a milano se non la hanno tolta ci dovrebbe essere, io ci sono andato quando avevo 18 anni ed è stato figo, peccato che costava 25 mila lire per 1 ora
a milano se non la hanno tolta ci dovrebbe essere, io ci sono andato quando avevo 18 anni ed è stato figo, peccato che costava 25 mila lire per 1 ora
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Ultima modifica di sd&m; 22-01-2008 alle 19:23
volevo chiedere se qualcuno conosce l'url del sito della compagnia fondata da John Lilly, che vende il progetto della vasca originale...
l'avevo letto o trovato, ma l'ho perso...
in giro ovviamente ci sn anche i pezzotti vari, ma l'originale
[SIZE="1"][B]Tout cela ne vaut pas le poison qui d
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nonostante il sito non sia aggiornato lì non c'è più, se gli mandate una mail vi danno il contatto della tipa che ce l'ha a Cuneo.
invece a roma Oceanmind
Ultima modifica di bwasnevergood; 22-11-2007 alle 21:27 Motivo: avevo sbagliato link
riporto x chi fosse interessato questa esperienza tratta dal Bollettino SISSC n° 15:
Esperienza con vasca di restrizione sensoriale e Marijuana Shiva\Afghan.
di D.S.L.
Mercoledì scorso, o meglio, già da giorni addietro, ho deciso di concedermi un’oretta in vasca. Decisi che, dato l’interesse destato in me dalla prima esperienza di un’ora , di parecchi mesi fa, potesse essere necessaria (?) una piccola, per così dire, spinta cannabinica.
Mai decisione si rivelò più saggia. Forse, mi rendo conto, la descrizione dell’esperienza ha bisogno di una piccola premessa.
Attualmente mi trovo impegnato in un lavoro di Tesi di Psicologia nell’ambito della Psicofisiologia Clinica, sulla modifica della immagine corporea nella vasca di restrizione sensoriale.
Modifica ovviamente dei limiti dell’Io, essendo questo insediato nel corpo…
Da giorni prima dell’esperienza, mi trovavo così impegnato nello scrivere sulla dissoluzione dei confini dell’Io, quello che Freud chiamava “sentimento oceanico”, quel senso di comunione col tutto, sperimentato da molti mistici, meditatori o semplici psiconauti. Sarà stato forse il continuo pensare a questo argomento, oltre che lo scorgere la vasta letteratura che lo tratta, a direzionare inconsapevolmente l’esperienza nella vasca ?
Forse (oltre ovviamente alla marijuana…).
Il fatto è che non mi sarei mai aspettato ciò che più avanti scriverò.
Arrivo trafelato e anche un po’ incazzato, per tutto il traffico fatto in macchina, da A. che possiede la vasca. Come al solito lui mi accoglie con enorme gentilezza e disponibilità; iniziamo a chiacchierare su esperienze di vario tipo, con tecniche meditative, vasca e sostanze. Chiacchierammo circa un’ora e, devo aggiungere in maniera estremamente piacevole, tant’è che a malincuore interrompemmo. Ebbi però con questo scambio di opinioni l’occasione di rilassarmi.
Preparai un piccolo spinello con l’erba e lo fumai tutto.
Erano circa le 18:40.
Andai in bagno per la doccia, rituale obbligato per ovvi motivi igienici, prima di entrare in vasca.
Se devo essere sincero, ero un po’ in ansia.
A. mi aveva raccontato di una sua vecchia esperienza in vasca con la marijuana che non era decisamente andata bene; in quella occasione fu costretto ad uscire a causa del repentino calo di pressione causato dalla sinergia tra l’erba e l’ambiente caldo della vasca, che quasi lo fece collassare; fu costretto a farsi una doccia fredda e si riprese solo dopo un bel po’. Ripensando a tutto ciò ebbi un po’ di timore. Mentre ero sotto la doccia il cuore mi batteva forte; mi chiedevo se avessi fatto bene a fumare, e forse in quel momento mi sono quasi pentito.
Alla fine dell’esperienza ho capito che forse sarebbe stato meglio attendere che gli effetti si fossero stabilizzati, comunque, a doccia fatta avvisai A. di approntare la vasca perché ero pronto e impaziente. In accappatoio percorsi i pochi metri che separano il bagno dalla stanza dov’è la vasca, sempre agitato.
Arrivai nella stanza della vasca, chiusi la porta, aprii il portello della vasca e, al sentire il vapore caldo uscire, subito mi si ripresentarono quei pensieri negativi. Troppo caldo pensai; qui collasso di sicuro. Mi feci coraggio, misi i tappini ergonomici nelle orecchie, salii il gradino che porta all’accesso della vasca, misi prima un piede poi l’altro nell’acqua che, ricordo è ad una temperatura di circa 35 C°. Sempre più agitato, cominciai ad asciugare la condensa formatasi sulla parete interna superiore; questo per evitare che durante la sessione qualche goccia potesse cadermi negli occhi, irritandoli e infastidendomi. Appena finii mi accorsi però di aver asciugato la condensa sul portello scorrevole, che per l’appunto sarebbe scorso, una volta chiuso, fino a metà vasca: in sostanza un lavoro inutile.
La seppur minima attività e la frustrazione per aver perso del tempo prezioso mi resero un po’ più ansioso. Asciugai per bene,finalmente entrai e chiusi il portello. Impiegai qualche minuto per trovare la posizione più comoda, che poi è sempre la medesima; con i gomiti flessi all’indietro e piegati a 90 gradi verso la testa e le palme delle mani verso l’alto. Dopo qualche minuto, la musica e la luce non si erano ancora spente, ma fui costretto ad aprire il portello e ad affacciarmi fuori per asciugarmi gli occhi da un paio di gocce cadute da sopra. Durante i primi dieci minuti circa rimasi in ansia. La mia attenzione andava continuamente al battito del mio cuore, che non rallentava. Pensavo, ora mi sento male. Pian piano però, godendo appieno dell’ambiente, lasciando il tempo ai recettori sensoriali del mio corpo di adattarsi all’assenza di stimoli, mi trovai a mio agio. Capivo ora i paragoni più o meno esatti che vengono fatti con la vasca: uovo cosmico, l’utero materno, etc…
Devo dire che questo leggero stato ansioso non fu causato, per me, dalla marijuana, sebbene possa accadere; forse questa lo avrà magari accentuato. Anche l’inizio della mia prima esperienza in vasca era stato contraddistinto da un po’ di agitazione. La prima sensazione che avvertii (mi viene da aggiungere ovviamente…) fu assenza di definitezza del mio corpo. Non sentivo né l’aria, né l’acqua, sebbene ne percepissi la differenza.
Piccoli miei movimenti provocavano leggerissime increspature del pelo dell’acqua che, sul mio corpo si traducevano in sensazioni di soffice struscio di un qualche tipo di tessuto morbido, di tipo arabo forse. Questo, nella parte del mio corpo immersa, mentre le sensazioni relative alla parte emersa mi dicevano che essa non esisteva, era completamente svanita. Nessun tipo di sensazione spiacevole, calma completa. Percepivo il mio cuore come un tic, tic lontano, lento, nell’ambiente intorno a me, ma non dentro di me.
Ad un tratto venni proiettato nel cosmo, mi trovavo nello spazio; oscurità e miliardi di corpi celesti mi avvolgevano. Ricorsero in me, in quel momento due immagini di due film: Star Trek, quando la Enterprise accelera alla ipervelocità e la luce emessa dalle stelle si dilata e si allunga, e The Doors, quando Jim Morrison strafatto, di acido penso, sale su una macchina per blaterare qualcosa ed il cielo stellato sopra di lui comincia a roteare: stesso gioco di luci con le stelle ! Queste immagini sono state generate, secondo me dai discorsi fatti poco prima con A.; mi ricordo infatti di avergli descritto una mia precedente esperienza con la marijuana in questi termini. Una sorta di “residuo mnestico” forse.
A questo punto mi rendo conto di aver tralasciato un fatto importante. Mentre ero disteso nell’acqua con il cuore accelerato ho avuto l’impressione (…considero impressione al primo livello nell’essere certi di un qualcosa, prima della sensazione e della certezza assoluta) di vedere, ad occhi chiusi la sagoma di una persona distesa che respirava a fatica, che alzava e abbassava la testa: agitata insomma.
Che fossi io ?
Quando ne ebbi la certezza la mia agitazione scomparve
…torniamo all’esperienza.
La mente era calma, anche se ero impaziente di incontrare qualche tipo di fenomeno. Iniziai ad avvertire una sensazione strana al pene; cosa avrebbe potuto essere, pensavo. Ed in men che non si dica ebbi una erezione. Che strano, non pensavo a nulla di eccitante, e poi ero particolarmente rilassato. Dato l’evento così inatteso, mi preoccupai della possibilità che la mia libido avesse deciso di seguire una strada tutta sua, e continuare fino alla fine. Ebbi paure di eiaculare ! Per fortuna ciò non avvenne. Pensai che questo avrebbe potuto disturbare l’esperienza, ma così non fu. L’erezione, così come venne se ne andò.
Improvvisamente sentii tutto mutare. Non ero però entrato in qualche altro stato, ma avevo ripreso contatto con lo stato attuale. In sostanza ero entrato in uno stato di rilassamento più profondo per qualche secondo e nemmeno me ne ero accorto.
Solo al rientro potevo notarne la differenza. Così accadde, se non ricordo male, per quattro o cinque volte, fino a quando persi completamente la consapevolezza di me come corpo immerso nella vasca, sebbene una parte di me tenesse ancora tutta la realtà intorno ben presente.
Ricordo di aver avuto la mente più che lucida, di aver visto immagini di un mio amico che rideva, di aver aperto e chiuso gli occhi varie volte e di aver esperito numerosi fenomeni ipnagogici, come del resto è chiaro quando si passa, elettroencefalograficamente parlando, dagli stati beta e alpha, caratteristici della veglia attiva e rilassata, allo stato theta, di transizione verso il sonno profondo delta.
Percepivo, sotto forma di apparizioni e sparizioni delle immagini ipnagogiche, il passaggio dallo stato alpha al theta, o almeno così mi parve. Non so dire dopo quanto, forse trenta minuti, non ci giurerei, ma cominciai a vedere nero, sia ad occhi chiusi che aperti: non avevo più un corpo, e capivo cosa intendesse chi parla di “pura coscienza”. Ad un certo punto, in un baleno mi trovai immerso nel liquido amniotico, giallastro, caldo, accogliente, dentro l’utero, attaccato al cordone ombelicale. Ricordo che mi portò in questo ambiente un sussulto che ebbi, molto simile, o per lo meno così lo interpretai, ai movimenti fetali.
Potevo vedere il cordone partire dalla mia pancia, andare in su, verso la parete dell’utero. Purtroppo la “visione” chiara durò soltanto una manciata di secondi, ma la sensazione di calda accoglienza simbiotica dell’utero materno mi accompagnò fino al termine dell’esperienza; fine che per altro fu altrettanto entusiasmante.
A cinque minuti dallo scadere dell’ora, si accesero, la musica, che potei percepire prima della possibilità di essere sentita, forse ad un livello ultrasonico, e le luci. Ad occhi chiusi venni investito da una miriade di palle colorate verdi e blu, sempre meno definite.
Mi rammaricavo un po’ della fine dell’esperienza, anzi forse un po’ di più di un po’. Dopo essermi stiracchiato ed aver ripreso contatto col mio corpo uscii dalla vasca e intontito andai in bagno per la doccia. Purtroppo non ebbi occasione di chiacchierare con A. dell’esperienza, cosa che un po’ mi rattristò, e mi rattristava ancor di più dover tornare a casa in macchina col traffico.
Mi vestii, anche un po’ in fretta , salutai A. e G., arrivai alla macchina, dove per la verità ci misi un po’ a capire il da farsi e feci un altro spinello. Non ebbi alcun tipo di difficoltà alla guida, percepivo tutto più chiaro, anche se più chiaro mi appariva pure il traffico.
Arrivai a casa e dopo un’oretta recuperai del tutto. Ciò che riconoscevo era uno stato di enorme benessere, la mente era sgombra, chiara. Ero felice, per come mi sentivo e per l’esperienza che avevo fatto. Finalmente avevo toccato con mano qualcosa che avevo solo letto nei libri.
Parlo delle teorizzazioni di S.Grof sul trauma della nascita e sulle matrici perinatali di base.
Anche se ho letto quest’autore, purtroppo non lo conosco a fondo; so però, da ciò che ho studiato che la nascita rappresenta il primo trauma a cui il bambino, che viene al mondo è posto di fronte. L’enorme diversità tra l’ambiente uterino caldo, rassicurante e isolato dall’esterno; e quest’ultimo freddo, rumoroso, non simbiotico, di certo possono far ben comprendere… Alla nascita è come se il bambino, da ora, debba cavarsela da solo, anche se in realtà l’amore ed il calore (il contenimento, per dirla in termini bioniani) materno rappresentano una soluzione di continuità all’ambiente uterino.
Ora so (e spero) che, probabilmente mi accadranno altre esperienze simili, che forse mi riporteranno a rivivere il trauma originario ?
Ma questo chi può dirlo ?
molto bella. sn sempre pi
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come mai i miei messaggi non passano?
esiste una vasca a roma
visitate il sito Oeanmind.it
� fantastica!
ho provato la vasca due sere fa.. ecco le mie impressioni:
� importante farsi la doccia prima di utilizzare la vasca, perch� bisogna immergersi puliti. Anche se l�acqua dopo ogni galleggiamento viene filtrata e ripulita. C�� una specie di grande obl� in alto per entrare, e la prima sensazione mettendo un piede dentro � stata di non riuscire a stare in nessun�altra posizione se non quella orizzontale di galleggiamento. La soluzione salina nell�acqua fa in modo che si resti in galleggiamento nonostante tutto. Quindi mi stendo subito e con un panno asciugo le gocce d�acqua che il trasudo ha depositato sulla parete superiore dove si trova l�obl�. Prima di chiuderlo accendo la luce, molto fioca, che per� crea l�ambiente. C�� anche una musica molto lontana..
La temperatura dell�acqua � come quella corporea.. in effetti fa caldo, � piacevole. Una volta chiuso l�obl� mi � venuto anche spontaneo chiudere gli occhi. Immagino sia cos� che la maggior parte delle persone cerchi di rilassarsi.. la luce sarebbe rimasta accesa per 15 minuti e ogni tanto ho aperto gli occhi per controllare la situazione. Intanto il mio corpo galleggiava e si rilassava. Ho cercato di non pensare a niente e di concentrarmi sulla respirazione. Per sentire il cuore per� ho dovuto trattenere il respiro.. poi ho preferito sentire il respiro.
Di tanto in tanto mi � anche sembrato di sentire dei suoni in lontananza..
Non ho avuto la percezione del tempo. Ho scacciato ogni pensiero quando mi � venuto. Il mio corpo si � abbandonato e sembrava non esistessi pi� almeno nella parte dalla vita in gi�. In realt� ho percepito solo la testa, il cuore e i polmoni, come se non ci fosse altro, forse perch� l�attivit� mentale e quella respiratoria sono state le sole cose che sembrassero funzionare. Una grande forza di gravit� mi spingeva verso il basso, mentre una forza ancora pi� grande mi teneva in galleggiamento. Come se ci fosse qualcuno a spingermi verso l�alto.
Quello che � successo � che per 3 o 4 volte sono tornata. Nel senso che mi sono resa conto che per un tempo che non so definire, mi sono assentata dalla realt� e sono stata da qualche altra parte. Me ne sono accorta perch� ho preso coscienza all�improvviso di respirare, come se per un tempo indefinito non avessi respirato. Il che non � possibile..
La cosa pi� bella � stata una sensazione molto particolare: non so quando ma ad un certo punto mi sono sentita come avvolta da qualcuno che sotto di me aveva preso le stesse sembianze del mio corpo e mi avesse avvolto combaciando perfettamente con me. Come un grande abbraccio, ma perfetto al tatto. Come sentirmi immersa in una coccola gigantesca. � stato bellissimo. Avrei voluto che non finisse mai.. come stare nelle braccia della persona che ami pi� di ogni altra.
penso di tornarci con una certa regolarit�..
il sito di quella di Roma �: www.oceanmind.it