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Discussione: Chi semina vento...

  1. #151
    رباني L'avatar di King Kong
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    Fiumicino, 1973, 1985; Achille Lauro; se digiti dalla stringa google ti viene fuori tutto quello che vuoi; cerca anche lodo d'intrelligence;

    queste cose non funzionano in modo intuitivo; gli stati, USA inclusi, intervengono secondo calcoli di interesse nazionale che possono essere apparentemente incomprensibili per la logica delle persone comuni; può convenire subire un danno o lasciare spazio a "marachelle" degli alleati per poi poterli ricattare o screditare determinati gruppi dirigenti che si vogliono de-selezionare, tipo: avete voluto tenere il piede in due staffe e fare gli amici dei palestinesi per non rischiare ? ora vi beccate il disonore e pure gli attentati ! che era un modo per mettere in difficoltà Aldo Moro e tutto il filone suo, e pure avvertire Andreotti di non giocare troppo su quella linea;

    le cose del potere vanno così; io le trovo noiose; meglio i piaceri e il relax
    E quindi Bologna a chi la mettiamo in conto ?
    Aut hic aut nullubi

  2. #152
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da King Kong Visualizza Messaggio
    E quindi Bologna a chi la mettiamo in conto ?
    parere mio:
    Bologna non ha praticamente alcuna spiegazione internazionale, come pregresso e c9nseguenze logiche, nemmeno dopo 40 anni;
    dovessi puntare una cifra, direi che è stata iniziativa di quegli apparati deviati e neofascisti cooptati che non volevano rassegnarsi all'obsolescenza e alle dimissioni, dopo un decennio da protagonisti;

    un attentato così non lo può fare chiunque; chi lo fa, lo rivendica; se non lo rivendica, vuol dire che non c'è bisogno, e che chi deve capire, capisce; non c'erano più comunisti in crescita da ostacolare, nessun conflitto per cui colpire in quel modo avesse senso politico; infatti, ancora oggi non c'è alcuna ipotesi o pista di quelle comprensibili ai non addetti.
    c'� del lardo in Garfagnana

  3. #153
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    Fiumicino, 1973, 1985; Achille Lauro; se digiti dalla stringa google ti viene fuori tutto quello che vuoi; cerca anche lodo d'intrelligence;
    allora, non è per fare lo spaccone, ma sul periodo della storia italiana successivo all'instaurazione dell'ordinamento costituzionale ho letto tantissimo, ma se tu mi citi nomi a caso non ti seguo più. conosci sergio flamigni? sergio flamigni, di cui ho letto quasi tutto soprattutto sugli anni della tensione, sarebbe un ottimo inizio da parte tua, anche se sicuramente le tue fonti le hai. andiamo per ordine: fiumicino non mi dice niente, se parli di aerei c'è lo scandalo lockeed che coinvolse l'allora presidente leone e il suoi "cari"; se parli dell''85 mi viene da pensare al nuovo "concordato" tra italia e religioni, differenti dalla cattolica ma pure esse presenti nel paese; la storia dell'achille lauro è quella di due terroristi palestinesi che dirottarono un aereo e che furono costretti ad atterrare nell'aeroporto di sigonella per poi essere rimpatriati. ovviamente gli americani avrebbero voluto mettere bocca sul "fatto", dato che in quell'aereo era presente un cittadino americano come passeggero, cosa che ebbe come conseguenza un deciso veto da parte dell'allora presidente del consiglio craxi. veto per il quale chiaramente lo stesso craxi avrebbe pagato amaramente negli anni successivi.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    queste cose non funzionano in modo intuitivo; gli stati, USA inclusi, intervengono secondo calcoli di interesse nazionale che possono essere apparentemente incomprensibili per la logica delle persone comuni;
    eppure quando si parlava di lotta al "terrorismo" tutta la parte civile del mondo occidentale, si era nel 2002/'03 si espresse compattamente per dare carta bianca a bush e blair nell'invasione di afghanistan e iraq. non si parla di sottoproletariato ma soprattutto di gente istruita che appoggiò totalmente quelle decisioni. di cui mi pare di intravvedere oggi alcuni frutti.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    può convenire subire un danno o lasciare spazio a "marachelle" degli alleati per poi poterli ricattare o screditare determinati gruppi dirigenti che si vogliono de-selezionare, tipo: avete voluto tenere il piede in due staffe e fare gli amici dei palestinesi per non rischiare ?
    si. come i bambini dell'asilo. axe...

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    ora vi beccate il disonore e pure gli attentati ![/I] che era un modo per mettere in difficoltà Aldo Moro e tutto il filone suo, e pure avvertire Andreotti di non giocare troppo su quella linea;
    ripeto una tesi che faccio mia: la classe dirigente dell'epoca "volle coscientemente" oppure "fu coscientemente costretta ad accettare" la morte di moro. da chi? questo è il problema.

    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    le cose del potere vanno così; io le trovo noiose; meglio i piaceri e il relax
    ti consiglio sharm el scheyk. ma attento alle mine e ai colpi di mortaio che ti sono tanto cari, e peraltro utilissimi per un buon pesto alla genovese. un surplus di piacere.
    Ultima modifica di sandor; 02-12-2023 alle 18:53

  4. #154
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    allora, non è per fare lo spaccone, ma sul periodo della storia italiana successivo all'instaurazione dell'ordinamento costituzionale ho letto tantissimo, ma se tu mi citi nomi a caso non ti seguo più. conosci sergio flamigni? sergio flamigni, di cui ho letto quasi tutto soprattutto sugli anni della tensione, sarebbe un ottimo inizio da parte tua, anche se sicuramente le tue fonti le hai.
    le ho, vedrai...

    andiamo per ordine: fiumicino non mi dice niente, se parli di aerei c'è lo scandalo lockeed
    'nnamo bbene; sei più pigro di me

    proprio dall'archivio Flamigni:

    Strage di Fiumicino (RM) - 1973
    17 dicembre 1973 - Fiumicino (RM)
    Il fatto
    Le vittime
    Attentato terroristico compiuto da un commando palestinese che ha provocato 32 vittime.

    Lunedì 17 dicembre 1973, poco prima delle 13, tra l’area transiti e la piazzola delle partenze A/15 dell’aeroporto romano di Fiumicino, un commando di cinque terroristi palestinesi, che si sospettava appartenessero al gruppo Settembre Nero, prende alcuni ostaggi e attacca un Boeing della PanAm che si trova sulla pista in attesa di partire.
    I terroristi gettano all’interno alcune bombe a mano, devastando il velivolo e massacrando orribilmente trenta passeggeri, a cui si aggiungono poi altre vittime uccise mentre fuggono con nove ostaggi a bordo di un altro Boeing della Lufthansa, che fa tappa ad Atene per rifornimenti.
    Il bilancio complessivo dell’azione è di 32 vittime, di cui 6 italiane: i tre componenti della famiglia De Angelis, Giuliano, Emma e la loro figlioletta Monica, l’ingegner Raffaele Narciso, il giovane finanziere Antonio Zara (ucciso mentre cercava di fermare i terroristi in fuga) e il tecnico della compagnia di servizi aeroportuali Domenico Ippoliti (rapito a Roma e ucciso ad Atene). La drammatica fotografia che coglie l’Appuntato della Finanza Antonio Zara a terra, agonizzante, sotto l’aereo, scattata dal fotografo Elio Vergati, vince il premio Pulitzer.

    In cambio del rilascio degli ostaggi, i terroristi ottengono di atterrare in Kuwait e di essere consegnati all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), che li sottopone a un processo interno, davanti a un tribunale presso il Cairo. L’Italia non ne chiede la consegna, né allora, né successivamente, e la vicenda sprofonda ben presto nel silenzio, quasi certamente per ragioni di opportunità politica.
    Il Governo italiano, infatti, per motivi d’interesse economico e strategico, intratteneva speciali rapporti diplomatici con il mondo palestinese e stipula in quegli anni un lodo d’intelligence che garantisce il libero transito di armi e uomini dei gruppi palestinesi sul suolo italiano, purché non compiano attentati. L’accordo è negoziato grazie alla mediazione del Colonnello Stefano Giovannone, con Mariano Rumor premier e Aldo Moro Ministro degli Esteri, da cui la denominazione utilizzata di frequente lodo Moro.

    Stando ad alcune segnalazioni dei servizi segreti, si sospetta che la strage sia una rappresaglia contro l’Italia per l’arresto di cinque militanti palestinesi avvenuto a Ostia il 5 settembre 1973. Sebbene due dei cinque arrestati siano già stati liberati il 30 ottobre (episodio a cui è stato poi collegato l’abbattimento nei cieli sopra Marghera il 23 novembre 1973 del bimotore militare Argo 16 in uso ai servizi segreti italiani, utilizzato per trasportarli), il processo per gli altri tre avrebbe dovuto aprirsi a Roma proprio il 17 dicembre.
    Questa ipotesi però è contraddetta dal fatto che i dirottatori chiedono la liberazione di alcuni palestinesi detenuti in Grecia, senza menzionare quelli arrestati Italia. Sia i palestinesi detenuti, sia il Fronte popolare di Liberazione della Palestina (FPLP, uno dei principali componenti dell’OLP accanto ad Al Fatah di Yasser Arafat, che dal 1967 aveva l’egemonia nell’organizzazione) dichiarano la propria estraneità dall’attentato; lo stesso fa Arafat.

    Una ricostruzione credibile attribuisce l’efferato attentato alla piccola formazione estremista palestinese Assifa ('tempesta'), che agiva di concerto con il Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah di Abu Nidal, la fazione più estremista della galassia palestinese, espulsa dall’OLP (Abu Nidal sarà condannato come mandante della seconda Strage di Fiumicino del 1985), mentre non ha trovato riscontri convincenti l’ipotesi che alle spalle dell’attentato vi fosse la Libia di Gheddafi.

    L’uso del dirottamento aereo a fini di lotta armata e di propaganda era iniziato fin dagli anni Trenta del Ventesimo secolo, contestualmente alla crescita dell’aviazione civile. Negli anni Cinquanta si erano segnalati vari casi in America Latina. Nel 1968, il FPLP aveva dirottato ad Algeri un volo della compagnia israeliana El Al, mentre l’anno dopo, proprio a Fiumicino, un commando palestinese di cui faceva parte la famosa terrorista Leila Khaled aveva catturato un volo TWA dirottandolo a Damasco.
    Queste azioni si iscrivono nella nuova tattica, a base di clamorosi attentati terroristici (assalti alle ambasciate, sequestri e dirottamenti di aerei, che poi si trasformano in vere e proprie stragi) che l’OLP adotta dopo la disfatta degli stati arabi contro Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, per imporre all’attenzione delle potenze occidentali la propria causa e la necessità di giungere a una soluzione negoziata per la questione palestinese. Il terrorismo palestinese, volto a pubblicizzare idee politiche, si iscrive dunque nel quadro complesso dei conflitti in medio Oriente.
    Il gruppo Settembre nero, per esempio, attivo tra il 1971 e il 1974, prende il nome dall’aspro conflitto civile che si consuma in Giordania quando re Hussein decide l’espulsione dei profughi palestinesi, segnato da episodi cruenti come i massacri compiuti dall’esercito giordano nei loro campi, e si conclude con l’esilio dei militanti dell’OLP superstiti in altri Paesi, soprattutto in Libano. Dal 1968, firma un’escalation di attentati in cui si iscrivono la clamorosa azione contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e l’attentato efferato che nel 1974 fa esplodere, poco dopo lo scalo ad Atene, un aereo della compagnia statunitense TWA in volo da Israele a New York, uccidendo 88 persone (quanto alla strage di Fiumicino, non vi sono prove di un coinvolgimento di questa sigla). Una tattica che si rivela efficace: nel novembre 1974, il leader dell’OLP Arafat è invitato a tenere un discorso all’ONU.

    I dodici anni che separano l’attentato del 17 dicembre 1973 dalla seconda Strage di Fiumincino, il 27 dicembre 1985, sono costellati di attentati di terrorismo di matrice mediorientale, in particolare a Roma. La ragione sta nella collocazione strategica dell’Italia nel cuore di Mediterraneo, che la rende crocevia e territorio di transito, insieme alle posizioni spesso ambigue del Governo italiano.

    Bibliografia
    Francesco Benigno, Terrore e terrorismo, Einaudi, Torino 2019
    Luigi Bonanate, Terrorismo internazionale, Giunti, Firenze 1994, 2001
    Salvatore Lordi e Annalisa Giuseppetti, Fiumicino 17 dicembre 1973. La strage di Settembre nero, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010
    Gabriele Paradisi e Rosario Priore, La strage dimenticata. Fiumicino, 17 dicembre 1973, Imprimatur, Reggio Emilia 2015
    Giacomo Pacini, Il lodo Moro. L’Italia e la politica mediterranea. Appunti per una storia, in Mario Caligiuri (a cura di), Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere, Rubbettino, Soveria Mannelli 2018

    https://www.memoria.san.benicultural...28RM%29+-+1973

    Strage di Fiumicino (RM) - 1985
    27 dicembre 1985 - Fiumicino (RM)
    Il fatto
    Attentato terroristico compiuto da un commando palestinese che ha provocato 13 vittime.

    La mattina del 27 dicembre 1985, verso le 9, all’aeroporto di Roma-Fiumicino, nei pressi del check-in della compagnia aerea israeliana El Al e della statunitense TWA, quattro terroristi palestinesi tirano bombe e aprono il fuoco sulle persone in fila all’imbarco o al bancone del bar adiacente, uccidendo 13 persone e ferendone 76, fino a che tre di loro non sono uccisi dagli agenti della sicurezza della compagnia israeliana. Il quarto terrorista, Mohammed Sharam, che è il capo del commando, catturato da un poliziotto italiano, rischia il linciaggio. Quella stessa mattina, quasi simultaneamente, un commando palestinese compie un attentato del tutto simile all’aeroporto di Vienna (3 morti e 44 feriti).
    Tutti i terroristi coinvolti nei due attacchi provenivano dai campi profughi di Sabra e Chatila, in Libano, che tra il 16 e il 18 settembre 1982, durante l’invasione israeliana del Paese, erano stati teatro di un orribile massacro consumato dalle truppe cristiane falangiste libanesi (all’epoca alleate di Israele), come ritorsione per la morte del neopresidente Bashir Giumayyil, figlio del comandante militare delle Falangi, vittima di un attentato.

    Il duplice attentato del 27 dicembre è stato organizzato da Abu Nidal, condannato all’ergastolo come mandante della strage dalla giustizia italiana nel 1989. Fondatore e leader del Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah, l’ala più violenta ed estremista della galassia palestinese (per questo espulsa dall’OLP), che da anni conduceva un’incessante attività terroristica in tutto il mondo, sia contro obiettivi israeliani e occidentali, sia contro esponenti palestinesi moderati, Abu Nidal è tra le figure più ambigue e controverse nella storia del terrorismo palestinese, al punto da far sospettare che il suo gruppo sia stato manipolato o infiltrato dai servizi segreti israeliani. Di sicuro, ha beneficiato in momenti diversi dell’appoggio e della protezione di Siria, Iraq e Libia, interessati a strumentalizzare ai propri fini il conflitto israeliano-palestinese. Una ricostruzione convincente, peraltro, attribuisce anche la prima Strage di Fiumicino a una fazione estremista collegata a Nidal.

    L’attentato trova la sua motivazione nel difficile passaggio che il movimento palestinese sta attraversando all’epoca. Nel 1985, infatti, il leader dell’OLP Yasser Arafat, anche grazie alla mediazione della Comunità Europea, tenta di avviare dei colloqui di pace, ma questa scelta è duramente osteggiata dalle fazioni palestinesi più radicali (il cosiddetto fronte del rifiuto), contrarie ad abbandonare la lotta armata in favore di una soluzione politica del conflitto con Israele. Appena due mesi prima, il Fronte di Liberazione della Palestina aveva compiuto un’azione ancor più clamorosa, il sequestro della nave Achille Lauro.

    Secondo la ricostruzione dei giudici, la Strage di Fiumicino non poteva essere evitata: il 31 marzo 1992 il Tribunale di Roma assolve le quattro persone che dovevano garantire la sicurezza dell’aeroporto oggetto di indagini in questo senso. Tuttavia, nelle memorie pubblicate nel 1999, l’Ammiraglio Fulvio Martini, che nell1985 era a capo del SISMI, scrive:«Fin dal 10 dicembre il SISMI aveva inviato un messaggio a tutte le autorità, nonché alle forze di Polizia, in cui si diceva che, verso la fine del mese, era prevista un’azione terroristica nella capitale. Dopo qualche giorno, grazie ad un’importante soffiata ad un servizio arabo amico, inviammo un altro dispaccio più significativo di quello precedente: vi si specificava che l’obiettivo era l’aeroporto di Fiumicino e che l’attacco del commando palestinese era previsto tra il 25 e il 31 dicembre». Stando al suo racconto, dunque, i servizi segreti italiani sapevano e avevano dato l’allarme, ma nonostante questo non fu presa nessuna misura speciale di sicurezza, né dall’aeroporto, né da Polizia e Carabinieri (la protezione totale di quei giorni si limitava a due agenti di sicurezza ed un carabiniere). Dubbi e incertezze circondano anche l’intervento degli israeliani, poiché è emerso con chiarezza che il capo della sicurezza israeliana passò a freddare i tre palestinesi già abbattuti.

    Bibliografia
    Fulvio Martini, Nome in codice Ulisse. Trent’anni di storia italiana nelle memorie di un protagonista dei servizi segreti, Rizzoli, Milano 1999
    Giacomo Pacini, Il lodo Moro. L’Italia e la politica mediterranea. Appunti per una storia, in Mario Caligiuri (a cura di), Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere, Rubbettino, Soveria Mannelli 2018
    Patrick Seale, Abu Nidal. Una pistola in vendita, Gamberetti editrice, Roma 1994

    https://www.memoria.san.benicultural...28RM%29+-+1985
    c'� del lardo in Garfagnana

  5. #155
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    le ho, vedrai...



    'nnamo bbene; sei più pigro di me

    proprio dall'archivio Flamigni:

    Strage di Fiumicino (RM) - 1973
    17 dicembre 1973 - Fiumicino (RM)
    Il fatto
    Le vittime
    Attentato terroristico compiuto da un commando palestinese che ha provocato 32 vittime.

    Lunedì 17 dicembre 1973, poco prima delle 13, tra l’area transiti e la piazzola delle partenze A/15 dell’aeroporto romano di Fiumicino, un commando di cinque terroristi palestinesi, che si sospettava appartenessero al gruppo Settembre Nero, prende alcuni ostaggi e attacca un Boeing della PanAm che si trova sulla pista in attesa di partire.
    I terroristi gettano all’interno alcune bombe a mano, devastando il velivolo e massacrando orribilmente trenta passeggeri, a cui si aggiungono poi altre vittime uccise mentre fuggono con nove ostaggi a bordo di un altro Boeing della Lufthansa, che fa tappa ad Atene per rifornimenti.
    Il bilancio complessivo dell’azione è di 32 vittime, di cui 6 italiane: i tre componenti della famiglia De Angelis, Giuliano, Emma e la loro figlioletta Monica, l’ingegner Raffaele Narciso, il giovane finanziere Antonio Zara (ucciso mentre cercava di fermare i terroristi in fuga) e il tecnico della compagnia di servizi aeroportuali Domenico Ippoliti (rapito a Roma e ucciso ad Atene). La drammatica fotografia che coglie l’Appuntato della Finanza Antonio Zara a terra, agonizzante, sotto l’aereo, scattata dal fotografo Elio Vergati, vince il premio Pulitzer.

    In cambio del rilascio degli ostaggi, i terroristi ottengono di atterrare in Kuwait e di essere consegnati all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), che li sottopone a un processo interno, davanti a un tribunale presso il Cairo. L’Italia non ne chiede la consegna, né allora, né successivamente, e la vicenda sprofonda ben presto nel silenzio, quasi certamente per ragioni di opportunità politica.
    Il Governo italiano, infatti, per motivi d’interesse economico e strategico, intratteneva speciali rapporti diplomatici con il mondo palestinese e stipula in quegli anni un lodo d’intelligence che garantisce il libero transito di armi e uomini dei gruppi palestinesi sul suolo italiano, purché non compiano attentati. L’accordo è negoziato grazie alla mediazione del Colonnello Stefano Giovannone, con Mariano Rumor premier e Aldo Moro Ministro degli Esteri, da cui la denominazione utilizzata di frequente lodo Moro.

    Stando ad alcune segnalazioni dei servizi segreti, si sospetta che la strage sia una rappresaglia contro l’Italia per l’arresto di cinque militanti palestinesi avvenuto a Ostia il 5 settembre 1973. Sebbene due dei cinque arrestati siano già stati liberati il 30 ottobre (episodio a cui è stato poi collegato l’abbattimento nei cieli sopra Marghera il 23 novembre 1973 del bimotore militare Argo 16 in uso ai servizi segreti italiani, utilizzato per trasportarli), il processo per gli altri tre avrebbe dovuto aprirsi a Roma proprio il 17 dicembre.
    Questa ipotesi però è contraddetta dal fatto che i dirottatori chiedono la liberazione di alcuni palestinesi detenuti in Grecia, senza menzionare quelli arrestati Italia. Sia i palestinesi detenuti, sia il Fronte popolare di Liberazione della Palestina (FPLP, uno dei principali componenti dell’OLP accanto ad Al Fatah di Yasser Arafat, che dal 1967 aveva l’egemonia nell’organizzazione) dichiarano la propria estraneità dall’attentato; lo stesso fa Arafat.

    Una ricostruzione credibile attribuisce l’efferato attentato alla piccola formazione estremista palestinese Assifa ('tempesta'), che agiva di concerto con il Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah di Abu Nidal, la fazione più estremista della galassia palestinese, espulsa dall’OLP (Abu Nidal sarà condannato come mandante della seconda Strage di Fiumicino del 1985), mentre non ha trovato riscontri convincenti l’ipotesi che alle spalle dell’attentato vi fosse la Libia di Gheddafi.

    L’uso del dirottamento aereo a fini di lotta armata e di propaganda era iniziato fin dagli anni Trenta del Ventesimo secolo, contestualmente alla crescita dell’aviazione civile. Negli anni Cinquanta si erano segnalati vari casi in America Latina. Nel 1968, il FPLP aveva dirottato ad Algeri un volo della compagnia israeliana El Al, mentre l’anno dopo, proprio a Fiumicino, un commando palestinese di cui faceva parte la famosa terrorista Leila Khaled aveva catturato un volo TWA dirottandolo a Damasco.
    Queste azioni si iscrivono nella nuova tattica, a base di clamorosi attentati terroristici (assalti alle ambasciate, sequestri e dirottamenti di aerei, che poi si trasformano in vere e proprie stragi) che l’OLP adotta dopo la disfatta degli stati arabi contro Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, per imporre all’attenzione delle potenze occidentali la propria causa e la necessità di giungere a una soluzione negoziata per la questione palestinese. Il terrorismo palestinese, volto a pubblicizzare idee politiche, si iscrive dunque nel quadro complesso dei conflitti in medio Oriente.
    Il gruppo Settembre nero, per esempio, attivo tra il 1971 e il 1974, prende il nome dall’aspro conflitto civile che si consuma in Giordania quando re Hussein decide l’espulsione dei profughi palestinesi, segnato da episodi cruenti come i massacri compiuti dall’esercito giordano nei loro campi, e si conclude con l’esilio dei militanti dell’OLP superstiti in altri Paesi, soprattutto in Libano. Dal 1968, firma un’escalation di attentati in cui si iscrivono la clamorosa azione contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e l’attentato efferato che nel 1974 fa esplodere, poco dopo lo scalo ad Atene, un aereo della compagnia statunitense TWA in volo da Israele a New York, uccidendo 88 persone (quanto alla strage di Fiumicino, non vi sono prove di un coinvolgimento di questa sigla). Una tattica che si rivela efficace: nel novembre 1974, il leader dell’OLP Arafat è invitato a tenere un discorso all’ONU.

    I dodici anni che separano l’attentato del 17 dicembre 1973 dalla seconda Strage di Fiumincino, il 27 dicembre 1985, sono costellati di attentati di terrorismo di matrice mediorientale, in particolare a Roma. La ragione sta nella collocazione strategica dell’Italia nel cuore di Mediterraneo, che la rende crocevia e territorio di transito, insieme alle posizioni spesso ambigue del Governo italiano.

    Bibliografia
    Francesco Benigno, Terrore e terrorismo, Einaudi, Torino 2019
    Luigi Bonanate, Terrorismo internazionale, Giunti, Firenze 1994, 2001
    Salvatore Lordi e Annalisa Giuseppetti, Fiumicino 17 dicembre 1973. La strage di Settembre nero, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010
    Gabriele Paradisi e Rosario Priore, La strage dimenticata. Fiumicino, 17 dicembre 1973, Imprimatur, Reggio Emilia 2015
    Giacomo Pacini, Il lodo Moro. L’Italia e la politica mediterranea. Appunti per una storia, in Mario Caligiuri (a cura di), Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere, Rubbettino, Soveria Mannelli 2018

    https://www.memoria.san.benicultural...28RM%29+-+1973

    Strage di Fiumicino (RM) - 1985
    27 dicembre 1985 - Fiumicino (RM)
    Il fatto
    Attentato terroristico compiuto da un commando palestinese che ha provocato 13 vittime.

    La mattina del 27 dicembre 1985, verso le 9, all’aeroporto di Roma-Fiumicino, nei pressi del check-in della compagnia aerea israeliana El Al e della statunitense TWA, quattro terroristi palestinesi tirano bombe e aprono il fuoco sulle persone in fila all’imbarco o al bancone del bar adiacente, uccidendo 13 persone e ferendone 76, fino a che tre di loro non sono uccisi dagli agenti della sicurezza della compagnia israeliana. Il quarto terrorista, Mohammed Sharam, che è il capo del commando, catturato da un poliziotto italiano, rischia il linciaggio. Quella stessa mattina, quasi simultaneamente, un commando palestinese compie un attentato del tutto simile all’aeroporto di Vienna (3 morti e 44 feriti).
    Tutti i terroristi coinvolti nei due attacchi provenivano dai campi profughi di Sabra e Chatila, in Libano, che tra il 16 e il 18 settembre 1982, durante l’invasione israeliana del Paese, erano stati teatro di un orribile massacro consumato dalle truppe cristiane falangiste libanesi (all’epoca alleate di Israele), come ritorsione per la morte del neopresidente Bashir Giumayyil, figlio del comandante militare delle Falangi, vittima di un attentato.

    Il duplice attentato del 27 dicembre è stato organizzato da Abu Nidal, condannato all’ergastolo come mandante della strage dalla giustizia italiana nel 1989. Fondatore e leader del Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah, l’ala più violenta ed estremista della galassia palestinese (per questo espulsa dall’OLP), che da anni conduceva un’incessante attività terroristica in tutto il mondo, sia contro obiettivi israeliani e occidentali, sia contro esponenti palestinesi moderati, Abu Nidal è tra le figure più ambigue e controverse nella storia del terrorismo palestinese, al punto da far sospettare che il suo gruppo sia stato manipolato o infiltrato dai servizi segreti israeliani. Di sicuro, ha beneficiato in momenti diversi dell’appoggio e della protezione di Siria, Iraq e Libia, interessati a strumentalizzare ai propri fini il conflitto israeliano-palestinese. Una ricostruzione convincente, peraltro, attribuisce anche la prima Strage di Fiumicino a una fazione estremista collegata a Nidal.

    L’attentato trova la sua motivazione nel difficile passaggio che il movimento palestinese sta attraversando all’epoca. Nel 1985, infatti, il leader dell’OLP Yasser Arafat, anche grazie alla mediazione della Comunità Europea, tenta di avviare dei colloqui di pace, ma questa scelta è duramente osteggiata dalle fazioni palestinesi più radicali (il cosiddetto fronte del rifiuto), contrarie ad abbandonare la lotta armata in favore di una soluzione politica del conflitto con Israele. Appena due mesi prima, il Fronte di Liberazione della Palestina aveva compiuto un’azione ancor più clamorosa, il sequestro della nave Achille Lauro.

    Secondo la ricostruzione dei giudici, la Strage di Fiumicino non poteva essere evitata: il 31 marzo 1992 il Tribunale di Roma assolve le quattro persone che dovevano garantire la sicurezza dell’aeroporto oggetto di indagini in questo senso. Tuttavia, nelle memorie pubblicate nel 1999, l’Ammiraglio Fulvio Martini, che nell1985 era a capo del SISMI, scrive:«Fin dal 10 dicembre il SISMI aveva inviato un messaggio a tutte le autorità, nonché alle forze di Polizia, in cui si diceva che, verso la fine del mese, era prevista un’azione terroristica nella capitale. Dopo qualche giorno, grazie ad un’importante soffiata ad un servizio arabo amico, inviammo un altro dispaccio più significativo di quello precedente: vi si specificava che l’obiettivo era l’aeroporto di Fiumicino e che l’attacco del commando palestinese era previsto tra il 25 e il 31 dicembre». Stando al suo racconto, dunque, i servizi segreti italiani sapevano e avevano dato l’allarme, ma nonostante questo non fu presa nessuna misura speciale di sicurezza, né dall’aeroporto, né da Polizia e Carabinieri (la protezione totale di quei giorni si limitava a due agenti di sicurezza ed un carabiniere). Dubbi e incertezze circondano anche l’intervento degli israeliani, poiché è emerso con chiarezza che il capo della sicurezza israeliana passò a freddare i tre palestinesi già abbattuti.

    Bibliografia
    Fulvio Martini, Nome in codice Ulisse. Trent’anni di storia italiana nelle memorie di un protagonista dei servizi segreti, Rizzoli, Milano 1999
    Giacomo Pacini, Il lodo Moro. L’Italia e la politica mediterranea. Appunti per una storia, in Mario Caligiuri (a cura di), Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere, Rubbettino, Soveria Mannelli 2018
    Patrick Seale, Abu Nidal. Una pistola in vendita, Gamberetti editrice, Roma 1994

    https://www.memoria.san.benicultural...28RM%29+-+1985
    esagerato...asd:

  6. #156
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    le ho, vedrai...
    non mi interessano queste velate minacce. grazie a dio il sito è ben monitorato da "chi di dovere". lo so io e lo sai anche tu. saluti.

  7. #157
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    Citazione Originariamente Scritto da sandor Visualizza Messaggio
    non mi interessano queste velate minacce. grazie a dio il sito è ben monitorato da "chi di dovere". lo so io e lo sai anche tu. saluti.
    minacce? e perché mai ?
    "vedrai..." non è un futuro in senso stretto, ma una locuzione toscana, dove il senso è: vedrai, col lavoro che ho fatto, avrò avuto buone fonti, no ? dovevo leggere pile di documenti di prima mano proprio su quei fatti.
    c'� del lardo in Garfagnana

  8. #158
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    L'amica Pazza ha aperto il topic pensando al conflitto israelo-palestinese: andare a ritroso, fino agli anni di piombo, a Kissinger, agli opposti estremismi eccetera serve a qualcosa? Non siamo su Limes, dove i professionisti di geopolitica fanno sfoggio della loro erudizione.
    amate i vostri nemici

  9. #159
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    Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
    minacce? e perché mai ?
    "vedrai..." non è un futuro in senso stretto, ma una locuzione toscana, dove il senso è: vedrai, col lavoro che ho fatto, avrò avuto buone fonti, no ? dovevo leggere pile di documenti di prima mano proprio su quei fatti.
    potevi essere più esplicito...poi il "pigro" sarei io...

  10. #160
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    tra parentesi: ho visitato l'archivio, ma ho trovato poco o niente sul tuo "attentato di fiumicino". tanto più che il sito non ha neanche un motore di ricerca interno. mah.

  11. #161
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    Oltre 21mila vittime palestinesi ad oggi nell'ultimo conflitto.

  12. #162
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    Pienamente funzionante e programmata in tecniche multiple

  13. #163
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  14. #164
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    Il presidente russo: non arretreremo mai!
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    amate i vostri nemici

  15. #165


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    Quello che mente, più o meno ipocritamente?


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