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Opinionista
“The Shrouds” (2024) di David Cronenberg
Un imprenditore ha creato una tecnologia in grado di monitorare attraverso la tomba il corpo della moglie deceduta di cancro anni prima. Osservandone i resti scopre che sulle ossa si stanno sviluppando dei piccoli corpi e il suo sospetto, avvalorato da alcune testimonianze estemporanee, è che il medico che l’aveva in cura abbia effettuato su di lei delle sperimentazioni. Il film era in concorso a Cannes l’anno passato ricevendo recensioni più negative che positive per via di una sceneggiatura un po’ fumosa che si aggroviglia con il passare dei minuti e una conclusione che non soddisfa appieno. E’ il solito Cronenberg che indaga sul momento del trapasso, sulla vita che non si spezza dopo la morte e che si ripropone in altre sembianze. Convincente l’aspetto tecnico, regia, fotografia, come pure l’interpretazione di Vincent Cassel.
The Shrouds ***
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Opinionista
“The Shrouds” (2024) di David Cronenberg
Un imprenditore ha creato una tecnologia in grado di monitorare attraverso la tomba il corpo della moglie deceduta di cancro anni prima. Osservandone i resti scopre che sulle ossa si stanno sviluppando dei piccoli corpi e il suo sospetto, avvalorato da alcune testimonianze estemporanee, è che il medico che l’aveva in cura abbia effettuato su di lei delle sperimentazioni. Il film era in concorso a Cannes l’anno passato ricevendo recensioni più negative che positive per via di una sceneggiatura un po’ fumosa che si aggroviglia con il passare dei minuti e una conclusione che non soddisfa appieno. E’ il solito Cronenberg che indaga sul momento del trapasso, sulla vita che non si spezza dopo la morte e che si ripropone in altre sembianze. Convincente l’aspetto tecnico, regia, fotografia, come pure l’interpretazione di Vincent Cassel.
The Shrouds ***
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"Land" di Robin Wright, sabato pomeriggio su Iris.
In Land troviamo Robin Wright, che del film è anche regista, nei panni di Edee Holzer, una donna che si trova ad affrontare un gravissimo lutto dopo aver perso tragicamente il marito e il figlio. La sua decisione è, a questo punto, quella di ritirarsi nella natura selvaggia del Wyoming, lontana dalla civiltà, in modo da sfuggire al dolore stesso.
Nel corso della storia, la sua solitudine si trasforma però in un’esperienza di trasformazione personale. L'incontro con Miguel e Alawa rappresenta un punto di svolta: grazie al loro aiuto, Edee sopravvive fisicamente, ma anche emotivamente, imparando a vivere con la natura e, soprattutto, con se stessa. Il legame con Miguel si approfondisce in modo significativo, traendo forza dalla comprensione reciproca del dolore e della colpa.
Sul finale, Edee scopre che Miguel sta morendo e che porta con sé il peso della morte della sua famiglia, causata da un incidente d’auto provocato mentre era ubriaco. Questo scambio di verità tra i due personaggi è essenziale: entrambi si spogliano dei propri segreti e delle proprie colpe, trovando una forma di redenzione. Dopo aver ringraziato Miguel per averle restituito la voglia di vivere, Edee torna simbolicamente alla vita chiamando finalmente sua sorella, aprendo così un nuovo capitolo segnato dalla speranza e dalla riconciliazione col mondo. Fantastica la fotografia, decisamente sopra le righe regia e sceneggiatura. Come vorrei leggere la recensione di Barrett!
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