Una riflessione. Inutile, probabilmente.
Ma l'alterazione di coscienza indotto da fattori esogeni, chimici et similia, non ha la tendenza ad allentare la presa che la nostra mente ha sulla realtà oggettiva, su ciò che ci circonda, sulla percezione di ciò che è divertente ed invece non lo è?
Quindi, una persona che si sballina il granaio, come può effettivamente affermare di essersi divertito la sera prima? Su che basi? Sul fatto che ha tanto riso? Sul fatto che ha visto gli ufi?
Non è polemica od ostruzionismo circa la scelta di determinate pratiche, è semplicemente una domanda che mi pongo.
Come faccio a sapere esattamente che emozione sto provando, se non ne ho coscienza?
Il risultato è quello che conta?
Perchè il 3d parla di un risultato da ottenere. Ma il risultato è prima di tutto estremamente soggettivo e pertanto definibile in molteplici modi, anche se questo sembra un aspetto superfluo.
Sd&m parla ad esempio di orgasmo come stato alterato di coscienza, tuttavia io personalmente non lo includerei tra i divertimenti, ecco.
Ed anche a volerlo includere, come si fa a valutare la qualità del sesso in base ad una sostanza assunta? Come si fa ad avere cognizione per valutare a posteriori un’emozione vissuta in uno stato alterato di coscienza?
(Senza mettere in conto tutto ciò che una persona potrebbe “perdersi” nel frangente.)

Non so forse è solo una questione di classificazione, ecco.