[QUOTE=Acquerapide;544008]Quell'essere nell'Universo che potesse dare tali risposte sarebbe automaticamente Dio per noi. Solo Dio, tale come viene ""definito"" pu
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Comunque credo comprensibilissimo il bisogno di credere: come chi ha perso un figlio comincia ad associare ogni rumore in casa, ogni giramento di testa, alla sua presenza, perchè ha un bisogno estremo di crederci, così chi ha paura del vuoto morale/esistenziale/morte/dolore, ha bisogno disperatamente di credere in un dio buono che gli dia le risposte che non ha.
Particolarmente interessante è poi il modo di interpretare i fatti a seconda di cosa si vuole credere. Mettiamo che di notte una luce appaia in giardino:
Un ateo dirà: non è niente, potrebbero essere mille cose
Un credente dirà: è un angelo
Uno fissato con gli extraterrestri dirà: è un ufo
Una persona che ha avuto un lutto dirà: è mia moglie morta che viene a trovarmi
Di materiale per suggestionarsi ce n'è sempre in abbondanza. Basta fare un esperimento. Vivete in casa con qualcuno? Bene. Vi succederà allora di notare che molte notti, quando per caso siete soli, i rumori in casa si moltiplicheranno. Cosa è stato? Un ladro? Ho lasciato la porta aperta? Ecc..
Se adesso dicessi che questo papiro è la prova della non esistenza di Dio però, apparterrei ad un'altra categoria religiosa: gli atei. Invece è solo una serie di motivi per dubitare di sè.
Ultima modifica di Acquerapide; 09-01-2007 alle 02:08
Sensato.
Ma per chi non è credente?
Che necessità ha di dover sottostare a norme che ritiene sbagliate?
La salvaguardia della sua libertà, dove finisce?
Condivido.
Non accetti che esista un'altra visione su alcuni argomenti o in generale?
Perchè questo credo cozzi con il rispetto delle altre religioni o credenze.
Condivido e sottoscrivo.
Matthias, comunemente si dice che uccidere è sbagliato, eppure in alcuni casi si dice che è giusto, o capibile.Originariamente Scritto da Matthias
Le leggi di uno stato dovrebbero fare riferimento alla composizione della popolazione che vanno a regolamentare credo, tenendo conto della sensibilità, delle credenze e delle idee del popolo. O almeno, i politici dovrebbero operare in questo senso, dato che teoricamente dovrebbero essere i nostri portavoce che noi eleggiamo.
Ma spesso capita che alcune leggi siano condivise da una maggioranza che, per quanto larga possa essere, non rappresenta tutto lo scacchiere nazionale.
Per questo capita che alcune leggi non siano condivise da una parte della popolazione, come anche oggi accade.
Perchè allora, anzichè imporre una legge orientata verso una determinata area, non è possibile invece avere una legge per permette anche a chi ha un'idea diversa del merito, di poter liberamente fare una scelta piuttosto che un'altra?
Nel caso del non uccidere, c'è chi non ucciderà mai, e chi, trovandosi in certe circostanze, sarà spinto a farlo. Quale dei due comportamenti è moralmene sbagliato? Potrebbero essere giusti o giustificabili entrambi.
Off-topic!
Ah, comunque io credo nel Cornolianesimo.
Membro del Consiglio degli Admin
[RIGHT][I]L'ironia
[QUOTE=Xilinx23;544098]Nel caso del non uccidere, c'
[QUOTE=Acquerapide;544110]
...Se non supportato da un credo, a che pro dire che qualcosa
Mother, did it need to be so high?
[QUOTE=Sasha;543686]Spiegati perch
[QUOTE=Xilinx23;544098]Sensato.
Ma per chi non
[B][FONT="Book Antiqua"]Prima legge del dibattito:
Sul credo religioso diciamo la stessa cosa: non credendo in Dio, affermavo che chi crede ha almeno la flebile giustificazione, da me non condivisa, della propria fede. Chiaramente a quel punto la discussione tra me ed un religioso si arena, perchè non posso contestargli la fede. Invece, a chi non crede ma dà un valore assoluto alla propria morale secondo me manca qualche rotella.
Sulla seconda parte del discorso, anche ritenere giusto qualcosa accettato da tutti è una definizione, ed in quanto tale relativa. Ma il concetto di "Giusto" ha in sè, semanticamente, il carattere di assoluto per come lo interpreto, quindi anche dire che giusto è ciò che è accettato da tutti, è un'idea dogmatica, come dire che la propria libertà deve finire dove comincia quella altrui.
Può finire, ma non deve proprio per niente.
Giusto per fare un esempio...
Sarebbe un thread molto interessante, investirebbe tutte le sezioni del forum e di tutti i forum presenti, passati e futuri
Ci mancherebbe, il presupposto imprescindibile per essere brave persone è credere in Stevie Ray Vaughan!
E allora? Non possiamo perderci in questioni vergognosamente pratiche, anche di scarsa importanza poi... quando parliamo di principi
Esiste anche il concetto di etica positiva: ritengo di fare... non solo non devo fare... e potremmo anche convertire tutti i precetti negativi morali (almeno quelli che vogliamo salvare) in corrispondenti precetti positivi. La differenza non è solo formale: in una società (e di conseguenza in un forum) come questa, le parole e come vengono enunciate contano... la Chiesa ne sa qualcosa...
Quasi: da una necessità storico-logica. E' vero che tale precetto è presente in tutte le civiltà antiche, anche quelle che non avevano avuto mai scambi fra di loro, ma questa non è la prova della loro trascendenza: è una necessità pratica per far nascere società, che convengono economicamente agli individui. Sia nell'antica Cina, che nell'antica grecia, la strada migliore per arrivare ad un lago per il contadino era la linea retta. Così la necessità di non scannarsi a vicenda.
Poi, attenzione: non esiste alcun precetto "NON UCCIDERE" in nessuna società: esiste il precetto "non uccidere chi fa parte della tua tribù". Ma il nemico sì, perdio! E quello vale ancora oggi. Quindi non è più un valore assoluto, ma una norma ricorrente, che noi hic et nunc condividiamo per via della nostra cultura
Ultima modifica di Acquerapide; 09-01-2007 alle 19:52
[QUOTE=Hristo;544227]La libert
Membro del Consiglio degli Admin
[RIGHT][I]L'ironia
Da morire...
L'agnostico può affermare di non sapere la risposta, oppure (e questo è il mio caso) che non è umanamente conoscibile una risposta, quindi vien da sè che non cerco certezze. E poi il punto è che per me conoscenza non è certezza ma una buona gestione dell'incertezza(il prof di statistica docet). Appena posso cerco di mettere in crisi le poche certezze che ho.
[SIZE="1"]Non pi
[QUOTE=Xilinx23;544098]Quale dei due comportamenti