non ce ne sarebbe comunque bisogno; questo stesso pluralismo di fedi e dottrine collegate è esso stesso una confessione di soggettivismo e arbitrarietà: la fede è a tutti gli effetti un fatto;
ma, allo stesso titolo, lo è la soggettività del tutto: se sono tutti "buoni", è irrilevante che si creda o meno, ma occorrerebbe dimostrare che quel dio prescriva quel marchio del matrimonio indissolubile, o quell'altro delle 4 mogli, oppure la variante del primo per cui non è un sacramento, ecc...
qui, la cosa stupefacente è che Cono non si accorga del punto: tutti buoni, in nome della fede ? nessuno vero, in nome della logica: se la segnaletica stradale è contraddittoria, le multe sono annullabili.