I 5 Stelle sono da mesi un movimento involuto, tafazziano e senz’anima. Parlarne è di per sé noiosissimo, quindi chiedo scusa se io stesso perdo tempo con questo post.
C’è però una cosa che vorrei ricordare chiaramente: oggi i 5 Stelle coincidono con Giuseppe Conte. Uno dei pochi nei 5 Stelle ad avere ben poche colpe. Se nei sondaggi Il M5S ha ancora il 15%, dipende quasi solo da Conte. Senza di lui e con qualsiasi altro leader, peggio ancora con Di Maio e Grillo ai vertici, il M5S farebbe la corsa per l’ultimo posto con nessuno, cioè Renzi e Calenda.
Eppure, o proprio per questo, Conte viene trasversalmente trattato come se fosse la causa di tutti i mali: un coglione se va bene, un criminale se va male. La disonestà intellettuale, in questo paese, va via come il pane. Anche questa “esultanza” sulla non-vicenda giudiziaria del tribunale di Napoli è il solito trionfo del nulla. Di cosa stiamo parlando? Quel tribunale si è riservato di decidere se la votazione di agosto sia valida o meno. Perché? Perché ad agosto (come sempre nei 5 Stelle) non hanno votato gli iscritti da meno di 6 mesi. Dov’è il problema? Si rivota con i nuovi iscritti, che peraltro si sono iscritti da poco solo perché amano Conte. Quindi, al prossimo giro, Conte non avrà il 92% ma il 96%.
È una vicenda sul niente e proprio per questo ci si sono buttati renzi e derivati. Pulviscolo rosicone. Il dato però è un altro, e non è neanche Di Maio, che da anni odia Conte. Il problema è Grillo, uno che fino al 2013 ha avuto intuizioni pazzesche e faceva satira incredibile, ma che dalla caduta del Conte 2 in poi sta facendo più danni politici di Tambroni. Un mix tra incapacità, tempo che passa, bipolarismo emotivo e invidia. Qualcuno lo fermi, ormai sembra un automa manovrato dalla Meli.
Grillo avrebbe potuto disinnescare la (non) mina del Tribunale di Napoli, e invece ci si è buttato a capofitto: “Situazione complicata, confronto con Conte”. E Di Maio gli è andato a ruota. Sembra quasi (sembra?) che Conte abbia la rogna a prescindere e che i primi a non volerlo siano molti bolliti grillini.
Da qui una considerazione con cui vi lascio: ma se per Grillo e Di Maio Conte è un mezzo incapace; se per larga parte dei media Conte è uno zozzone; se per molti parlamentari grillini scappati di casa Conte è un usurpatore; e se al tempo stesso l’unico che nei 5 Stelle di oggi ha i voti è Conte: ecco, alla luce di tutto questo, perché Conte non manda in culo (ops) Grillo, Di Maio e quel che resta dei 5 Stelle e se ne va per i fatti suoi?
Decida poi lui se fare un partito tutto suo, o magari tornare alla sua vita (molto più remunerata) di prima, ma questa guerra santa e imbecille a Conte, reo di non si so cosa se non forse d’essere una brava persona in un mondo di squali ladri e carogne, avrebbe anche un po’ rotto i coglioni.
ANDREA SCANZI