A chi é autoproclamato custode del decoro della spiritualità , giunga un Natale degno di essere sopportato. Che il Bambino vi nasca pure nel presepe, purché non costringa a fare i conti con la povertà vera, l’umiltà concreta, la carità senza ricevuta. Celebri compuntamente: incenso davanti, conto dietro, morale alta e misericordia bassa. E tavola imbandita.
Auguro un Natale coerente come un’omelia sul distacco dai beni detta sopra un tappeto persiano: luminoso, composto, irreprensibile, e soprattutto innocuo. Che la fede vi resti intatta, possibilmente al riparo dal Vangelo; che la coscienza dorma serena, avvolta nella carta regalo della buona intenzione.
Pace in terra, sì — ma solo dopo le feste. E l'ammazza-caffé.





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