Toronto, 27 gennaio 2006
Non e' vero che siamo sempre piu' soli di fronte al nostro computer. Non e' vero che l'homo tecnologicus del XXI Secolo e' destinato a condurre un'esistenza grama e anaffettiva, spersonalizzata e disumanizzante. E' vero il contrario, almeno stando a quanto scrive un gruppo di scienziati della Toronto University i cui studi sono stati commissionati e rielaborati da Pew Internet e dall'American Life Project.
Il computer e' ormai il miglior amico dell'uomo, scrivono, il confidente delle ore tristi, il dispensatore dei buoni consigli. Persino l'amico a cui dare un consiglio, o meglio la mano che si porge al vicino in difficolta'. Sono 60 milioni gli americani che, lo scorso anno, si sono trovati a fare e ricevere del bene, o piu' semplicemente hanno socializzato (con tutte le sfumature contenute nell'espressione) con il computer. Oppure, mettono nero su bianco, "si sono rivolti a Internet per ricevere un aiuto nel momento di prendere le decisioni che contano".
Quindi non solo per consultare la rubrica dei cuori solitari, o per dare un'occhiata furtiva alle relazioni sociali. In quest'ultimo caso e' vero, sono soprattutto teen-agers, che nel 65 per cento dei casi, hanno candidamente ammesso di fronte alla domanda: "si', e' vero, quando navigo faccio cose che i miei genitori non approverebbero". E il 62 per cento dei genitori, comprensivi o semplicemente rassegnati, annuiscono: lo sanno benissimo, che i filtri non servono a quasi nulla.
fonte: http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=59475