Era un tardo pomeriggio di settembre, e il sole di traverso batteva le vetrate del Bar di discuterepuntoit, trasformando l’ordinario bancone zincato in un altare lucente. Il Signor Bartender, ieratico da par suo, serviva caffè e spritz con la flemma delle grandi giornate, mentre un manipolo di clienti abituali si accalcava per cercare di servirsi di diplomatici (o mille foglie?) austro-triestin-friulani monopolizzati dal monaco che si abbuffava come fosse alla fine del digiuno quaresimale.
Un
drin-drin di bicicletta fu l'atto magico che placo' il brusio. Il monaco mollo' la guantiera delle paste, con un ultimo "bbono, questo sacher-babà" ciucciandosi le dita, sotto lo sguardo ammirativo-estatico di
Pace inginocchiato al suo fianco. Tutti presero posto.
Kanyu alzò il bicchiere di rhum come fosse un turibolo, pronto a incensare l’eroe del giorno.
Ed
Ale fece il suo ingresso. Perché l’eroe, oggi, era
Lui, il ciclista e danzatore, lo scapolo impenitente, colui che da cinque anni inanellava record sportivi con la stessa ostinazione con cui un certosino copia manoscritti.
Doxa prese la parola , come un cerimoniere medievale.
Click-click-clic-click....la mitragliata di foto di
king-kong perforo' ogni angolo, scopri' ogni anfratto, mise in evidenza le occhiaie a borsone-di-vuitton di
Dark ed i piedi marcati dai pellegrinaggi espiatori, gli sguardi attenti, le espressioni sognanti, le oscure sagome monacali in controluce del sole calante....
"Si celebri dunque il lustro dei trionfi, e si enumerino le cifre gloriose!" tuono' enfaticamente
doxa
E partì una declamazione che suonava quasi come canto gregoriano, ma in salsa baristica:
Primo record: i chilometri macinati in sella nell’arco di cinque anni, tanti da poter circumnavigare la Terra non una, ma tre volte e mezzo, sfidando vento, pioggia e traffico cittadino come un novello cavaliere errante.
Secondo record: i dislivelli scalati, che sommati equivalgono a un pellegrinaggio verticale fino all’Everest e ritorno, moltiplicato per venti, come se il nostro eroe conversasse ogni giorno con gli dèi delle cime.
Terzo record: i metri di nuoto quotidiani, ripetuti con monastica disciplina, pari alla traversata del mare Nostrum, non una, ma innumerevoli volte: Ale, delfino umano, tritone scapolo, Apnea e Bracciata fatte carne.
Quarto record: le ore dedicate al ballo, perché non si dica che egli è solo macchina sportiva: egli danza, e lo fa con lo stesso zelo con cui archivia dati sui suoi fogli excel di allenamento.
Quinto record: l’arte di non mettere radici, il record invisibile ma certo: rifiutare ogni invito del Monaco a metter su famiglia, preferendo il flirt con la libertà a quello con la stabilità.
Sesto record: il tempo di manutenzione di velocipedi, equivalente a 36257 cambi-gomme di Ferrari o al montaggio di 4709 Tesla
Settimo record: il numero di tappe vinte del "Tour di Geriatria", pari a 51 Giri d'Italia (con partenza da Bangkok)
Ottavo record: non dimentichiamo l'ape: un alveare di 14 m³
Nono record: il quantitativo di brodaglia nerastra ingurgitata a caro prezzo: 2 supertanker, che
Bumble a parcheggiarle ci avrebbe messo due mesi e non so quanti marinai (di piombo, accuratamente dipinti) della Marina Francese Napoleonica
Decimo record: Il numero di luoghi turisticamente interessanti per bettole e salumi percorsi, da far invidia agli ispettori Michelin
I microfoni nascosti, si quelli delle chiacchiere tra i vecchietti in Cina, captarono i commenti degli astanti.
Axe, per esempio, col suo tono giuridico ma intinto di romanesco, commentò: "Qua, signori miei, c’avemo davanti er Codice Sportivo Ale, un corpus juris fatto de pedalate, nuotate e balli. E chi ce prova a contestà ’sti articoli, rischia l’ergastolo della mediocrità!"
Ninag, con razionalità e un filo di affetto materno, aggiunse: "Va bene, ma non scordiamoci che i record sono nulla senza la salute e il buon senso. Che siano sì solennizzati, ma anche custoditi, ché non c’è Everest che valga un ginocchio sano."
Dark, già mezza stanca col bicchiere di vino in mano, ironizzò: "Mah, io vedo solo un uomo che fugge. Fuggire in bici, fuggire a nuoto, fuggire dalla donna del destino. Ma se fuggire è un’arte, allora Ale è Michelangelo."
Kurono Toriga rise, e in tono da stornello giappon-romano improvvisò:
"Pedali e pedali,
tra i gatti e le valli,
nun sposi nessuna,
ma sfidi le calli!"
Il monaco trangugio' l'ultimo boccone e sentenzio' :
"Ale, ricordati: record e medaglie sono vanità, la famiglia è eternità."
Pace, genuflesso, annuì col volto innocente e radioso di devozione.
Ed
Ale ?
Un puntino lontano, all'orizzonte. Verso il mare.
Partito per un altro lustro.
...storicamente ben documentato, per i posteri.
