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Discussione: A proposito di figli ...e madri.

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  1. #10
    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    tua sorella, tua moglie...

    qualche giorno fa uno dei miei amici storici mi ha invitato a una pizza prima di partire per Ustica - 3/4 palermitano lui - e mi raccontava di una persona analoga, che conosco anche io;

    forse non ti consola, ma spessissimo le donne di quella generazione sono rimaste intrappolate in matrimoni poco o nulla appaganti per convenzione sociale; 50 anni prima, l'avrebbero tollerata come normale;
    nella sua gioventù, tua madre ha visto fiorire il desiderio delle sue coetanee più felici, e questo l'ha compressa in modo insostenibile, in termini di ostilità nei confronti dell'uomo;

    verso le donne, tipicamente si produce una cosa ambivalente di solidarietà e, allo stesso tempo, tentazione di controllo; mia madre e mia nonna erano persone buone; ma quel tratto che vedi, almeno un pochino, lo hanno un po' tutte le donne del passato patriarcale;
    la cosa viene temperata solo in due modi: o la donna aveva talmente scarsa autostima da considerare il suo destino infelice come "giusto"; oppure, casualmente quel marito è stato originariamente un vero amante desiderato, al di là del contorno sociale, e quella gioia iniziale è rimasta come imprinting;

    pensala come una reazione indispensabile a sopravvivere a un conflitto che ha letteralmente "occupato" tua madre, e in cui i figli rappresentano proprio le catene; soprattutto i maschi, visti come vice-oppressori, loro malgrado.
    In effetti mia madre ha vissuto la sua gioventù relegata in casa e nel momento in cui ha conosciuto mio padre, ha fatto il diavolo a quattro per sposarlo. Nel tempo ha realizzato che probabilmente è passata da una condizione ad un'altra, seppur autosufficiente, perché lavorava, ma di altrettanta sudditanza non perché succube del marito, piuttosto perché legata sempre a qualcuno con la quale doversi confrontare e "combattere" per imporsi. Però il sabato sera erano lì al circolo a dare spettacolo, ballando insieme ad amici e colleghi, nella loro "casta" di appartenenza. Si sono divertiti insieme, ma hanno anche litigato ma non si sono mai lasciati o traditi (che io sappia).

    Hanno vissuto il loro tempo nel boom economico e nell'agiatezza, senza rendersi conto che il mondo attorno a loro stava cambiando. Credevano anche da anziani che la vita agiata fosse frutto di chissà quali sacrifici. Mio padre forse li ha fatti, arruolandosi a 16 anni e navigando per 20 anni e passa, lontano dalla famiglia. Mia madre prese la maturità magistrale e poi vinse un concorso come insegnante, quando ancora probabilmente i concorsi pubblici si potevano vincere più facilmente, rispetto ai miei tempi. Anch'io ho preso un diploma, anch'io ho provato a fare diversi concorsi e ad arruolarmi, ma negli anni '80 il boom economico era terminato, solo che la gente viveva ancora dei ricordi degli anni passati, come in una bolla che ti protegge dall'esterno.

    Lavorando per i privati, ho capito tante di quelle cose ed ho subito tante di quelle condizioni disagiate che loro neanche immaginano. I diritti che hai nel settore pubblico te li sogni, ma era anche vero che io a 25 anni guadagnavo quanto un padre di famiglia di quegli anni... lavorando in un settore, quello marittimo/portuale che era pagato e probabilmente lo è ancora, meglio.

    Poi ad un certo punto, ti accorgi che tua madre ti guarda con una certa invidia che non so spiegare. Ti rinfaccia cose che una madre non dovrebbe rinfacciare e prova a farti sentire in colpa per ragioni che non esistono. Eppure da figlio li ho resi partecipi delle mie amicizie. Spesso quando invitavo degli amici in casa, invitavo anche loro... insomma da figlio li ho coinvolti nella mia vita privata, tanto che con i miei amici più stretti e compari, si davano del tu.

    Per farla breve. Alla fine, solo mio padre mi ha trattato alla pari, per così dire, riconoscendomi il ruolo di uomo, marito e padre di famiglia a mia volta, che ad un certo punto è giusto riconoscere.

    Per mia madre, invece, io ero qualcosa che le appartenevo. Non aveva importanza se mi feriva, mi offendeva, io ero sempre "suo figlio". Cioè una mera proprietà, così come descritto nel titolo di questo thread.

    Ora, io sono stato sempre una persona mite, tranquilla e rispettosa, però allo stesso tempo intransigente. Se arrivo a mettere un limite, oltre il quale non permetto più a nessuno, di mancarmi di rispetto, ebbene tu quel limite non lo superi, fossi anche mia madre. Solo che lei non lo ha capito e da persona che si definiva "agguerrita", mi ha scatenato una guerra che francamente ancora oggi fatico a capire, perché tanta cattiveria per delle questioni davvero puerili, non le comprendo se non come una mancanza totale di lucidità mentale.

    E più cercavo di farle capire quanto stesse esagerando, tanto più mi faceva del male e quando mi sono rivolto a mia sorella per un aiuto morale, dato che lei era distante ed io invece ero qui in loco e quindi ci avevo a che fare quotidianamente, ebbene mi ha sbattuto la porta in faccia sostenendo le ragioni di mia madre, piuttosto che cercare di farla ragionare, anche se questo significava andarle contro.

    Niente da fare, pretendeva obbedienza cieca e assoluta, tanto da minacciare sanzioni e lasciti testamentali a sfavore. E questo lo confidava alle sue amiche e poi è arrivato alle mie orecchie. Nonostante ciò io mi sono sempre comportato con coerenza, senza darle ragione quando aveva torto (come quando voleva denunciare l'oculista), mettendo in conto eventuali ritorsioni che sono comunque arrivate piuttosto che assecondarla per pura convenienza e opportunismo come fanno certuni.

    Alle mie figliole ha tolto dei denari di un fondo che aveva aperto per ogni singolo nipote e lo ha dato ai figli di mia sorella... e minacciava sempre di non inserirmi nel testamento o di darmi solo la cosiddetta legittima. L'amarezza sta nel fatto che in verità io tutta questa cattiveria non me la meritavo proprio, ma assolutamente. Mi sono preso cura di entrambi i miei genitori, li ho sempre rispettati e tenuti presente nella mia vita... li ho accuditi quando malati, ma dover sottostare, a prescindere in quanto "figlio", pena il castigo, francamente non potevo sopportarlo. Non ero più un bambino e non è proprio nel mio carattere, ubbidire ciecamente e loro lo sapevano bene.

    A fine Agosto del 2021 decise di seguire mia sorella che rientrava dalle ferie a Londra dove abita, per stare qualche mese in sua compagnia. Non l'ho più vista. Ho saputo solo dopo che era morta che ad Ottobre del 2021 era stata ricoverata in ospedale. Poi c'eravamo sentiti per il suo onomastico, per gli auguri di Natale. Il 27 Febbraio 2022, di sera mi chiamò piangendo mia sorella dicendo che nostra madre era morta. Mi è caduto il cielo in testa.

    Quando le ho chiesto com'era successo, mi rivelò che era ricoverata in ospedale da una settimana. Ne mia madre, ne lei, mi avevano avvisato. E quando ho rinfacciato a mia sorella il fatto, se ne è uscita dicendo che mia madre non voleva che io fossi informato.

    No dico, vi rendete conto?

    Ora, mettetevi nei miei panni. Per 53 anni ero stato il figlio prediletto, quasi, diciamo così. Poi durante l'ultimo anno e mezzo, lo stesso tempo in cui era venuto a mancare mio padre, ero stato "bandito" dalla famiglia perché "reo" di non assecondarla. Cioè Stalinismo puro... epurazione, castighi, messe al bando, me e tutta la mia famiglia.

    Quando mio zio, fratello di mia madre, provò a parlare con mia sorella, ebbene capì che lei era convinta che mia madre avesse fatto testamento a suo favore. "Bumble, non le pare vero?" mi disse "Sono le volontà della mamma!!" mi disse mio zio. Pretese di entrare in casa con gli avvocati (suoi e quindi io ho dovuto portare i miei) padre avvocato e figlio praticante contro altrettanto padre e figlio praticante... (Come sapete qui i figli dei farmacisti fanno i farmacisti, medici, i medici... i figli degli avvocati... idem con patate).

    Quando siamo entrati in casa mia sorella mi guardò e mi disse "Ed ora cosa dobbiamo fare?" al ché io con calma apparente, ma rabbia dentro le risposi "Adesso cara sorella dobbiamo cercare il testamento, dobbiamo aprire ogni cassetto di ogni armadio, di settimanile e di scrivania...", solo in quel momento provò vergogna di fronte a degli estranei a cercare tra i cassetti come dei ladri.

    Alla fine il testamento non c'era. Mia madre non lo aveva scritto, ne si era rivolta ad un notaio. Mia sorella è rimasta con il desiderio represso e un pugno di mosche in mano. Non solo non ha ottenuto lasciti in più rispetto al dovuto, ma ha anche bruciato un fratello. Si perché a questo punto, di una sorella così, non so proprio cosa farmene. Che era stronza lo sapevo, non siamo andati mai molto d'accordo, ma arrivare a questo punto... per me è stato come superare un tabù. Lei non esiste più per me. Abbiamo questa casa in comune ma stiamo per metterla in vendita e se per caso fa resistenza, mi rivolgerò ad un giudice per metterla all'asta.

    La legge tutela chi prova il desideri di disfarsi di beni in comune... certo ogni cosa ha il suo prezzo... in termini di svalutazione dell'immobile messo all'asta... ma anche qui... LA LIBERTA' NON HA PREZZO. Faccio finta di non averlo ereditato, ma io da lei,
    devo separarmi così per poi non averci più niente a che fare.

    Mia madre comunque i suoi beni li aveva già divisi quand'era in vita, anche se con qualche differenza da sottolineare.
    Si trattava di donare la parte di casa ereditata da mio padre che minacciava di dare tutta a mia sorella, perché io...
    "NON LE UBBIDIVO".

    Ma come ho già detto, se la libertà ha un prezzo, ebbene quel prezzo non è mai troppo alto, per chi ama veramente essere libero.

    Lasciando perdere la meschinità di mia sorella, la quale, pezzente era (d'animo) e pezzente è rimasta... caro AXE il mio dubbio è :

    - Mia madre, era fuori di testa e quindi per certi versi "perdonabile"? oppure...
    - Era proprio così cattiva di carattere, da nascondersi per una vita, salvo poi uscire fuori in tarda età, quando magari perdi certi freni inibitori o, morendo tuo marito, pensi di poter comandare come un despota e la tua VERA natura quindi esce fuori?

    No perché avendo mezzo sangue suo... io in entrambi i casi... non la perdonerò. L'altra metà di me, rimane mite, affettuosa e generosa... ma è il sangue ereditato da mio padre... è un'altra cosa.
    Ultima modifica di bumble-bee; 13-08-2025 alle 21:07
    Bambol utente of the decade

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