Non è necessario essere Gesù Cristo od un santo per avere una determinata etica civile.
Sono onesto, non solo in termini formali o legali.
Il sottoscritto ha rinunciato ad adottare determinate scelte (o ad accettare scelte altrui che ritenevo non meritare proprio in nome di determinati assolutismi, anche se avevo capacità od abilità più che adeguate a quelle richieste), sia in ambito lavorativo che extralavorativo, proprio in nome di determinati principi e valori, adoperandosi nel passato per punire, eventualmente, chi ha agito per "sfruttarmi" per mero tornaconto personale od interessi opportunistici.
Mi danno molto fastidio le disciminazioni sostanziali (non quelle puramente formali) a chiunque siano rivolte (soprattutto a me od a chi adoro), che spesso vengono "sbandierate" come atti od atteggiamenti corretti (soprattutto per chi li adotta), come se una persona un minimo intelligente e dotata di moralità/civiltà non fosse in grado di rilevarle e criticarle, senza goderne.
Si è trattato di decisioni sofferte ma che ho saputo "metabolizzare" e "digerire", dato che sono abituato da sempre ad una condizione di sofferenza mentale cronica caratterizzata da tristezza e semi-depressione e che considero la sofferenza/capacità di rinunciare a qualcosa una scelta necessaria per raggiungere determinati obiettivi non ottenibili altrimenti, nonchè un mezzo per "temprare" molto il proprio spirito/carattere creando una "corazza" mentale inespugnabile ed indistruttibile per ogni ostacolo o difficoltà futura (perchè ho avuto esperienze talvolta ben "peggiori"). ^_^
Ciò non esclude che possano verificarsi le circostanze ed i presupposti per adottare od accettare le medesime scelte proprie o altrui, in futuro.