Le cronache di Narnia: il Principe Caspian
(The Chronicles of Narnia: Prince Caspian)
Un film di Andrew Adamson. Con Ben Barnes, William Moseley, Anna Popplewell, Skandar Keynes, Georgie Henley, Peter Dinklage, Warwick Davis, Sergio Castellitto, Pierfrancesco Favino, Damian Alcazar. Genere Fantastico, colore 140 minuti. - Produzione USA, Gran Bretagna 2008. - Distribuzione Walt Disney
Trama: A Narnia sono tempi difficili da quando i quattro fratelli Pevensie hanno lasciato il regno, la popolazione dei bellicosi Telmarini ha sterminato parecchi dei suoi abitanti e i discendenti del tempo delle lotte contro la crudele strega dei ghiacci vivono in nascondigli nella foresta. Tra l'altro a palazzo del Re di Telmar fervono congiure interne, l'insediamento al trono del giovane Caspian decimo è osteggiato dallo zio che ha ben altri piani : con la nascita del proprio figlio decide di disfarsi di Caspian, che si salva fuggendo. Accerchiato e senza speranza, suona il corno che richiama Peter, Edmund, Susan e Lucy a Narnia, alleandosi nel contempo con gli abitanti di Narnia ai quali promette che nel momento del suo ritorno al trono arriverà la sospirata pace. I quattro tornano per accorgersi di essere un anno più vecchi nel tempo reale ma nel mondo fatato ne sono passati 1300, e il ghiacchio sconfitto ha lasciato il posto a una oscurità e una crudeltà morale senza fine. Armati di coraggio e decisione, si schierano con gli oppressi per fare qualcosa per loro. Intanto il leone Aslan sembra non voler mostrarsi ...
Commento: E' tempo di grandi svolte per la saga di Narnia : dopo la lotta contro la malvagia strega dei ghiacci sono passati 1300 anni nel regno ma solo uno nel mondo reale. La Narnia di questo capitolo sta vivendo un terribile momento di oppressione, con il popolo di Telmar che ne ha sterminato gli abitanti, e i discendenti dei tempi gloriosi dei quattro re giunti dall'armadio costretti a nascondersi in rifugi inaccessibili della foresta. Intanto c'è qualcosa di marcio a Telmar : il giovane principe Caspian decimo (interpretato da Ben Barnes) è l'erede al trono dopo la morte misteriosa del padre. La cosa non aggrada per nulla al suo crudele zio Lord Miraz (un Castellitto che si deve essere divertito tantissimo in questo blockbuster e chiamato a una prova, per le sue alti doti recitative, poco impegnativa) che ordina al suo generale (Pierfrancesco Favino, l'altro attore italiano coinvolto nel progetto) di ucciderlo. Ma Caspian si salva, riesce a fuggire nella foresta, dove accerchiato e disperato suona il corno che richiama i quattro re del passato a salvare Narnia. Nel frattempo i fratelli Pevensie, Peter (William Moseley), Susan (Anna Popplewell), Edmund (Skandar Keynes) e Lucy (Georgie Henley) sono nella metropolitana che li deve condurre a scuola. Al suono del corno vengono portati via e lasciati su una spiaggia incantevole. Sono felici di tornare a Narnia, dove sono degli adulti in corpi di ragazzi per via del tempo trascorso prima di tornare a casa nella avventura iniziale, peccato che troveranno il regno ben diverso e cambiato, oltretutto il leone Aslan, una sorta di Dio del luogo, non è fisicamente presente per risolvere i numerosi problemi nati dall'espansionismo e crudeltà di Telmar.
Il regista Andrew Adamson fa lezione dal primo capitolo, da lui stesso diretto, togliendo completamente ogni connotazione fanciullesca e di fiaba sognante al nuovo episodio delle Cronache di Narnia. La trasposizione del secondo libro in ordine di scrittura dei romanzi di C.S. Lewis (datato 1951, in ordine temporale di narrazione invece sarebbe il quarto mentre Il leone, la strega e l'armadio è il secondo) è difatto completamente diversa di quella del suo predecessore, film questo molto più valido negli effetti speciali belli e ridondanti (Computer Graphic di gran livello, sopratutto nelle creature fantasy, come i centauri oppure i grifoni) e nei costumi che sono di un accurato particolare.
Lasciate perdere ogni indole di bambino che vuole giocare a fare il Re nel mondo incantato combattendo contro la strega malvagia (rivediamo in un breve pezzo anche Tilda Swinton comunque), qui la morte è visiva e palpabile, i combattimenti sono cruenti così come le efferate azioni del reame dei Telmarini che vogliono a tutti i costi azzerare il coraggioso nemico. Il target Disney purtroppo non ha permesso schizzi di sangue che avrebbero reso ancora più realistiche le stupende lotte corpo a corpo delle battaglie campali (due quelle estese, una in campo aperto e una nel cortile di un castello), ma abbiamo presenti teste che rotolano, frecce e spade (corte o cortissime, come quelle dei simpaticissimi topini, stile gatto degli stivali di Shrek, altro film di Adamson), che infilzano corpi e la lotta è palpabile, diretta,cruenta e mai soffusa come nel caotico duello campale finale del primo capitolo (quello poco o niente aiutato da una cg di basso livello).
Come in tutta la saga di Narnia, i riferimenti teologici sono evidenti : Aslan è come se fosse un Dio (iconizzato anche con dei bassorilievi come fosse un quadro votivo su cui pregare) che professa che quello che è accaduto non ha più importanza in quanto esiste un destino divino e un segno preciso, i soldati (con maschere stile immortali di 300) paiono un esercito romano (a un certo punto fanno anche la testuggine, tipica formazione a difesa con gli scudi), e ritorna l'altare distrutto del primo capitolo (dove e come lo trovano non possiamo ovviamente dirlo), simbolo della speranza ormai spezzata. Come il supremo simbolo della religione cristiana, Aslan (che non ha più la voce ultracriticata di Omar Sharif) agisce secondo dettami che sono interpretabili, lasciando che la morte possa mietere senza che lui debba intervenire, lasciando libero arbitrio, o lo faccia solo a seguito di azioni particolari icona di fede. Simbolismi religiosi voluti e cercati dall'autore dei libri per adeguare i ragazzi del tempo alla filosofia ecclesiastica in un ottica divertente che si erano annacquati nella lettura del primo dispersivo capitolo, qui abbiamo un grande sentore di speranza e fede, tutto sembra diretto verso l'orientamento del giusto agire per aggrapparsi a qualcosa che ti aiuti per non naufragare.
Le creature come i topolini servono per rendere meno pesante l'atmosfera generale, per il resto anche i bambini dei centauri devono saper impugnare nel giusto modo la spada. I riferimenti cinematografici che potrete trovare sono molteplici, (Barbalbero, Arwen, Harry Potter) ma non si possono considerare nell'adattamento delle copiature visto che derivano da uno scritto che risale agli inizi degli anni cinquanta (dove il Signore degli anelli fu pubblicato nel 1954 e lo Hobbit nel 1937). Gradevole la presenza del nano Peter Dinklage, che qualcuno di voi ricorderà per essere il rivale di McNamara nel serial tv Nip/Tuck, che appartiene alla razza che nel primo film era rivale di Peter e compagni (si sa comunque che i nani sono molto lavoratori ma altrettanto imprevedibili).
Lotte, morte, successione e fratelli che cospirano, sembra che l'Amleto di William Shakespeare (che la Disney aveva già rielaborato nel suo grande classico Il Re leone) sia di nuovo in scena, ma la personalizzazione è valida e senza sbavature : il regnante assassinato è pochissimo presente anche nel ricordo perchè si pensa a come far tornare Caspian sul trono (tra l'altro l'attore che lo impersona è forse adatto per le fan ma non certo dotato di grandi capacità recitative) piuttosto che ai fantasmi del passato, lasciando che la trama fluisca senza particolari interruzioni, cosa che in un film di 140 minuti non è affatto un difetto. Una nota di demerito va alla fotografia che nelle scene notturne è troppo carica di colori scuri e priva di luce che praticamente nasconde l'azione alla vista. Effettone aquatico finale di grande impatto.
In definitiva un seguito ben diverso nelle ambientazioni del primo capitolo, movimentato, ben realizzato e senza nessuna inclinazione infantile, carico di riferimenti cinematografici (non necessariamente impersonalmente letterari) impreziosito dalla presenza di Castellito nella parte di un convincente personaggio cattivo e senza nessun freno. L'idea degli adulti nel corpo dei ragazzi è ottima, e il film si fa vedere con grande entusiasmo anche solo per un divertimento avventuroso, colorato ed intelligente privo di particolari analisi. Narnia dopo di questo non sarà più la stessa, i libri sono sette e vedremo se i nuovi adattamenti futuri sapranno essere altrettanti validi e ben realizzati come questo.
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