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Risultati da 1 a 15 di 36

Discussione: Sigmund Freud, pescatore dell'inconscio

  1. #1
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    Sigmund Freud, pescatore dell'inconscio



    Vega ha scritto
    Doxa "pescatore di anime" (perdute ). Getta e rigetta in acqua l'amo in paziente attesa
    Ciao Vega,

    il nostro amico alla fine ha afferrato l’esca ma è rimasto attaccato all’amo. Quell’anima, creduta perduta, è tornata tra noi, forse.

    A proposito, la metafora del pescatore che pazientemente aspetta la preda è spesso usata in psicoanalisi.

    Nel saggio di Sigmund Freud “L’interpretazione dei sogni”, pubblicato nel 1900, il pesce è presente come esempio di spostamento simbolico, perché collegato a temi di fertilità, sessualità, nascita, collegandosi alla sua teoria generale dei simboli onirici, che vede gli oggetti del sogno come rappresentazioni mascherate di desideri repressi.

    Il suddetto libro segna il passaggio del metodo psicoanalitico dalla tecnica della libera associazione di idee al nuovo metodo che privilegia l’attività onirica per accedere ai contenuti inconsci della psiche.

    Freud in modo metaforico mette l’amo come simbolo dell’ascolto analitico, che permette allo psicoanalista di cogliere la presenza mascherata ed enigmatica dell’inconscio del paziente.

    Il testo è introdotto da questo verso di Virgilio: “Flectere si nequeo Superos, Acheronta movebo” = Se non potrò piegare gli dei, muoverò Acheronte (Eneide, VII, 312).

    L’Acheronte sarebbe un ramo del fiume Stige, che scorre nel mondo sotterraneo dell'oltretomba. Caronte, secondo la mitologia greca e romana, nell’Ade traghettava le anime dei defunti. Virgilio, nell’Eneide dice che le faceva attraversare il fiume Stige. Per altri autori, compresi Pausania e, in seguito, Dante Alighieri, il fiume era Acheronte.

    Tornando a Freud, si può tentare di accostare la figura dello psicoanalista a quella del pescatore? Cosa hanno in comune?
    Lo psicoanalista agisce come un pescatore, con pazienza attende che il pesce abbocchi al suo amo, che dalle parole del paziente in seduta emergano le perturbazioni del discorso che svelano la verità inconscia.

    Il filosofo francese Michel Onfray nel suo libro titolato: “Crepuscolo di un idolo. Smantellare le favole freudiane”, oltre a criticare le teorie di Freud, propone di interpretare gli ami da pesca come i simboli dei fondamenti sui quali Freud ha costruito la propria teoria dell’inconscio e quindi la psicoanalisi.

    Lo psicoanalista sa attendere e capire dalle parole del paziente l’emergere di un elemento inatteso, imprevisto, capace di aprire a scenari inediti e non ancora formulati.

    Proprio come il pescatore, lo psicoanalista, rimane nella posizione di ascolto fluttuante.

    Se il pescatore tira la lenza con il giusto tempismo, egli riesce ad evitare la fuga del pesce, catturandolo. Così l’analista, con il giusto tempismo, è capace di aprire la faglia aperta sull’inconscio dalle parole del paziente, facendo emergere la verità rimossa.

    Lo psicologo e psicoanalista, Gianfranco Ricci, in un suo articolo dice che “Come il pescatore, l’analista non cerca, ma trova!”


  2. #2
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    Carissimo, a quanto ho modo di ricordare da qualche lettura, quindi molto "coppa coppa" io avrei una convinzione. La produzione scientifica di Freud non è il risultato di un semplice "interesse per la verità", il quale interesse peraltro, mi pare sia dono di pochi. Invece Freud cercava di dare una giustificazione alle proprie pulsioni "di pancia". Per spiegarle a "sé stesso" prima che agli altri, elaborò una nuova scienza cioè per l'appunto la "psicanalisi" che Freud considerava molto lontana dai parametri e dai metodi di scienze al suo tempo "affermate" come "psichiatria" o "psicologia". Il problema di Freud è un eccessivo giustificazionismo prima verso sé stesso e poi verso i propri pazienti, i quali erano davvero dei "casi clinici" come nell'opera omonima. Insomma dare una spiegazione scientifica a cose come l'omosessualità o le nevrosi o l'asocialità, voleva essere nelle intenzioni un voler dire: non è corretto discriminare alcune categorie di persone rinchiudendole in sanatori o case di tolleranza perché le loro patologie, se spiegate, possono essere prima capite e poi "curate". Dai tempi di Freud, che è comunque un pioniere, è passato circa un secolo perché il suo messaggio venisse decodificato e compreso. Non mi risulta infatti che ad oggi i casi mettiamo di "schizofrenia" vengano trattati come si faceva un tempo, sbagliando, con cose come l'elettroshock. Grazie a Dio la psicanalisi non si basa su rimedi esogeni come per l'appunto l'elettroshock, ma sulla parola e la comprensione. Si potrebbe dire che cose come queste le potrebbe sicuramente elargire un prete, che nei nei casi più incomprensibili parlerebbe di "santità" fenomeni "Beata Vergine Maria" o altro. Invece Freud voleva che la comunità scientifica prendesse atto che le malattie psicologiche sono semplici malattie, che possono essere rimosse elaborando ciò che determina il subconscio di quegli individui che manifestano i relativi sintomi.

  3. #3
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    Vero è che all'epoca non c'era niente e ha gettato le basi per uno studio della psiche, ma oggi possiamo dire che diverse concezioni freudiane sono sorpassate, per una più moderna conoscenza della mente, dello sviluppo dei bambini, dei sogni e altro, aggiungendoci quelle che sono le nozioni fisiologiche e del DNA.
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  4. #4
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    Messer Durante e Madonna Vega bon matutino.

    Si, nel nostro tempo la psicoanalisi “ha fatto il suo tempo”: gli esperti dicono che non è efficiente come si credeva in passato. Cominciò ad essere di “moda” dagli anni ’50 dello scorso secolo. Numerosi film ispirati ad essa furono realizzati negli Stati Uniti. E il mio pensiero evoca il bravissimo regista e attore Woody Allen che in alcune opere cinematografiche proietta il suo inconscio, crea protagonisti che hanno le caratteristiche delle sue fobie, nevrosi, paure, ne descrive le debolezze.

    Ha la capacità di trattare temi complessi come l’amore, l’esistenzialismo e la morte con battute quasi surreali.

    Allen è anche sceneggiatore, clarinettista, scrittore prolifico. Per il cinema ha realizzato bei film, come "Io e Annie" (1977) e "Manhattan" (1979) nei quali unisce comicità, introspezione e temi universali. Per il film “Io e Annie” ricevette 4 premi Oscar nel 1978 : miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura originale e migliore attrice protagonista.

    Verso la nevrosi ha sempre mostrato la sua "stima" . In questo senso egli è e resta freudiano.

    Ha trasformato le sue insicurezze e nevrosi in arte, rendendole centrali nel suo umorismo. La sua capacità di ridere delle sue fragilità lo ha reso non solo un comico, ma anche un narratore, infatti ha scritto anche dei libri.

    E’ noto che Allen, in analisi dal 1959, forse lo è ancora, ha cambiato spesso terapeuta, intraprendendo analisi interminabili. Cominciò a frequentare gli psicoanalisti perché era malinconico senza saperne il motivo. Da quel momento la terapia diventò un appuntamento fisso, una volta a settimana.

    In alcuni suoi film allude a diverse tematiche freudiane: sesso, complesso di Edipo, rapporti con la madre, indipendenza affettiva.

    Allen nel suo rapporto con la psicoanalisi ha sempre fatto dell’ironia, e autoironia. Ha scritto battute come queste:

    “Ero molto depresso in quel periodo. Intendevo uccidermi, ma ero in analisi, e i freudiani sono molto severi al riguardo. Ti fanno pagare le sedute che perdi”.

    Altra versione della stessa battuta: “Facendo la psicoanalisi, risultò che tendevo al suicidio. Mi sarei ucciso ma… il mio psicanalista era freudiano rigido e quelli se ti ammazzi, te li ritrovi con la parcella in mano fin dentro al loculo”.


    “Dio è morto, Marx è morto, Freud è morto, anch’io non mi sento tanto bene!”.


    "La paura è la mia compagna più fedele, non mi ha mai tradito per andarsene con altri."

    “Per te io sono un ateo. Ma per Dio, io sono un leale oppositore”.

    “Non credo nella vita ultraterrena. Comunque, per sicurezza, porto sempre con me la biancheria di ricambio”.


    .

  5. #5
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    Freud purtroppo, ispirandosi ai miti, ha preso i casi limite, tipo il Complesso di Edipo, alla cui storia si è ispirato, e li spalmati sui comportamenti umani, anche dei bambini, addirittura come tappe. Se andiamo a vedere per esempio, il Caso del Piccolo Hans, sulle paure e comportamenti del bimbo ci ha ricamato parecchio.
    Oggi, un bambino piccolo, che manifesta i suoi disagi e paure legate al vissuto, le possiamo interpretare diversamente, per fortuna.
    Un bambino come Hans, di 4-5 anni, con l'arrivo di una sorellina, un trauma legato ad aver visto un incidente ad un cavallo, ha spiegazioni diverse che non la paura del padre, la castrazione, il complesso di Edipo. Qui c'è un discorso di cambiamento, di cambiamento di abitudini e di attenzioni da parte delle figure di accudimento, la gelosia possibile che può venire fuori con il nuovo o la nuova venuta. Da aggiungere la paura per l'incidente del cavallo. Il bambino poi aveva preso spesso a toccarsi i genitali. Sappiamo che i bambini lo fanno, iniziano già da piccolini, ma lo fanno anche come uno fra i comportementi per scaricare lo stress. All'epoca non lo sapevano e giù di interpretazioni sbagliate, fra Edipi, castrazioni, padri da eliminare & C. Senza contare che poi erano arrivate le classiche minacce genitoriali che si fanno ai bambini se non non fanno qualcosa o non smettono di farla. Come sarà stato questo bambino?
    Fatto sta che da lì in poi ci siamo dovuti sciroppare Edipo ed il suo complesso.
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  6. #6
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    Freud purtroppo, ispirandosi ai miti, ha preso i casi limite, tipo il Complesso di Edipo, alla cui storia si è ispirato, e li spalmati sui comportamenti umani, anche dei bambini, addirittura come tappe.
    Non sta certo a me ricordarti che il mito, in quanto racconto allegorico ha da sempre ispirato filosofi e pensatori e prima ancora poemi saghe ed epopee. Perché? Perché il mito consente di ridurre all'osso contenuti complessi come il ciclo "nascita/decadenza/morte" di una civiltà anziché di un singolo individuo. Che Freud lo abbia utilizzato nella valenza simbolica, ma relativamente a singole esperienze, per lo più limitate al contesto "familiare", è a mio modo di vedere un semplice espediente per individuare le dinamiche negative nelle interazioni tra genitori e prole. Più che una serie di avvenimenti come ci racconta su tutti Eschilo nella tragedia omonima in due atti, in Freud il mito, ripeto, ha un significato simbolico che però descrive esperienze non estrinseche ma intrinseche all'individuo, e sulla cui base universalizzare quel tipo di esperienza. Ecco dove è lo sbaglio: considerare il complesso, di Edipo come altri, non come segno di una situazione patologica ma semplicemente come una esperienza che "tutti" gli individui di sesso maschile sperimentano almeno una volta nella vita, e sulla cui base valutare il grado di maturazione dell'individuo in questione e di tutti i suoi simili. Questo è a mio avviso pretendere troppo.

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    Se andiamo a vedere per esempio, il Caso del Piccolo Hans, sulle paure e comportamenti del bimbo ci ha ricamato parecchio.
    Oggi, un bambino piccolo, che manifesta i suoi disagi e paure legate al vissuto, le possiamo interpretare diversamente, per fortuna.
    Si. Il bambino ha un gap di esperienze e di vissuto che lo rendono bisognoso di conoscenza, ossia di raggiungere un grado di equilibrio intellettivo che gli consenta di acquisire al più presto una certa autonomia di pensiero e di comportamento per quanto possibile. Che poi Freud gli attribuisca il complesso di Edipo come esperienza "necessaria" questo ripeto, mi pare troppo. Grazie a Dio la vita non è una tragedia greca.

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    Un bambino come Hans, di 4-5 anni, con l'arrivo di una sorellina, un trauma legato ad aver visto un incidente ad un cavallo, ha spiegazioni diverse che non la paura del padre, la castrazione, il complesso di Edipo. Qui c'è un discorso di cambiamento, di cambiamento di abitudini e di attenzioni da parte delle figure di accudimento, la gelosia possibile che può venire fuori con il nuovo o la nuova venuta.
    Ecco: questo mi pare più probabile e anche più "frequente". Il senso del "possesso" che si ha a quella età nei confronti dei congiunti costituisce il motivo di un forte trauma se arriva un secondo figlio/a a rompere le scatole. D'altra parte il confronto tra due fratelli/sorelle o tra un fratello e una sorella, è esso sì indispensabile per capire che non esistono solo i genitori ma anche altre persone, e quindi per affrettare la maturazione della sfera di "socialità" del bambino o bambina in questione. Se poi aggiungi l'asilo e le scuole primarie, allora direi che Freud, con tutti i meriti che possa avere avuto, vada messo un attimo in un canto.

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    Da aggiungere la paura per l'incidente del cavallo. Il bambino poi aveva preso spesso a toccarsi i genitali. Sappiamo che i bambini lo fanno, iniziano già da piccolini, ma lo fanno anche come uno fra i comportementi per scaricare lo stress.
    Sull'autoerotismo: questo insieme di pratiche latamente sessuali le condividono insieme ai bambini belli e fatti anche i feti, cioè il feto, prima del parto, parlo degli ultimi mesi, si tocca non perché gli piace ma perché vuole rendersi conto di cose come sé stesso e lo spazio che occupa, di come è fatto, ecc. La masturbazione deriva dal piacere provato nell'utero materno nel mettere in atto certe dinamiche. Il sesso, nella vita adulta, a mio parere ha molto a che vedere con quelle prime impressioni che vanno a determinare il bisogno di contatto fisico, quale vi può essere, se capita, tra uomini e donne adulti.

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    All'epoca non lo sapevano e giù di interpretazioni sbagliate, fra Edipi, castrazioni, padri da eliminare & C. Senza contare che poi erano arrivate le classiche minacce genitoriali che si fanno ai bambini se non non fanno qualcosa o non smettono di farla. Come sarà stato questo bambino?
    Fatto sta che da lì in poi ci siamo dovuti sciroppare Edipo ed il suo complesso.
    Si. Tieni sempre conto che è una teoria elaborata un secolo fa.
    Ultima modifica di sandor; 23-12-2025 alle 16:23

  7. #7
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    Tieni sempre conto che è una teoria elaborata un secolo fa.
    Appunto per questo ne parliamo. Il limite di Freud è stato quello di incentrare tutto sul sesso e prendere a prestito i casi limite e particolari dei miti (ci ha messo del suo anche Jung purtroppo, vedi Elettra) per imperniarci le sue teorie. Ma non funzioniamo così. Anche le famigerate tre fasi, orale, anale, genitale o fallica, non sono le tappe evolutive come lui le spiega.
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  8. #8
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    Vero è che all'epoca non c'era niente e ha gettato le basi per uno studio della psiche, ma oggi possiamo dire che diverse concezioni freudiane sono sorpassate, per una più moderna conoscenza della mente, dello sviluppo dei bambini, dei sogni e altro, aggiungendoci quelle che sono le nozioni fisiologiche e del DNA.
    daje...
    saresti in grado di spiegare in modo scientifico in cosa consisterebbe il "superamento" degli assunti fondamentali ?
    perché in effetti, da tutte le prassi professionali e connesse, le teorie freudiane sono integrate, e non smentite; come dire, puoi avere un jet sofisticatissimo, ma questo non smentisce i principi aerodinamici e fisici sui quali si sono basati i fratelli Wright per i loro primi voli;
    le cause organiche hanno un rilievo sui comportamenti, ma a livelli diversi di quelli oggetto della psicanalisi; questo è assolutamente dimostrato - in termini scientifici - dall'osservabilità e predittività; vale a dire: in presenza di un fattore osservabile X, c'è una significativa risultanza di un comportamento A, tale che al comparire di X, si può prevedere e intervenire su A;
    la maggior parte dei fattori organici non interferisce sui comportamenti nevrotici studiati da Freud, non spiega, non consente di prevedere, né di intervenire, laddove la terapia analitica - pure a volte discutibile - ha uno score di oltre un secolo di tendenziali conferme, e non di smentite; cioè, i risultati grossomodo convergono.
    c'� del lardo in Garfagnana

  9. #9
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    Per quello che sappiamo oggi, Freud non predice più quello che è il comportamemento dei bambini, facendo per esempio riferimento alle 3 fasi ed ai compelssi di Edipo ed Elettra. Semmai l'attenzione è spostata agli stili di attaccamento ed agli stili educativi parentali, in un mondo comunque compplesso di relazioni, bisogni e sfera emotiva. Inolte mi pare che la psicanalisi, almeno quella classica, dimentichi in un certo senso che siamo animali, e che tanti comportamenti, sono volti a quella che è la sopravvivenza, compresa la dipendenza e l'attaccamento alla madre in particolare e alle figure di accudimento.
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  10. #10
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    Per quello che sappiamo oggi, Freud non predice più quello che è il comportamemento dei bambini, facendo per esempio riferimento alle 3 fasi ed ai compelssi di Edipo ed Elettra. Semmai l'attenzione è spostata agli stili di attaccamento ed agli stili educativi parentali, in un mondo comunque compplesso di relazioni, bisogni e sfera emotiva.
    l'analisi non deve essenzialmente predire, ma spiegare per intervenire ex-post; proprio perché le variabili sono troppe;
    Inolte mi pare che la psicanalisi, almeno quella classica, dimentichi in un certo senso che siamo animali, e che tanti comportamenti, sono volti a quella che è la sopravvivenza, compresa la dipendenza e l'attaccamento alla madre in particolare e alle figure di accudimento.
    ripeto:
    le teorie analitiche non lavorano sullo spettro "animale" che citi; tutta la disciplina si è dovuta strutturare in modo rigoroso su questo; se non altro perché fino agli anni 80 ogni teoria e prassi passava al vaglio feroce di obiezioni del tipo che muovi tu, sostanzialmente neo-positiviste;

    c'è proprio una compartimentazione che sembri non conoscere, analoga alla differenza tra hardware e software; se hai problemi ai circuiti la macchina non parte, si pianta o mostra limitazioni di prestazione; ma se un software esegue operazioni sbagliate, ma intelligenti e coerenti, il problema è di programmazione;

    l'analisi si occupa essenzialmente dei processi adattivi, che operano proprio come dei software intelligenti e coerenti, elaborati a livello psichico in modalità tipiche e ricorrenti, osservabili; ma si tratta dell'elaborazione complessa e mediata delle fasi pulsionali di cui citi le teorie;

    cioè, dipendenze, attaccamento e accudimento, per restare nel tuo discorso, possono essere un hardware sofisticato, ma non determinano; per il semplice motivo che non provvedono a definire un meccanismo di trasmissione validabile scientificamente per trarne una legge;
    quello che si può fare, è "leggere" le risposte comportamentali in un quadro indiziario che rimanda a un processo grossomodo coerente, e allora i modelli di cui parli possono integrare la spiegazione;

    se il disagio di una persona si manifesta con la cleptomania - che è la compulsione a rubare oggetti non necessari - o con altre nevrosi molto mediate e tipiche, a presiedere a quelle forme deve essere necessariamente un sistema di elaborazione molto mediato e sofisticato, che è esattamente quel meccanismo di trasmissione;

    mi sono spiegato ? il punto è trovare la spiegazione più - provvisoriamente - efficiente del perché uno è cleptomane invece che agorafobo o ossessivo-compulsivo, o ha la fissazione di seguire tutte le donne vestite di rosso e solo quelle, oppure manifesta la propria aggressività contro se stesso, invece che contro chi gli genera rancore;
    difficilmente modelli più hardware, anche sofisticati, sono in grado di spiegare come gli imprinting vengono tradotti in quei comportamenti tipici senza una meditazione software;
    mentre, eventualmente, l'osservazione consente il percorso opposto, e cioè risalire anche ad una traumaticità del sistema "animale" che poi è stata elaborata in quel modo.
    c'� del lardo in Garfagnana

  11. #11
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    Stavamo parlando di Freud e di certi vecchiumi, giusto?. Ebbene, i vecchiumi di Freud (e non solo i suoi) non sono più in grado di spiegare i comportamenti delle persone e dei bambini dato che sono stati superati da conoscenze più moderne e direi scientifiche.
    Quando mi riferivo al fatto che siamo animali, mi riferivo al fatto che certe spiegazioni comportamentali e mentali, che lui attribuisce a quello che è poi stato il contenuto delle sue teorie, sono dovuti ad altri motivi. La fase orale freudiana, per esempio, è in realtà una fase evolutivo-cognitiva dei bambini, selezionata dall'evoluzione, comune anche ad altri animali, in cui la bocca è anche un primo organo di esplorazione, oltre che ovviamente di nutrizione, e non è esattamente come la spiega lui.
    E se dobbiamo andare a cercare qualcosa legato ad un senso positivo, di paicere e di gratificazione, durante l'allattamento aumenta l'ossitocina nella madre e nel bambino, di modo che aumenti e si consolidi l'attaccamento, creando un senso di benessere in entrambi.
    Lasciamo Freud al suo tempo e andiamo avanti con le concezioni moderne.
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  12. #12
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    Stavamo parlando di Freud e di certi vecchiumi, giusto?. Ebbene, i vecchiumi di Freud (e non solo i suoi) non sono più in grado di spiegare i comportamenti delle persone e dei bambini dato che sono stati superati da conoscenze più moderne e direi scientifiche.
    Quando mi riferivo al fatto che siamo animali, mi riferivo al fatto che certe spiegazioni comportamentali e mentali, che lui attribuisce a quello che è poi stato il contenuto delle sue teorie, sono dovuti ad altri motivi. La fase orale freudiana, per esempio, è in realtà una fase evolutivo-cognitiva dei bambini, selezionata dall'evoluzione, comune anche ad altri animali, in cui la bocca è anche un primo organo di esplorazione, oltre che ovviamente di nutrizione, e non è esattamente come la spiega lui.
    E se dobbiamo andare a cercare qualcosa legato ad un senso positivo, di paicere e di gratificazione, durante l'allattamento aumenta l'ossitocina nella madre e nel bambino, di modo che aumenti e si consolidi l'attaccamento, creando un senso di benessere in entrambi.
    Lasciamo Freud al suo tempo e andiamo avanti con le concezioni moderne.
    ovviamente, non hai capito nulla, perché parti da una nozione di fantasia dei concetti;
    come dire che le auto a motore a scoppio sono superate perché da Ford a oggi sono state scoperte altre cose sulla combustione;

    se resti così ignorante sulla disciplina che pretendi di criticare, non puoi che dire sciocchezze vaghe come queste;
    ma è ancora più rilevante la tua posizione del tutto irrazionale che rimuove la circostanza per cui dopo un secolo e passa di vaglio la psicanalisi non è stata buttata in discarica e il "vecchiume" è consolidato come una scoperta epocale e un salto nel pensiero e nella capacità di capire la realtà; da persona di scienza, dovresti razionalmente contemplare la Trust;

    io non capisco una cippalippa di ingegneria motoristica, ma posso osservare che se ancora non c'è un'alternativa economicamente efficiente al motore a scoppio, ci deve essere una spiegazione razionale, non esoterica, visto che sulla performance del trasporto c'è una competizione cui concorrono decine di milioni di soggetti specializzati;

    analogamente, se il "vecchiume" fosse una bufala superata, come irrazionalmente credi, sarebbe la barzelletta del secolo, smascherata dalla comunità scientifica, come i trucchi di Uri Geller;
    inoltre, l'analisi ha un potentissimo competitor nella farmaceutica - fosse possibile l'alternativa chimica alla terapia delle nevrosi, guadagni enormi - e un altrettanto potentissimo nemico nelle religioni, perché essa relativizza il super-io morale a una componente della struttura psichica;

    queste entità hanno tutto l'interesse a smontare il "vecchiume" a loro favore; ma, come sempre, una confutazione fondata risulta tale in breve, visto che avrebbe una forte remunerazione; se nel tempo non si produce, vuol dire che non ha fondamento empirico, e rimuovere questa regola non è razionale, né scientifico.
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #13
    Opinionista L'avatar di Vega
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    Mhhhhh...e dobbiamo capire, e curare se necessario, le bambine e le donne anche secondo "l'invidia del pene", sempre facendo riferimento alla formulazione fatta da Freud a suo tempo?
    Se per caso anche oggi il professionista partisse da una concezione come questa, vorrei tanto chiedegli a che pro a livello naturale e secondo l'Evoluzione, avremmo nella mente e nel comportamento, come esseri di genere femminile, tali pensieri e meccanismi e l'utilità, che tipo di adattamento sarebbe.

    Le sciocchezze vaghe le stai raccontando tu. Se il presuspposto di partenza per capire e curare è sbagliato, viene inficiato anche quello che sta a valle.
    Ultima modifica di Vega; 25-12-2025 alle 09:39
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  14. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Mhhhhh...e dobbiamo capire, e curare se necessario, le bambine e le donne anche secondo "l'invidia del pene", sempre facendo riferimento alla formulazione fatta da Freud a suo tempo?
    Se per caso anche oggi il professionista partisse da una concezione come questa, vorrei tanto chiedegli a che pro a livello naturale e secondo l'Evoluzione, avremmo nella mente e nel comportamento, come esseri di genere femminile, tali pensieri e meccanismi e l'utilità, che tipo di adattamento sarebbe.

    Le sciocchezze vaghe le stai raccontando tu. Se il presuspposto di partenza per capire e curare è sbagliato, viene inficiato anche quello che sta a valle.
    se tu fossi realmente sul pezzo, sapresti con una certa facilità che la vera critica importante alla psicanalisi che ha trovato un fondamento non riguarda la capacità esplicativa delle teorie, bensì la soglia di ciò che andrebbe considerato patologico e necessario di terapia perché "anormale" e variamente disfunzionale per un determinato livello di performance standard;

    una nozione come quella che citi di "invidia del pene" non è una patologia da curare - come fraintendi per ignoranza - ma semplicemente una modalità di reazione ed elaborazione dato un certo contesto culturale - quindi, software - di crescita;

    posto che è inutile che ripeta cose che non ti interessano e non vuoi sapere, il vero punto scientifico è che in termini epistemologici a un certo punto la teoresi viene superata dall'attitudine a produrre risultati: è utile o no la psicanalisi ? parrebbe di sì, sotto il profilo funzionale;

    il tuo errore è quello di giudicare la precisione di un pezzo d'artiglieria col criterio che si adotta per un laser per microchirurgia di precisione; con questo puoi operare un occhio ed è certamente più preciso del cannone; ma se devi buttare giù un palazzo distante 20 km, l'eventuale "errore" di mezzo metro è irrilevante.
    c'� del lardo in Garfagnana

  15. #15


    Insisti, Vega: non lo mollare!
    E' tornato...é tornato...é tornato...
    Tieni duro!
    (Non posso tenerti bordone , perché in materia sono incompetente)


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