
Originariamente Scritto da
Monia
DAL VOCABOLARIO TRECCANI
Pisèllo s. m. [lat. *pisellum, dim. di pisum, e questo dal gr. πίσον (o πίσος) «pisello»]. – In botanica, genere di papiglionacee (lat. scient. Pisum) comprendente poche specie erbacee annuali o perenni, con foglie pennate terminanti con un cirro; i fiori, solitarî o in racemi ascellari con pochi fiori, sono bianchi o variamente colorati.
Uccèllo s. m. [lat. tardo aucĕllus, da *avicellus, avicella, dim. di avis «uccello»]. – Nome comune e generico delle varie specie di animali della classe degli uccelli (v. la voce), caratterizzati dal corpo ricoperto di penne e dalla presenza di ali che, nella maggior parte delle specie, li rende atti al volo.
Mèmbro s. m. [lat. mĕmbrum]. – 1. Ciascuna delle parti in cui si articola il corpo dell’uomo e degli animali superiori, con riferimento soprattutto agli arti; in questa accezione, si adopera per lo più il plur., le membra, con valore collettivo: membra forti, robuste, vigorose, gracili, tenere, delicate, ben proporzionateÈ usato al sing., in genere preceduto da un agg. indefinito, in espressioni quali ogni m., ciascun m. e sim., che gli conferiscono valore collettivo; analogam.: Non avea membro che tenesse fermo (Dante). 2. In botanica, ognuna delle tre parti del cormo (caule, radice e foglia), distinta dalle altre per la morfologia interna ed esterna e per l’origine. 3. Ciascuna delle persone che compongono una collettività, un organo, una associazione e sim. 4. Parte, elemento costitutivo di un tutto. In partic., ciascuna delle parti in cui si può scindere un periodo: il punto e virgola divide i varî m. del periodo; i due m. del periodo ipotetico.
Péne s. f. [lat. poenae «castighi, molestie, sofferenze», dal gr. ποιναί «ammende, castighi»]. – Punizioni, castighi inflitti a chi ha commesso una colpa, ha causato un danno e sim. In partic., con riferimento alla giustizia umana, sanzione afflittiva comminata dall'autorità giudiziaria nel rispetto di precise disposizioni processuali a chi abbia commesso un reato: Dei delitti e delle pene, opera di C. Beccaria (1764).
Fàllo s. m. [der. di fallare]. – 1. Errore: cadere in f.; senza f., senza tema di sbagliare, senza dubbio, e, più spesso, con certezza assoluta: ci vedremo senza f. domattina. Con sign. particolare, a. mettere un piede in f., posarlo su terreno malsicuro, sdrucciolevole, o spingerlo inavvertitamente nel vuoto. b. Colpa, errore di natura morale, peccato: un piccolo, un grave f.; un f. imperdonabile; falli di gioventù; commettere un f.; essere in f.; cogliere, trovare qualcuno in fallo. Anche colpa grave, delitto: Non vide mai sì gran fallo Nettuno (Dante). c. letter. Difetto, mancamento (in senso proprio), venir meno: la memoria comincia a fargli f.; la sua mano, di solito così ferma, stavolta gli ha fatto f. d. Difetto, imperfezione in un tessuto, per errore di tessitura: stoffa, calze, piene di falli. 2. Nel linguaggio sport., il termine ha sign. tecnici distinti: a. Nel calcio, inosservanza da parte del giocatore delle regole del gioco: commettere fallo ai danni di un avversario; f. in area di rigore, f. laterale, f. di fondo. b. Nel tennis, f. di piede, se il giocatore, durante la battuta, tocca o oltrepassa con i piedi la riga di fondo, o cammina o salta prima di colpire la palla. c. Nell’atletica leggera: esito negativo di una prova di salto (in alto o con l’asta). d. In genere, atto scorretto nei riguardi di un avversario di gioco.
Asta s. f. [lat. hasta. – Bastone di legno, o anche di altra materia, più o meno grosso e lungo, ma comunque diritto e liscio, destinato a varî usi e in partic. a reggere qualche cosa o sulla sua cima o lungo il suo corpo: l’a. della bandiera; bandiera a mezz’a., a. del tram, il trolley; le a. del filobus.
Vérga s. f. [lat. vĭrga]. – 1. a. ant. o letter. Ramo non grosso; ramo secondario: umil colle ..., Ove ’l gran lauro fu picciola verga (Petrarca). b. Bacchetta, bastone lungo e sottile: le verghe dei littori; fustigare, fustigazione con la v., o con le v., con un fascio di verghe, come antica pena e punizione corporale; la v. del pastore, il bastone o il ramo con cui guida il gregge e si appoggia: Guida la greggia a i paschi e la riduce Con la povera v. al chiuso ovile (T. Tasso); Rinnovato hanno verga d’avellano (D’Annunzio). Per estens., in usi letter. o elevati, la v. reale, lo scettro dei sovrani: nell’uno di questi forzieri è la mia corona, la v. reale e ’l pomo (Boccaccio); la v. magica o dei maghi, la v. dell’indovino e del rabdomante, la bacchetta, che è strumento e anche simbolo delle loro capacità eccezionali.