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Risultati da 1 a 15 di 18

Discussione: Giudizio

  1. #1
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Giudizio

    No, non parlo di quello Universale, quindi diffido i vari padri spirituali del forum a tirare in ballo questioni bibliche, dottrinali o religiose.
    Dopo questa doverosa premessa, introduco l'argomento.
    Venire giudicati è quasi inevitabile, nel bene e nel male. E in fondo anche giudicare gli altri, per quanto ci sforziamo di mantenere una mente aperta.
    Quindi quello che mi chiedo è: quanto pesa per voi il giudizio degli altri? Quanto vi fa "male"? Quanto ve ne fate influenzare?
    La domanda mi viene dopo una conversazione con un'amica, che era piuttosto depressa in quanto c'è chi ha messo in giro voci false sul suo conto e chi per queste voci la giudica.
    A me personalmente capita ogni tre per due che mettano in giro voci: a sentire la gente io sarei l'amante di un non precisato numero di assessori e politici, senza contare esponenti delle forze dell'ordine (tutte cose false, non mischio mai lavoro e vita privata). E di conseguenza non manca chi giudica.
    Quando fai un lavoro che ti mette in vista è quasi inevitabile che girino voci. Però del giudizio altrui me ne frego allegramente, mi scivolano addosso. Alla mia amica, invece, episodi come questo hanno fatto male.
    Voi come vi rapportate al giudizio altrui? Quanto vi fa male? O vi fa incazzare? Quanto vi può condizionare la vita?
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  2. #2
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    beh, se qualcuno dice che sono vestito male lo faccio catechizzare da Florin e Marius, due esperti; pensa che hanno fatto il movimento terra nella ristrutturazione del Polimoda.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #3
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Il giudizio altrui mi fa molto male (anche se a volte bisognerebbe chiedersi da chi proviene, se merita la nostra stima), perché la prima a criticarmi per ogni nonnulla sono proprio io e perché ho una bassa autostima. E' anche vero che ho avuto delle vicissitudini che hanno portato a potenziare questi aspetti, ma la sostanza non cambia. Aggiungo che sono ipersensibile alle reazioni altrui.

  4. #4
    Opinionista L'avatar di Ale
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    Hai fatto bene a premettere che non si sa mai...
    ...ai giudizi altrui posso provare sia indifferenza che rabbia a seconda dei casi, cmq.difficilmente riescono ad influenzarmi, anzi faccio di tutto per dimostrare a lor signori che con quello che pensano mi ci pulisco il......
    ...posso fare eccezione per i giudizi costruttivi di persone a me care, famigliari, la girl (quando c'è) ed alcuni amici
    Mens sana in corpore sano

    Počasi se daleč pride 🐌

  5. #5
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    Credo che il fastidio maggiore per me adesso, rispetto.as un tempo, sia semplicemente legato alla gratuità.
    Penso che esista una certa etichetta da rispettare anche quando disprezzi qualcuno, per cui chi gratuitamente si sente in diritto di parlare a cazzo è certamente un mix di ineducazione e imbecillità.
    Naturalmente queste persone campano cent'anni, altrimenti non si spiega il declino dell' umanità.
    La questione per me si risolve così.

  6. #6
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Se uno è in pace con sé stesso, nulla lo tange.
    amate i vostri nemici

  7. #7
    Opinionista L'avatar di LadyHawke
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    Voi come vi rapportate al giudizio altrui? Quanto vi fa male? O vi fa incazzare? Quanto vi può condizionare la vita?
    Anche per me dipende dai casi, cioè dipende da chi giudica e da cosa, voglio dire se mi dovessero criticare per come normalmente mi vesto, ad esempio controcorrente rispetto alla moda ( solo per fare un banale esempio) ma chissenefrega, ovviamente un complimento al contrario fa piacere, oppure se girano notizie false e si viene giudicati sulla base di false notizie sulla vita privata, o su come mi comporto e lo vengo a sapere la cosa potrebbe farmi incazzare.
    In ogni caso è difficile restare indifferenti nel bene o nel male, l'approvazione degli altri ci fa stare bene, è facile dire che se uno è in pace con sé stesso nulla lo tocca, le false notizie possono toccare, dipende non siamo tutti uguali e c'è chi è più fragile e quindi possono fare male, altrimenti non si spiega perché ci sono giovani che arrivano al suicidio perchè derisi, criticati, presi di mira nella vita e sui social da bulli.

    Bisognerebbe imparare a farsi scivolare via tutto, entra da un orecchio ed esce dall'altro senza trattenere dentro ma è anche questione appunto di autostima, quando è scarsa è più facile farsi condizionare dal giudizio altrui, ma anche chi esprime giudizi pesanti e morali sulla vita altrui dovrebbe imparare a mettersi la mano sulla coscienza.
    Quindi bisognerebbe lavorare sulla propria autostima, tu non sei quello che ti giudicano gli altri, perchè nel giudizio c'è il riflesso, lo specchio, di chi ti sta giudicando.
    La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata.
    Confucio

  8. #8
    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    ...Venire giudicati è quasi inevitabile, nel bene e nel male. E in fondo anche giudicare gli altri....quanto pesa per voi il giudizio degli altri? Quanto vi fa "male"? Quanto ve ne fate influenzare?...quanto vi può condizionare la vita?

    ...ma...

    Sembra una domandina facile-facile, anodina.
    In realtà, poni il problema del "giudizio" nella gestione dell'interfaccia sociale.
    E non si puo' liquidare l'argomento in fretta e furia, in due parole in croce.
    Abbiamo, infatti, la combinazione di diversi elementi..."variabili", per parlà 'ngegnèro.
    Ed ogni elemento é binario. Cioé puo' assumere due valori .

    Abbiamo 2 "soggetti": Io e l'altro/a. Ed ognuno puo' essere "giudice" e/o "giudicato".
    Abbiamo 2 "oggetti di giudizio": la "persona" ed il "comportamento".

    E da questo, cosa deriva?
    Una sfilza di interrogativi:
    1) Io-persona, come reagisco sottoposto a un "giudizio identitario", cioé, come vivo un giudizio che riguardi la mia identità profonda? Ciò che “sono”?
    2) Io-comportamento, come reagisco ai giudizi sulle mie azioni/modo di agire? quanto riconosco, correggo o nego i giudizi che colpiscono i miei atti particolari?
    3) Altro/a-persona, quale diritto, o forse pretesa, ho di esprimere un giudizio sulla identità altrui, sulla sua “natura”?
    4) Altro/a-comportamento, quanto mi limito a valutare i singoli gesti, senza considerarli prova di identità/personalità/natura intrinseca (ontologica, tiè )?

    Per non parlare delle "Domande di riserva":

    Fino a che punto è legittimo ridurre la persona ai suoi comportamenti? Dove tracciare la linea tra giudizio sulla persona e sul comportamento?
    Ogni giudizio sull’altro riflette anche un’immagine di me stesso?Come riconoscere (e limitare) le proiezioni personali?
    È possibile vivere senza giudizio, o esso è condizione strutturale della comunità?
    Con quali criteri giudichiamo? Etici (bene/male)? Funzionali (utile/dannoso)? Estetici (bello/brutto)?
    In base a chi/cosa si stabiliscono tali criteri: Persona/Ente singolo, gruppo, cultura?
    Quali dinamiche emergono quando i giudizi si accumulano nel tempo e costruiscono reputazioni?
    È possibile progettare “buone pratiche di giudizio”, o resta inevitabile il rischio di fraintendimento e stigmatizzazione?

    ....si, ho capito: chiedevi risposte e non una sfilza di domande...rispondo.

    Per me il giudizio è inevitabile in quanto fa parte del processo decisionale, della vita quotidiana: prendere informazioni/valutarle/"giudicare"/agire/verificare/correggere-memorizzare.
    Lo faccio io, lo fanno tutti/e. Sempre.
    Quindi, giudico in continuazione e sono giudicato in continuazione.
    Poi c'é il "Giudizio"di tipo esplicito, formale: "la comunicazione".
    Come "la prendo"?
    Ne schematizzo due livelli:
    Se riguarda il comportamento, lo considero un dato utile per la fase "verificare/correggere/memorizzare" del processo.
    Se riguarda la persona, pesa di più, perché tende a fissarmi in un’etichetta, riducendo la complessità della mia identità.
    Non sono impermeabile: ogni giudizio è uno specchio che mi rimanda un’immagine, a volte deformata. Quindi, filtro. Per capire se è un riflesso degli altri o se coglie davvero qualcosa di me.
    Ammetto che i giudizi mi influenzano: ogni interazione con l'ambiente esterno (in senso lato)lo fa. Io "ne faccio risorsa": accolgo ciò che serve come correzione di rotta; rigetto ciò che percepisco come proiezione esterna.
    Si, il processo di "Rimessa in discussione" é per me un processo continuo. Come la falsificabilità delle teorie scientifiche: non si arresta mai.

    Condizionamento della vita?
    So che la reputazione è fatta di giudizi stratificati e che questa condiziona concretamente possibilità e percorsi.
    C'é un solo sguardo giudicante che puo' modificare la mia "Identità Profonda....ontologica ed olistica "
    Il mio.
    Ultima modifica di restodelcarlino; 23-09-2025 alle 14:50

  9. #9
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio

    ...ma...

    Sembra una domandina facile-facile, anodina.
    In realtà, poni il problema del "giudizio" nella gestione dell'interfaccia sociale.
    E non si puo' liquidare l'argomento in fretta e furia, in due parole in croce.
    Abbiamo, infatti, la combinazione di diversi elementi..."variabili", per parlà 'ngegnèro.
    Ed ogni elemento é binario. Cioé puo' assumere due valori .

    Abbiamo 2 "soggetti": Io e l'altro/a. Ed ognuno puo' essere "giudice" e/o "giudicato".
    Abbiamo 2 "oggetti di giudizio": la "persona" ed il "comportamento".

    E da questo, cosa deriva?
    Una sfilza di interrogativi:
    1) Io-persona, come reagisco sottoposto a un "giudizio identitario", cioé, come vivo un giudizio che riguardi la mia identità profonda? Ciò che “sono”?
    2) Io-comportamento, come reagisco ai giudizi sulle mie azioni/modo di agire? quanto riconosco, correggo o nego i giudizi che colpiscono i miei atti particolari?
    3) Altro/a-persona, quale diritto, o forse pretesa, ho di esprimere un giudizio sulla identità altrui, sulla sua “natura”?
    4) Altro/a-comportamento, quanto mi limito a valutare i singoli gesti, senza considerarli prova di identità/personalità/natura intrinseca (ontologica, tiè )?

    Per non parlare delle "Domande di riserva":

    Fino a che punto è legittimo ridurre la persona ai suoi comportamenti? Dove tracciare la linea tra giudizio sulla persona e sul comportamento?
    Ogni giudizio sull’altro riflette anche un’immagine di me stesso?Come riconoscere (e limitare) le proiezioni personali?
    È possibile vivere senza giudizio, o esso è condizione strutturale della comunità?
    Con quali criteri giudichiamo? Etici (bene/male)? Funzionali (utile/dannoso)? Estetici (bello/brutto)?
    In base a chi/cosa si stabiliscono tali criteri: Persona/Ente singolo, gruppo, cultura?
    Quali dinamiche emergono quando i giudizi si accumulano nel tempo e costruiscono reputazioni?
    È possibile progettare “buone pratiche di giudizio”, o resta inevitabile il rischio di fraintendimento e stigmatizzazione?

    ....si, ho capito: chiedevi risposte e non una sfilza di domande...rispondo.

    Per me il giudizio è inevitabile in quanto fa parte del processo decisionale, della vita quotidiana: prendere informazioni/valutarle/"giudicare"/agire/verificare/correggere-memorizzare.
    Lo faccio io, lo fanno tutti/e. Sempre.
    Quindi, giudico in continuazione e sono giudicato in continuazione.
    Poi c'é il "Giudizio"di tipo esplicito, formale: "la comunicazione".
    Come "la prendo"?
    Ne schematizzo due livelli:
    Se riguarda il comportamento, lo considero un dato utile per la fase "verificare/correggere/memorizzare" del processo.
    Se riguarda la persona, pesa di più, perché tende a fissarmi in un’etichetta, riducendo la complessità della mia identità.
    Non sono impermeabile: ogni giudizio è uno specchio che mi rimanda un’immagine, a volte deformata. Quindi, filtro. Per capire se è un riflesso degli altri o se coglie davvero qualcosa di me.
    Ammetto che i giudizi mi influenzano: ogni interazione con l'ambiente esterno (in senso lato)lo fa. Io "ne faccio risorsa": accolgo ciò che serve come correzione di rotta; rigetto ciò che percepisco come proiezione esterna.
    Si, il processo di "Rimessa in discussione" é per me un processo continuo. Come la falsificabilità delle teorie scientifiche: non si arresta mai.

    Condizionamento della vita?
    So che la reputazione è fatta di giudizi stratificati e che questa condiziona concretamente possibilità e percorsi.
    C'é un solo sguardo giudicante che puo' modificare la mia "Identità Profonda....ontologica ed olistica "
    Il mio.
    Bellissima riflessione, molto saggia e profonda.
    Ed è molto saggio anche sapersi rimettere in discussione continuamente.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  10. #10
    رباني L'avatar di King Kong
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    Devo differenziare:
    Giudizio sulla mia persona, positivo: mi imbarazza, molto.
    Giudizio sulla mia persona, negativo: se si tratta di contraenti, avversari, antagonisti mi piace rispolverare una frase che andava per la maggiore ai tempi del liceo. La frase è questa:
    “Scorre sui binari della mia indifferenza senza provocare il minimo attrito”.
    Se si tratta di amici, parenti, colleghi che hanno frainteso le mie intenzioni, la cosa mi ferisce molto e comunque al soggetto scalo almeno dieci posizioni dalla scaletta degli amici. Per sempre e senza possibilità di appello!
    Giudizio sulle cose che faccio, positivo o negativo: che sia una fotografia, un racconto, un lavoro, un’azione la più disparata, mi incuriosisce molto e provo a capire le ragioni del giudizio ed eventualmente farne tesoro, anche se più spesso rivendico le mie di ragioni.
    Insomma, non sono molto elastico, credo di avere la memoria dell'elefante e posso aspettare anni seduto sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere del mio nemico.
    Aut hic aut nullubi

  11. #11

    Citazione Originariamente Scritto da King Kong Visualizza Messaggio
    posso aspettare anni seduto sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere del mio nemico.

    ...che passi il mio nemico, travolto dalla corrente, che urla "AI..UTO!!!", permettendo di rispondergli: "No. Non ce l'ho. se avessi un UTO, te lo darei. Mi spiace...vai al mare?"

  12. #12
    رباني L'avatar di King Kong
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    Citazione Originariamente Scritto da restodelcarlino Visualizza Messaggio



    ...che passi il mio nemico, travolto dalla corrente, che urla "AI..UTO!!!", permettendo di rispondergli: "No. Non ce l'ho. se avessi un UTO, te lo darei. Mi spiace...vai al mare?"
    Aut hic aut nullubi

  13. #13
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Citazione Originariamente Scritto da King Kong Visualizza Messaggio
    Devo differenziare:
    Giudizio sulla mia persona, positivo: mi imbarazza, molto.
    Giudizio sulla mia persona, negativo: se si tratta di contraenti, avversari, antagonisti mi piace rispolverare una frase che andava per la maggiore ai tempi del liceo. La frase è questa:
    “Scorre sui binari della mia indifferenza senza provocare il minimo attrito”.
    Se si tratta di amici, parenti, colleghi che hanno frainteso le mie intenzioni, la cosa mi ferisce molto e comunque al soggetto scalo almeno dieci posizioni dalla scaletta degli amici. Per sempre e senza possibilità di appello!
    Giudizio sulle cose che faccio, positivo o negativo: che sia una fotografia, un racconto, un lavoro, un’azione la più disparata, mi incuriosisce molto e provo a capire le ragioni del giudizio ed eventualmente farne tesoro, anche se più spesso rivendico le mie di ragioni.
    Insomma, non sono molto elastico, credo di avere la memoria dell'elefante e posso aspettare anni seduto sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere del mio nemico.
    Sei dello Scorpione?
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  14. #14
    Opinionista L'avatar di Ninag
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    Mi è capitato di recente stare con delle persone che adoravano farsi i cavoletti degli altri, non vi dico che disagio, per me, le persone posso pure camminare a testa in giù che poco mi tange. Talvolta può capitare a tutti di esprimere un'opinione, la cosa importante è sempre il rispetto( questo sconosciuto). In alcuni ambienti il rischio di bullismo è molto elevato, basta una frase detta senza neppure darci troppo peso e magari la persona diventa il bersaglio in un attimo, probabilmente chi ha bisogno di pontificare le azioni altrui ha delle zone di se stesso che non conosce o riconosce, basta poco per gettare una persona in pasto alle malelingue.

  15. #15
    رباني L'avatar di King Kong
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    Citazione Originariamente Scritto da dark lady Visualizza Messaggio
    Sei dello Scorpione?
    fuochino... segno d'acqua con la luna a dimora...
    Aut hic aut nullubi

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