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Discussione: Provincialismo e società di massa

  1. #31
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    Gentile Sandor, i tuoi post nei topic che “lancio” sono sempre graditi e interessanti.

    Con la cosiddetta “rivoluzione industriale”, la conseguente urbanizzazione, la diffusione di massa dei prodotti di consumo, le automobili, i mass media, la pubblicità, hanno quasi livellato gli stili di vita.

    E’ finito il tempo dei “burini”, come dicevano a Roma con riferimento a chi arrivava dai paesi del frusinate, ma anche del reatino, dell’Abruzzo montano, dalle zone interne dell’Umbria e delle Marche.

    Oggi tutto è provincia, o forse è meglio dire “città metropolitane”: vaste aree territoriali che sostituiranno le province.

    E’ finito il tempo del “provinciale” rozzo e del cittadino colto ed elegante.

    Sono cambiati i comportamenti d’acquisto dei consumatori e vari mestieri sono quasi scomparsi.

    Te ne cito uno come esempio. Quando d’estate andavo a Vasto nella casa dei miei nonni mi ricordo i “calderai”: gli artigiani che lavoravano le lastre di rame per farle diventare conche, mestoli, padelle, ecc..



    Tutti seduti sul cavalletto di legno da mattina a sera col martelletto di legno per dare forma alle lastre.

    Negli anni ’50 e ’60 dello scorso secolo c’erano molti artigiani: barbieri, sarti, calzolai, fornai, ecc.., sono diventati rari. Sono emigrati oppure hanno cambiato mestiere e sono andati a lavorare nelle fabbriche.

    Tutto passa …

    Mentre sto scrivendo penso alla motivazione che mi ha indotto a cominciare questo thread.

    Forse la nostalgia del tempo che fu ? O un tentativo per chetare in me le voci del tempo passato ?

    Ultima modifica di doxa; Ieri alle 13:55

  2. #32
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  3. #33
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    Gentile Sandor, i tuoi post nei topic che “lancio” sono sempre graditi e interessanti.
    Grazie Doxa, diciamo che farti piacere è anche mio "piacere".

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    Con la cosiddetta “rivoluzione industriale”, la conseguente urbanizzazione, la diffusione di massa dei prodotti di consumo, le automobili, i mass media, la pubblicità, hanno quasi livellato gli stili di vita.
    Su questo sono un po' meno d'accordo. Ti potrei citare alcune zone del Meridione che, al di là di Urbanesimo/Provincialismo sono gravati dal peso della mancanza di acqua potabile per i mesi Giugno/Agosto; ti potrei citare luoghi un tempo abitati e ora deserti; ti potrei citare luoghi ad esempio in provincia di Salerno, dove non c'è neanche un "Generi alimentari", e quindi si fa letteralmente la "fame"; infine ti potrei citare una delle storture che interessano il nostro "profondo Sud", cioè la Sicilia, dove sicuramente sei stato e dove si verificano quelle situazioni infrastrutturali che vengono dette, con gergo giornalistico "cattedrali nel deserto" e penso ad esempio a quelle strutture, ad esempio cliniche per la cura dei tumori con metodi "sperimentali" che non vengono rese operanti da chi di dovere perché gli interessi al guadagno per mezzo di una clinica di quella portata sono in conflitto e non sa come comporli.

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    E’ finito il tempo dei “burini”, come dicevano a Roma con riferimento a chi arrivava dai paesi del frusinate, ma anche del reatino, dell’Abruzzo montano, dalle zone interne dell’Umbria e delle Marche.
    Capisco lo spirito da "art nouveau" che nutre questa osservazione ma purtroppo ti devo dire che i burini ci sono ancora. Finché non conosci altro ti sembra sempre che tutto il Mondo è "paese", ma non è così. I Romani, quelli "de Roma" il burino lo riconoscono subito e anche quando ci sono affinità mettiamo tra un Romano e uno di "Formia", il novero delle cose da imparare, anche sulla vita di strada sono sempre quasi infinite. Mi pare essere questo il motivo per cui anche molti intellettuali, ad esempio P.P.P. amassero condividere la vita della cc.dd. "borgate", parola quest'ultima che non può riassumere la "ricchezza" e il "way of life" di quei quartieri, di quella gente, gente che magari ha antenati nella Roma Imperiale. Insomma non c'è tanto da "scherzare".

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    Oggi tutto è provincia, o forse è meglio dire “città metropolitane”: vaste aree territoriali che sostituiranno le province.
    Le città metropolitane ci sono già, e lo sono quasi tutti i capoluoghi di Regione.

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    E’ finito il tempo del “provinciale” rozzo e del cittadino colto ed elegante.
    Se vuoi dire che non siamo più nell'Ottocento ti posso seguire. Se mi dici che la cultura di un luogo differisce da quella di altro luogo in maniera non direttamente proporzionale alla lontananza e alle dimensioni dei luoghi oggetto di confronto allora mi sa che "non ci troviamo".

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    Sono cambiati i comportamenti d’acquisto dei consumatori e vari mestieri sono quasi scomparsi.
    Grazie a Dio i consumatori possono consumare "tendenzialmente" di più, ma esistono anche luoghi poverissimi, soprattutto qui al Sud, e non sono pochi, come ti dicevo.

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    Te ne cito uno come esempio. Quando d’estate andavo a Vasto nella casa dei miei nonni mi ricordo i “calderai”: gli artigiani che lavoravano le lastre di rame per farle diventare conche, mestoli, padelle, ecc..
    Si, carissimo, ma si tratta di "mestieri" che nessuno oggi vorrebbe fare, a causa del fatto proprio che l'industrialismo" ha concentrato i livelli di produzione e migliorato le tecniche di produzione al punto tale da escludere dal mercato molti prodotti artigianali che ad oggi vengono realizzati in economia di scala e che quindi costano poco sia all'origine che al consumatore finale.


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    Tutti seduti sul cavalletto di legno da mattina a sera col martelletto di legno per dare forma alle lastre.
    Tempi "passati", per fortuna o purtroppo.

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    Negli anni ’50 e ’60 dello scorso secolo c’erano molti artigiani: barbieri, sarti, calzolai, fornai, ecc.., sono diventati rari. Sono emigrati oppure hanno cambiato mestiere e sono andati a lavorare nelle fabbriche.
    Esattamente. Chiaramente se esiste l'esigenza di proteggere le bellezze naturali siamo più che d'accordo, ma sarebbe diverso proteggere o tentare di proteggere mestieri che hanno cessato di essere esercitati in proprio almeno a partire dalla ultima decade del 1700.

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    Tutto passa …
    Tutto e tutti, ombre e polvere siamo, diceva il Poeta di Venosa.

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Mentre sto scrivendo penso alla motivazione che mi ha indotto a cominciare questo thread.
    Curiosità?
    Spirito di condivisione?
    Solitudine?

    Citazione Originariamente Scritto da doxa Visualizza Messaggio
    Forse la nostalgia del tempo che fu ? O un tentativo per chetare in me le voci del tempo passato ?

    Mah, se non lo sai tu...

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