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"Iste est Mediterraneus"
Adesso un breve “intermezzo” storico per non farvi provare la sensazione di asfissia (come i pesci fuor d'acqua) per mancanza di notizie. La notizia che vi offro è vecchia di secoli, ma è sempre piacevole ricordare i giorni fasti e nefasti.

“Iste est Mediterraneus”: questo è il Mediterraneo, il “Mare Nostrum”, un mare tra le terre, oppure terre intorno al mare. Un Mare interno, collegato al possesso, alla correlazione di popoli diversi ma accomunati da questo mare.
L’Impero Romano non c’è più in quello spazio acqueo che Roma aveva controllato per molti secoli, da quando, si racconta, Scipione l’Africano si era seduto pensoso sulle rovine di Cartagine, nel territorio dell'attuale Tunisi.
Dopo la conquista della Sicilia, della Sardegna e della Corsica durante le guerre puniche, combattute contro Cartagine, la frase Mare nostrum venne usata per riferirsi al solo Mar Tirreno.
Dal 30 a. C. il dominio romano si estendeva dalla Penisola iberica all’Egitto e l'espressione Mare nostrum cominciò a essere usata per riferirsi a tutto il Mediterraneo. Per indicare tale mare, venivano impiegati anche altri nomi, come Mare Internum ("Mare Interno").
“Abi, nuntia […] Romanis, caelestes ita velle ut mea Roma caput orbis terrarum sit” (= Vai e annuncia ai Romani che la volontà degli dèi celesti è che la mia Roma diventi la capitale del mondo) Tito Livio, “Ab Urbe condita, I, 16).
L'espressione latina “caput mundi” (= capitale del mondo) è riferita alla città di Roma, con riferimento alla grande estensione raggiunta dall' Impero romano.
Poi il Mediterraneo da “cosa nostra” divenne plurale.
Nel 630 d. C. gli Arabi, nel nome di una nuova religione, stavano diventando padroni della sua sponda meridionale.

“cives romanus sum” (sono cittadino romano)
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