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Discussione: Poesie

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  1. #10
    Opinionista
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    29/03/06
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    Meriggiare pallido e assorto
    presso un rovente muro d’orto,
    ascoltare tra i pruni e gli sterpi
    schiocchi di merli, frusci di serpi.

    Nelle crepe del suolo o su la veccia
    spiar le file di rosse formiche
    ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
    a sommo di minuscole biche.

    Osservare tra frondi il palpitare
    lontano di scaglie di mare
    m entre si levano tremuli scricchi
    di cicale dai calvi picchi.

    E andando nel sole che abbaglia
    sentire con triste meraviglia
    com’è tutta la vita e il suo travaglio
    in questo seguitare una muraglia
    che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


    Eugenio Montale, Meriggiare pallido e assorto

    Me la leggeva molto spesso mio nonno quand'ero piccolo; poi non chiediamoci il perché di certe cose.
    Ultima modifica di Gloucester; 05-06-2008 alle 14:25

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