciale e scultoreo della Moderatrice,
    Colei che ha sorriso una volta sola, quando il mio sermone è stato sbeffeggiato dall'eretico innominabile giullare (destinato alla pena dell'oblio ed al solletico eterno sotto la pianta dei piedi.)

    Lei… lei! Donnalibera, moderna come il peccato originale rivisitato in chiave femminista.
    Colta! Gentile! Arguta!
    …quali inganni più pericolosi?
    Ella non alza mai la voce, eppure la sua sola presenza castra il mio zelo.

    Con i suoi occhi che non giudicano, eppure pesano.
    Con la sua voce che non comanda, ma orienta.
    Con il suo modo terribile di vivere in pace con sé stessa.
    Mi riduce alla mia nullità morale.

    Io, che un tempo tuonavo dalle colonne del pulpito,
    ora parlo piano, perché ogni mia frase è "inadeguata",
    ogni mio riferimento è "sospetto",
    ogni mia citazione è "non contestualizzata".

    Non mi è più permesso dire "Donna, stai zitta".
    Non mi è più concesso citare Siracide nelle discussioni sulla psittacosi nei merluzzi, con la scusa di OT
    Persino il mio elogio alla castità come funzione vascolare è stato rimosso dal gruppo con l'etichetta:"Commento fuori luogo"!
    Io non sono più libero.

    Sono perseguitato
    . Sono il nuovo Galileo, ma senza telescopio. (e senza le attenzioni di Bellarmino Roberto, santo ed inquisitore. Per fortuna)

    Eppure, io non odio. No.
    Io perdono, con la bocca serrata e la bile in gola.
    Io benedico, mentre segno i nomi su una pergamena d’esilio.
    Io piango, ma in latino, perché il dolore vero deve suonare antico.

    Oh, Moderatrice,
    tu che sorridi mentre io sudo col cilicio digitale,
    tu che permetti a questi pagani di parlare d’amore e libertà senza venire lapidati con i Proverbi di Salomone,
    di trarre piacere dall'acquisto di ninnoli innocenti
    di curare corpo e spirito in attività all'aria aperta.

    Sappi questo:
    ogni tua clemenza è una condanna alla mia autorità.
    Ogni tua neutralità è un colpo al mio egocentrismo in saio.

    Ma non temere:
    anche Giobbe fu messo alla prova.

    E anch’io, nella mia grandezza incompresa,
    saprò sopportare l'umiliazione
    di essere ignorato da chi non mi teme più.


    Oh, Signore delle sante indignazioni, perché mi hai abbandonato?
    Ultima modifica di restodelcarlino; Ieri alle 08:51

  2. #2
    Cosmo-Agonica
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    Il titolo potrebbe essere adatto anche a nominare un dolce: biscotti sereticci bagnati con acqua e zucchero, uno strato di latte condensato e come decorazione delle olive ripiene di maionese

  3. #3
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio
    Dal "Breviario del Pianto": Salmo dell’Ottusità n. VII

    Oh, Signore delle sante indignazioni, perché mi hai posto tra costoro?
    Perché mi hai gettato come perla tra i porci, come tonaca tra i giullari, come Kant tra i tifosi dell'Empoli?
    Io, umile servo, povero frate del verbo giusto e del pensiero castigato,
    io che cito la verità anche quando mi lavo i denti,
    io che mastico maionese e liquerizia come pasto sacro dei giusti, che io reinvento in salsa industriale per tenere a bada i desideri carnali,
    perché mai sono divenuto lo zimbello della comunità discuterepuntoitiana ?

    Mi si accusa, si! Mi si accusa di "giudicare".
    Solo perché dico che la donna deve tacere in assemblea, ricamare in silenzio, evitare le boutiques, non "farlo per piacer suo, ma per dar figliuolo al deo". Dopo orazione, beninteso. E benedizione di santamadrechiesa. E confessarsi, diffusamente, a santi sacerdoti e consulenti catechistici per adulti.
    Mi si ridicolizza (Oh, ingiustizia delle ingiustizie! )perché ammonisco chi danza invece di inginocchiarsi,
    chi ama invece di temere,
    chi pensa invece di obbedire.

    E tutto questo sotto lo sguardo glaciale e scultoreo della Moderatrice,
    Colei che ha sorriso una volta sola, quando il mio sermone è stato sbeffeggiato dall'eretico innominabile giullare (destinato alla pena dell'oblio ed al solletico eterno sotto la pianta dei piedi.)

    Lei… lei! Donnalibera, moderna come il peccato originale rivisitato in chiave femminista.
    Colta! Gentile! Arguta!
    …quali inganni più pericolosi?
    Ella non alza mai la voce, eppure la sua sola presenza castra il mio zelo.

    Con i suoi occhi che non giudicano, eppure pesano.
    Con la sua voce che non comanda, ma orienta.
    Con il suo modo terribile di vivere in pace con sé stessa.
    Mi riduce alla mia nullità morale.

    Io, che un tempo tuonavo dalle colonne del pulpito,
    ora parlo piano, perché ogni mia frase è "inadeguata",
    ogni mio riferimento è "sospetto",
    ogni mia citazione è "non contestualizzata".

    Non mi è più permesso dire "Donna, stai zitta".
    Non mi è più concesso citare Siracide nelle discussioni sulla psittacosi nei merluzzi, con la scusa di OT
    Persino il mio elogio alla castità come funzione vascolare è stato rimosso dal gruppo con l'etichetta:"Commento fuori luogo"!
    Io non sono più libero.

    Sono perseguitato
    . Sono il nuovo Galileo, ma senza telescopio. (e senza le attenzioni di Bellarmino Roberto, santo ed inquisitore. Per fortuna)

    Eppure, io non odio. No.
    Io perdono, con la bocca serrata e la bile in gola.
    Io benedico, mentre segno i nomi su una pergamena d’esilio.
    Io piango, ma in latino, perché il dolore vero deve suonare antico.

    Oh, Moderatrice,
    tu che sorridi mentre io sudo col cilicio digitale,
    tu che permetti a questi pagani di parlare d’amore e libertà senza venire lapidati con i Proverbi di Salomone,
    di trarre piacere dall'acquisto di ninnoli innocenti
    di curare corpo e spirito in attività all'aria aperta.

    Sappi questo:
    ogni tua clemenza è una condanna alla mia autorità.
    Ogni tua neutralità è un colpo al mio egocentrismo in saio.

    Ma non temere:
    anche Giobbe fu messo alla prova.

    E anch’io, nella mia grandezza incompresa,
    saprò sopportare l'umiliazione
    di essere ignorato da chi non mi teme più.


    Oh, Signore delle sante indignazioni, perché mi hai abbandonato?
    La nuova preghiera che entrerà nei Salmi.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  4. #4
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da Bauxite Visualizza Messaggio
    Il titolo potrebbe essere adatto anche a nominare un dolce: biscotti sereticci bagnati con acqua e zucchero, uno strato di latte condensato e come decorazione delle olive ripiene di maionese
    E' una via di mezzo tra Foodporn e Cucinaremale
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  5. #5
    Cosmo-Agonica
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    E' una via di mezzo tra Foodporn e Cucinaremale
    E la morte.

  6. #6
    Cosmo-Agonica
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    Un dolce che induce all' astinenza.

  7. #7
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    All'astinenza dal vivere, aggiungerei
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  8. #8
    Opinionista L'avatar di Ale
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    Dal "Breviario del Pianto": Salmo dell’Ottusità n. VII

    Oh, Signore delle sante indignazioni, perché mi hai posto tra costoro?
    Perché mi hai gettato come perla tra i porci, come tonaca tra i giullari, come Kant tra i tifosi dell'Empoli?
    Io, umile servo, povero frate del verbo giusto e del pensiero castigato,
    io che cito la verità anche quando mi lavo i denti,
    io che mastico maionese e liquerizia come pasto sacro dei giusti, che io reinvento in salsa industriale per tenere a bada i desideri carnali,
    perché mai sono divenuto lo zimbello della comunità discuterepuntoitiana ?

    Mi si accusa, si! Mi si accusa di "giudicare".
    Solo perché dico che la donna deve tacere in assemblea, ricamare in silenzio, evitare le boutiques, non "farlo per piacer suo, ma per dar figliuolo al deo". Dopo orazione, beninteso. E benedizione di santamadrechiesa. E confessarsi, diffusamente, a santi sacerdoti e consulenti catechistici per adulti.
    Mi si ridicolizza (Oh, ingiustizia delle ingiustizie! )perché ammonisco chi danza invece di inginocchiarsi,
    chi ama invece di temere,
    chi pensa invece di obbedire.

    E tutto questo sotto lo sguardo glaciale e scultoreo della Moderatrice,
    Colei che ha sorriso una volta sola, quando il mio sermone è stato sbeffeggiato dall'eretico innominabile giullare (destinato alla pena dell'oblio ed al solletico eterno sotto la pianta dei piedi.)

    Lei… lei! Donnalibera, moderna come il peccato originale rivisitato in chiave femminista.
    Colta! Gentile! Arguta!
    …quali inganni più pericolosi?
    Ella non alza mai la voce, eppure la sua sola presenza castra il mio zelo.

    Con i suoi occhi che non giudicano, eppure pesano.
    Con la sua voce che non comanda, ma orienta.
    Con il suo modo terribile di vivere in pace con sé stessa.
    Mi riduce alla mia nullità morale.

    Io, che un tempo tuonavo dalle colonne del pulpito,
    ora parlo piano, perché ogni mia frase è "inadeguata",
    ogni mio riferimento è "sospetto",
    ogni mia citazione è "non contestualizzata".

    Non mi è più permesso dire "Donna, stai zitta".
    Non mi è più concesso citare Siracide nelle discussioni sulla psittacosi nei merluzzi, con la scusa di OT
    Persino il mio elogio alla castità come funzione vascolare è stato rimosso dal gruppo con l'etichetta:"Commento fuori luogo"!
    Io non sono più libero.

    Sono perseguitato
    . Sono il nuovo Galileo, ma senza telescopio. (e senza le attenzioni di Bellarmino Roberto, santo ed inquisitore. Per fortuna)

    Eppure, io non odio. No.
    Io perdono, con la bocca serrata e la bile in gola.
    Io benedico, mentre segno i nomi su una pergamena d’esilio.
    Io piango, ma in latino, perché il dolore vero deve suonare antico.

    Oh, Moderatrice,
    tu che sorridi mentre io sudo col cilicio digitale,
    tu che permetti a questi pagani di parlare d’amore e libertà senza venire lapidati con i Proverbi di Salomone,
    di trarre piacere dall'acquisto di ninnoli innocenti
    di curare corpo e spirito in attività all'aria aperta.

    Sappi questo:
    ogni tua clemenza è una condanna alla mia autorità.
    Ogni tua neutralità è un colpo al mio egocentrismo in saio.

    Ma non temere:
    anche Giobbe fu messo alla prova.

    E anch’io, nella mia grandezza incompresa,
    saprò sopportare l'umiliazione
    di essere ignorato da chi non mi teme più.


    Oh, Signore delle sante indignazioni, perché mi hai abbandonato?
    Il martire discuterino...


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