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vagamente snob
tornando in topic.
che si arrivi alla destra radicale intesa come gente che si mena e/o mena i diversamente pensanti mi sa di ancora relativamente improbabile, perché per una ragione o per l'altra qui non si sente ancora la vera fame: pur con la crisi e tutto stiamo ancora troppo bene.
ci sono tuttavia un mare di piccoli focolai che potrebbero dare il via a una grossa infezione, se non si fa qualcosa di serio e non drammatico finchè si è in tempo, altrimenti mi sa che ce la saremo voluta.
vedo piuttosto il rischio di una "maggioranza silenziosa" che avalla, con l'apatia, derive totalitarie più simili a 1984 che al fascismo classico. è come una malattia della quale non riconosci subito la pericolosità, perché i sintomi sono troppo labili.
la resistenza non sarebbe tanto nel popolo (laGGente, gli italiani, i cittadini, come volete chiamarli) quanto in alcune "nicchie". dice jefferson che gli uomini sono più propensi a sopportare che a ribellarsi, se la forma di governo che li opprime lo fa in modo "sopportabile". noi siamo abituati a sopportare i baroni in università, i professionisti non fatturanti, una tassazione un po' altina rispetto ai servizi goduti - questa, mi rendo conto, è un'affermazione facilmente qualunquista, per fortuna ci sono già stati eminenti politologi che hanno sdoganato questa linea di pensiero per me quindi posso proseguire trionfante verso la meta prefissata che è: QUINDI una dittatura che non ci riduca in schiavitù che vuoi che sia.
non so se vi è arrivata le mail a catena con la metafora della rana in pentola (cioe' se butti una rana nell'acqua bollente quella salta via, se la metti nell'acqua tiepida quella ci sta bene e poi alzi piano piano la temperatura e non se ne accorgi e puoi mangiare rana bollita - bleah.)
è un'iper-semplificazione ad usum imbecillii (come si può dedurre dal fatto che abbia successo tra i propagatori di mail a catena) ma ha un suo senso.
comunque, a beneficio della discussione porto un esempio abbastanza diverso (ma con qualche vaga similitudine) di come può funzionare un regime soft: il venezuela.
visto da lontano Chavez può sembrare o un dittatore o un santo, ma la realtà è più complessa.
si puo' dire che è un dittatore? no, per il semplice motivo che ha sempre rispettato tutte le regole della democrazia.
ma le analogie con le dittature sono enormi: il suo apparato di propaganda è pazzesco, il livello di paranoia contro i nemici esterni è altissimo (p.e., chi lavora nelle ONG viene implicitamente sospettato di essere un agente del temibile Impero, il che è particolarmente ridicolo se si considera che tipicamente chi lavora nelle ONG è molto di sinistra e tendenzialmente poco filo-americano), chi non è con lui è contro di lui, chi fa critiche costruttive dall'interno del suo stesso movimento (chessò: nel comune tal dei tali, amministrato dai bolivaristi, il servizio anagrafe funziona male) viene messo a tacere con l'argomento che offre armi al nemico.
non ha mai passato la linea dell'inaccettabile (che io sappia gli oppositori non rischiano di andare in carcere, tanto per dirne una), ma è riuscito a dividere il paese in due blocchi impermeabili, e vince sistematicamente perché il 55% della popolazione voterà per lui qualunque cosa faccia perché ha terrore di quello che farebbe il 45% se vincesse. (va in effetti detto che il 45% ha già avuto modo in passato di far sapere cosa fa in caso di vittoria, ed è comprensibile che i poveri preferiscano chavez.)
mi sembra che berlusconi abbia fatto una cosa simile: ha instillato in una risicata maggioranza della popolazione il sacro terrore della vittoria della risicata minoranza.
nutro più dubbi sulla possibile deriva europea, mi sembra che in francia, spagna, germaGna e iuchei siano abbastanza vaccinati (anche se non necessariamente immuni), non a caso la mail a catena della rana bollita non parte dall'italia, come testimonia la lingua inglese in cui è scritta.
vorrei spendere anche due parole sul dopo-berlusconi (perché come disse pasquino con triste lungimiranza anni e anni fa: spero solo nella durata media della vita umana), ma ora non ho tempo.
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