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Risultati da 181 a 195 di 776

Discussione: Siamo tutti critici cinematografici

  1. #181
    mammaluc(c)a L'avatar di Nutella
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  2. #182
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    minimo 4 alla settimana ...comunque facciamo coming soon ...

    baciami piccina
    la sconosciuta

    se riesco ci inserisco anche quello con norton che mi intriga parecchio...vediamo se ce la faccio...
    non solo quentin ma nel nome di quentin...
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  3. #183
    Orribile grassone L'avatar di Zazzauser
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    Denti

    Regia: Gabriele Salvatores
    Anno: 2000
    Genere: Drammatico
    Durata: 96 minuti
    Cast: Sergio Rubini, Anita Caprioli, Tom Novembre, Anouk Grinberg, Fabrizio Bentivoglio, Paolo Villaggio, Claudio Ammendola

    Trama: Antonio, un docente di filosofia all’università, ha sempre avuto problemi a nascondere i propri enormi denti ed ha sempre desiderato di romperli, soprattutto quando da piccolo se ne vergognava molto. Ormai adulto convive con una ragazza di nome Mara che durante un litigio glieli spacca quasi tutti. Inizia per lui una lunga odissea alla ricerca di un dentista che gli rimetta a posto la dentatura…

    Commento: Mi accodo ai toni entusiastici della recensione dell’illustrissimo moderatore. Un film singolare, sottovalutato ma straordinario sul piano dell’inventiva in cui ci vengono risparmiate le ambientazioni dai toni pseudo-dark e la trama dalle tinte retoricamente drammatiche della delusione assoluta di “Quo Vadis Baby?” e che rimane secondo solo al capolavoro “Io non ho paura”. Tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Strarnone, denso di metafore e molto importante anche sul piano visivo, “Denti” è la storia di Antonio, interpretato da uno meraviglioso (ed a tratti esilarante con il suo “Sono stato a Sassari”) Sergio Rubini. I denti sono lo strumento con il quale noi mangiamo, e quindi ci sono indispensabili, ma anche con i quali noi aggrediamo: Antonio non è mai riuscito ad azzannare la realtà che gli era sempre ostile, ma in modo passivo ha sempre cercato di eliminare l’oggetto della sua vergogna invece di sfruttare le sue qualità e servirsene per difendersi. Partendo dalla curiosa premessa che “i ricordi si annidano negli angoli del nostro corpo” il passato riemerge passo dopo passo attraverso l’oggetto che per lui nel presente vuol dire dolore fisico (dopo che gli vengono rotti tutti i denti) ma che nel passato vuol dire ricordo doloroso di un’infanzia che in un certo modo ha voluto quasi dimenticare e che, comunque, lo riporta a quand’era bambino (bellissima anche se non significativa l’immagine dei denti del protagonista paragonati alle colonne di un antico tempio greco che sembrano mordere il cielo, il che conferma la derivazione da un romanzo). Qualche volta è quasi surreale, come ad esempio quando il passato coincide quasi col presente nelle frequenti visioni che ha il protagonista.
    Il confine fra questi due tipi di dolore (fisico e “spirituale”) qua è molto labile, primo perché come già detto i denti e le gengive sono organi molto sensibili e poi perché appunto lo riportano ad un passato che fa male.
    All’aspetto amaro del ricordo si aggiunge e si oppone quello nostalgico che identifica nella figura della madre, angelo custode, anche nelle fattezze, nei comportamenti e nelle caratteristiche, che lo guida alla ricerca di sé stesso e di quello che era e lo conforta, e nel personaggio dello Zio Nino (il grandissimo Fabrizio Bentivoglio), fascinoso marinaio dongiovanni con accento napoletano che lo inizia alla vita ed al rapporto con le donne: un rapporto che si rivelerà sempre difficile anche perché ostacolato da un bruttissimo ricordo dai tratti quasi horror-splatter e confermato dai suoi rapporti con Mara (Anita Caprioli) di cui è fortemente geloso (è proprio vero che “l’invidia è magra e pallida perché morde e non mangia”!), mentre la figura del padre è talmente assente che non assume neanche un valore negativo.
    Terribile la presenza dei dentisti che assumono il connotato di sadici torturatori come in un qualche romanzo gotico di Poe o Stevenson che però aiutano il protagonista a riaprire i conti col passato e scansando la paura, superare il dolore fisico e quindi spirituale per mettere fine al suo tormento. Certe scene di gengive insanguinate e di Rubini in preda alle convulsioni da dolori acuti mi hanno fatto sentire quasi male…
    Questo film anche se gira completamente intorno all’evoluzione del protagonista non stanca mai e non ha nessun momento di stasi né parti in cui l’attenzione cala, anzi è sostenuto dalla successione di fatti non rapida ma costante. In un’ora e mezza tranquilla porta pieni di interesse al rivelare il finale, nessuna ridondanza nei dialoghi, bellissime le voci fuori campo, persino la grafica iniziale e le musiche mi sono piaciute. La prova degli attori secondari è buona, forse si fa fatica a scrollarsi di dosso la comicità inconscia che genera in noi Paolo Villaggio (reduci dell’interpretazione del suo personaggio più famoso, ovvero Fantozzi), ad ogni modo la sua figura del Dr. Cagnano è inquietante davvero.
    Voto: 8
    Ultima modifica di Zazzauser; 14-01-2007 alle 14:27
    [I][B][FONT="Century Gothic"][COLOR="Navy"]"...Cose errate che paiono giuste dapprima, ma per quanto ci

  4. #184
    Orribile grassone L'avatar di Zazzauser
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    La sconosciuta

    Regia: Giuseppe Tornatore
    Anno: 2006
    Genere: Drammatico / Giallo
    Durata: 118 minuti
    Cast: Xenia Rappoport, Claudia Gerini, Alessandro Haber, Pierfrancesco Favino, Piera Degli Esposti, Clara Dossena, Michele Placido, Angela Molina

    Trama: Irena è una giovane prostituta ucraina arrivata in una città italiana in cerca di un nuovo futuro tormentata ancora dai fantasmi del suo passato. Trova lavoro come donna delle pulizie in un palazzo e riesce ad affittare un appartamento vicino. Ma si scopre ben presto sta indagando su qualcosa e punta subito gli occhi su una tranquilla famiglia che abita in quel palazzo, gli Adacher...

    Commento: Tornatore ritorna sulle scene dopo anni di assenza e lo fa con la storia commovente ed attualissima di una donna ucraina alle prese con il suo riscatto personale, in cerca di un presente migliore, di un futuro senza più errori e di un passato che tenta di dimenticare. Comincio senza mezzi termini: finalmente un bel film italiano (e con il magnifico Nuovomondo di Crialese siamo già a 2 quest'anno!), un miraggio nel panorama cinematografico italiano che sta andando allo sfascio. La natura di giallo in questo film è conservata sempre e sotto il profilo film giallo è praticamente perfetto. Il passato ed il presente di Irena si snodano su due piani narrativi diversi ma paralleli e tutto si viene a scoprire lentamente, i colpi di scena non smettono fino all'ultimo (spesso avvengono stravolgimenti totali di quello che si credeva in precedenza) e la trama non conosce momenti di stasi narrativa ma i fatti si susseguono quasi senza soluzione di continuità. Tornatore non fa un film sulla prostituzione come credevo io, ma un film sulla storia di una prostituta, sicuramente più che verosimile (e forse anche reale) ma con diversi tratti un po' romanzati. Ad ogni modo il tema affrontato è più che attuale, pungente, scottante e reso con realisticità e crudezza, denso di scene forti e specialmente nei flashback costituito passaggi frenetici ed affannosi e dalle tinte sfocate che trafiggono il cuore di Irena come coltellate, subdole e sfuggenti. Nessuna volontà di far piangere, nessuna retorica, nessuna piagnucolosa compassione nella storia di Irena, pochissimi pianti, simbolo di non-passività: Tornatore, menomale, ci evita il piangersi addosso, quella drammaticità volta all'autocommiserazione che sarebbe stato molto facile attuare in questo genere di film.
    Un passato doloroso ma fatto anche di rimorsi e di rimpianti ed un tocco di nostalgia - un presente fatto di verità inconfessate e di apparenze che vengono smascherate dalla dura realtà, fatto di ritorni alla sofferenza di un tempo e alla volontà di reagire e di combattere una volta per tutte il passato che ci vuole riprendere con sé ("Io forse ho chiuso i conti con il passato, ma il passato non ha chiuso i conti con me" frase peraltro scopiazzata volontariamente o meno da Magnolia...)
    Il tutto farcito con la saggia ingenuità (ossimoro voluto...) di una bambina che ancora non ha trovato la forza di difendersi dalla realtà che, maligna, la schiaccia quando abbassa la guardia, alla quale Irena con la sua esperienza insegna a vivere, affinché non ripeta i suoi stessi errori.
    La protagonista è bravissima e ci offre una figura di donna profonda e singolare, tutti gli altri attori se la cavano egregiamente (Favino forse è quello che meno mi ha entusiasmato), favoloso Placido e straordinaria Clara Dossena, per la prima volta sullo schermo ad interpretare la piccola Tea. Peccato per Margherita Buy che ha un ruolo veramente marginale. Per il resto non posso dire altro per non rovinare tutto il gusto del film che ha tutte le caratteristiche di un giallo con una suspence che non si vedeva da tempo.
    Bellissimo il tema principale, non a caso è di Morricone... riporta un po' alla mente a livello ritmico il main theme de "Il padrino"... però ovviamente quello è opera del maestro Rota (Requiescat in pacem)
    Ultima modifica di Zazzauser; 25-10-2006 alle 18:24
    [I][B][FONT="Century Gothic"][COLOR="Navy"]"...Cose errate che paiono giuste dapprima, ma per quanto ci

  5. #185
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    Ho visto anch'io La sconosciuta, e sebbene il mio giudizio non sia entuasiastico come quello di cui sopra, devo dire che almeno mi


  6. #186
    Mrs Sansola L'avatar di Mia
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    Memorie di una Geisha

    Un film fantastico secondo me, poetico, romantico, e con una fotografia e dei colori davvero eccezionali.

    Chiyo, una piccola giapponese incantavole con degli azzurri da mozzare il fiato, figlia di pescatori poveri, viene comprata per lavorare in una okia, una casa d'appuntamenti dove le geishe esercitano la loro millenaria professione.
    Qui, scatena la gelosia delle rivali ragazze che occupavano l'okia e viene sottoposta ad un duro e crudele apprendistato. Il suo riscatto, però, non tarderà ad arrivare... una volta cresciuta,la piccola Chiyo,imparerà le perfette arti della seduzione e delle buone maniere.
    Una volta diventata geisha, sarà richiesta dagli uomini più potenti della terra. Lei vivrà questa nuova condizione con un unico scopo: trovare un uomo, l'uomo della sua vita,ke aveva visto una volta per caso quando ancora era una bambina.
    Tutto questo col teatro della seconda guerra mondiale che deciderà, inserabilmente, il suo destino.

    L'unica cosa che avrei evitato è l'inizio del film con gli attori che parlano giapponese... il regista ha spiegato che la scena così era perfetta e che ha voluto lasciarla originale (mentre io ci ho messo 20 minuti a capire che era proprio cosi e che non era il mio DVD ad esser difettoso... )

    Bello davvero... lo consiglio vivamente a chi ancora non l'avesse visto!
    Se vuoi vedere le valli,
    sali in vetta a una montagna,
    se vuoi vedere la vetta di una montagna,
    sali su una nuvola,
    se invece aspiri a comprendere la nuvola,
    chiudi gli occhi e pensa.


    Khalil Gibran

  7. #187
    Mrs Sansola L'avatar di Mia
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    Il giardino delle vergini suicide, di Sofia Coppola

    Provincia del Michigan, anni '70. I coniugi Lisbon hanno cinque figlie di et
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    Khalil Gibran

  8. #188
    Opinionista L'avatar di marsellus wallace
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    il giardino e memorie,due stupendi film ( il primo mi ha fatto conoscere la dunst futura spidey girl ) ...questo comunque e' il film dell'anno...ho scritto troppo e non lo leggera' nessuno ma dovevo esplodere le emozioni che mi ha caricato...

    The Departed - Il bene e il male

    Titolo originale: The Departed
    Nazione e Anno: Usa, 2006
    Genere: Thriller
    Durata: 149 minuti
    Regia: Martin Scorsese


    Cast: Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Jack Nicholson, Martin Sheen
    Distribuzione: Medusa Distribuzione
    Produzione:




    Trama: chi e' Frank Costello ? Un boss di prima grandezza all'interno di una rete urbana di esistenze che sono e a volte non sono,di commercio illegale di droga e di riscossione del pizzo. Chi vuole smascherarlo per un traffico di microprocessori illegali ( che servono per l'elaborazione di missili nucleari che potrebbero far scoppiare una crisi mondiale) ,chi e' la spia inserita nella sua organizzazione e chi in quella della polizia ? E' solo spia vs spia , e' il traffico dei microprocessori, o sotto c'e' molto altro oltre che la caccia al vecchio boss...

    Sunto del commento : una pellicola che definire film e' assolutamente riduttivo, un'opera di prima grandezza da parte di uno degli ultimi grandi cineasti che non ha paura di denunciare,lanciare accuse e muoversi contro ogni tipo di sistema corrotto e corrosivo. Un film al vetriolo che prosegue il discorso iniziato con Gangs of New York trasportando la filosofia dell'America costruita sul sangue a quella dell'America delle menzogne e dei segreti nascosti,discorso politico totalmente integrato in una logica filmica di scintillante fattura e per nulla pesante neppure per un secondo che appassiona denunciando senza tediare per un solo secondo anche lo spettatore giunto in sala per puro passatempo.
    Un cast stellare dove primeggia l'immenso Jack e dove l'attore che sta diventando un pallino di Scorsese non sfigura per nulla. Intenso e coinvolto e' un Di Caprio veramente misurato e pregnante.
    Un film che segna l'annata cinematografica che sarebbe un delitto perdere.

    Osservazioni assolutamente spoilerose per rendere fisicamente esistenziale ogni minima sfaccettatura emotiva che questo capolavoro ha donato non leggere senza visione)
    Scorsese ritorna e ci porta in un mondo che il cinema ha gia' descritto,analizzato e scrutato come quello dei boss della malavita,ma lo fa come al solito mettendo a disposizione la sua classe sopraffina spargendo a piene mani denuncia,accusa e portando alla gogna tanti aspetti piu' o meno nascosti che l'America vorrebbe soffocare,con uno stile che a piene mani semina per sperare di muovere le coscienze. Si osa chiamare i gloriosi vigili del fuoco ( simbolo glorioso dell'America) finocchi in senso assolutamente dispregiativo, si denunciano i preti pederasti senza nessun velo e chi dovrebbe essere piu' corrotto come il Boss Costello si puo' permettere di fare filosofia perche'dopotutto rimane il personaggio piu' onesto in quanto sincero nell'esporsi.
    Tutti in questo film sanno i traffici di Costello, ma il vero problema e' dimostrarli.
    Con questo assunto tutti mentono , nessuno e' quello che e' veramente, e bisogna parafrasare il concetto con le menzogne del governo, con il sangue che alberga nel suo palazzo e che dall'inizio alla fine questo stesso palazzo e' l'ombra lunga che avvolge tutto e che affascina un Matt Damon poliziotto in erba. Scorsese a piene mani tramite un immenso Jack Nicholson ( che alcune volte ruba delle espressioni a un altro mitico,Robert de Niro,ma con queste parti tutto puo' ricondurre a lui icona totale dell'argomento)getta addosso fango a istituzioni che sono tanto timorose del pericolo Nord coreano da sbandierarlo ai massimi sistemi mentre soffoca cio' che dentro e' marcio e mina la sua stessa esistenza, marciume donato da un retaggio di violenza che non si puo' ormai piu' ripulire.
    E cosi' i preti pederasti devono temere piu' un boss della malavita esistenzialmente colto e conoscitore dei sistemi che il governo, la polizia anche quella pura e pulita doverosamente violenta per ribellarsi a tutto,( incarnata da un incanutito Martin Sheen ) ha le mani legate contro l'ottusita' del resto del corpo ( comandato da un Alec Baldwin quanto mai ingrassato) , e il povero infiltrato viene lasciato a se' quando non si sa' piu' come agire perche' qualunque azione atta a proteggerlo potrebbe sconvolgere un delicato modus vivendi totale.
    Come chiunque voglia far uscire il marcio rimane isolato, punito e non solo metaforicamente cancellato. E mentre il marcio viene consolato con fanfare e funerali di prima classe l'unica speranza vera che abbiamo sono i CITTADINI . Sottolineato,vergato e corretto nella sua definizione base da un cineasta ai massimi livelli.
    In mezzo a tutto questo splendore narrativo mai frustante nella comprensione e nella fruizione,abbiamo delle splendide interpretazioni ( purtroppo o per dovere le due graziose coprotagoniste rimangono in disparte relegando la femminilita' a solo parti di contorno )
    corali , con anche un Matt Damon assolutamente in parte anche se chiamato a una recitazione sotto le righe rispetto ai due mattatori principali. Inseguimenti al cardiopalma in macchina e a piedi,sparatorie e regolamenti di conti , situazioni perfette sotto una camera da presa implacabile fanno di questa opera una imperdibile occasione di cinema seguendo ogni punto di vista e di esigenza o approccio di ogni spettatore.E mentre il sangue e i denti rosicchiatori della corruzione scorrono e agiscono all'ombra del palazzo noi ci alziamo dalla sala pieni di domande e di gratitudine per queste due ore e passa trascorse intensamente.
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  9. #189
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    La sconosciuta

    Titolo originale:
    Nazione e Anno: Italia, 2006
    Genere: Drammatico
    Durata: 118 minuti
    Regia: Giuseppe Tornatore

    Cast: Claudia Gerini, Michele Placido, Margherita Buy, Alessandro Haber
    Distribuzione: Medusa Distribuzione

    Trama : una donna ucraina misteriosa e con un passato torbido suo malgrado sta osservando attentamente la famiglia Adacher , moglie marito e figlia, dal lato opposto della strada con chissa' quali misteriosi intenti. Oltretutto sembra nel ruolo di domestica e baby sitter altamente intenzionata a entrare direttamente nelle vite degli Adacher,orafa di professione lei e medico lui.
    Scruta, osserva e analizza...ma cosa nasconde questa sconosciuta tanto misteriosa quanto pericolosa...cosa vuole dagli Adacher? oltretutto sembra che...

    Sunto del commento per lettura veloce antispoilerSunto del commento per lettura veloce antispoiler : un Tornatore ispiratissimo dirige questo thriller-noir familiare dai risvolti umani intensissimi,pieni di pathos e senza freno nelle scene piu'crude. Omaggiando Sir Alfred assistiamo a una prova di regia ottima che si concede anche delle inquadrature tagliate orizzontalmente e verticalmente nella sua punta piu' autoriale. Si toccano temi terribili che squartano l'animo umano rivoltandolo come un calzino e si danno delle immagini che sono un pugno nello stomaco per lo spettatore. Una prova di assoluto livello che piacera' a chi ama il thriller a tinte fosche senza consolazione,bucando il genere per parlarci di tormenti esistenziali .
    Cast bravissimo , oltre alla protagonista ,c'e'un Placido che recita tutto eccesso e pelato e una bimba bravissima a cogliere gli insegnamenti recitativi che gli sono stati dati sul set. Gerini coinvolta nel progetto con Favino,breve interpretazione di Margherita Buy .

    Osservazioni:Tornatore ritorna ( scusate il gioco di parole) e come si disse un po' di tempo fa per un altro regista ormai un po' decaduto e' subito evento. Ho citato Dario Argento non a caso ma per fare il confronto tra le ambientazioni e gli omaggi di questo stupendo “ La sconosciuta” con il film omaggio del Dario nazionale “ti piace Hitchcock?” . Infatti nei due film ritroviamo i palazzi e le stesse finestre protagoniste mentre i dettami immortali del maestro regnano sul film sia per quanto riguarda l'ambiguita' del personaggio che entra nel microcosmo sia per quanto avviene nell'ottica dello scrutare. Ma Tornatore partendo da assunti base imprescindibili in un cinema di storia tanto lunga e cosi' non libera da ricordi e influenze, costruisce il film perfetto sulla disperazione dove l'unico vero barlume di speranza e' dato dal ricongiungimento, dalla speranza che un passato tanto doloroso non torni mai a tormentare te e chi ti sta attorno. Ma come una mina impazzita questo passato rende pericoloso te e chiunque viva con te , e l'unica scelta rimane l'annullamento e rimanere in disparte. Scrutando e vivendo quasi sperando che un giorno tanta effettivamente inutile vicinanza possa confluire nel tuo animo per renderlo meno ramingo e solitario.Speranza non reale perche' il mondo purtroppo fa tornare molto i brutti ricordi e poco i momenti lieti.
    Un film perfetto, profondo,coinvolgente, quasi estremo perche' a ogni momento felice segue un flash back tremendo che ne rende l'esistenza quasi un paradosso , una infelice e illusoria parentesi che sconvolge ancora di piu' perche' nulla e' peggio dell'illusione tradita.
    Di fianco a una bravissima protagonista troviamo una Gerini ( che si concede un veloce nudo ) coinvolta nella parte della madre, Favino fa il padre (interpretazione di contorno comunque) e Placido in una interpretazione tutta eccesso e schizofrenica ( pelato e sudato perennemente anche lui concede la visione del suo sedere stile Nick Curran ) rende un personaggio cattivissimo con una verve unica .Da elogio anche la bimba , bravissima , appare anche Alessandro Haber che fa il portiere , e la Buy nel finale brevemente. Non perdete questo stupendo thriller che si candida ad essere uno dei migliori film italiani dell'anno in una annata con tante belle prove artistiche da aprte del nostro bel paese .
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  10. #190
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    Baciami piccina (2006)

    Un film di Roberto Cimpanelli. Con Vincenzo Salemme, Neri Marcorè, Elena Russo, Marco Messeri, Augusto Zucchi, Mariella Valentini, Luigi Maria Burruano, Vittorio Amandola. Genere Commedia, colore, 111 minuti. Produzione Italia 2006.
    Richiedi Baciami piccina in Dvd




    TRAMA: piena seconda guerra mondiale, Italia. Siamo nel periodo dove i partigiani stanno combattendo contro i nazi fascisti per ridare all'Italia la sua liberta' in attesa dell'arrivo degli alleati.
    Umberto e' un carabiniere ligio al dovere ma un po' ingenuo e campagnolo , vive in una sperduta stazione dove l'eco della guerra e' lontano e un giorno gli viene commissionato di portare un truffatore , tal Nuvolini ( nome d'arte ) a un tribunale. Nel viaggio lo vuol seguire la dolce fidanzata desiderosa di fare esperienza e lasciare un po' il paesello ( si mette anche il vestito buono epr il viaggio ). I trasporti li lasciano ben presto a piedi e i tre incominciano un duro cammino per arrivare a destino nonostante intorno accadono cose ben piu' gravi e importanti...l'incontro con varia umanita' poi...

    Sunto del commento per lettura veloce e antispoiler : un operina leggera con Salemme a fare da mattatore piu' per divertimento che per altro , l'insulso Marcore' e' meglio che torni in tv e ci rimanga , da vedere solo per nostalgia di vecchi abiti e mezzi d'epoca ( veramente incredibile la disponibilita' di questi rispetto al budget del film ) perche' il suo complesso filmico e' veramente povero e mai coinvolgente. Momenti di riflessione mischiati a dramma sono solo delle risibili punte di una trama assolutamente lineare e semplice. Oltretutto i nazisti sono tutt'altro che credibili e quasi cabarettistici anche quando non dovrebbero esserlo.

    OsservazioniOsservazioni : Salemme ha voglia un po' di divertirsi e propone questo progetto che vorrebbe essere un nostalgico revival dei tempi , un po' scanzonato in una cornice drammatica, e per potersi concentrare su una recitazione teatrale chiama un giovane regista a eseguire i compiti affiancandosi un attore ( troppo buoni...) come Marcore' e una simpatica ragazza dolce e campagnol pulita per rendere la cosa piu' adeguata possibile a finalita'...quali? Questo film , che va comunque visto benevolmente come un lavoro tra amici volonterosi, alla fine difetta non tanto per il tono quanto piu' perche' non e' ne carne ne pesce , il contesto storico e' solo una scusa per dare una drammacita' che non si sente minimamente tanto e' edulcorata da una risibile messa in scena che tocca vertici di ilarita' involontaria nell'apparire dei nazisti.
    Salemme fa il gigione divertente,abbiamo una ottima carrellata di vetture d'epoca ( probabilmente una facile disponibilita' di meravigliose auto e pullman , oltre che un treno del tempo,ha convinto la produzione di realizzare quanto si e' visto)ma e' veramente troppo poco e la noia regna sovrana,come quel finale bucolico biciclettaro quasi irridente verso un destino terribile ,oltretutto gia' incombente e minaccioso,e' addirittura uno dei piu' grandi fuori luogo degli ultimi tempi.
    Che dire ? Nelle sale e' gia' sparito, in molte non e' neppure arrivato, stavolta non dobbiamo rammaricarci come in altri casi ben piu' meritevoli ...
    Raramente certe volte la miopia distributiva ha un suo perche', e il fatto di produrre film tanto piccoli a volte confonde intasando soltanto.
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  11. #191
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    DOWN IN THE VALLEY
    Anno di uscita:
    2005
    Durata:
    125 minuti
    Nazione
    USA
    Genere
    Drammatico / Romantico / Western
    Regia
    David Jacobson
    Sceneggiatura
    David Jacobson
    Fotografia:
    Enrique Chediak
    Colonna Sonora
    Peter Salett
    Produzione:
    Element Films / Class 5 Films
    Distribuzione:
    CDI

    Protagonisti:
    Edward Norton ... Harlan
    Evan Rachel Wood... Tobe
    David Morse... Wade
    Bruce Dern... Charlie
    Rory Culkin... Lonnie



    TramaHarlan e' un ragazzo perennemente spaesato nello sguardo e apparentemente privo di particolari eccessi emozionali .Cappello e stivaloni sembra perennemente invasato dall'idea di essere un vero cowboy.Quanto trova la giovane e bella October i due si innamorano follemente,e tutto sembra andare da sogno se non fosse che il padre di October si intromette nel rapporto osteggiandolo perche' non si fida dell'instabilita' di lui .Sconclusionato e troppo lontano dalla realta' per articolare vere reazioni ponderate , harlan lascia che in se comandi lo spirito libero del cowboy coinvolgendo anche il fratellino di October... Lonnie chiamato "ramoscello" tanto sparuto e bisognoso di compagnia.Un fatto terribile accade e ...
    Osservazioni antispoiler per lettura veloce del commento: un film che dura troppo per quello che ha da dire,per gran parte della sua durata scontato e mieloso , oltre che assolutamente anonimo .Poi a un certo punto( molto e troppo tardi ) il film prende corpo e ci dona un finale di buona levatura,con qualche spunto valido, purtroppo reso fradicio dal bagno di qualunquita' che abbiamo dovuto assistere prima .Norton senza sforzo recita perennemente Gump style dando un ritratto del cowboy solitario e fuori dal tempo del tutto privo di qualunque fascino.Un film che nelle sale passera' del tutto inosservato, lasciate che lo sia senza troppa pena.
    Osservazioni: che senso puo' avere far durare 125 minuti un film che consuma la sua forza solo nell'ultimo comparto finale di circa mezz'ora? Forse il regista puo' dire di aver voluto approfondire concetti che dovevano esplodere e che se non cotti abbastanza non avrebbero avuto il fragoroso effetto necessario.Niente di tutto questo...ci dobbiamo invece semplicemente tritare il nostro ben piu' utile tempo con una carrellata di situazione prive di mordente ( la giovane carina e che trova il cowboy libero e senza catene, il padre reduce di guerra duro e dispotico,situazioni da teen consumate e consunte, il fratellino tenero e assolutamente in balia del mondo ) che passano nella noia piu' assoluta.Eppure i temi possibili erano vari ( le armi trattate come un pericoloso revival dei tempi che non sono piu',lo spirito di liberta' e la voglia di rivincita seguendo un proprio istinto ) ma il regista ci passa sopra come un rullo e dopo la pausa conoscitiva balneare e il frettoloso abbandonare del posto di lavoro (...io non ho padroni...) si perde in un mare di situazioni da Orange County dove c'e' l'ombra del solito padre ottuso che interviene nel dare dettami ovviamente non seguiti in nome dell'amore cieco ed eterno.Sembra che siamo di fronte all'ennesima versione di amore difficile traumatico con dei genitori ottusi e retrogradi in mezzo, stiamo per alzarci stufi della visione ormai divenuta insopportabile,quando qualcosa accade.
    Il film si sveglia e li' ci mostra quel che il regista voleva dire, la fuga per la liberta'in sella al destriero, il rinnegare i tempi e contrapporre civilta' e passato.Con l'aiuto della scenografia di una ghost town mischiamo passato e presente , realta' e fantasia, il tutto lasciandoci increduli per un momento che un film con un simile trascorso possa lievitare cosi'.Sembra di assistere a un duello all'Ok corral,ci sono dei giochi fotografici nella nebbia di buona fattura, e il dualismo uomo-cavallo contro macchina si interseca con il apesaggio continuamente alla ricerca di uan stabilita' tra progresso costruttivo edilizio e campagna .Un buon comparto finale senza dubbio, ma troppo lontano dalla sua origine iniziale per poter essere abbastanza.Bisognava svegliare prima un Norton che a furia di non esserci con le espressioni era finito per scomparire fino al luccichio finale.Partecipa Rory Culkin , fratello del molto piu' celebre interprete di mamma ho eprso l'aereo,nella aprte del fratello indifeso.Se avete voglia di film che sbocciano molto tardi questo fa per voi , fioritura comunque tutt'altro che di pieno appagamento e molto tardiva rispetto alla sua coltivazione.
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  12. #192
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    coming soon ...babel, un altro fantastico film !!!!
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  13. #193
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    Babel

    Titolo originale:
    Nazione e Anno: Usa, 2006
    Genere: Drammatico
    Durata: 135 minuti
    Regia: Alejandro González Iñárritu

    Cast: Cate Blanchett, Brad Pitt, Gael García Bernal, Mahima Chaudhry
    Distribuzione: 01 Distribuzione



    Trama:quattro storie,tre continenti ,diverse estrazioni sociali,tutto il mondo in un semplice caso e una logica ferrea del caso.In Marocco assistiamo alla vacanza di due coniugi , nello stesso paese due bambini governano un gregge di pecore e hanno un fucile per difenderlo dagli sciacalli, in giappone una ragazza sordomuta e' in cerca di personalita'e tra messico e America abbiamo una governante che deve accudire due bimbi e deve andare al matrimonio del figlio...cosa lega queste storie apparentemente tanto lontane ? Quale e' la Babele di sensazioni,di emozioni e di parole che ci divide e ci unisce apparentemente senza senso ? Non ci capiamo forse nel linguaggio ma nulla al mondo anche se lontano rimane nel creato senza toccarci...

    Sunto del commento per lettura veloce antispoilerun film stupendo, girato con una tecnica asciutta, diretta e semplice che prosegue e continua il discorso tanto caro a Inarritu del caso e del percorso delle emozioni e dell'anima.Un montaggio stupefacente ci accompagna in questo viaggio dove Pitt e Blanchett sono al servizio di parti tutt'altro che da star system ma coinvolgenti, umane e quindi pregnanti.Abbiamo una sezione giapponese che ricorda lo stile di Kitano tanto il regista ,che per me ha un talento multiforme, riesce a camaleontizzarsi nel gusto orientale.
    Rendere omaggio a questo Babel vuol dire calarsi nelle emozioni di una vita dove nulla e' scontato , nulla e' di poco perche' basta un attimo per sconvolgere il tutto, e come la ragazza sordomuta vorremmo urlare il nostro disagio ma non possiamo farlo con le parole perche' non ci escono quelle giuste e dobbiamo denudarci per mostrare cio'che si puo' vedere senza avere una torre di Babele a confondere.Una poesia mai ipocrita,totalmente coinvolgente la cui lunghezza e' solo il procrastinare di un piacere infinito per un cantore che parla a tutti.

    Osservazioniun film con una carica emotiva di grandissimo impatto, segnato dalla contrapposizione di tantissimi elementi ( poverta',paesaggio aspro,disperazione di vario tipo e paesaggi urbani e moderni ) sia emotivi che posizionali.Inarritu continua il suo percorso personale delle emozioni e del caso disegnando un affresco di proporzioni globali ,utilizzando al meglio ogni possibile realta' narrativa che la posizione della azione gli permette.
    I paesaggi del Marocco sono quindi usati per raccontare storie di poverta' ma di grande valore umano ( vediamo tutti gli abitanti del piccolo paesino prodigarsi per la Blanchett ferita nonostante sia una americana mentre i compagni turisti del pullmann sono gretti ed egoisti) ,storie di persone che nonostante la ricchezza non riescono a trovare la loro personale stabilita' ( la ragazza sordomuta ) , storie di bambini cresciuti troppo in fretta che si sentono grandi con un fucile in mano, e storie di persone che non possono stare li' dove sono ma rimangono arrampicate alla loro condizione disperatamente perche' ormai quella e' al loro nuova realta',ma ogni piccola variazione e' una voragine che puo' condannare 16 anni di lavoro serio e amoroso.
    Il caso, un semplice proiettile che squarcia carni ed esistenze, ci fa capire che siamo tutti troppo caduchi e instabili per avere certezze visto che alla minima difficolta' una parola non capita puo' essere solo l'inizio del crollo della nostra personale torre.E mentre il film scorre e piu' volte si ferma nei momenti topici per riprendere in momenti apparentemente banali, capiamo che non esistono veri momenti topici nella nostra vita, perche' ogni secondo vissuto e ogni parola spesa puo' essere fondante per il nostro futuro e per quello di chiunque al mondo non solo i nostri cari e quelli che ci stanno vicino.
    Con un coltello infuocato il regista apre e chiude ferite , indipendentemente dal successo di quanto succeso la cosa potra' fare del male,ma un dolore momentaneo,perche' alla fine dalle cose piu' terribili possiamo torvare delle consolazioni,come capita alla coppia Pitt-blanchett che con la terribile esperienza del proiettile vagante avranno cancellato la loro insanabile frattura per via del figlio morto.E feriti e barcollanti potranno cominciare a camminare...cosi' pure la ragazza sordomuta che nuda abbraccia il padre ora puo' mostrarsi come se stessa senza falsita' o pruriginose voglie per placare la sua instabilita'.Ma di contro non sempre e' cosi'...la governante messicana paga caro la sua pur comprensibile scelta e il bambino marocchino vede distrutto il suo futuro e messe a nudo le sue sconce voglie con la sorella per il troppo innalzarsi del suo orgoglio che si sente potente con un fucile in mano.Pari pari il destino accontenta e distrugge ,sana e resuscita.
    Un esercizio di stile potente e asciutto, sorretto da una fotografia e un montaggio validissimi , recitato benissimo da tutti ( oltretutto senza avere un personaggio accentrante ma un caleidoscopio pieno ) che coinvolge in maniera totale i nostri animi.Questo film al di la' dei simbolici 21 grammi pesa quintali, ma non su noi come una costrizione ma come un messaggio di riempimento per la nostra anima.Poesia allo stato puro vi chiede solo del tempo e pochi euro ampiamente ripagati perche' quello che vi da' non ha prezzo.
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  14. #194
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    Jarhead (2005) di Sam Mendes con Jake Gyllenhaal, Scott MacDonald,Peter Sarsgaard, Jamie Foxx, Lo Ming, Lucas Black, Kevin Foster, Brian Geraghty, Damion Poitier.
    Spunti per realizzare un film un po' meno noioso ce n'erano parecchi, anche i mezzi messi a disposizione potevano regalare allo spettatore qualcosa di un po' meno prevedibile e privo d'emozioni.
    Jake Gyllenhaal nel suo ruolo di jarhead è a suo agio e manifesta anche fisicamente il disagio dato più che dalla guerra dall'assurdità delle regole militari, dalla vita ripetitiva e vuota dell'elite delle forze armate: i marines.
    Spettacolari le scene notturne dell'incendio dei pozzi petroliferi e del conseguente fall out di petrolio sul deserto trasformato in una poltiglia nera e maleodorande.
    I nipoti e i figli dei marines che combatterono e morirono in Corea e Viet Nam raggiungono il fronte su aerei di linea con le hostess che distribuiscono noccioline, il sergente istruttore urla in faccia alle reclute le stesse identiche frasi che urlava l'indimenticabile sgt. Hartman di Full Metal Jacket, la preghiera "Questo è il mio fucile. Ce ne sono tanti ma questo è il mio..." è la stessa e ora come allora le reclute la recitano.
    Nei film precedenti però si capiva il contesto in cui il lavaggio del cervello delle reclute era inserito: i soldati dovevano trasformarsi in killers.
    Probabilmente nella jungla del Viet Nam avrebbero dovuto combattere a distanza ravvicinata i loro nemici, forse affrontare dei corpo a corpo.
    I jarhead della prima guerra del golfo, invece, rimangono mesi nel deserto senza sparare un colpo, eppure tutta l'immensa macchina bellica fatta di sprechi e appalti miliardari si muove inesorabile, vien da pensare istintivamente all'Iraq ed al deciso passo indietro verso scenari più simili alla jungla che a quelli del nostro film.
    Le premesse per realizzare un film avvincente c'erano e sicuramente l'autore le ha evitate di proposito limitando il suo orizzonte descrittivo a tante piccole storie personali dei vari jarhead.
    Nessuno dei personaggi trasmette un minimo di consapevolezza del proprio ruolo nella storia, è una denuncia dell'ignoranza in cui sono volutamente tenuti?
    Non sembra.
    Sembra piuttosto la passiva rappresentazione di una generazione con pochi ideali e idee inquadrata sotto le armi e spedita in un deserto che sembra tanto quello dei tartari di Buzzati.
    Le poche scene belliche sono scarsamente efficaci e il montaggio e la fotografia tipo video clip spingono a percepire tali avvenimenti come astratti e avulsi dalla realtà.
    I dialoghi inverosimili tra i vari personaggi nei momenti più concitati fanno il resto e rendono l'insieme molto inverosimile (difetto imperdonabile per un film di genere bellico).
    Concludendo: buona ispirazione, attori all'altezza, buoni mezzi a disposizione ma mancanza di un filo conduttore chiaro.
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  15. #195
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    TRAMA : jarhead e' la testa di barattolo , cioe' la testa vuota dei marines che si autocriticano.....questa e' la storia di uno di essi che si prepara per la prima guerra in irak prima nelle severe caserme americane e poi nella logorante attesa nel deserto del 15.01.1991 ......il percorso vitale sara' veramente pregno di insegnamenti.....
    OSSERVAZIONI: un film sulla guerra in irak ( la prima ) e' un frullato cinematografico di tanti altri film ( mitici) come full metal jacket,apocalypse now,il cacciatore.l'inizio riprende la caserma dove zio stanley ha girato fmj , e il film e' incentrato sulla gloria del colpo solo, singolo e preciso ( filosofia del cacciatore).bisogna dire che nel film i capolavori sopracitati sono ampiamente mostrati da mendes,senza voler attingere al loro immaginario collettivo ingannando lo spettatore non preparato che pensa a chissa' che genio del regista che li usa ( la cosa e' molto piu' frequente di quanto si pensi...) : fatte queste premesse bisogna dire che il film non e' malaccio, macho al punto giusto e senza troppa morale, i marines vengono indottrinati ma la loro indole verso l'uccisione e' sincera e voluta, come e' in fondo nella realta',consapevoli di essere macchine di morte e la cosa peggiore che gli puo' capitare e' che qualcuno gli impedisca di uccidere il nemico.Tutti i protagonisti sono sincopati,violenti e folli ( x natura o per situazione ).iL film e' ideologicamente diviso in 2 parti , come in fmj una nella caserma e una nel campo da ( non ) combattimento,e la migliore e ' sicuramente quella nel deserto perche' piu' diversificata nelle situazioni, con un lavoro sulla psiche dei personaggi piu' stratificato.Belle le situazioni notturne, dove in fondo il lavoro di distruzione degli aerei non gli permette il combattimento tanto agognato ma crea delle situazioni oniriche ,con paesaggi desertici illuminati e uomini infangati e coperti di nero del petrolio che brucia ( la terra sanguina....) .Un film che non denuncia e non critica nulla in fondo,rimane un po' a se' perche' il pensiero dei protagonisti e' solo di rassegnazione e consapevolezza di essere marines,giusto o sbagliato che sia.
    Il suo grosso difetto e' non la mancata o presente denuncia di fatti o misfatti,ma quanto piu' la stiratezza delle situazioni che molte volte si ripetono ( la tiritera che essere marines e' essere nella merda a vita e' presentissima, con gabinetti sempre presenti e latrine dovunque ) , la troppa citazione che alla fine puo' infastidire ( l'inizio e' identico a fmj ) e la paradossalita' di alcune situazioni.( che senso ha scavare buche nel petrolio? possibile che la compagnia prosegua l'occupazione del deserto solo in otto ?si puo' cucinare dei wurstel sulle casse di ........ ?) .La regia e' comunque ottima e il regista di american beauty si conferma talentuoso.un bloopers e una curiosita': sono inquadrati dei pc con schermi ultrapiatti flat ( nel 90 non c'erano) e viene utilizzato per una parte cameo lo strepitoso padre marine foille di american beauty.Per una serata di dismpegno va bene, oltre per me non arriva a pungere la coscienza......
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