n. 10 "Finalmente la Principessa e il Daimon dinuovo insieme"
*Notate quanto
n. 10 "Finalmente la Principessa e il Daimon dinuovo insieme"
*Notate quanto
Ciao a tutti e buone letture.
Pellediluna
...eheheh... 'sto "morettino"...
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
La rosa d'argento, stemma del Daimon, nonch
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
...e un benvenuto ufficiale a palazzo, cristallosognante...
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Daimon scende in battaglia, ma qualcosa è cambiato…
Nacqui per poetar, dunque poeto,
vissi nel guerreggiar, tra mill’affanni,
un giorno t’incontrai per caso lieto,
e di battaglia allegro smisi i panni.
Ma quel destin che dicono sia baro,
e cinico di vita guastatore,
riprese alfin controllo, quale faro,
riportandomi a meno liete ore.
Discendo quindi ancora alla battaglia,
come già feci in vita mille volte,
ma questa volta, tristezza m’attanaglia,
e strana una paura della morte.
Perché se nel passato mai non v’era,
alcun pensier di quanto va perduto,
ora che ho te, mia principessa fiera,
intollerabile mi resta quel saluto.
Ora che vi è qualcosa di prezioso,
per cui vale di esserne a difesa,
diventa triste, e non meraviglioso,
il pensier delle lance in gran distesa.
Ma l’orda chiama, e chiama la legione,
per dirimer l’ennesima faccenda,
e il nero principe deve lasciar magione,
non più a castello, ma gelida tenda,
in questa brulla, vasta prateria,
ove si scorge, al margin d’orizzonte,
nemico inteso a sciocca scorreria,
che a morte lo durrà di propria sponte.
E quindi parto, la morte nel cuore,
ad affrontar l’ennesimo dovere,
e porto meco il tuo pegno d’amore,
variopinto tra le mie vesti nere.
E spero di tornar, strano pensiero,
chè mai questo guerrier in mente ha avuto,
sguardo pensoso, sotto quel cimiero,
che mille volte con me ha combattuto.
Pongo la mente a cose della guerra,
mi forzo di studiare l’imminente,
ma penso ancor al fiore di mia serra,
che occupa del tutto la mia mente.
E quindi vado, nel cuore assai diviso,
e il vento gelido che colpisce in faccia,
un improvviso, ferocissimo riso,
che tutta alla legione il cuore ghiaccia…
E vado, e alfine il giorno sarà giunto,
della carica, potente, ferale,
perché questo destino sia riassunto,
e ancor distrutte le forze del male.
Ma tornerò…
Ultima modifica di daimon; 12-01-2006 alle 05:33
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Pensieri notturni di un d
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Un'altra poesia inerente entrambe le raccolte, e forse un pò a nessuna.
Pensieri e versi sparsi sulla morte
“Forse perché della fatal quiete tu sei l’imago, a me sì cara vieni, o sera…”,
scrisse così, nell’anni belli e andati, quel gran poeta, di cui io stesso ancor,
nella lettura mi perdo, e nei pensieri, che frase sì profonda duce al core.
Quel paragon, tra buio della notte e dell’avello, immagino da sempre,
e mi sorprendo, verificando quale attualità, quanta di verità, esso comprende.
Invero non si può non ricordare, di quanto animo umano sia compreso,
e spaurito, tremebondo, intimidito ancor, nel suo profondo, e anche sorpreso,
di scoprirsi così indifeso, senza corazze ed elmo fiero, a valutar la morte.
La morte, quale elemento oscuro e dissacrante, essa ha pervaso dei poeti il cuor,
nel corso dei cento, mille e più anni, in cui poetar serbò loro mestiere.
Talvolta se ne parla all’orlo opposto, dello scrivere e del parlar d’amore,
talvolta invece, assume ruolo suo, grande e primario, di spaurente giudice finale.
Ma sempre essa traguardo, del soffrir, del sentir d’intera vita, ella ne resta,
lo leggi e lo comprendi nel dolor, nella consapevolezza di fine della festa.
Sfuggirle non si può, non pensarci nemmeno, ella del cammino della vita
resta compagna, muta e silenziosa, e rumore ruggente, non all’orecchio,
ma dritto al cuor, essa ci reca, giorno per giorno, quasi in monotonìa,
ma è sempre lì, a margine del viaggio, si sa che c’è, muta malinconìa.
Talun la legge come final sollievo, talaltro non ci dorme per paura,
essa silente va, inconsapevole in sua fatal certezza, e aspetta suo momento,
e di comparsa, quando t’arriva, sempre così inattesa, a chieder conto d’una vita spesa.
Viaggia sì di conserva, sullo stesso nostro vagone, del treno immaginario
della vita, che spesso non la valutiam neppure, né la vediamo, lì sul nostro fianco,
attendere paziente che maturi, l’atto final, fatal d’Atròpo momento…e spiri.
Cosa rimane allor di quanto fatto? Cosa ne resta scritto dell’affanni,
del correr, del lavar d’altrui li panni, del lavorar, e del denar, successo e danni,
amore, gioia, e la desìata prole, e la casa, e carriera nel lavoro, e lotte e malanni?
Svanisce tutto, il filo taglia, esile di vita già marcescente, e torna silenzio,
sereno, armonico, pervasivo e immanente, d’un attimo sublime… e pur finale.
Cosa dirne d‘allor, di tanto agire, sì limitato, eppure sì possente, che tutto ferma,
negazion del tutto, con un unico atto conclusivo, o inconcludente, per chi
crede in qualcosa, che dia speranza d’un dopo e d’un allor, consolazione
per menti pavide, o dimension spirituale differente…chissà, e dopotutto,
cosa c’importa, nell’assistere a tal gigante azione, in atto unico, teatrale
e dissacrante, cala un sipario… se ne alza un altro? Sì, no, forse… che fa?
M’appare quasi, simil cogitazione, un elemento volto a sminuire,
d’austera morte la finale azione, come ad esorcizzarne, all’imbrunire,
di ciascun vita, dimensione, potenza, ultimativa reazione a significanza,
del terminar qualcosa che, compiuto, avviarsi pur deve ad infinito.
Forse dell’energia, piccola stilla, schizzerà nello spazio d’universo ormai trasceso.
E forse no, e neppure ciò ha importanza, nel mistero più grande della vita,
visione razional, o religiosa, cambia qualcosa, o mia signora Morte?
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Ei poeta e negromante,
vagabondo e pur guerriero,
assassino dell
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Se cambia il desiderio ispiratore...
E' un cammino difficile, irto di ostacoli,
quello che
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Mi annoto questo piccolo gioiello, frutto dell'ingegno sofferente di un autore che assai amo da sempre.
Il Vampiro
Tu che t'insinuasti come una lama
Nel mio cuore gemente; tu che forte
Come un branco di demoni venisti
A fare folle e ornata, del mio spirito
Umiliato il tuo letto e il regno-infame
A cui, come il forzato alla catena,
Sono legato: come alla bottiglia
L'ubriacone; come alla carogna
I vermi; come al gioco l'ostinato
Giocatore - che sia maledetta.
Ho chiesto alla fulminea spada, allora,
Di conquistare la mia libert
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Una breve nota esplicativa, destinata e dedicata a colei che oggi abita la Torre della Rosa d
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Un canto politico e sociale
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Dialogo d
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
finisce un tempo...
un altro inizia...
(e un brivido è corso lungo la schiena. mi hai emozionata...)
[COLOR="DarkOrchid"][I][FONT="Comic Sans MS"]