
Originariamente Scritto da
restodelcarlino
La succursale marina del Bar stava in fondo a un sentiero di sabbia e aghi di pino. Non aveva insegne luminose: bastava il fruscio dei pini marittimi, il profumo di salmastro e il suono lontano del pianoforte a coda, suonato dal Bartender, in versione ferragostana,
I lampioncini di carta pendevano tra i rami, decorati con disegni di gamberi sorridenti e cavallucci marini, ghirlande di conchiglie, tovaglie di lino che il vento tentava di far volare.
Il buffet era una provocazione gastronomica: un trionfo di ostriche rilucenti e ghiacciate , tra le alghe, tranci di storione affumicato, purceddu arrosto su letto di mirto, formaggi stagionati come reliquie e vini d’annata sudati di condensa, come ballerine dopo un assolo.
Kanyu, camicia bianca sbottonata e cappello da marinaio inclinato, stile "Taverna dei 7 peccati"», stava in piedi vicino al bancone, bicchiere di rum scuro in mano. Montecristo all'angolo delle labbra. Guardava tutti come se stesse decidendo se intervenire in una rivoluzione o in un brindisi. Osservava la scena con quell’aria sospesa tra Corto Maltese e Bogart: pronto a dire una frase memorabile… o a restare zitto per sempre. E parlo' :
"Ferragosto" disse piano, quasi fosse un brindisi in codice. E sorseggio'.
Senza spostare il sigaro.
Regina d’Autunno arrivo', anzi, apparve: capelli sciolti come alghe illuminate dal sole, occhi che sapevano di marea e di sottobosco umido. Il suo abito di tulle aveva ricami di foglie e conchiglie, e ad ogni passo pareva portare con sé un refolo di brezza salmastra e profumo di trullo. Sul palco di legno, cominciò una pizzica lenta, che si trasformò in un turbine: i piedi tamburi, le mani ali, il sorriso una promessa di sentieri ombrosi e maree dorate. Pareva una creatura uscita da un racconto antico, metà ninfa marina, metà fata dei boschi, venuta a reclamare la sua festa.
Axe e Bauxite, lui in elegante completo estivo lino-seta nero, camicia di lino aperta sul collo, mocassini senza calze. lei con un vestito rosso aderente che sfidava la gravità con spalline sottili, spacco vertiginoso e sandali gioiello. si avvinghiarono in un tango da manuale. Calaf, algoritmo colloquiale, li fissava da un angolo, mugugnando in loop linee di codice gelose e proiettando immagini di Otello:
“if Bauxite==true then Calaf.soffre++;”
“else Calaf.gioisce=0;”
Vega, pantaloni palazzo in lino bianco, top asimmetrico color turchese, cappello a tesa larga di paglia naturale. seduta sul bancone con un bicchiere di vermentino in mano, batté il piede e gridò:
"Oh, basta col tango da censura parrocchiale! Ora vi ci metto io un po’ di aria buona!"
E intonò uno stornello toscano , accompagnandosi con bicchiere di vermentino e battendo il piede a tempo
“O prete, predichi tanto
ma poi tu caschi nel fosso,
la tonaca t’è rimasta,
ma la fede l’hai perso addosso!
E noi si beve e si canta,
con l’aria e col sole in faccia,
perché la vita è una festa
e il resto è roba che impaccia!”
I pini si scuotevano, ma forse era il vento del mare… o la risata di Vega.
Anche il bartender si arresto' per applaudire,
Ale, camicia hawaiana aperta su maglietta bianca, bermuda beige e infradito di cuoio da ciclodanza, col sorriso da gladiatore in ciabatte che ha già deciso per entrambi, tese una mano a Ninag (in abito leggero verde smeraldo con gonna svasata, cintura di corda e sandali bassi intrecciati decorati di conchiglie tropicali):
"Vieni… cucaracha samba-mambo, ma sulle punte.Ti insegno a battere il record di volo danzato di oggi "
"Ma smettila" rispose Ninag, ridendo "io non…" Non finì la frase. Ale la prese e la fece roteare in un perfetto Lago dei Cigni tropicale, con lei che, pur avendo promesso a se stessa di restare seria, incredula, di ritrovo' come una étoile in vacanza, con Ale che la faceva volare come se il palco fosse l’oceano.
Breakthru (abito lungo color ametista, scollatura sobria ma con spacco laterale strategico, orecchini pendenti d’argento), LadyPojana (vestito corto a fiori tropicali, foulard di seta annodato ai capelli, sandali con zeppa).e Astrid (gonna ampia in lino bianco, top rosso corallo, collana di perle di fiume Yang-Tse). erano appollaiate a un tavolo, sotto i pini, a osservare e commentare...e a spettegolare senza pietà.
" Dark a Compostela? " chiese Breakthru, ironica. "forse, torna con servizio anti-Patriarcato ...o una serie di spartiti per tromba solista" e ridacchio' ammiccante e compiaciuta
"No, no" ribatté LadyPojana" la vedo più tipo “fuga d’amore con un teologo progressista. Forse torna con una conchiglia o con un chierico al guinzaglio". e bevve una coppa di champegne ghiacciato,
" Io punto sul galiziano di due metri " sentenziò Astrid "barba, sandali, e la conchiglia di San Giacomo tatuata sulla spalla. O, hai visto mai, ritorna coma sorella delle torsoline scalze"....e rise di un riso contagioso
....ma.....
PACE, il discepolo, apparve in tunica di lino grezzo, occhi pieni di scandalo.
"Fratelli! (e sorelle) " tuonò "Questa baldoria è offesa agli dei, ai santi e pure alle sardine! Vi siete abbandonati al vino e ai piaceri della carne...e pure del pesce...! È un’orgia di decadenza! Anatema su di voi! "
Come in un copione perfetto, come se il cielo aspettasse il momento, si annuvolo', un lampo squarciò il cielo. Il temporale ferragostano, colpo di tuono incluso, fece tremare i lampioncini. Apparve lui, il monaco, abbronzato dalla vacanza marina, che terminava di leccare voluttuosamente un cono di gelato, ma sempre stigmatizzante, braccia levate, pronto a scomunicare fino ai gamberoni del buffet.
Silenzio. Si fermò anche la musica. Poi, come in un rituale antico, partì il primo pomodoro fradicio.
Splash! centrò PACE.
Il secondo colpì il monaco sul petto, lasciando un’aureola rossa e facendo cadere per terra il con di gelato. In pochi secondi, fu una tempesta rossa, un applauso agricolo.
"Mira alle stigmate!" gridò qualcuna. " E pure alla barba! " . Con smaccato accento toscano .
Sconfitti e imbrattati, monaco e discepolo si ritirarono tra i pini, gocciolando pomodoro e dignità ferita.
Un’ostrica rotolò sul pavimento come una campanella di fine messa.
Kanyu , sollevando il bicchiere con un mezzo sorriso, chiese "Suonala ancora, Lucky". Il Bartender attacco' As Time Goes By, stavolta un po’ più allegro. Regina d’Autunno tornò a ballare, i piedi disegnando cerchi d’acqua immaginari, come se ogni passo nascesse dal mare e finisse nel bosco, Vega intonò di nuovo il ritornello dello stornello, come accompagnamento al brindisi.
E il temporale ferragostano, benedizione rumorosa, lavò via pomodori e anatemi, lasciando soltanto profumo di mirto, legno bagnato e risate.
Buon Ferragosto!