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Discussione: Il vuoto e il nulla

  1. #1
    Opinionista
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    Il vuoto e il nulla



    Carlino, Vega, oggi questo post lo dedico a voi due. Lo meritate

    In un noioso forum di filosofia c’è un dibattito su il “vuoto” e il “nulla”. Sono sinonimi ? Non sono sinonimi né contrari.

    In sintesi:

    Vuoto significa senza contenuto. Esempi: bottiglia vuota, scatola vuota, ecc..

    Nulla, invece, allude al non essere, a ciò che non esiste.

    Il vuoto è uno stato della materia, il suo “stato zero assoluto”, è una descrizione della realtà, per come appare.

    Il nulla è assenza di possibilità, nulla può accadere, non c’è spazio né tempo, né materia né energia.

    Il vuoto dà la possibilità: una bottiglia posso riempirla perché visivamente è vuota, però sappiamo che all’interno della bottiglia vuota c’è l’aria, ci sono gli atomi, ecc..

    La fisica classica descrive il vuoto come assenza di materia ed energia;

    la fisica quantistica, invece, ci dice che nel vuoto c'è un ribollire di attività. E’ pervaso da fluttuazioni di energia, da particelle “virtuali” come elettroni e positroni.

    Se il vuoto posso riempirlo allora significa che è spazio: entità tridimensionale che comprende lunghezza, larghezza e profondità.

    Nel vuoto qualcosa può accadere, nel nulla no.


    Così è (se vi pare) scrisse il sor Luigi Pirandello
    Ultima modifica di doxa; 16-11-2025 alle 18:09

  2. #2
    رباني L'avatar di King Kong
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    Una storia vera

    Avevo 22 o 23 anni.
    Un lunedì mattina faccio il giro delle mie colleghe con un bigliettino sul quale avevo scritto:
    "La vita é per il nulla la conferma della felicitá di essere nulla".

    Da quel giorno, ogni volta che dalla porta principale facevo il mio ingresso, le colleghe, riunite in capannello in fondo al corridoio si davano leggere gomitate e lanciavano sguardi nella mia direzione palesemente cambiando discorso e ammiccando sorrisi ipocriti.
    Quando la cosa diventò oltremodo esplicita, mi recai in un negozio di animali e comprai un campanellino di quelli che si mettono al collare dei cani di piccola taglia e lo cucii sul orlo dei blue jeans.
    Così, dal lunedì sucessivo, ogni mio spostamento veniva scandito dal suono del campanellino.
    Le colleghe non tardarono a domandarmi direttamente il perchè di questa stramberia.
    "Così mi sentite arrivare già prima di vedermi e non dovete cambiare discorso all'improvviso" fu la mia risposta.
    Vabbeh, l'anno sucessivo feci un biglietto per l'India di sola andata,
    chissà cosa avranno raccontato le colleghe ai loro nipoti...
    Aut hic aut nullubi

  3. #3
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Riguardo al vuoto quantistico, le particelle virtuali che si generano non possono essere rilevate ma possiamo osservare la loro influenza indirettamente, tipo nel disturbo sugli elettroni con la loro carica elettrica.
    C'è poi un fenomeno che riguarda i buchi neri. L'enorme gravità dei buchi neri influenza le particelle e può far sì che le due particelle virtuali non possano pecorrere la via dell'annichilazione. Ciò avviene quando una delle due rimane intrappolata al di là dell'orizzonte degli eventi. Non potendo più interagire e restiruire quindi quell'energia presa a prestito dal vuoto, si separano e diventano particelle vere e proprie, reali. Succede però che quell'energia mancante, non restituita dalla particella virtuale e dalla sua antiparcella, venga data dalla massa del buco nero, che diminuisce anche se in maniera infinitesimale. Il fenomeno è detto "evaporazione" ed è stato il buon Hawking a scoprire il fenomeno. Le particelle che si formano e sfuggono dal buco nero, sono chiamate Radiazione di Hawking.
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  4. #4
    Opinionista L'avatar di Vega
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  5. #5

  6. #6
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    Vega, Carlino, questo pomeriggio vi offro la “bevanda” da voi preferita: “Quantum” !

    Da oggi a Como c’è la mostra “Quantum”, realizzata da Italian Quantum Weeks nell’ambito del Festival della luce.



    L’esposizione propone un percorso divulgativo e interattivo per avvicinare il pubblico alla scienza e alle tecnologie quantistiche.

    E’ un’occasione per comprendere e sperimentare i princìpi che governano il sub-atomico e le sue straordinarie applicazioni.

    Tramite installazioni multimediali, esperimenti interattivi e giochi scientifici, la mostra offre ai visitatori la scoperta dei princìpi fondamentali della fisica quantistica (dalla sovra-opposizione all’entanglement (che vor di, che significa ?) fino alle nuove frontiere dell’informatica, della sensoristica e delle comunicazioni quantistiche.

    “Sul finire dell’Anno Internazionale della Scienza e della Tecnologia Quantistica, la mostra Quantum offre a tutti l’opportunità di incontrare la teoria della meccanica quantistica in una veste nuova, legata alle tecnologie quantistiche – afferma Maria Bondani, ricercatrice CNR – Istituto di Fotonica e Nanotecnologie – Abbiamo scelto strumenti di comunicazione divertenti e coinvolgenti per raccontare concetti complessi e controintuitivi, come la sovrapposizione e l’entanglement, che sono alla base della teoria e delle sue applicazioni. In un mondo in continua trasformazione, è sempre più indispensabile aumentare la consapevolezza quantistica, per essere pronti a comprendere i cambiamenti che la teoria quantistica sta introducendo nella nostra vita quotidiana”.


  7. #7
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Parenclisi era un concetto ideato da Epicuro per spiegare la formazione dei corpi. Gli atomi, nel loro moto verticale nel vuoto, a volte deviano casualmente dalla loro traiettoria, scontrandosi così con altri e potendo unirsi ed aggregarsi grazie a questa . Lo stesso concetto fu chiamato clinamen da Lucrezio.

    Mi scuso se il nostro esimio Ing. avesse già provveduto a parlarne. Il vuoto mi ha fatto venire in mente la commedia di Moliere, Les femmes savantes (Le donne sapienti o Le Intellettuali), dove i protagonisti discettano di concetti filosofici, di vortici e di vuoto, e così, citando Epicuro, mi sono messa a controllare.
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  8. #8
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    L'abate e filosofo francese Fredegiso di Tours, di origine anglosassone, morto nell'834, nell'anno 800 scrisse un breve trattato in forma di epistola: "De nihilo et tenebris" (= Il nulla e le tenebre), detta anche: "De substantia nihili et tenebrarum".

    Secondo questo filosofo a ogni nome corrisponde una cosa, perciò il nihil è una realtà, esiste.

    Nel testo Fredegiso affronta un tema che all'epoca era spesso dibattuto: la natura e il significato dei termini indicanti privazione, come 'nulla' e 'tenebre'. Egli voleva dimostrare che parole come nihil e tenebrae designano 'cose', perciò esistenti.

    Nel dire nulla noi ci intendiamo, comprendiamo il significato della parola: perciò esiste qualcosa che indichiamo con questo termine; allo stesso modo diciamo tenebre, non ci limitiamo a dire non luce, anche in questo caso esiste un designato.

    Nella Bibbia e nei testi dei Padri della Chiesa il riferimento al nulla e alle tenebre, allude alla realtà: il mondo è stato creato ex nihilo; Dio separò le tenebre dalla luce; le tenebre «erant super faciem abyssi». Come interpretare queste indicazioni?

    La tesi di Fredegiso è che nel suo essere nominato e pensato il nulla si rivela esistente.

    Pensare Dio significa che esiste: "dum dicit 'nihil' cum audit nomen Dei dum dicit, cum audit" scrisse Anselmo d'Aosta.

    Non appena (il negatore del nulla) dice 'nihil'» scrive Fredegiso, deve ammettere che il nulla esiste.

    Ed ora passiamo alla biografia.

    L'abate e filosofo francese Fredegiso di Tours, di origine anglosassone, morto nell'834, fu il successore del teologo e pedagogo Alcuino di York. Questo, dopo essere stato maestro della scuola di York, nel 782, invitato da Carlo Magno si trasferì ad Aquisgrana (= Aachen) per dirigere la Scuola palatina. Divenne consigliere del re, come tale partecipava a dibattiti teologici e politici.

    La "Schola palatina", fondata nel 780 circa, era un cenacolo di intellettuali provenienti da ogni parte dell'impero carolingio. Si riuniva nel palazzo imperiale di Carlo Magno, ad Aquisgrana.

    Alcuino si dedicò anche alla riforma dell'istruzione, introducendo lo studio del "trivium" (grammatica, retorica, logica) e del "quadrivium" (aritmetica, geometria, musica, astronomia), inoltre favorì l'istituzione di scuole nei monasteri e nelle cattedrali.

    Nel 796 Alcuino accettò l'incarico di abate del prestigioso monastero di San Martino, a Tours, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. In questa abbazia istituì una nuova scuola monastica e si dedicò alla revisione della Bibbia in lingua latina, che poi divenne il testo di riferimento per i monasteri europei. Morì a Tours il 19 maggio 804.

    A succedergli, come suddetto, fu Fredegiso di Tours, che poi divenne cancelliere di Ludovico il Pio (778 – 840), re dei Franchi e imperatore del Sacro Romano Impero, dopo suo padre, Carlo Magno.

    Il "cancelliere del re" era un funzionario di alto rango, responsabile della "cancelleria": la segreteria e l'archivio reale. Scriveva gli atti legislativi, i decreti e le lettere del monarca. Era una figura fondamentale nel Medioevo, spesso un ecclesiastico, che si occupava anche di altri atti amministrativi e giudiziari. Inoltre, conservava il sigillo reale.

  9. #9
    Sull'argomento, forse il più contro-intuitivo della fisica contemporanea, ho appena terminato un librettino (manco 200 pagine) di Guido Tonelli.
    "L'eleganza del vuoto- di cosa é fatto l'universo".
    Gradevolissimo testo divulgativo, adatto per chi ha l'orticaria a scorger formule e linguaggio da iniziati. Nemmeno una formula, simbolo o equazione. Con alcune analogie estremamente calzanti per spiegare il "vuoto pienissimo". Ed excursus (gradevolissimi e non cattedratico-accademici)su filosofia, letteratura, musica...
    Lo consiglio: utile anche per chi conosca un po' la materia. Meglio: "si illude di conoscere eccetera..." Come me.
    Prezzo onesto.

  10. #10
    Opinionista L'avatar di gillian
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    Il vuoto ed il nulla, già... Ma la partita si gioca nella quantizzazione della gravità e dello spazio tempo, un nuovo modello matematico collega la meccanica quantistica alla relatività generale ottenendo una versione quantizzata della metrica dello spaziotempo ed individuando deviazioni significative rispettosi risultati classici.
    Sulla phisical review D, definisce l'equazione della q-desic, un'analogia quantistica delle geodetiche che descrivono i percorsi di oggetti soggetti alla gravità.
    L'obiettivo dello studio è fornire osservabili utili a distinguere tra le diverse teorie di gravità quantistica oggi studiate, da stringhe a loop quantum gravity.

    Il gruppo guidato da Benjamin Koch ha affrontato uno dei nodi più complessi della fisica teorica: la quantizzazione della metrica in un campo gravitazionale sfericamente simmetrico e statico, un modello utile per descrivere sistemi come il campo solare. In meccanica quantistica le grandezze fisiche non sono definite con precisione, ma rappresentate da distribuzioni di probabilità. Applicare questa logica alla curvatura dello spazio-tempo implica che la metrica non sia più una funzione esatta, ma un oggetto quantizzato, con incertezza intrinseca.
    ricercatori hanno verificato quando sia possibile sostituire l’operatore metrico con il suo valore atteso, superando una difficoltà matematica cruciale che aveva finora impedito questo tipo di calcoli. L’equazione risultante mostra che le traiettorie di particelle immerse in uno spazio-tempo quantizzato non coincidono necessariamente con i percorsi più brevi previsti dalla relatività generale. Nel caso della sola gravità newtoniana le differenze risultano estremamente ridotte, dell’ordine di 10^(-35) metri, troppo piccole per qualsiasi verifica sperimentale.

    La situazione cambia quando viene introdotta la costante cosmologica, responsabile dell’espansione accelerata dell’Universo. In questo quadro le q-desic divergono sensibilmente dalle geodetiche classiche non solo a scale microscopiche, ma anche a scale cosmologiche di circa 10^(21) metri. A distanze intermedie, come l’orbita terrestre, le differenze restano trascurabili. Alle grandi scale dove la relatività generale incontra problemi aperti, tra cui le anomalie di rotazione delle galassie, la discrepanza diventa significativa e potenzialmente osservabile.

    Gli autori sottolineano che il nuovo approccio non intende sostituire le teorie esistenti, ma suggerire un criterio sperimentale che possa aiutare a discriminare tra i diversi modelli di gravità quantistica. La possibilità di quantificare il comportamento di particelle che si muovono liberamente in uno spazio-tempo quantizzato apre una prospettiva per confrontare teoria e osservazioni, tema finora quasi assente nel settore.

    La ricerca indica inoltre che la metrica quantizzata può produrre segnali rilevabili su scale cosmiche, offrendo un potenziale strumento teorico per affrontare fenomeni ancora poco compresi. Gli autori proseguiranno l’analisi per valutare se gli effetti previsti dalle q-desic possano essere collegati ad anomalie astrofisiche note e se la metodologia possa essere estesa a scenari più complessi.

    “Il risultato più rilevante di questo lavoro è l’indicazione che le fluttuazioni quantistiche dello spaziotempo potrebbero produrre effetti osservabili su scale cosmologiche, offrendo una pista concreta per collegare la gravità di Einstein con la meccanica quantistica.” È il commento di Massimo Della Valle, Dirigente di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) Accademico dei Lincei, allo studio pubblicato su Physical Review D che propone una formulazione quantistica della metrica gravitazionale e introduce l’equazione delle cosiddette q-geodetiche.
    Ulteriori verifiche sono necessarie .. ma se verificata la teoria il mio pensiero va alla possibile spiegazione delle anomalie riscontrate nella rotazione delle galassie con l'implicazione della materia oscura e tutta la teoria cosmologica standard dovrebbe essere ripensata!
    sono modesto e me ne vanto!
    Gil

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