Pensieri confusi, di cuore tutto sommato tenero, su persone e animali, oltre che una piccola sperimentazione di stili letterari (buuuh!)
Pensieri confusi, di cuore tutto sommato tenero, su persone e animali, oltre che una piccola sperimentazione di stili letterari (buuuh!)
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
La pelle del puma
Discendo da una famiglia antica.
Moltissimi anni fa, nel
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Il maledetto riccio di mare
Aaahhh
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
(meraviglioso demone.... adorabile in ogni angolo di te! E te lo scrivo senza disgrafare....)
(p.s. mi piace questo trovarti "nuovo"... e anche tanto!)
[COLOR="DarkOrchid"][I][FONT="Comic Sans MS"]
Originariamente Scritto da lucciola
grazie, cherie... :Flower:
credo che ne scriver
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Che tenero...
Bia
Originariamente Scritto da Bia
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Non sar
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Il piatto nazionale
…E trovandoci a parlar d’America, ve ne racconto un’altra… anche se qui l’animale c’entra poco, pur se in maniera assai “significativa”.
Una volta, tanto tempo fa, nel corso dei suoi innumerevoli vagabondaggi, il Daimon si ritrovò in Colorado, a Denver.
Quivi fu ospite a pranzo di un celebre personaggio locale, proprietario tra l’altro della locale squadra di football americano, e costui volle offrirgli, dopo la canonica visita allo stadio, una panoramica della cucina tradizionale dello stato.
Pranzo dunque in un bel locale della tradizione.
Bisogna sapere che il Daimon si è sempre vantato di aver avuto il coraggio di assaggiare qualsiasi cosa ovunque, nel rispetto massimo di usi, tradizioni e costumi dei vari luoghi e dei vari popoli che ha visitato.
Tranne questa unica volta…
Dopo aver mangiato il velenosissimo pesce palla in Giappone, o il serpente in Corea e in Cina, o lo squalo in Florida e addirittura le cavallette fritte in Sudamerica, stavolta il nostro eroe abbozzò, a un certo punto del suo fiero pasto, di fronte al piatto nazionale del Colorado, le “palle di toro” fritte…
E al diavolo il tizio! ...eccheschifoè!
…
Ho ancora oggi vulnerose visioni di queste sterminate praterie, piene di buoi (non più tori, porelli) che muggiscono in falsetto…
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Ohsiggnurrr!
Bia
La gatta sul tetto che scotta
C’è stato un tempo in cui anche il Daimon studiava… essì, pure ‘sta sciagura mi capitò!
Ai tempi dell’università, frequentata lontano da casa, mi invaghii di una simpatica donzella, diciamo per convenzione che si chiamasse Francesca, la quale aveva avuto la terribile idea, lei o i suoi aventi causa, di alloggiare in quella città lontana nientemeno che in un convento di monache…’nnaggia a loro…
Io l’avevo notata in chiesa ‘sta fanciulla, e non chiedetemi perché c’ero andato se no i religiosi del forum mi scomunicano…’nZomma, c’ero andato, con alcuni miei “pii confratelli”, perché appunto c’erano ‘ste ragazzucce che ci suscitavano interesse, vabbè…?!?
Eravamo colleghi di corso, dunque i primi approcci furono tutto sommato semplici, anche se la mia imbranataggine all’epoca era quasi peggio di quella di mò, ma ovviamente il contatto “scolastico” non bastava, dunque cominciai ad accompagnarla a “casa”, nelle grinfie della temibilissima suor Teresa, che a San Pietro e alle sue porte se lo mangiava a colazione.
E neppure ciò bastava, chè gli orari rigidi del convento massimamente incidevano sul nostro tempo insieme, specialmente la sera, quando lei era libera dallo studio (io lo ero quasi sempre, poiché non combinavo un beato caxxo…in compenso in quei mesi vissi tre belle storie, mi fumai il cervello, spesi un sacco di soldi del papi e vinsi il torneo di singolare di ping pong della facoltà e arrivammo in finale di pallavolo e basket, perdendole entrambe per mera sfiga… diciamo…).
…Esami invece nisba, obviously…
Comunque, una sera, d’accordo con un altro sciagurato più sciagurato di me, decidemmo di andare a “far visita” alle bimbe… eheheh, vi risparmio la scalata della grondaia e il periglioso bussare alla finestra, con le due scellerate timorate di Dio che non volevano aprirci, e salto direttamente al dopo sbaciucchiamenti vari, quando una suora, benedetta donna, disturbata da chissà quali rumori molesti, invase indegnamente la nostra privacy…
Naturalmente, si impose, anch’essa poco dignitosa, la fuga, dal balcone, sulla grondaia, e di lì al tetto…
Un tetto di quelli vecchi, da convento, con tegole smosse e spaccate, ripido e pericolosetto, anche…
Orbene, lì appollaiati incontrammo una vecchia gatta, che ci guardava, senza muoversi, l’occhio saggio di chi ne ha viste tante e di più, quasi bonaria, non impaurita dalla nostra invasione obbligata, chè certamente capiva che, nonostante l’età, lassù lei era certo capace di muoversi assai meglio di noi…
Ci guardava, la gattastra, impegolati in quella situazione di merda, con le suore che berciavano poco più sotto e chiamavano il custode a gran voce, per stanare i due “prodi invasori”…
Il tetto, come da titolo, ci scottava dunque sotto mani e piedi, abbarbicati come due imbecilli a dieci metri dal suolo, a rischiar l’osso del collo.
Infine, come Dio volle, la gatta decise, spontaneamente, e senza sollecito alcuno, maxima cum calma, di mostrarci una comoda (abbastanza, vah…ma in simile situazione si tende ad accontentarsi) via di fuga… e ci condusse giù dall’altro lato nel frutteto, e da lì la fuga fu facile…
Ripensai a quella gatta della provvidenza sulla via del ritorno, sbocconcellando una mela rubata…
Ultima modifica di daimon; 18-05-2006 alle 15:06
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
L
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
La scimmia antica di Fasano
In un
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Daimon, la tartaruga e il pesce rosso
Come tutti i bambini, e prima di diventare purtroppo assai allergico al pelo animale, anche il piccolo Daimon ebbe la ventura di aver per casa animaletti vari, tra cui una tartarughina marina che sopravvisse a lungo alla morte della sua piccola compagna, nella sua vaschettina in guisa di fagiuolo, con l
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."
Una cosa strana e alquanto disdicevole
In alcune zone marinare dell
"Yes, I am a criminal. My crime is that of curiosity. My crime is that of judging people by what they say and think, not what they look like. My crime is that of outsmarting you, something that you will never forgive me for."