-
Cono e Pace, Dominus vobiscum
Stasera vi voglio raccontare che in Israele quando si percorre la strada litoranea sulla costa occidentale del Mar Morto verso la rocca di Masada, ultimo avamposto della resistenza giudaica contro l’avanzata delle legioni romane nel 73 d. C., si vede una rupe salina che la tradizione ha denominato “la moglie di Lot”. Fratel Cono l'hai vista quando sei stato in Israele ?
Chi era Lot ? Il nipote del patriarca Abramo.
Lot abitava a Sodoma con la sua famiglia. Ricevette la visita di due angeli nelle sembianze di uomini. Offrì loro ospitalità e protezione, poi questi gli dissero di allontanarsi dalla città prima della sua distruzione per volere di Dio, che fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco. Distrusse queste località, la valle con tutti gli abitanti e la vegetazione.
I due uomini dissero a Lot: “Prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere coinvolto nel castigo della città: Lot indugiava, allora i due presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie […]”. Dopo averli condotti fuori città, uno dei due disse loro di non guardare indietro mentre si trasferivano e di non fermarsi nella valle, invece durante la fuga la moglie di Lot guardò indietro, e… divenne una statua di sale (Genesi 19, 26), trasformandosi nell’emblema di chi è sempre rivolto al passato, considerato come un paradiso perduto.
Voi due siete rivolti al passato ? Lo sapete che gli uccelli quando volano non si girano mai indietro ? Sono sempre protesi in avanti.
Anche lo scorrere del tempo è simile a una spinta costante e obbligata verso il futuro.
A proposito del tempo che passa, il poeta di epoca romana Orazio (Quintus Horatius Flaccus, 65 a. C – 8 a. C.) scrisse numerose poesie, 103 le pubblicò in quattro libri. Sono comprese nella raccolta titolata “Odi” (Carmina). Nel secondo libro (14,1) c’è questa locuzione in lingua latina: “Eheu fugaces labuntur anni” (= Ahimè, fuggevoli scorrono gli anni).
Il poeta, parlando di sé, non riusciva ad accettare la propria vecchiaia, con il passare degli anni.
L'espressione di Orazio collima con i versi di Virgilio: “Fugit inreparabile tempus” = Il tempo fugge irreparabilmente; (Georgiche, III, 284). Il tempo corre veloce e non si può recuperare. L'espressione completa è "Sed fugit interea, fugit inreparabile tempus", nel contesto originario Virgilio la usa per esortare gli agricoltori a cogliere il momento giusto per il lavoro dei campi, poiché ogni attimo perso non tornerà più. Nel corso dei secoli, la formula è stata abbreviata in “tempus fugit”, diventando simbolo della caducità della vita e del tempo.
Ed ancora: “Breve et inreparabile tempus omnibus est vitae” (= … il tempo della vita è breve e irreparabile per tutti, Eneide X, 467 – 468).
Altra locuzione di Virgilio nell’Eneide (X, 467) “Stat sua cuique dies” (= A ciascuno è dato il suo giorno): è un frammento delle parole di Giove a Ercole, che piange per l'approssimarsi della morte di Pallante per mano di Turno, e il padre degli dèi lo consola. L'intera frase dice: “Stat sua cuique dies, breve et inreparabile tempus / Omnibus est vitae” (= A ciascuno è dato il suo giorno, il tempo della vita / è breve e irreparabile per tutti). Nemmeno il padre degli dei può modificare il Fato, il tempo di vita e della morte è stabilito e immutabile. Ciò ricorda la frase che la Sibilla Cumana rivolge a Enea quando visita gli Inferi e incontra Palinuro: “desine fata deum flecti sperare precando” (= cessa di sperare di cambiare i fati degli dei con la preghiera).
Cono e Pace, diletti confratelli, domani è lunedì, è ora di tornare a casa, come nella parabola del “figlio prodigo”, raccontata nel vangelo di Luca. Le moderatrici come madri misericordiose vi accoglieranno. 
-
Cono, senza consultarci hai deciso di lasciare improvvisamente ma temporaneamente il forum, perché sei stato coinvolto dalla superbia, dall’alterigia, coinvolgendo Pax. Ti sembra normale ?
Prima di andartene potevi almeno dare la soddisfazione a dark lady di farti bannare. Invece niente, da te mai “na gioia”.
Ed eccoti come ti sei ridotto da quando frequenti la confraternita dei flagellanti

Ti hanno fotografato dopo il rito dell’autoflagellazione

Ti sembra normale che per redimerti dai peccati devi autoflagellarti in pubblico ?
E a proposito di superbia ecco cosa dice Dante nella prima delle sette cornici del decimo canto del Purgatorio, dove è espiato il più grave dei sette peccati capitali (versi 112 – 123)
Io cominciai:Maestro, quel ch’io veggio
muovere a noi, non mi sembian persone,
e non so che, sì nel veder vaneggio».
Ed elli a me: «La grave condizione
di lor tormento a terra li rannicchia,
sì che ‘ miei occhi pria n’ebber tencione.
Ma guarda fiso là, e disviticchia
col viso quel che vien sotto a quei sassi:
già scorger puoi come ciascun si picchia».
O superbi cristian, miseri lassi,
che, de la vista de la mente infermi,
fidanza avete ne’ retrosi passi,

Ultima modifica di doxa; 25-11-2025 alle 11:06
-
Buongiorno doxa, ho letto con piacere il racconto su Israele e i personaggi biblici, soprattutto le citazioni di Orazio e Virgilio, il pensiero immediatamente lo ho associato a delle terzine che Dante Alighieri riporta nel VI canto del purgatorio della Divina commedia dal paragrafo 24 al 45 dove cita la vicenda di Pier da la Broccia alla donna Bramante seconda moglie di Filippo III detto l'Ardito. Dante nella sua metrica esprime dei dubbi sulle preghiere che vengono rivolte a dei condannati del purgatorio in modo da abbreviare la pena inflitta. Chissà che Dante abbia estrapolato dalla sua immensa memoria quei brani poetici di Orazio e Virgilio.
-
Ciao Durante, ogni tanto c'incontriamo 
Dante conosceva bene le opere di Orazio e di Virgilio, infatti quest'ultimo lo scelse come guida nel viaggio dantesco.
Amplio le strofe da te indicate nel VI Canto del Purgatorio, per includere anche il brigante Ghino di Tacco.
Quiv’era l’Aretin che da le braccia
fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte,
e l’altro ch’annegò correndo in caccia.
Quivi pregava con le mani sporte
Federigo Novello, e quel da Pisa
che fé parer lo buon Marzucco forte.
Vidi conte Orso e l’anima divisa
dal corpo suo per astio e per inveggia,
com’e’ dicea, non per colpa commisa;
Pier da la Broccia dico; e qui proveggia,
mentr’è di qua, la donna di Brabante,
sì che però non sia di peggior greggia.
Come libero fui da tutte quante
quell’ombre che pregar pur ch’altri prieghi,
sì che s’avacci lor divenir sante,
io cominciai: "El par che tu mi nieghi,
o luce mia, espresso in alcun testo
che decreto del cielo orazion pieghi;
e questa gente prega pur di questo:
sarebbe dunque loro speme vana,
o non m’è ’l detto tuo ben manifesto?".
Ed elli a me: "La mia scrittura è piana;
e la speranza di costor non falla,
se ben si guarda con la mente sana;
ché cima di giudicio non s’avvalla
perché foco d’amor compia in un punto
ciò che de’ sodisfar chi qui s’astalla;
e là dov’io fermai cotesto punto,
non s’ammendava, per pregar, difetto,
perché ’l priego da Dio era disgiunto.
Veramente a così alto sospetto
non ti fermar, se quella nol ti dice
che lume fia tra ’l vero e lo ’ntelletto.
"Quiv’era l’Aretin che da le braccia
fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte,"
questi versi (13 e 14) riferiti al brigante Ghino di Tacco li ricordo dal tempo del socialista Bettino Craxi, che firmava con lo pseudonimo “Ghino di Tacco” i suoi articoli e i suoi editoriali di analisi politica pubblicati sul quotidiano “L’Avanti”, organo del Partito Socialista Italiano.
Craxi scelse questo pseudonimo come risposta all’epiteto che il direttore del quotidiano “la Repubblica”, Eugenio Scalfari, aveva spregiativamente accostato la “rendita di posizione” di Bettino nel quadro politico italiano a quella del celebre bandito medievale che, dalla Rocca di Radicofani, assaliva i viandanti nell’allora unica via di comunicazione tra Firenze e Roma, la via Cassia.
Ultima modifica di doxa; 25-11-2025 alle 10:52
-

Iracondo Cono, stamane ti dedico questo post per descriverti la Self-compassion, l’auto-compassione.
La psicologa Kristin Neff ha elaborato il concetto di autocompassione, definendolo come trattamento amorevole e premuroso di sé durante le fasi difficili della vita. E tu sei in un periodo difficile della tua vita, ti ribelli all’andropausa e le sue conseguenze, tra le quali i problemi con la memoria, che ti fa dimenticare molte cose, per esempio la tua casa virtuale, il forum “Discutere.it”.
Noi del forum siamo consapevoli della tua irascibilità, dovuta alla persistente depressione a sfondo religioso, e pazientemente aspettiamo che ti passi questa fase dolorosa. 
Ti suggeriamo anche di seguire i consigli della psicologa Neff riguardo l’auto-compassione, cioè essere gentile, comprensivo e non critico verso di te, specialmente nei momenti di dolore, fallimento o inadeguatezza.
Devi trattarti con la stessa empatia e bontà che offriresti a un amico in situazioni simili e non giudicarti o criticarti in modo negativo per il tuo agire istintivo e non riflessivo.
Questa pratica è fondamentale per la tua salute mentale ed emotiva. Ti permette di accettare le tue imperfezioni.
L'autocompassione ha un ruolo determinante per un atteggiamento più gentile e comprensivo.
Tutti commettiamo errori, te in modo esagerato, comunque accettali come parte della tua esperienza quotidiana, senza avere la costrizione morale ogni mattina di andare in chiesa per confessarti.
L'autocompassione riduce lo stress e l’ansia, diminuisce i livelli di cortisolo e ti dà la sensazione di tranquillità. Inoltre rafforza l'autostima. Non basta, aumenta la resilienza, ti consente di accogliere positivamente l’agire di dark lady.
L'auto-compassione ti aiuta a ridurre i tuoi sintomi depressivi, ti dà la sensazione di pace interiore e contentezza, come quando sogni di essere in Paradiso.
Evita di criticarti continuamente per i tuoi reiterati peccati di superbia e di lussuria, ai quali non sai resistere, nonostante le continue preghiere e confessioni.
Persevera nel dedicarti alla “sana alimentazione vegetariana”, a praticare l’attività fisica (hai finito di raccogliere le olive con le quali produci un noto olio extravergine ?), ad impegnarti in attività che inducono piacere e relax.
E ricorda, autocompatirti non implica egoismo o indulgenza eccessiva, ma comprensione delle tue azioni malvage.


Ultima modifica di doxa; 28-11-2025 alle 15:32
-
Doxa oltre ad avere una preparazione analitica sull'arte, la commenti in modo che sia compresa anche chi non è particolarmente preparato come me, leggendo i commenti di altri utenti noto interessamento. Indipendentemente da questo mio parere sull'arte viene menzionato conogelato sulla sua condotta religiosa che non ero a conoscenza su determinati atteggiamenti che personalmente non condivido pur rispettando le sue scelte perché diversamente non potrei fare. Approvo i tuoi suggerimenti nei suoi confronti che mi fanno pensare a sfondi psicoanalitici con un pizzico di sana ironia, sperando che venga recepita nella dovuta maniera dall'amico e sottolineo amico conogelato.
-
Gentile Durante, ignoro la condotta religiosa di Cono.

Non credere a ciò che dico di lui. M’invento situazioni per un post e lo coinvolgo a sua insaputa. Mi piace prenderlo in giro bonariamente e lui lo sa, da bravo cattolico mi sopporta, qualche volta ne ride. Lo reputo una buona persona, un po’ suscettibile.
Approfitto di questa occasione che mi hai dato per risponderti, per inviargli anche oggi la “lettera”. 
Sancti Cono e Pax, ave !
Sanctissimo domino nostro Cono de Conibus, sappiamo (?) che in modo occulto leggi i nostri post (o forse no) perché non hai ancora reciso il “cordone ombelicale” con questo forum, che è per te “madre e matrigna”, se preferisci, “padre e patrigno”.
Mentre ti scrivo tu sei allo stadio per applaudire e criticare l’Empoli, ma la sera quando sei a letto, e non riesci a prendere sonno, ti fai continue domande sul senso della vita, se è “normale” cercare il significato della vita o viverla e basta. A tali domande cerchi di risponderti con l’uso, a volte eccessivo, del “flusso di coscienza,” in inglese “stream of consciousness”: è un concetto utilizzato in psicologia e nella letteratura.
Fu coniato dallo psicologo William James ed è nel suo libro titolato "Principi di Psicologia" del 1890.
La comprensione di questo concetto è essenziale per esplorare le dinamiche psichiche e le tecniche narrative che cercano di catturare la realtà del pensiero umano.
Come concetto psicologico descrive il flusso continuo di pensieri, sensazioni e percezioni nella mente di un individuo.
Come tecnica narrativa il flusso di coscienza è spesso usato nei romanzi a sfondo psicologico è utilizzato da vari scrittori, Permette, tramite il monologo interiore, inteso come voce narrativa e senza interlocutore, di esternare e scrivere i propri pensieri in modo libero e disordinato. E’ spesso caratterizzato da ricordi, rimorsi, rimpianti, riflessioni, frasi lunghe senza regole grammaticali.
Tale tecnica letteraria fu ideata dalla scrittrice britannica May Sinclair, pseudonimo di Mary Amelia St. Clair (1863 – 1946) ma fu teorizzata dal filosofo e psicologo francese Victor Egger (1848 – 1909), autore del libro titolato “La Parole Intérieure: essai de psychologie descriptive”, pubblicato nel 1881. Il genere letterario ebbe ulteriore sviluppo dopo le pubblicazioni riguardanti la psicoanalisi di Sigmund Freud, che conosceva il libro di Egger.
Questa tecnica fu diffusa da scrittori come James Joyce, Italo Svevo, Virginia Woolf, William Faulkner, Luigi Pirandello e altri.
Joyce nel suo romanzo “Ulisse”, pubblicato nel 1922, elimina ogni barriera tra la percezione reale delle cose e la rielaborazione mentale. Molte parti del romanzo sono narrate con la tecnica del flusso di coscienza: i pensieri del protagonista scorrono senza punteggiatura.

L'immagine è un poster che celebra l'anno di pubblicazione del romanzo Ulisse di James Joyce, nel 1922. Il testo presente nell'immagine è un collage di frasi e parole tratte dal primo capitolo del libro, disposte a formare il ritratto dell'autore.
A rileggerci, Cono e Pace 
Ultima modifica di doxa; 30-11-2025 alle 22:51
-

Cono in pantofole davanti al televisore. Stasera ad Empoli fa freddo ed ha preferito rimanere in casa. Guarda distrattamente la tv perché il suo pensiero è rivolto a noi, suoi diletti seguaci riuniti nel forum “Discutere.it”.
Cono, sanctificetur nomen tuum, laudato sii.
Suonatore di arpe angeliche, cultore dell’esicasmo, tu che conforti i dubbiosi, confermi gli incerti, ammonisci gli sconsiderati, rinvigorisci i pavidi, facci sapere come vanno le vendite del tuo libro titolato: “L’orgia perpetua”. Spero bene ! Comunque non subordinare la tua vita alla sola letteratura. Non dire che sei soltanto “un uomo-penna” e che l’ispirazione ti arriva attraverso tale strumento. Sei consapevole che il tuo afflato deriva dal “centro di ascolto” parrocchiale, dove laicamente ami sapere la vita privata degli altri e dare loro consigli intrisi di religiosità cristiana.
Lo sappiamo che per sottrarti alla volontà paterna, che per te aveva deciso un altro destino, hai scelto la vita consacrata e quella letteraria.
Scrivi oltre dieci ore al giorno per riuscire ad ottenere soltanto un paio di capoversi impeccabili.
Tutto quel tempo ti serve per controllare le frasi, evitare le cacofonie, verificare le allitterazioni, i pronomi relativi, a non farti sopraffare dalla tendenza di trasformare la prosa in poesia.
Con maestria narrativa, alterni i primi piani con i campi lunghi.
Il tuo abbandono alla volontà di Dio, con la convinzione che Egli ama e perdona, ha suscitato in te quattro regole per vivere nella tranquillità. Sono regole che spesso mi ripeti:
chiama chi ti chiama,
ignora chi ti ignora,
dimentica chi ti dimentica,
ama chi ti ama.
O. K., va bene. Infatti noi del forum seguiamo pedissequamente quanto ci dici, senza variazioni o deviazioni, con attenzione ai dettagli.
Non ti dimentichiamo, invochiamo spesso il tuo nome “cum gaudio”.
Anche noi vogliamo suggerirti alcune regole che devi tener sempre presente:
non frequentare altri forum, ti deviano dalla retta via,
non seguire chi non ti considera,
il rispetto non si mendica e l’amore non si implora,
chi tiene davvero a te non ti lascia mai da solo.
Ricordalo sempre 
Ultima modifica di doxa; 06-12-2025 alle 17:03
-
Va bene Cono, “continuiamo così: facciamoci del male”: è la celebre frase di Nanni Moretti nel film “Bianca”, che ben si addice al tuo allontanamento dal forum per frequentare le cosiddette “ong pro-Pal”.
Nel suo film Moretti fa riferimento alla torta Sacher.
Ecco il dialogo.
Michele Apicella (Nanni Moretti) e Il patrigno di Martina (Alberto Cracco)
“Lei non faccia il tunnel!
Cosa?
Lei mi sta scavando sotto e mi toglie la panna. La castagna da sola, sopra, non ha senso. Il Montblanc non è come un cannolo alla siciliana, che c'è tutto dentro e come uno zaino lei se lo porta appresso per un mese e sta sicuro: il Montblanc si regge su un equilibrio delicato, non è come la Sacher Torte.
Cosa?
La Sacher Torte.
Cos'è?
Cioè... Lei, praticamente, non ha mai assaggiato la Sacher Torte?
No.
Va be'. Continuiamo così, facciamoci del male!”
“Farsi male”, l’autolesionismo. Il dolore autoinflitto, a volte può essere un percorso per evolvere verso il Paradiso.
Lo so che per te soffrire è un modo per sentirti cristianamente vivo, perciò rispetti sempre l’insegnamento di Gesù presente nel Vangelo di Matteo: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra;” (5, 38 – 39).
Questo insegnamento è un principio fondamentale dell’etica cristiana: non è un invito alla passività ma a rispondere al male con un gesto di misericordia verso l’aggressore.
L’ammaestramento di Gesù è stato interpretato dal Mahatama Gandhi e da Martin Luther King come un atto di non violenza attiva, da altri, invece, come un atto di masochismo.
Si fa presto a dire “masochismo”. Ci sono differenti tipologie di masochismo, distinte dalla progressione di gravità. Come potremmo altrimenti distinguere l’altruista dal masochista? “Porgere l’altra guancia”, quando è Vangelo e quando sintomo?
Sigmund Freud in vari suoi lavori cita il bisogno di auto-punizione e le pulsioni: queste sono forze psichiche che influenzano il comportamento umano, inducono ad agire, esprimono desideri, si manifestano in modi inconsci e repressi, facendosi del male in vari modi: individui ridotti in miseria con il gioco d’azzardo, anoressie di corpi esangui da affamare, i guidatori cosiddetti “spericolati”.
E’ importante capire quando si entra nell’ambito psicologico o psichiatrico.
Spesso il masochismo è l’autopunizione di chi non riesce a vivere all’altezza dei propri ideali, come accade a te in questo forum, perché non riesci a redimere chi pecca. 
E ti subentra la “coazione a ripetere”: la modalità inconscia che t’induce a voler ripetere precedenti esperienze senza ricordarne il prototipo.
Pure per oggi mi sono divertito ad immaginare il dialogo con Cono, o meglio San Cono, mio paziente lettore.


-
Divin Cono, siamo nel periodo dell’Avvento, perciò speranzosi del tuo ritorno fra noi.
Per favorire il lieto evento oggi ti dedico tre post, non uno al giorno ma uno dopo l’altro per non lasciarti nell’attesa. In cambio, dal tuo stellato soglio volgiti a noi e concedici il tuo perdono.
Le tue parole salvifiche fluttuano lievi e gentilmente si toccano, imprevedibili nelle loro traiettorie, descrivono geometrie casuali e forse anche esistenziali. Leggère, sinuose, producono suoni, lo scampanio è nenia, armonia che dà ordine al caos e invita alla contemplazione.
Ti piace la suddetta ouverture ?
In caso affermativo è giusto che tu sappia che la frase “stellato soglio” è nell’opera lirica “Mosè in Egitto” (testo: Andrea Leone Trottola, musica: Gioachino Rossini); il debutto avvenne il 5 marzo 1818 al “Teatro San Carlo” di Napoli.
Come chiusura di questo post ti propongo un “tuffo nel passato”. Non un passato qualsiasi, ma il tuo, per farti ricordare quei momenti di allegria natalizia in famiglia che ti hanno lasciato il segno ? Da giovane padre allestivi l’albero di Natale addobbandolo con tante mele rosse, come questo

Ti sei commosso ?
segue
Ultima modifica di doxa; Ieri alle 10:13
-
/2
A proposito di mele. Una fece riflettere il matematico e fisico inglese Isaac Newton (1642 – 1727), noto per la teoria della gravitazione universale e l’invenzione del calcolo differenziale.
Si racconta che Newton nel 1666 fosse seduto sotto un melo nella sua tenuta a Woolsthorpe quando una mela gli cadde in testa. Tale evento, secondo la leggenda diffusa da Voltaire nella quindicesima delle sue “Lettere filosofiche”, indusse lo scienziato inglese a riflettere e ad elaborare la teoria sulla gravitazione universale.
In verità Newton disse che la nozione di forza di gravità si formò nella sua mente mentre era in contemplazione: vide una mela cadere dall’albero e si domandò: perché cade sempre perpendicolarmente al terreno? Perché non cade di lato o verso l'alto, ma sempre verso il centro della Terra ?
Detta così, la scoperta della legge di gravitazione universale sembra quasi dovuta a un’intuizione fortunata, ma l’apparenza inganna. Newton aveva pensato parecchio al problema prima di quella sera e ci mise altri venti anni, tra ragionamenti, calcoli ed errori, a pubblicare la sua teoria.

segue
-
/3
Un’altra mela: quella del “peccato originale”: questa espressione non c’è nella Genesi. E’ il “frutto proibito” che Eva colse per poi farlo mangiare anche ad Adamo. Conseguenza di questo peccato, l’allontanamento da Dio dei progenitori dell’umanità.
Eva fu tentata dal serpente a mangiare l’anonimo frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, che Dio aveva esplicitamente vietato.
“Dio il Signore diede questo comandamento all’uomo: ‘Tu potrai mangiare di ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morirai” (Genesi 2, 16 – 17)
Cono lo sai come si chiamava quella cosiddetta “mela” ? “Malus sieversii”!: questo è il nome latino della “mela di Eva”, frutto del melo selvatico da cui si presume discendano le varietà di mele.
C’è da dire che in quel capitolo biblico non c’è scritto che quel frutto era una mela. Il termine usato in ebraico per “frutto” è “perì”, un termine generico che si riferisce a qualunque tipo di frutto, non identifica una specie precisa.
La confusione tra il frutto proibito e la mela forse avvenne nel Medioevo. In latino, la parola “male” (intesa come “peccato”) è malum, anche la mela nella lingua latina è detta malum.
L’errata interpretazione è stata poi diffusa attraverso immagini sacre e insegnamenti catechistici.
Dal punto di vista religioso non è importante sapere la natura del frutto, ma l’atto trasgressivo compiuto da Eva e da Adamo a un comando di Dio.
Anche nel Nuovo Testamento, dove il peccato di Adamo ed Eva è più volte ricordato (cfr. Romani 5:12-19; 1 Timoteo 2:14), non si fa mai menzione del tipo di frutto, ma si insiste sulla disobbedienza al volere di Dio.
Ultima modifica di doxa; Ieri alle 20:47
Permessi di Scrittura
- Tu non puoi inviare nuove discussioni
- Tu non puoi inviare risposte
- Tu non puoi inviare allegati
- Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
-
Regole del Forum