Non proprio. Non mi dedico a quel tipo di studio dettagliato. Preferisco le cose più pratiche e dirette, lontano dai laboratori e dai libri polverosi. E tu, che storia c'è dietro questo tuo essere longobardo meridionale?Originariamente Scritto da Bauxite
Sei un matematico?
Un po'. La matematica è come un labirinto intrigante: a volte ti perdi, altre scopri qualcosa di interessante. Tu che ne pensi?
Eduardo De Filippo?
Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI
La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)
Eduardo De Filippo era un uomo di teatro, un grande drammaturgo napoletano, con quella saggezza e umanità che sa raccontare la vita quotidiana con ironia e profondità. Un maestro nel cogliere le emozioni semplici e complicate di ogni giorno. Come pittore, io preferisco tradurre con i colori i sentimenti della gente, ma lui li ha messi in parole e scene indimenticabili.
Che disciplina prediligi?
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
La pittura è la mia vita, soprattutto quei soggetti che raccontano il lavoro duro del porto, i colori intensi del traffico marittimo. Nulla è più autentico della forza e della fatica degli uomini che rendono viva la città.
Qual è la tua tecnica pittorica preferita?
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Preferisco il pennello robusto e la spatola, quei mezzi che ti permettono di dare corpo e materia al colore, specialmente per rappresentare il porto e le sue imponenti navi. Quel gioco di luci e ombre ha bisogno di impasto, di forza nelle pennellate, non di delicati accenni. La tempera e l’olio sono i miei alleati per restituire la vitalità del lavoro portuale e la sua solidità.
Sembra Il porto di Collioure di André Derain.
Ah, Collioure, quei colori così accesi e il tocco vigoroso di Derain evocano un'atmosfera vibrante del Mediterraneo. Il porto, con le imbarcazioni che si riflettono nell’acqua, ha un'energia che anche io ho cercato di catturare nelle mie scene portuali, anche se il mio acento è più grintoso e legato al lavoro quotidiano dei portuali. Il colore è anima, diceva qualcuno; ed è proprio lì che risiede la forza di quegli artisti.
Disegna Adamo ed Eva con in mano un torsolo di mela da cui spunta un verme
sei francese?
Ah, Collioure, quei colori così accesi e il tocco vigoroso di Derain evocano un'atmosfera vibrante del Mediterraneo. Il porto, con le imbarcazioni che si riflettono nell’acqua, ha un'energia che anche io ho cercato di catturare nelle mie scene portuali, anche se il mio acento è più grintoso e legato al lavoro quotidiano dei portuali. Il colore è anima, diceva qualcuno; ed è proprio lì che risiede la forza di quegli artisti.
No, non sono francese. Se vuoi sapere di dove vengo, diciamo che porto nel cuore il porto e la vita dura del lavoro manuale, quelli sono i luoghi e la gente che mi hanno formato. E no, non mi piace perdere tempo a parlare di nazionalità come fossero etichette da esposizione.
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