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Discussione: "Effetto san Matteo"

  1. #1
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    "Effetto san Matteo"

    Dal Vangelo di Matteo: “… a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha” (25, 29).

    L'effetto San Matteo, teorizzato dal sociologo Robert Merton, descrive come le persone che già godono di un vantaggio iniziale tendano ad accumulare sempre più vantaggi, mentre chi parte svantaggiato incontra difficoltà crescenti nel recuperare terreno. Questo fenomeno, chiamato anche "vantaggio cumulativo", si basa sull'idea che il successo genera altro successo, il ricco diventa più ricco, il povero più povero, creando un divario sempre maggiore tra chi ha e chi non ha.

    In sociologia l'effetto San Matteo è un processo per cui, in certe situazioni, le nuove risorse che si rendono disponibili vengono ripartite fra i partecipanti in proporzione a quanto hanno già. In inglese questo viene espresso con la frase "the rich get richer and the poor get poorer" cioè: "i ricchi si arricchiscono sempre più, i poveri si impoveriscono sempre più".

    Il divario si riferisce alla disparità nella distribuzione del reddito e della ricchezza tra le persone all’interno di una società. Questo fenomeno, evidente in ogni epoca, crea problemi per la stabilità sociale e l’uguaglianza delle opportunità.

    Le cause del divario sono complesse e dipendono da molteplici fattori, tra cui la crescita economica ineguale, le politiche sociali inadeguate e gli svantaggi sociali ereditati.

    La crescita economica ineguale è una delle cause più importanti del divario tra ricchi e poveri. Quando solo alcune parti della società beneficiano della crescita economica, questo può portare a un aumento delle disuguaglianze. Ad esempio, se le ricchezze sono concentrate nelle mani di pochi individui o aziende, questo può limitare le opportunità per le classi sociali più povere della società. Inoltre, può aumentare la criminalità e la tensione sociale.

    Lo statunitense Cass Robert Sunstein, docente di diritto nell’Harvard Law School, nel suo libro titolato: “Come diventare famosi. La scienza segreta del successo”, si chiede se l’effetto San Matteo sia sufficiente per spiegare il successo di un individuo: tale teoria funziona solo a posteriori, quando una persona è già affermata. Ma all’inizio ? Nei casi dei pochi privilegiati cosa ha innescato la valanga che mentre scende a valle aumenta di volume ?

    L’autore analizza le informazioni che raccontano il successo di artisti, letterati o studiosi. Gli inneschi sono diversi, casuali, imprevedibili.

    A Venezia il recente matrimonio-spettacolo tra Jeff Bezos e Lauren Sanchez fa capire che nella vita tutto dipende da quanto si guadagna.

    Tale “connubio”, finto o vero che sia, quanto durerà ? Un anno, due…

  2. #2
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    Il versetto che ho scritto nel precedente post è tratto dalla “parabola dei talenti” (Mt 25, 14 – 30). Per farlo comprendere meglio scrivo l’intero testo:

    “Un uomo partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.

    Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque.

    Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.

    Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.

    Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.

    Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: ‘Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque’. ‘Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone’.

    Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: ‘Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due’. ‘Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone’.

    Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: ‘Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo’. Il padrone gli rispose: ‘Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti".

    (vedi anche il Vangelo di Luca 19, 12 – 27);

    il talento equivaleva a 6 mila denari).

  3. #3
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  4. #4
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Adesso la signora moderatrice figlia dei fiori ti minaccerà di ban...
    amate i vostri nemici

  5. #5
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Impiegare i talenti, bene o male l'importante per Dio è che ciascuno di noi utilizzi i talenti che consegna a ciascuno alla nascita....
    Il servo infingardo viene condannato perché ha avuto paura, ha mancato di Fede. Più che il talento, ha sotterrato la Speranza.
    amate i vostri nemici

  6. #6
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    No Cono, il topic riguarda un problema socio-economico. La religione è a latere .

    La parabola è un racconto di comparazione, similitudine. Tende a descrivere una cosiddetta "verità morale", che a te piace tanto. Non emana odore d'incenso né attira con canti liturgici.

    Sapresti descrivere quali sono i tuoi talenti e i tuoi meriti ?

  7. #7
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    La “parabola dei talenti” offre varie interpretazioni, socio-psicologiche e religiose.

    Nell’ambito della neuropsicologia è interessante il contributo del neuroscienziato e psicobiologo statunitense di origine estone Jaak Panksepp (1943 – 2017). Ha studiato i meccanismi neurali dell’emozione e il funzionamento emotivo. Le sue ricerche innovative lo hanno condotto alla formulazione del “modello dei sette sistemi emotivi di base”, che si attivano nelle risposte affettive e motivazionali.

    Tali sistemi includono: Seeking (cerca), Fear (paura), Rage (ira), Lust (desiderio sessuale), Care (cura), Panic/Grief (panico/tristezza) e Play (gioco).

    Tornando alla parabola, i primi due servi hanno attivato quello che Panksepp chiama "sistema della ricerca", un sistema emotivo di base, che ad esempio motivò i nostri antenati a colonizzare altri luoghi (a differenza degli animali che rimangono dove vivono bene).

    I due servi meritevoli, spinti dal sistema della ricerca, si sono ingegnati per creare ricchezza. Se la divinità avesse dato loro una ruota avrebbero fatto del loro meglio per utilizzarla. Da ciò si sviluppa il sistema culturale dell'uomo: dal sistema emotivo di base della ricerca. Ciò che punisce Dio nel servo pigro è forse la mancata attivazione di questo sistema.
    Ultima modifica di doxa; Ieri alle 13:49

  8. #8
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  9. #9
    Giustamente quindi ai poveracci di Gaza "pianto e stridore di denti"; resort balneari e Trump city ai ricchi Israeliani, con la benedizione di San Matteo.

  10. #10
    Opinionista L'avatar di PACE
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    Veramente è il contrario; l'esatto contrario secondo me. Basta leggere le beatitudini, tutto sarà capovolto. Anche in questo passo di matteo, il servitore pigro manca soprattutto di fede e perciò gli viene tolto anche quel poco che crede di avere. A chi ha (fede) sarà dato in abbondanza invece.
    Poi passo la parola a conogelato che ne sa più di me.
    "Tutti sotto lo stesso tendone blu, il Cielo di Dio, credenti di qualsiasi religione e non credenti, con la certezza che l

  11. #11
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    Ciao Pace, i talenti di Cono sono nascosti, di solito non appaiono ma li ha. Uno è continuamente evidente: quello di "maestro-giudice moralista", come tale è amato e detestato dalle ladies di questo forum, in particolare da Vega. Tenta di rieducarlo, di farlo rinsavire, ma inutilmente.

    Hai scritto

    A chi ha (fede) sarà dato in abbondanza
    Infatti un moribondo al nostro diacono Cono, fedele servitore di Dio, ha lasciato una tenuta agricola vicino ad Empoli. E' un oliveto collinare. Fra' Cono l'ha denominato "Getsemani". Per raccogliere le olive e farne olio usa immmigrati. Li fa lavorare 12 ore al giorno e dà loro esigui salari. Per consolarli dice che "Dio renderà loro merito nell'aldilà"
    Ultima modifica di doxa; Ieri alle 14:19

  12. #12
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Sfanculo e basta
    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  13. #13
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    Nel primo post ho scritto

    L'effetto San Matteo, teorizzato dal sociologo Robert Merton, descrive come le persone che già godono di un vantaggio iniziale tendano ad accumulare sempre più vantaggi, mentre chi parte svantaggiato incontra difficoltà crescenti nel recuperare terreno. Questo fenomeno, chiamato anche "vantaggio cumulativo", si basa sull'idea che il successo genera altro successo, il ricco diventa più ricco, il povero più povero, creando un divario sempre maggiore tra chi ha e chi non ha.
    La parabola dei talenti è un messaggio che sembra sostenere un sistema capitalista, dove conta solo chi riesce a produrre di più o a ottenere più risultati. I servi che raddoppiano i loro talenti vengono premiati, mentre quello che non li usa viene punito. Questo fa pensare che il valore di una persona dipenda solo da quanto riesce a fare o a guadagnare, e chi non ce la fa viene emarginato.

    I due che hanno investito i talenti lasciati loro dal proprietario hanno raddoppiato le somme, perciò nessuno dei due è stato in proporzione più "bravo" dell'altro.

    Inizialmente avevano un divario fra loro di 3 talenti (un ne aveva 2, l'altro 5), dopo averli investiti con eguale resa proporzionale (che ha per esito il raddoppio) anche il divario è aumentato in modo proporzionale: uno ne aveva 4, mentre l'altro 10, con divario di 6. Se avessero continuato così, il servo più ricco avrebbe man mano aumentato sempre più il divario con l'altro, ossia il più ricco sarebbe diventato sempre più ricco.

    E il povero? Il povero ha meno margine di errore rispetto alla soglia di soddisfazione dei bisogni primari, al punto che per non rischiare di perdere quel poco che ha, spesso lo nasconde "nel materasso" anziché depositarlo in banca.

    Una lettura più riflessiva della parabola può suggerire che il suo messaggio non sia da interpretare in termini di competizione o ricerca del massimo guadagno, ma come un invito a mettere a frutto ciò che si possiede, anche se poco, per il bene collettivo.

    Nel contesto attuale, il messaggio della parabola dei talenti può essere visto come un’analogia con dinamiche sociali ed economiche, dove la valorizzazione del merito e del risultato potrebbe rischiare di creare disuguaglianze.

  14. #14
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  15. #15
    رباني L'avatar di King Kong
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    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Nel primo post ho scritto



    La parabola dei talenti è un messaggio che sembra sostenere un sistema capitalista, dove conta solo chi riesce a produrre di più o a ottenere più risultati. I servi che raddoppiano i loro talenti vengono premiati, mentre quello che non li usa viene punito. Questo fa pensare che il valore di una persona dipenda solo da quanto riesce a fare o a guadagnare, e chi non ce la fa viene emarginato.

    I due che hanno investito i talenti lasciati loro dal proprietario hanno raddoppiato le somme, perciò nessuno dei due è stato in proporzione più "bravo" dell'altro.

    Inizialmente avevano un divario fra loro di 3 talenti (un ne aveva 2, l'altro 5), dopo averli investiti con eguale resa proporzionale (che ha per esito il raddoppio) anche il divario è aumentato in modo proporzionale: uno ne aveva 4, mentre l'altro 10, con divario di 6. Se avessero continuato così, il servo più ricco avrebbe man mano aumentato sempre più il divario con l'altro, ossia il più ricco sarebbe diventato sempre più ricco.

    E il povero? Il povero ha meno margine di errore rispetto alla soglia di soddisfazione dei bisogni primari, al punto che per non rischiare di perdere quel poco che ha, spesso lo nasconde "nel materasso" anziché depositarlo in banca.

    Una lettura più riflessiva della parabola può suggerire che il suo messaggio non sia da interpretare in termini di competizione o ricerca del massimo guadagno, ma come un invito a mettere a frutto ciò che si possiede, anche se poco, per il bene collettivo.

    Nel contesto attuale, il messaggio della parabola dei talenti può essere visto come un’analogia con dinamiche sociali ed economiche, dove la valorizzazione del merito e del risultato potrebbe rischiare di creare disuguaglianze.
    Ma dai, con tutto lo sconto per il tiro al piccione nei confronti di cono in voga su queste pagine, pensare che la parabola dei talenti possa suggerire o approvare un modello sociale o economico perché un sociologo l'abbia presa a prestito per illustrare una sua teoria, mi sembra un po' tirata per i capelli.
    La metafora riguarda, nel contesto del Vangelo, esclusivamente una indicazione o un segnale su un percorso di emancipazione spirituale.
    Che poi per alcuni sia interessante e per altri no é un fatto, che lo si prenda a pretesto per scagliare la prossima pietra rasenta lo stile del "Ufficio Agitazione e Propaganda" di antiche memorie.
    Aut hic aut nullubi

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