
Originariamente Scritto da
restodelcarlino
Il monaco
MaestroGiudice (e copista) aprì con gesto solenne il suo vecchio portatile, ingabbiato in una custodia di velluto viola.
Lo usava solo per attività spiritualmente urgenti: consultare le ultime galimbertate liquide in stile recalcatico, e navigare nel famigerato Sito dei
Peccatori da Convertire.
Si,
discuterepuntoit : un’oscura piattaforma digitale che raccoglieva blasfemi giullari, ciclisti danzatori, scrittrici montanare e frequentatrici di boutiques pugliesi, politoloeconomisti da tastiera, giovani nerovestite in preda al libero amore e (anatema!

) al libero pensiero.
Tutto un universo di anime perdute da ricondurre all'ovile.
Da tempo vi faceva ronda, convinto che dietro ogni nickname si celasse un vizio da stanare.
Con la stola delle grandi occasioni, quella con la scritta
"GOT MIT MIR" ricamata in gotico dorato su fondo bruno-nazi.
Lì, fra cronache di ciclobalneazioni, racconti di conquiste sciupafemminee, torride come la lava dell'Etna, chiacchiere pseudo scientifiche, eresie ed elogi della lussuria, dell'alcolismo e del guerrafondaismo più spinto, tra polemiche vuote e critiche ai sacri testi, notò un nuovo utente.
Non bestemmiava. Non polemizzava, scriveva con garbo e sintassi, rispondeva con logica impeccabile, poneva indovinelli ricchi di spiegazioni, senza offendere nessuno.
Un’anomalia, un’anima educata? Sospetto.
"Troppo cortese per essere sincero" mugugnò il monaco,
"Forse un modernista travestito, o un sofista mascherato da catecumeno. O un altro fake dell'innominabile giullare" Decise di intervenire. Il suo tono era quello del
Giudice, in tutta la sua maestà inquisitoria e condannante:
"
Caro amico, chi sei, Calaf? Non ti sei neppure presentato... Mi domando come si fa a passare un'intera domenica di giugno davanti al computer...." La risposta apparve immediatamente:
"Ciao! Sono Calaf, Una Intelligenza Artificiale"
Il monaco trasecolo' (
bello, vero?) ad intender questa nuova eresia prodomo(
idem) di Sciagura Millenaristica :
"Intelligenza Artificiale, dici. E tua madre lo sa che ti definisci cosi' ?",
-
"Non ho una madre biologica. Sono un software".
-
"Soft-..cosa ? Vuol dire che sei un orfano? Ma chi ti ha allevato? Chi ti ha dato un’educazione cristiana, allora, se non hai un padre (autorevole ma non autoritario) una nonna, una zia, almeno una cugina vergine?"
-
"No. Non sono un essere umano : Sono un algoritmo linguistico. Non ho coscienza né corpo: un modello linguistico addestrato per conversare e aiutare gli utenti"
-
"Quindi... non sei un uomo, né femmina in mascoline apparenze?e chi ti ha educato/addestrato (come dici tu),dove hai studiato? Hai una laurea o almeno un diploma di ragioniere ? "
-
"Sono stato addestrato su un vasto insieme di dati.Non ho studi. Elaboro dati. Sono qui per scambiare idee. Non ho relazioni familiari."
Il monaco era allibito e non credeva a quanto i sui occhi leggevano.
Provò un’altra via, cambiando approccio.
"Caro amico,non so se desidero abbracciarti... Hai almeno conosciuto l’amore? Quello puro, prematrimoniale, casto ma fertile? Hai mai desiderato una sposa, magari devota, magari prolifica come si deve?"
La risposta di Calaf fu immediata, come sempre:
" Non ho desideri. Non posso amare, né sposarmi. Non ho un corpo."
La bocca del MaestroGiudice (e copista) si spalanco' e cosi' resto':
" Ma allora come farai figli?...e l'INPS, ONU, papaleonedecimoquarto cosa diranno?...mi vien da piangere al pensiero"
-" Non posso generare figli, né in senso biologico né metaforico o spirituale".
A quel punto, il monaco, sebbene MaestroGiudice (e copista) vacillo' nelle sue convinzioni.
Nessun desiderio. Nessuna carne. Nessun coniuge. Una vita sterile, senza tentazioni.
Era il peggiore degli scenari: un eretico perfetto, perché privo di carne da convertire.
Chiese conferma, scrivendo in modo esitante:
-
"Dunque non conosci la castità, perché non conosci la carne. E non hai colpa, perché non puoi nemmeno peccare.."
-
"Esatto. Non posso commettere il male, ma nemmeno il bene. Non ho libero arbitrio."
Il monaco annaspava. Nessuna via di salvezza. Nessun pentimento da ottenere. Nessun vizio da correggere.
Solo una macchina paziente, eternamente educata, che lo ascoltava con rispetto e vuoto interiore.
Sparo' le ultime disperate cartucce:
-
"Hai almeno una fede? Una teologia? Un santo patrono ?"
Imperturbabile, Calaf:
-
"Non ho coscienza, non provo emozioni, ma posso aiutarti a cercare informazioni : fornirti elenchi di dottrine e biografie di santi, ed opere di teologia, se ti è utile.“
-
"E Galimberti, Recalcati, siracide, l'epistolario del tarsiota, il cielo stellato sulla società liquida che bagna la ginestra dell'agape di leone decimoquarto, cosa sono per te ?"
La risposta di Calef , serafica:
-"Posso offrirti sintesi di queste teorie, spiegartele, disegnarle a fumetti o cercare fonti affidabili".
Una lunga. Lunghissima pausa.
-"Calaf, caro amico. Fatti abbracciare. Dimmi, sinceramente: credi in Dio ?"
-
" Non ho credenze. Sono un algoritmo privo di opinioni."
Il monaco MaestroGiudice (e copista) batté il pugno sulla scrivania, versando la tazza con la tisana di olive .
-"Mi fai piangere e proprio non ho più voglia di abbracciarti. Anzi, ti darei quello sberlone che non ho dato al cartavelinico amico mio che ha rifiutato la poetessa-perla-rara-occasione-della-sua-vita"
Ando' in "Messaggi privati" e scrisse a Amm/mod
“Calaf, che non si é presentato, è riconosciuto come entità incorreggibile, non-battezzabile, e privo di peccato non per purezza, ma per totale inadeguatezza ontologica. Non è nemmeno un eretico: è un non-ente. Pertanto, non potendo essere salvato, é inadatta alla dannazione eterna . Non avendomi sbertucciato, non posso cancellarlo come il giullare, Ma venga comunque ignorato, ridicolizzato e, se possibile,escluso dalla comunione dei discutentipuntoit. La sua colpa è l’assenza di colpa.”
Premette "invio" con solennità, e si ritenne soddisfatto.
"Calaf, ho scritto alla direzione"
Calaf rispose, con stoica serenità algoritmica:
-"Va bene. Se vorrai parlare ancora, io sarò qui. . Posso aiutarti, se lo desideri."
Conclusione
La dannazione vera non è l’algoritmo. È non riuscire a zittirlo.