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Discussione: Francesco d'Assisi

  1. #1
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    Francesco d'Assisi

    Il 6 gennaio, giorno dedicato al ricordo religioso dell’Epifania di Iesus, si dice che “tutte le feste si porta via”, con riferimento alla conclusione delle festività natalizie e all’arrivo dei re Magi.

    Ma il 6 gennaio 2026 si concluderà anche il “Giubileo 2025”, iniziato il 24 dicembre 2024.

    Non basta, perché ci attende un altro “giubileo”, quello francescano, dedicato all’ottavo centenario della morte (transito) di Francesco d’Assisi. Il 10 gennaio 2026, verrà celebrato alla Porziuncola, nella basilica dedicata a Santa Maria degli Angeli, nella città umbra.



    Francesco d’Assisi, nato nel 1181 circa e morto nel 1226. Fondatore dell’Ordine dei Francescani, fu proclamato santo dal pontefice Gregorio IX nel 1228.

    Il transito alla vita eterna di Francesco non fu un addio malinconico, prima della dipartita chiese ai suoi confratelli di cantare le lodi al Signore, intonando egli stesso un salmo di Davide. Volle poi ascoltare il Vangelo di Giovanni, il brano che cita il passaggio di Gesù verso il Padre.

    Le celebrazioni in suo onore sono cominciate nel 2023, ottavo centenario della “Regola bollata”, scritta nel romitaggio a Fonte Colombo da Francesco per i “Frati Minori”, e del presepe vivente a Greccio.

    La cosiddetta “Regola bollata” fu la terza delle regole scritte da Francesco, ed è ancora oggi in vigore. La elaborò in collaborazione con il cardinale Ugolino di Anagni, patrono dell’Ordine francescano, eletto al soglio pontificio col nome di Gregorio IX. Il cardinale Ugolino corresse alcune parti della Regola, dandogli forma giuridica. E’ strutturata in 12 capitoli e venne approvata il 29 novembre 1223 dal papa Onorio III con la bolla “Solet annuere”, perciò è detta “Regola bollata".

    Nel 2024 è stato commemorato l’ottavo centenario delle stimmate a La Verna, in provincia di Arezzo. E' il luogo dove Francesco ricevette le stimmate nel 1224. C'è oggi un noto santuario francescano.

    Nel 2025 ricordo della stesura del “Cantico delle creature”, avvenuta nel 1224. Il Cantico delle Creature o "Laudes Creaturarum", oppure "Cantico di Frate Sole", fu composto da Francesco due anni prima di morire, dopo una notte di sofferenza e preghiere, al termine della quale avrebbe avuto una visione, la cosiddetta "certificatio", in cui Dio gli annunciò la salvezza eterna.

    Nel 2026 ottavo centenario della sua morte. Per celebrarlo sono previsti vari eventi. In questo mese, a Roma, nella chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi a “Ripa Grande” (l’ho citata ieri in altro post), la prima chiesa francescana nell’Urbe, il 17 dicembre ci sarà l’apertura ufficiale delle manifestazioni alla presenza delle autorità religiose e civili.
    Ultima modifica di doxa; 14-12-2025 alle 13:51

  2. #2
    Ottocento anni di Francesco: si tirano fuori le tovaglie buone, i convegni sobri (cioè lunghissimi) e le omelie profumate di povertà…
    Dei tre grandi ordini, oggi, resta una trinità curiosa: l’Inquisitore, il Gesuita e il Fantasma.
    I domenicani, ligi come geometri dell’anima, hanno custodito il sacro talento del no: no al dubbio, no all’ambiguità, no alla vita che non entra nei formulari. Gli inquisitori non bruciano più i corpi, per carità, ma continuano a sterilizzare le coscienze: operazione pulita, indolore, molto sinodale.
    I gesuiti, invece, hanno vinto tutto. Non il mondo, troppo volgare, ma il linguaggio. Flessibili come giunchi, leggono i segni dei tempi con la perizia di un trader etico: tutto si discerne, nulla si dice, ogni cosa si sposta di lato. Il gesuitismo è l’arte suprema di avere ragione anche quando si cambia idea.
    E il francescanesimo? Ah, quello è rimasto nei dépliant. Povero, umile, radicale… come slogan. Francesco camminava scalzo; i suoi eredi camminano sulle parole. Al massimo, qualche sandalo
    Il francescanesimo non è un ricordo edificante né una cornice verde per documenti vaticani. È una ferita aperta. È l’imbarazzo permanente del potere religioso davanti a uno che ha preso il Vangelo alla lettera, gesto imperdonabile. Francesco non “sceglie la povertà”: la subisce con gioia, e così facendo smaschera tutti. Non fonda un ordine: crea un cortocircuito. Non predica dall’alto: parla da sotto, dal punto più basso, dove la teologia fa fatica a inginocchiarsi senza rompersi le ginocchia.
    Oggi il francescanesimo sopravvive come profumo d’incenso bio: si diffonde bene, non disturba nessuno. Si parla di poveri senza toccarli, di creato senza rinunciare a nulla, di fraternità universale firmata in triplice copia. Francesco dava fastidio ai vescovi del suo tempo; i francescani moderni danno conforto ai comunicati stampa.
    Il vero francescanesimo non è assente: è espulso con educazione. Perché ricordare Francesco sul serio significherebbe togliersi qualcosa, e questo, agli "addetti ai lavori", è ancora considerato un peccato mortale.

  3. #3
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    Bravo Carlino ! Concordo con quanto hai scritto

    Allora meriti un altro post, questo...

    Ieri ho dedicato un post a Jacopa de’ Settesoli ed ho citato il convento e la chiesa dedicati a San Francesco d’Assisi nell’omonima piazza nel rione Trastevere, a Roma. In questo luogo vengono ricordate le permanenze di Franciscus in città e l'aiuto in suo favore da parte di quella nobildonna.

    Al primo piano del convento, con accesso dalla sagrestia della chiesa, si accede nella cella dove dormiva Francesco quando veniva a Roma. Nella stanza c'è un antico affresco che raffigura il "Poverello d'Assisi" realizzato dal pittore, scultore e architetto Margarito o Margaritone d'Arezzo (1240 circa – 1290), compaesano di Vega.

    Ieri ho anche scritto che nella chiesa di San Francesco a Ripa c’è una famosa opera del Bernini che raffigura l'estasi della beata Ludovica Albertoni. In una cappella è custodito il corpo di san Carlo da Sezze, in un'altra i resti del pittore Giorgio De Chirico.

    Fra le varie immagini dedicate nel tempo a Francesco d’Assisi c’è quella realizzata nel 1220 circa nella Cappella dedicata a San Gregorio nel monastero benedettino di Subiaco, in provincia di Roma. Questo dipinto è il più antico che si conosca. Francesco è ritratto senza aureola e senza le stimmate, che ricevette nel 1224 nel monte della Verna.


    L’immagine è inserita in un riquadro rettangolare con all’esterno una stretta striscia di croci alternate rosse e nere su fondo bianco, sembrano fargli da cornice su tre lati, escluso quello inferiore.

    La figura del santo di Assisi spicca su un fondo scuro. Indossa il saio, stretto in vita da un cordone, il cingolo con tre nodi: simboleggiano i tre voti dei Francescani: castità, obbedienza e povertà.

    Francesco è a piedi nudi. Il barbuto viso è “incorniciato” dal cappuccio.

    Guardando l’immagine:

    in alto, ai due lati della testa del santo, sulla sinistra c’è la scritta “Fr(ater), sulla destra: Fra(n)ciscu(s)”.

    In basso, sulla sinistra, è raffigurato l’anonimo committente del dipinto. E' un frate o un monaco ?

    Con la mano sinistra Francesco mostra un cartiglio con le parole “Pax huic domui” (= Pace a questa casa).

    L’autore dell’affresco è sconosciuto.


    Francesco ha lo sguardo dolorante: sono visibili le cicatrici vicino gli occhi dopo la dolorosa operazione chirurgica subita.
    Ultima modifica di doxa; 14-12-2025 alle 16:18

  4. #4
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    San Francesco d'Assisi è un santo molto caro alla mia famiglia, non solo per il santo che è un modello di amore e di umiltà ma anche perchè il padre di mia madre si chiamava così, ed io a mio nonno gli ho voluto davvero tanto bene...
    Grazie doxa per averlo omaggiato!
    Corteggiata da l'aure e dagli amori, siede sul trono de la siepe ombrosa, bella regina dè fioriti odori, in colorita maestà la rosa CLAUDIO ACHILLINI

    La regina del sud sorgerà nel giudizio. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone (Matteo 12:42)

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