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È importante e risaputo che le cose non sempre sono ciò che appaiono. Per esempio sul pianeta Terra gli uomini hanno sempre ritenuto di essere più intelligenti dei delfini. Sostenevano infatti che mentre loro avevano inventato un sacco di cose, come la ruota, New York, le guerre, ecc., i delfini non avevano fatto altro che sguazzare nell’acqua divertendosi. Al contrario invece, i delfini sapevano da tempo dell’imminente distruzione della Terra e avevano tentato più volte di avvertire l’umanità dell’incombente pericolo; ma i loro messaggi erano stati fraintesi e interpretati come divertenti tentativi di dare calci a palle da football o di fischiare per avere bocconcini prelibati. Così alla fine i delfini rinunciarono e se ne andarono dalla Terra coi propri mezzi, poco prima che arrivassero i vogon.
Guida Galattica per gli autostoppisti, Douglas Adams
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IL SAGGIO DEL MARCHESINO EUFEMIO.
A dì trenta settembre il marchesino,
D’alto ingegno perchè d’alto lignaggio,
Diè nel castello avito il suo gran saggio
Di toscan, di francese e di latino.
Ritto all’ombra feudal d’un baldacchino,
Con ferma voce e signoril coraggio,
Senza libri provò che paggio e maggio
Scrivonsi con due g come cugino.
Quinci, passando al gallico idioma,
Fe’ noto che jambon vuol dir prosciutto,
E Rome è una città simile a Roma.
E finalmente il marchesino Eufemio,
Latinizzando esercito distrutto,
Disse exercitus lardi, ed ebbe il premio.
(Giuseppe Gioacchino Belli)
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La briscola. Gioco molto semplice. L'avversario sbatte sul tavolo una carta, e voi dovete sbatterla più forte. I buoni giocatori rompono dai quindici ai venti tavoli a partita. È opportuno, prima di sbattere la carta sul tavolo, inumidirla con un po' di saliva. Le carte prendono così la caratteristica forma a cartoccio, e la durezza di un sasso. In molti bar, per mescolare un mazzo di carte da briscola, si usa un'impastatrice. Quando la carta è abbastanza vecchia, diventa molto dura e pesante, e se non siete allenati è opportuno giocare con guanti da elettricista.
Bar Sport, Stefano Benni
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Opinionista
Di Benni lessi per primo "i racconti del bar in fondo al mare", come mio solito, quando uno scrittore mi conquista, poi ne lessi molti altri, ma i miei preferiti rimangono Elianto e Stranalandia, quest'ultimo letto e riletto la sera al miei figli prima della nanna
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Opinionista
I meravigliosi animali di Stranalandia (1984)
Il gorilla Vaichesei
Scimmione grosso e muscoloso per natura pigro e pacifico, costantemente assillato da due uccellini. Uno è il "Vaicheseiforte", un uccellino verde che gli vola sulla testa e gli ripete: "Vai che sei forte gorilla, vai che sei il meglio, vai che puoi stendere tutti, vai che quello ti sta ridendo dietro, vai che quello c'ha una faccia che non mi piace, vai che se no ti sorpassa, vai che a quello gliela fai vedere tu, vai che a te non ti frega nessuno."
Dopo un po' di questa musica il gorilla parte e picchia e spacca e mena e rompe e fracassa e spezza e minaccia e gonfia i bicipiti e alla fine è stanco morto e l'uccellino è sempre lì.
Finché ha il Vaicheseiforte posato sulla testa, il gorilla non si riposa mai, non fa che attacar briga e litigare, e si rovina la salute. Si salverà solo se arriva un'altro uccellino, il "Vaicheseiscemo". Il Vaicheseiscemo scaccia il Vaicheseiforte dalla testa del gorilla e comincia a dire: "Vai che bell'impresa picchiare uno più debole, vai che sei scemo, vai che invece c'aveva una faccia simpatica, vai che cosa vuoi dimostrare, vai che c'è il sole." Allora il gorilla si calma, ripone la clava e dopo un po' gli torna anche il sorriso, che anche se è un sorriso da gorilla non è tanto male.
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Opinionista
I meravigliosi animali di Stranalandia (1984)
Il gorilla Vaichesei
Scimmione grosso e muscoloso per natura pigro e pacifico, costantemente assillato da due uccellini. Uno è il "Vaicheseiforte", un uccellino verde che gli vola sulla testa e gli ripete: "Vai che sei forte gorilla, vai che sei il meglio, vai che puoi stendere tutti, vai che quello ti sta ridendo dietro, vai che quello c'ha una faccia che non mi piace, vai che se no ti sorpassa, vai che a quello gliela fai vedere tu, vai che a te non ti frega nessuno."
Dopo un po' di questa musica il gorilla parte e picchia e spacca e mena e rompe e fracassa e spezza e minaccia e gonfia i bicipiti e alla fine è stanco morto e l'uccellino è sempre lì.
Finché ha il Vaicheseiforte posato sulla testa, il gorilla non si riposa mai, non fa che attacar briga e litigare, e si rovina la salute. Si salverà solo se arriva un'altro uccellino, il "Vaicheseiscemo". Il Vaicheseiscemo scaccia il Vaicheseiforte dalla testa del gorilla e comincia a dire: "Vai che bell'impresa picchiare uno più debole, vai che sei scemo, vai che invece c'aveva una faccia simpatica, vai che cosa vuoi dimostrare, vai che c'è il sole." Allora il gorilla si calma, ripone la clava e dopo un po' gli torna anche il sorriso, che anche se è un sorriso da gorilla non è tanto male.
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In una parola: la scienza (criticamente cercata, e metodicamente introdotta) è la stretta porta che conduce alla dottrina della saggezza, se con questa s'intende, non solo ciò che si deve fare, ma ciò che deve servire da guida ai maestri per spianare alla saggezza un cammino aperto e facilmente riconoscibile, che ciascuno debba percorrere, assicurando chi li segua dai passi falsi: una scienza di cui deve sempre restare custode la
filosofia, alle cui ricerche sottili il pubblico non ha da prendere parte alcuna;mentre deve partecipare alle sue "dottrine", che solo dopo una siffatta
elaborazione gli si possono presentare con buona chiarezza.
Emanuele Kant: "Critica della Ragion Pratica".
E' la conclusione del libro.
(Per inciso, il capitolo finale si apre con la celeberrima frase sul cielo stellato eccetera. Usata ed abusata fuori contesto.)
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