Un mattino di metà ottobre, nel "Chiostro dei mistici" di discuterepuntoit comparve un foglio ingiallito: nessuno vide chi l'avesse posto sul leggio, ma tutti riconobbero la calligrafia.
Era del Monaco.
“Fratelli (e sorelle) del mondo liquido e cartavelinico, senza più costanza, né sani principi, quindi ormai inutile e assurdo,
parto per l’altrove. Dove le domande non pretendono risposte logiche. Dove non vi siano baia e cachinni. Dove le moderatrici si moderino nei loro appetiti e nessuno si permetta di violare alcunché (pulzelle comprese).
Non cercatemi: sono in modalità ontologica "off "
Vi benedico nell’ombra."
Il Monaco.”
Silenzio.
Persino Dark, che di solito rideva dei misteri, tacque. Vega fissava il foglio con lo sguardo analitico di chi vorrebbe sezionare anche l’anima al microscopio. Axe, mezzo commosso e mezzo scettico, bofonchiò: "E mo’ questo che fa, si ritira in un eremo digitale? Speriamo cha abbia, almeno lui, acqua corrente e riscaldamento."
Breakthru si tolse gli occhiali: "Non è un addio, è un atto di disobbedienza poetica."
"O di stanchezza" aggiunse Ninag, guardando in alto, come a seguire una corda invisibile che si perdeva nel cielo. Dark si scosse dal torpore : "Comodo, però. Sparisce, lascia due frasi in corsivo e diventa leggenda. Io se stacco il telefono per due giorni, mi danno per dispersa in un aperitivo...e me li trattengono".
Kanyu, con voce più dolce, sussurrò: " I veri maestri non muoiono. Cambiano forma. Come il vapore del tè."
KingKong annuì, con la solennità di un derviscio. E scatto' una foto. Preparo' la didascalia :
" È tornato all’Uno. A quella curva di silenzio dove le parole si spogliano di sé stesse."
Doxa, esaminato il documento con l'attenzione che dedica di solito ai parchemini o al Codex, parlo' : " La verità, sorella, è che ogni monaco fugge dal chiostro quando scopre che il chiostro è dentro di lui." - "See, o quando scopre che l’affitto del chiostro è aumentato", annui' Dark, in un turbinio di chiome scarlatte.
Comincio' a farsi sera.
Il Bartender puliva bicchieri lucidissimi. Un grillo ritardatario smise subito, perché comprese che non era aria.
Ale parti' per scacciare la malinconia pedalando sotto la pioggia, contando dislivelli per non contare le assenze. Dark, china sul bancone delle amazzoni, scrisse una cronaca che iniziava con la frase: “Un maestro è scomparso, e non si sa per chi suona la campana. O la tromba ?"
Axe arrivo' alla conclusione che, finalmente, ce l'avessa fatta : dopo anni di minacce di ascesi, si fosse dato alla latitanza spirituale. Vega, intervenendo con l'intuizione di chi é vissuta nel valdarno, corresse : "Non latitanza, ma evaporazione ontologica. Fenomeno comune nelle menti con troppa metafisica sovralimentate a liquerizia". Breakthru, dopo ricerche (con IA )nel codice di Giustiniano ed in quello di Hamurrabi, pensò che anche l’ascetismo, in fondo, poteva essere una forma di patriarcato mistico.
Solo Kanyu, in veranda, accese una lanterna giapponese e la lasciò fluttuare nell’aria fredda.
"Arrivederci, vecchio fantasma del verbo"disse piano.
Un rumore di passi frettolosi, di sandali francescani sui ciottoli ruppe il silenzio.
PACE, il discepolo, comparve sulla soglia. Era infreddolito ma raggiante, come un corriere celeste con un messaggio che scotta.
"Ma..." gridò. " si farà vivo a Natale! "
Gli altri lo fissarono, sospesi tra speranza e ironia.
"Ma come, non s’era dissolto nell’Uno?"- chiese Vega, già pronta a smontare la notizia.
"Dissolversi non vuol dire sparire"- rispose PACE, con l'autorevolezza del giusto- " Ha detto che tornerà solo per fare gli auguri, e per vedere se discuterepuntoit sarà migliorato di un decimale."
"Allora non torna"- commentò Axe, tirando una boccata di sigaro.
Ma perfino lui rise.
Ninag si commosse:
"Almeno sapremo che il silenzio non è stato un addio, ma un respiro trattenuto."
Dark sollevò il bicchiere:
"Ai maestri...giudici che se ne vanno per poter tornare come fantasmi migliori."
Kanyu suonò due note sul suo flauto, un frammento di melodia zen. KingKong chiuse gli occhi e citando il sufista prediletto Jalāl al-Dīn Rūmī
“Ciò che è reale non può perire, ciò che perisce non è mai stato reale.”
Un raggio di luce, imprevisto, tagliò il chiostro.
Nel punto esatto dove il foglio del Monaco era stato trovato, ora giaceva una piuma grigia.
Nessuno la toccò. Tutti, in silenzio, la riconobbero : il promemoria che il Monaco non fosse scomparso: solo sfumato nella banda grigia tra presenza e assenza.
Quando PACE partì, lasciò una promessa sul tavolo:
“Tornerà per gli auguri, e porterà con sé un sorriso di polvere e di stelle.
Dice che non vuole che siate tristi, ma solo più veri.”
Ale rise, finalmente: "Allora pedalerò fino al giorno del suo ritorno. Magari trovo pure la pienezza."
" E la pienezza dove sarebbe, secondo te?" chiese Ninag.
"In cima alla salita che non finisce mai "rispose Ale, avviandosi verso la porta.
La lanterna di Kanyu, ancora accesa, oscillava lieve nel crepuscolo.
Sembrava attendere qualcuno.





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