[QUOTE=evalorn]Ma forse il punto
[QUOTE=evalorn]Ma forse il punto
Membro del Consiglio degli Admin
[RIGHT][I]L'ironia
cazzo ancora sto 3d? non l'ho letto ma solo il titolo mi da la nausea...
Andatene a parlare coi malati terminali che ogni giorno soffrono e lottano per vedere il domani...
Au revoir, Adrian Maldonado.
Mi prude una palla.
Non vi curate di Lei, continuate pure a mandarmi pics.
Bella.
E' tremendamente superficiale quello che hai detto. E allora i malati terminali che vorrebbero porre fine alle proprie sofferenze ma non possono farlo perchcazzo ancora sto 3d? non l'ho letto ma solo il titolo mi da la nausea...
Andatene a parlare coi malati terminali che ogni giorno soffrono e lottano per vedere il domani...
Si... ma dice l'idea di avere un'uscita di sicurezza. E ovvio che tale idea (o convinzione se preferisci) presuppone un certo 'nichilismo'. E allora?Se la vediamo come una via di fuga si, potrebbe essere un "mezzo" per affrontare meglio i problemi, anche se questa mi sa un po' di "visione facile".
Del tipo, "ah, ho un problema che non so affrontare, mi tolgo la vita."
Facile e scontato.
Provo a comunicarti meglio il mio punto di vista... anzich
Il suicidio è al 99,99999% dei casi la conseguenza di una malattia non curata di nome depressione. C'è poco da romanzarci su o da colpevolizzare, è una malattia. La cosa triste è che chi circonda il depresso è più impegnato a compatirlo o offenderlo che ad aiutarlo in modo fattivo. A posteriori, dopo il suicidio, si compiange o si è rabbiosi e ugualmente non si arriva al punto. Il depresso non ha bisogno di comprensione o giudizi malevoli, ma aiuto. E' semplicemente e prosaicamente malato: la sua è una scelta condizionata.Originariamente Scritto da Xilinx23
Io non credo che il suicidio sia esclusiva prerogativa dei depressi e che
quindi sia per forza la conseguenza di una patologia.
E' l'eterno dubbio di Amleto "essere o non essere" ...
secondo lui, ragionando razionalmente ed analizzando il mondo per come
CONIGLIO MANNARO
"Ci sono amori che durano il tempo di uno sguardo e rivoluzioni che vivono lo spazio di un mattino, sono forse per questo meno importanti di certi compromessi scellerati che incatenano tutta una vita?"
Gianni-Emilio Simonetti
La calma
Ho chiesto riguardo al suicidio ad un mio amico psichiatra (non sono in cura, si noti ). Volevo sapere se dal punto di vista ufficiale, sia medico che giuridico, esista la possibilità di un suicidio per scelta, una lucida decisione presa con piena capacità di intendere e di volere, un rifiuto della vita per noia esistenziale o altro. La sua risposta è stata: "no". Il suicidio è ufficialmente considerato sempre e soltanto un atto dovuto ad un'alterazione della capacità di intendere e volere, più o meno momentanea. Folle disperazione (il suicidio improvviso) oppure conseguenza di una distorsione assolutamente patologica della visione del mondo e della vita. Non so se essere d'accordo, ma volevo riportare la cosa. Uno psichiatra ti direbbe che Amleto non era tanto sano. In generale comportamenti autolesionistici, e il suicidio è l'estremo di tutto ciò, sono considerati indice di problemi, specie se sistematici nella messa in pratica o nell'ideazione.Originariamente Scritto da Piotr Aleksejevic
L'eutanasia non ha niente a che vedere con il suicidio, almeno a mio avviso. Si suicida chi rinuncia alla vita, non chi vuole accelerare la propria fine. La prospettiva e i meccanismi psicologici sono completamente diversi.Esempi di questo : la scelta dell'eutanasia in certe condizioni, una persona
sola al mondo che non ha speranze né motivi concreti di continuare a vivere.
Aggiungerei anche chi lo fa per una precisa scelta religiosa ... naturalmente
in questo caso condannerei una confessione religiosa che spingesse al
suicidio le persone sulla base della superstizione, ma non condannerei la
scelta personale del fedele.
Ultima modifica di karina; 01-02-2006 alle 11:24
L'argomento m'interessa molto ma non so bene cosa dire.
Stò leggendo "Il diario segreto" di La Rochelle e "Lezioni spirituali per giovani samurai" di Mishima dove l'argomento è ampiamente affrontato (anche perchè entrambi sono morti suicidi).
Non so, l'unica cosa che mi vien da dire è che il suicidio è uno dei tanti tabù (non in senso freudiano) ma della nostra vita sociale e, quindi morale e quindi convenzionale....mah..
Forse ci possono aiutare i casi concreti.
Voi avete conosciuto qualcuno che si sia suicidato?
Se si credete di conoscere le cause vere di tale gesto?
Io ci penso poi vi faccio sapere.
Ultima modifica di mat; 01-02-2006 alle 12:38
Moderatore Debate Square
"Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti"
- P. Conte -
Angst essen Seele auf
Io non credo sia possibile parlare dell'argomento andando al di là delle generalizzazioni. Non penso si possa affrontare il discorso riportando il caso di un conoscente, perché il suo mondo interiore -le sue motivazioni- resterebbero comunque ignote. Il suicidio è un gesto così legato alla propria percezione della vita, al proprio bagaglio di vissuto, alle emozioni, al modo in cui si è costruito il proprio mondo, che risulterebbe incomprensibile anche a spiegarlo per anni. Bisognerebbe vedere con gli occhi dell'aspirante suicida per comprendere. L'unica cosa di cui potremmo parlare -a mio avviso- sarebbero le nostre reazioni al suicidio altrui, quello che pensiamo possano essere state le cause, ma si tornerebbe alla generalizzazione. Oppure decidere di svelarci e ammettere di averci pensato, magari qualche volta, magari fugacemente, e parlare del perché. Sarebbe comunque arduo perché il suicidio è un tabù, il più forte della nostra cultura, e suscita reazioni scomposte o contrastanti, in ogni caso molto forti.Originariamente Scritto da mat612000
[QUOTE] Io non credo sia possibile parlare dell'argomento andando al di l
Ciao a tutti
Ho letto con molto interesse questo 3D...
e ho ritrovato spesso le parole: "vigliaccheria", "egoismo", "debolezza"...e molto poco "comprensione", "solidarietà", "amore"....
Insomma, mi sembra che alcune posizioni siano veramente fredde e distaccate...
E' più egoista chi si toglie la vita o chi pensa innazitutto al porprio dolore e giudica quindi il suicida come egoista?...
Che male c'è ad essere a volte deboli, vigliacchi? Non che siano atteggiamenti da lodare o cose che accetto, anzi, cerco di combatterle...ma siamo anche umani...
E forse se riuscissimo ad accettare le nostre debolezze, saremmo in grado di accettare quelle degli altri e ci sforzeremmo di più a capirli e non a giudicare atti di questa portata.
A mio parere una persona che arriva a un gesto del genere deve sentirsi sola al modo, disperata, senza forze, senza speranze... non ci vedo nulla di viagliacco, ma solo tanta desolazione e disperazione....e mi dispiace vedere quanto poco pronti siamo ad accettare sentimenti e stati d'animo che fanno parte di quasi tutti noi (in un momento o nell'altro)e quanto rapidamente siamo pronti a giudicarli piuttosto che a comprenderli....
bè salve a tutti...
a mio parere è un enorme disagio interiore che può spingere chiunque a suicidarsi....a volte mi capita di pensarci al suicidio,.
di motivi ce ne sono all'infinito e non si può affermare che chi si suicida è un vigliacco o un debole ecc.....ognuno ha i suoi motivi che lo spingono a compiere quest'azione...nella maggioranza dei casi direi che è un rifiuto della vita, fatta di innumerevoli inganni, agonie e sofferenze; la paura di non potercela fare, l'incomprensione.....insomma suicidarsi può essere un modo di porre fine a tutte le sofferenze della vita, tutti i dubbi assilanti a cui non si può dar risposta,. trovare la tranquillità tanto cercata, nel nulla totale..... anche se ci vuole molto coraggio a compiere questo gesto...
[QUOTE]e ho ritrovato spesso le parole: "vigliaccheria", "egoismo", "debolezza"...e molto poco "comprensione", "solidariet