ma io vojo capire
la domanda
sd&m
te intendi
ma io vojo capire
la domanda
sd&m
te intendi
la fame vien ganjando..
probabilmente la domanda principale da porsi
[QUOTE=F3D3;895069]probabilmente la domanda principale da porsi
[QUOTE=LeGaLiZzaLa;895062]ma io vojo capire
la domanda
sd&m
te intendi
[QUOTE=LeGaLiZzaLa;895062]
sempre per sd&m:
ma a chimica..tu fai chimica no?
tipo analisi..sti esami qua..so rotture di culo..o sono fattibili?
da 1 a 10..come difficolt
Ottima considerazione.
La risposta non potrà essere breve da parte mia, sia per la effettiva presenza di varie sfaccettature, sia perché la stessa presenza di un approccio culturale estremamente contorto al problema impone un'analoga complessità nello sciogliere le maglie del pensiero culturale corrente su certi argomenti.
Secondo me è proprio un mito lo stesso concetto di visione oggettiva della realtà.
L'essere umamo può essere paragonato ad un satellite, come quelli che vengono mandati a fare le foto su saturno per poi sperdersi nel vuoto.
La "natura", la personalizzo solo per praticità del discorso ma non le attribuisco una volontà cosciente né un fine prefissato, ha creato l'uomo per riprodursi e morire.
E' come se fossimo tanti satelliti che devono andare su saturno, scattare le foto, dopodiché continuiamo la nostra corsa "alla via così", finché il corpo regge bene, poi si muore.
La meta, fotografare Saturno, corrisponde all'accoppiamento.
Lo stato odinario di coscienza non corrisponde assolutamente ad una visione "oggettiva" della realtà, non definibile tra l'altro, ma in uno dei tanti "strumenti" del nostro corredo che servono a sopravvivere, non a vivere.
Vivere, godere del mondo, cercare di superare sé stessi, cercare atmosfere eccetera deriva, a mio parere, da una qualità emergente (concetto definibile puntualmente, eventualmente approfondisco ciò che voglio dire) per cui noi giocattoli biologici derivati da cellule ad un certo punto, facendo leva su istinti in origine programmati utilitaristicamente come l'istinto di conservazione e la ricerca del piacere (tutti i nostri piaceri sono tali per motivi di prosecuzione della specie, non per il benessere del singolo) diamo valore assoluto alla nostra individualità, ci interroghiamo sul mondo, cerchiamo di andare oltre questa programmazione originaria.
Ed è stata la nostra incredibile complessità che ha permesso di far emergere funzioni non utilitaristiche, funzionali, ma questo valore nuovo, che pone la differenza tra sopravvivenza e vita.
La coscienza ordinaria non è quella che ci permette di vedere il mondo "com'è" ma è anche e soprattutto un "filtro" che limita informazioni non utilitaristicamente interessanti che potrebbero pervenirci sempre a causa della nostra complessità, così come per il fatto stesso di avere un'estensione dimensionale e quindi poter incidentalmente conoscere cose irrilevanti per sopravvivere ma magari illuminanti filosoficamente.
Per il divertimento... beh, spesso si parla di falsa felicità, ma come si può definirne una vera? Gli amanti sono drogati di ossitocina e mostrano gli stessi pattern comportamentali di un drogato in quanto a dipendenza e craving, chi balla si "sballa" di altre sostanze, chi sogna ad occhi aperti uguale... non esiste nessuna scala che ti dica "quella è felicità vera", semmai modi migliori per assicurarsela endogenamente e senza rischio, lavorando su sé stesso e sulla propria soddisfazione personale invece che rischiare diventando oppiomane.
Ma chi fa uso di psichedelici fa tutta un'altra operazione. E qui devo fermarmi per non fare apologia, ma ha a che fare con la conoscenza, non meno oggettiva di chi vuole vedere le cose sempre così come sono, come è abituato a vederle.
Che poi non è vedere il verde sempre verde anziché rosso che impedisce una corretta visione del mondo.
C'è chi ha delle pare mentali oggi, gran parte della società a mio modo di vedere, tali da non voler vedere niente in modo diverso da come è abituato, neanche di fronte alle evidenze. Sono le abitudini mentali a ragionare per categorie estremamente stagne che impediscono di conoscere, non il rifiuto di sostanze che, spesso, tendono a dare invece un bello shock, all'occorrenza, a modi di vedere troppo chiusi.
Insomma solo esteriormente chi fa uso di sostanze "tabellate per legge" compie atti diversi da chi certe cose non le cerca, certe domande non se le pone.
Certe volte non volersi porre domande è il modo peggiore di drogarsi. Questo penso.
Ultima modifica di Acquerapide; 11-07-2008 alle 11:18
yeah, l'avevo detto io: "non è il divertimento stesso uno stato alterato di coscienza?"
ma nessuno mi ascolta
non dire così sdem che mi passa la vogliafa schifo al cazzo... tutte le materie scolastiche, di x se magari interessanti, diventano noiose ed inutili x come vengono insegnate... x fare chimica l'intelligenza è un optional, basta essere dei robot che si imparano a memoria paccate di cose inutili, che ovviamente saranno cancellate dal cervello il giorno dopo l'esame... x fortuna sono arrivato in fondo
cmq legalizzala si, è abbastanza difficile al primo anno (solo di questo ti posso dire) è pieno di matematica e fisica analisi è il più tranquillo di esame di matematica, poi c'è algebra lineare e calcolo numerico e fisica 1 e 2 termodinamica chimica inorganica con maria vittoria russo se vai alla sapienza e il tuo cognome comincia con una lettera tra A e L.. ma insomma basta studiare, sono belle cose
Ultima modifica di uno; 11-07-2008 alle 11:22
[QUOTE=sd&m;895080]fa schifo al cazzo... tutte le materie scolastiche, di x se magari interessanti, diventano noiose ed inutili x come vengono insegnate... x fare chimica l'intelligenza
la fame vien ganjando..
per di no
ad asempio noi abbiamo geometria ed algebra
ma io le trovo spassosissime come materie
ma se quella troia mi mette ne compito
5 esercizi
e mi devo calcolare il det o scalinare una matrice
che
la fame vien ganjando..
[QUOTE=LeGaLiZzaLa;895107]mah io trovo sia alienante l'intenzione cn cui fai certe cose
se ti droghi o conosci persone del sesso opposto
come condimento della tua vita ben riuscita