Cosa sei non lo so ma da quanto si legge non mi sembri affatto "un uomo d'oggi" o di ieri, " confuso, disorientato o impaurito e fragile specie da difendere e prendersene cura ".Ma con una curiosità da entomologo. Mi osservo dal di fuori, come un esemplare raro in via di sparizione, e mi domando: ha ancora senso il mio modo di essere "Uomo"?
Io sono cresciuto con un’idea ben precisa in testa: devo essere capace perché l’autostima si costruisce facendo, non raccontando.
Non bello, non famoso, non virile come un gladiatore in braghette e sandali: capace: devo essere capace di risolvere problemi, aggiustare rubinetti, capire i silenzi, leggere i segnali (anche quelli emotivi, comunque espressi).
E ragionare. Se possibile, "logicamente".
Le fragilità le possono, possiamo avere tutti a prescindere dall'essere uomini o donne.