Senza preoccupparsi, eventualmente, delle implicazioni morali relative alle condizioni economiche di chi è più svantaggiata di lei e che potrebbero giustificare determinate discriminazioni puramente formali.
Alcune concezioni di autorealizzazione tengono conto intrinsecamente di queste considerazioni citate più sopra.
E' un modo di ragionare molto interessante, esplicativo ed emblematico.
Non mi sorprende affatto se l'Italia ha una ben determinata classe politica.
In una visione generale ai massimi livelli (non solo relativa alla carriera lavorativa), di solito chi è "figlio dì" può godere di molti più vantaggi (con un saldo positivo fra vantaggi e svantaggi) rispetto a chi non è "figlio di", a prescindere che si tratti di nepotismi, raccomandazioni o, più semplicemente, della possibilità di costruirsi un percorso di crescita personale, basandosi esclusivamente sulle proprie forze e capacità (si spera con un minimo di moralità e civiltà.
Constatiamo la realtà, soprattutto in questo paese dominato dall'ipocrisia e dal falso moralismo in pubblico, dove si aggirano molti individui che indossano solo "maschere" e totalmente avversi all'instaurazione di una vera e severissima società liberale e meritocratica.
Ci sono persone tecnicamente obbligate a determinate scelte a causa di una certa mentalità altrui prevalente e della propria moralità rispetto all'ambiente ed al contesto di riferimento (che può variare), che non prevede spesso compromessi in certe circostanze (altrimenti non si tratterebbe di assolutismo o di valori/principi).
Io sono favorevole affinchè il contesto od ambiente discrimini fortemente i suoi membri in base alla loro tipologia come persona (certe mansioni devono essere obbligatoriamente assegnate a chi ne ha la vocazione spesso naturale o determinati doti morali/etiche, come agli stronzi/infami/meschini/ipocriti devono essere assegnate altre tipologie di lavoro che renda difficoltoso, a loro, l'attività di godimento di tali loro caratteristiche, compresa l'effettività della punizione nei loro confronti), rispettando criteri meritocratici e considerazioni moralistiche sulla giustizia economica/sociale ed il concetto di legalità.